Fuochi
gemelli
Thump.
I Murdock hanno il diavolo
dentro.
Thump-thump.
Non devi diventare come me,
Matty. Usa la testa, non i pugni.
Thump-thump-thump.
Colpisco il sacco ancora e
ancora, ma le voci non vanno via; si mischiano alle sirene, al dolore e alle
preghiere che sento ogni singola notte.
Mi fermo di scatto – il
sacco non è abbastanza, non lo è mai stato.
I ricordi che ho di quando
ancora vedevo sono vaghi, forme sfocate più che figure definite. Non penso più
per immagini, ma ho assistito a troppi incontri di papà per dimenticare i
momenti in cui gli si spegnevano gli occhi e iniziava a colpire l'avversario,
ancora e ancora e ancora dopo averlo messo all’angolo. Più del necessario.
Allora non capivo, ma adesso
sì.
Battlin’ Jack Murdock aveva
dentro lo stesso fuoco che brucia me.
Inspiro e riprendo a colpire
il sacco. Non è abbastanza, ma deve esserlo. Devo bloccare la rabbia che monta
ogni volta che sento una sirena, seppellire la testa sotto la sabbia e convincermi
che sarò in grado di aiutare la mia città con la legge, più di quanto potrei
mai fare con i pugni. Usa la testa, Matty.
A volte riesco davvero a
crederlo. Altre, New York mi ricorda che la legge non basta.
Stick se n’è andato, ma il
fuoco no; non ho mai smesso di tenermi pronto.
Thump-thump-thump.
🔥
Tin.
Doma quel fuoco, o lo domerà
qualcun altro.
Tin-tin.
Fingerti un’altra persona,
una di classe, è un’abilità che torna sempre utile.
Tin-tin-tin.
Con quante persone hai
brindato, stasera? Hai perso il conto, tanto sono tutti uguali gli invitati dei
Natchios. Tua madre e tuo padre, agli occhi del mondo – nient’altro che una
finzione necessaria, la missione che sopporti da anni. Due persone che avevano
tutto tranne una figlia e hanno creduto di poter avere te. Non ti capiscono né
ti capiranno mai, non sanno ciò che hai passato e ciò che sai fare.
Le lezioni – capoeira, danza,
muay thai – non bastano a soddisfare il fuoco che ti brucia dentro, il
desiderio insaziabile che la noia non fa che aizzare. Il tuo corpo reclama
sangue, ma è tutta la vita che ti viene detto di controllarti, ché senza
controllo non servi a niente, Ellie, quindi chiudi gli occhi, inspiri e
sorridi agli idioti che ti circondano. Ucciderli sarebbe fin troppo facile: non
ti darebbe alcuna soddisfazione, ne sei quasi certa, e soprattutto non
aiuterebbe la guerra.
È il campo di battaglia il
tuo vero posto, lo sai da sempre, ma ti fidi di chi ti ha lasciata qui
promettendo di tornare, e allora aspetti.
Sorridi, e bevi, e ti
trattieni – la battaglia più difficile, in cui la vittoria non si conquista con
i pugni.
Tin-tin-tin.
🔥🔥
“Esci anche stasera, Matt?
Non ti vedo quasi più, amico…”
C’è preoccupazione nel tono
di Foggy e Matt per un momento si sente in colpa – sa che gli esami si
avvicinano e lui dovrebbe prepararli, invece di spendere ogni momento possibile
con Elektra, ma…
Matt non si è mai sentito così
vivo. Quando è con lei, Matt è libero: di lasciar cadere le maschere che
indossa per il resto del mondo, di non essere come gli altri si aspettano che
sia, di allentare il controllo sulla furia che sente dentro. È una sensazione
nuova, esilarante. Spaventosa, se si ferma a pensarci più di due secondi, ma
questo riesce a ignorarlo.
Elektra lo vede, e
Matt vede lei; dentro di loro brucia lo stesso fuoco – le voci del mondo divengono
crepitii facili da ignorare nel divampare del loro incendio.
Elektra non avrebbe dovuto
innamorarsi di Matthew o permettergli di avvicinarsi così tanto, ma…
Matthew ha visto il fuoco in
lei e non si è ritratto né le ha detto di controllarlo, perché in lui ne brucia
uno gemello. Matthew è buono, nonostante il fuoco, e pensa lo sia anche lei;
quando sono insieme è facile per Elektra chiudere gli occhi e scordare chi è
davvero, ignorare la missione e concentrarsi sulla presenza dell’unica persona disposta
a credere ci sia qualcosa di buono in lei – l’unico che la vede e non
cerca di cambiarla.
Elektra non si è mai sentita
così viva, neanche quando ha preso la sua prima vita.
Avrebbe dovuto sapere che
l’illusione non poteva durare; Elektra lascia Matthew col cuore spezzato e non
si volta indietro – in fondo sa che è meglio così, per lui.
“Credevo
mi capissi.”
“Lo
credevo anch’io.”
Elektra è tornata. Si
presenta nell’appartamento di Matt come se fosse normale, come se non fossero
passati anni, come se l’ultima volta lei non avesse tentato di fargli uccidere
un uomo.
Elektra è tornata. Rivedere
Matthew le rende chiaro quel che sapeva già: sono passati anni da quando si è
rifiutato di uccidere Roscoe Sweeney, ma lei non ha mai smesso di amarlo.
“Io
ti conosco, Matthew.”
“No.
Non adesso, né mai più.”
“È…
deludente.”
Matt sa che dovrebbe
mantenere le distanze, non fidarsi. Non ci riesce.
Elektra sa che sarebbe
meglio per Matthew se si tenesse a distanza. Non ne è in grado.
Sono passati anni, ma
perdersi l’uno nell’altra è facile quanto la prima volta.
Insieme divampano più forte
che mai, bruciando tutto ciò che hanno intorno – amici e alleati.
“Hai
perso tutto.”
“Ho
scelto te.”
Anche gli incendi hanno una
fine: Elektra si spegne tra le braccia di Matthew.
“Non
parlare…”
“Ho
vinto.”
Matt ripone la maschera da
eroe – della sua fiamma resta solo cenere.