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Autore: amy_hime    03/02/2024    1 recensioni
Dopo aver acquistato un tritodine, Kaito cerca di farci amicizia.
Genere: Fantasy, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kaito Tenjo/Kite Tenjo, Ryoga/Shark
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Kaito finì di disinfettare le ferite sul corpo del suo ultimo acquisto, ancora stupito di aver potuto mettere le mani su un essere così bello ad un prezzo stracciato. Probabilmente chi aveva venduto quel ragazzo dubitava potesse sopravvivere a lungo.

-Capisci la mia lingua?

-Capire facile. Parlare… no  facile.

Il ragazzo dai capelli viola si sistemò meglio nella vasca, con una smorfia di dolore. Nonostante la  magrezza allarmante, era comunque in condizioni migliori di altri esemplari che Kaito aveva incontrato. E soprattutto, a dispetto dei morsi feroci dei primi giorni, si stava rivelando piuttosto docile ed amichevole.

-Io sono Kaito.

Non fu sufficiente a convincere l’altro ragazzo a presentarsi, anzi, a dirla tutta, questi non fece assolutamente cenno di aver inteso. Il più grande ci riprovò:-Il mio nome è Kaito.

Ancora niente. Esasperato, Kaito si puntò la mano contro il petto:-Kaito.

Gli occhi blu come l’oceano del giovane senza nome allacciarono i suoi, mentre una mano pallida e ossuta raggiungeva la sua:-Tu stupido. Io capito tu Kaito.

No, quel ragazzo era decisamente poco amichevole. Kaito incrociò le braccia sul petto:-Non hai un nome?

-Kaito no chiesto nome. Kaito vuole nome?

C’era una sfumatura ironica, nel tono della creatura, e Kaito si annotò mentalmente che anche esseri del genere sapevano scherzare. Chissà se era un fattore comune, o una prerogativa di quell’essere…

-Come ti chiami? Qual è il tuo nome?

Scandendo a fatica, parola per parola, il ragazzo si presentò:-Il… mio… nome… è Ryoga.

Detto questo, Ryoga sprofondò sott’acqua, increspando appena la superficie, per poi riemergere pochi istanti dopo:-Ryoga fame. Kaito porta pesce. Adesso.

Ritrovandosi spiacevolmente a corto di risposte, Kaito si precipitò in cucina, sperando di avere qualcosa di più che delle semplici scatolette di tonno da offrire al suo ospite.  Purtroppo, l’ultima volta che era andato a fare la spesa, non aveva  messo in conto il fatto che, nel giro di pochi giorni, si sarebbe trovato a vivere con un tritonide nella vasca da bagno. Un tritonide decisamente sarcastico.

 

-Cosa ti sei fatto?

Ryoga lasciò sul bordo della vasca la testa dell’orata che stava mangiando (cruda, per la gioia di Kaito) e si abbracciò la coda mutilata:-Storia lunga.

-Ho tempo,  se ti va di parlarne, io sono qui.

Il tritonide scivolò con la gola sott’acqua, le branchie che si aprivano e si chiudevano seguendo il ritmo del respiro. Aveva messo su peso, in quelle settimane, e Kaito stava valutando un modo che permettesse al suo ospite di fare attività fisica senza esporsi troppo a sguardi indiscreti. Forse, mettendo da parte abbastanza soldi, avrebbe potuto farsi costruire una piscina in giardino…

-Incontrato grande nave. Nave di pescatori. Io pescato, loro…

Si interruppe, poi aprì il palmo della mano destra e vi batté contro il taglio della sinistra, più volte:-Chop, chop, pinne. No conosco parola.

Kaito sentì un groppo alla gola:-Tagliare. Ti hanno tagliato le pinne.

Ryoga annuì lentamente, con aria seria:-Loro… taliato pinne. Io senza pinne no nuota, io muore fame. Loro… loro sa. Noi patto. Io trova pericolo, loro ciba Ryoga. Loro lega Ryoga, butta in acqua. Ma… pesci mangia. Noialtri mangia Ryoga, Ryoga preda facile. Ryoga non scappa, e noialtri mangia coda Ryoga.

Kaito allungò le dita verso la coda squamata di Ryoga, coperta di cicatrici simili a morsi. Sperando di aver capito male, diede voce alle sue paure:-Stai dicendo che… altri tritonidi hanno cercato di… mangiarti vivo?

-Noaltri fame, noialtri sempre fame. Ryoga mangia noialtri, quando molto magro. Anche umani… umani grossi, tanto cibo. Umani buoni.

Avvicinò le labbra alle dita di Kaito, mordicchiandole lentamente, quasi scherzosamente, anche se aveva dei denti abbastanza affilati da poterle amputare senza la benché minima difficoltà,  poi allungò la mano verso il volto del giovane:-Kaito buono, ma Ryoga non mangia. Pesce più buono. Kaito… Kaito bello, bello bello… e Kaito gentile, anche. Kaito… rosso?

Rendendosi conto di essere avvampato, il biondo si tirò indietro di colpo, mentre sul viso di Ryoga appariva un ghigno malizioso:-Kaito pensa Ryoga bello? Umani spesso pensa noialtri bello. Umano annega perché noialtri bello, e noialtri mangia. Ma Ryoga no annega Kaito, Ryoga promette.

Facendo del suo meglio per celare l’imbarazzo, Kaito incrociò le braccia:-Non credo tu possa annegarmi in una vasca da bagno, Ryoga. Anche se è rassicurante sapere che tu voglia tenermi vivo.

Sussultò quando il tritonide lo afferrò per il polso, trascinandolo bruscamente nella vasca, troppo piccola per due persone. La coda di Ryoga gli avvolse la parte bassa della schiena, infradiciandogli i vestiti, mentre le dita giocherellavano con l’orlo della maglietta:-Kaito cambia argomento, Kaito no risponde. Kaito pensa Ryoga bello?

Quel sussurro roco, unito alla situazione così bizzarra, ma senza dubbio piacevole, fece avvampare Kaito ancora di più:-Può darsi.

Ryoga sorrise divertito, prima di lasciarlo andare:-Ryoga fame. Kaito porta… tonno. Tonno intero, no scatola. Poco tonno in scatola.

Domandandosi dove mai avrebbe potuto trovare un tonno intero, in un tempo ragionevole, Kaito uscì dalla vasca. Avrebbe dovuto abituarsi alle assurde richieste alimentari del tritonide, se voleva avere una qualche chance con lui.

   
 
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