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Autore: Rohan    06/02/2024    0 recensioni
Song-fic ispirata alla canzone Paranoie di Emash & Francesca.
Dal testo:
[«Ti prego, convincimi che mi sbaglio» sussurrò lui.
Lei sospirò, staccandosi e allontanandosi di qualche passo. «Te l’ho detto mille volte che ti sbagli» replicò scocciata.
«Il tuo tono e le tue azioni fanno capire il contrario» mormorò triste Gohan.]
Genere: Generale, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Paranoie

 
No, non è più lo stesso di un anno fa,
so che questo giorno finirà
e porterà con sé la mia felicità
e quei progetti troppo grandi per la nostra età
 
 
Gohan guardò il soffitto, mentre la sua gamba destra tremava incessantemente.
L’ennesima discussione quella settimana con Videl aveva preso una piega ancora più brutta rispetto a quelle dei giorni precedenti e il pensiero che quella giornata potesse segnare la fine della loro relazione lo stava facendo entrare nel panico.
«Sono stufa di sentirti ripetere sempre le stesse cose» sbuffò la ragazza adirata, incrociando le braccia al petto mentre camminava avanti e indietro per la stanza. «Non dobbiamo vivere per forza in simbiosi» rimarcò per l’ennesima volta. «Può capitare che io esca con i miei amici anche senza di te»
Gohan puntò nuovamente i suoi occhi scuri su di lei. «Sono d’accordo, ma sembra tu mi voglia escludere di proposito. È tutta la settimana che esci con gli amici e non hai avuto un singolo giorno libero da passare con me. Se proprio hai questa esigenza di vederli ogni sera, magari potresti provare a chiedermi se va anche a me di venire, così da poter stare insieme anche noi» le fece notare con tono abbastanza nervoso.
Che stupido.
Si era illuso che quei progetti, quella casa, quel matrimonio e quei figli che immaginavano insieme fino ad un anno prima sarebbero diventati reali.
Era ormai evidente che niente di tutto quello si sarebbe concretizzato, ogni giorno la fiducia sul loro futuro si sgretolava pezzo dopo prezzo, ma quello che lo mandava in crisi come non mai era il fatto che a lei sembrava non importare niente.

«È capitato, non è sempre così, lo sai benissimo» si difese lei dalla sua accusa.
«Anch’io lo pensavo all’inizio, ma adesso che te lo sto facendo notare e non sta cambiando niente, sto capendo che non è capitato. Sei tu che non mi vuoi più» sputò fuori, ancora, quanto il suo atteggiamento lo ferisse.
 
Vorrei tornare a fare festa dentro ai tuoi pensieri,
tu mi dici “son la stessa”, ma io so com’eri.
E se ho sbagliato dimmi cosa posso fare,
il tuo silenzio inizia a fare male.
 
«Ti sei fissato ormai, non so che dirti ancora per farti capire che ti sbagli» disse fredda, sedendosi nella sedia posta sul lato opposto della stanza.
«Ammetti che è vero, che c’è qualcosa che non va. Non eri così prima con me, non vedevi l’ora di vederci, cercavamo di organizzare le nostre settimane in modo che potessimo stare insieme quanto più possibile, ora invece sei-»
«Sono sempre uguale!» sbottò lei irritata, guardandolo negli occhi.
La tensione era alle stelle e Gohan sentiva il cuore pesante e un groppo sempre più grande formarsi in gola.
«Bugiarda» sussurrò ferito. «C’è qualcosa che non va e non riesci a dirmi se ti ho fatto qualcosa senza rendermene conto o semplicemente…» abbassò lo sguardo, senza riuscire a completare la frase.
Sperava che desse una risposta alla sua domanda lasciata a metà, ma la stanza precipitò in un silenzio assordante che durò dei secondi che parvero un’eternità.
 
A volte piango, ma non te ne accorgi.
Sento diverso il modo in cui mi tocchi.
Dimmi che sbaglio e che vuoi a tutti i costi
Tenere ancora insieme questi pezzi rotti.
 

Senza che se ne rendesse conto, gli occhi del mezzo Saiyan si fecero lucidi e, prima che delle calde lacrime potessero rigargli il viso, li strizzò forte per bloccare il flusso di acqua salata.
Lei, ovviamente, dall’altra parte della camera, non se ne accorse.
Si torturava le dita delle mani incessantemente, non sapendo come uscire da quella discussione.
Quasi scocciata, si alzò e si diresse dal ragazzo, accarezzandogli il viso.
Quel contatto fece andare, però, ancora più in crisi Gohan, che la guardò con occhi supplicanti.
La sentiva distante, fredda.
Non sentiva più l’amore che gli trasmetteva prima, era come se lo facesse per obbligo, non perché volesse davvero.
Desiderava più di ogni altra cosa che lei tenesse duro e che si ricordasse quanto bene stavano insieme fino a pochi mesi prima.

«Dai, basta» sussurrò lei, guardando altrove.
Gohan appoggiò la sua grande mano su quella piccola e fredda di lei, cercando di trasmetterle lui con quel contatto l’amore che tanto desiderava ricevere.
Videl posò gli occhi su di lui, ma si girò immediatamente, non riuscendo a sostenere lo sguardo triste e al contempo supplicante del moro.
«Ti prego, convincimi che mi sbaglio» sussurrò lui.
Lei sospirò, staccandosi e allontanandosi di qualche passo. «Te l’ho detto mille volte che ti sbagli» replicò scocciata.
«Il tuo tono e le tue azioni fanno capire il contrario» mormorò triste Gohan.

 
Non ti sento più vicina come un tempo
In mezzo ad altre persone mi guardi a stento
Dici sono paranoie dentro la mia testa
Che mi urlano più forte dai ti prego resta
E non dipende da te se non hai voglia di vedermi quanto l’anno scorso
E non arrivi mai alla fine di questo discorso
E mi consolo nel pensare che sei solo stanca
Sentirti dire che ti manco non sai quanto mi manca
 
 


«Gohan te l’ho detto, è capitato» continuò la mora.
Lui si alzò, sentendo di nuovo l’adrenalina data dal dolore delle sue parole pervaderlo. «Sta capitando sempre più spesso. Non ti importa più di vederci, di stare insieme e a dirla tutta ormai anche quando siamo insieme in giro sembro invisibile ai tuoi occhi» sputò fuori.
Videl alzò gli occhi verso il soffitto, emettendo un mugolio infastidito. «Ancora? Prima ti lamenti che non stiamo mai insieme, poi ti lamenti anche di quando stiamo insieme. Dillo che sei tu che hai un problema con me allora» lo accusò.
Gohan scosse la testa. «No, sono un insieme di cose che sommate hanno creato quest-»
«Paranoie, sono solo paranoie. Non sono dubbi, so cosa volevi dire» lo interruppe.
Lui sorrise sprezzante, per poi passarsi una mano tra i capelli scuri. «Quindi sono un pazzo che si pone problemi inesistenti» disse finendo con una leggera risata nervosa.
«Sì» confermò lei seria.
Come poteva mentirgli così?
Gohan sospirò, le si avvicinò e le prese la mano, nonostante la palese riluttanza di lei.
La condusse poi verso il letto, invitandola a sedersi al suo fianco.
Se lei non ne aveva il coraggio, allora ci avrebbe pensato lui.
Era stanco di essere preso in giro.
«Non è colpa di nessuno» sussurrò con tono triste, sentendola irrigidirsi ancora di più accanto a lui. «Non sono paranoie, è arrivato il momento di essere sinceri, è inutile prenderci in giro» continuò.
«Smettila» tagliò corto lei. «Gohan è solo un periodo molto stressante e tu…» le parole le morirono in gola.
«Io cosa?» la incitò a continuare.
Lei si alzò innervosita. «Senti, basta, smettila» sbottò.
Ecco, di nuovo.
«Non puoi sempre scappare da questo discorso!» la riprese lui esasperato.
«Non scappo, sono solo stanca di ripetere sempre le stesse cose» ribatté lei fredda.
 
Mi stringevi forte fino all’altra notte
Con i miei pensieri vorrei farci a botte
Ma non ascolti mai chiusa nei tuoi guai
Vedevo il mare nei tuoi occhi, ora solo ghiacciai
 
 
 


«Sì che scappi, scappi dall’evidenza! Come fai a non capire quanto sia palese? Non un abbraccio, non un bacio, non un “mi manchi”… niente! E se non ci fossero mai stati allora okay, ma fino a poco tempo fa non era così. Vorrei solo capire se sono io ad aver fatto qualcosa di sbagliato oppure semplicemente non mi am-»
«Ho detto di smetterla!» urlò lei così forte da farlo sobbalzare. «Sei… pesante!» continuò in preda all’esasperazione. «Ho bisogno di spazio, di libertà, non di sentirmi in ansia perché mi chiedi in continuazione cosa c’è che non va. Lo so che lo fai perché ti preoccupi per me, ma, Gohan, io non voglio pensare in continuazione ai miei problemi, non voglio la pressione di dover sempre dare spiegazioni»
Le sue parole, unite al suo sguardo, lo gelarono.
Quegli occhi azzurri come il mare, adesso gli trasmettevano solamente freddo.
 
 
 
Vorrei capire cosa aspetti a lasciarmi andare
Ma non rispondi alle domande che continuo a fare
E se ti perdo dimmi cosa posso fare
Non ha senso neanche più cantare
 
 
 
«Allora perché continuiamo a stare insieme? Se ti senti… soffocare da me. Dovresti lasciarmi se la pensi così» sussurrò mentre il cuore gli batteva così forte nel petto che pensava potesse scoppiare da un momento all’altro.
«Smettila ti prego» con la voce rotta dal pianto, Videl mostrò finalmente il suo dolore. «Ti sto dicendo che il problema è la pressione che fai e mi rispondi così»
Si sentiva soffocare.
Ma anche lui.
 
A volte piango ma non te ne accorgi
Sento diverso il modo in cui mi tocchi
Dimmi che sbaglio e che vuoi a tutti i costi
Tenere ancora insieme questi pezzi rotti
 
 
 


Abbassarono entrambi la testa, non riuscendo a guardarsi l’un l’altro.
Una miriade di emozioni, tutte negative, li stavano attraversando, facendogli male come pugnalate dritte al cuore.
Fa male quando la persona che dovrebbe capirti con un solo sguardo, non ti capisce affatto.
Gohan non stava capendo che Videl aveva solo bisogno di spazio e Videl non stava capendo quanto fosse importante un minimo di sforzo per far sentire Gohan ancora voluto bene da lei.
L’amore non è semplice, non è bianco o nero.
L’amore ha mille sfaccettature.
Ci sono momenti facili, belli, dove l’intesa è alle stelle e davvero basta un solo sguardo per capirsi, ma ci sono pure momenti dove dobbiamo essere forti e combattere contro i momenti bui per far sì che torni il sereno.
Non abbiamo tutti lo stesso modo di amare e in alcuni momenti capire cosa serve all’altra persona è davvero difficile, se anche tu non sei al massimo delle forze.
È proprio in questi momenti che si vede dove l’amore è reale.
Se ci stufiamo dell’altra persona alla prima difficoltà, beh… quello non è amore.
Quando sei pronto a rischiare tutto, quando faresti qualsiasi cosa per rendere quella persona felice, quando metti le sue necessità ed esigenze al primo posto, se ne ha bisogno… quello è amore.
Potersi guardare negli occhi e dirsi sinceramente “stiamo insieme perché ce la stiamo mettendo tutta”, niente vale più di quello.
Alla base, sincerità e voglia di tenersi sempre per mano, nonostante le mille tempeste che scatena la vita.
«Stiamo sbagliando qualcosa» ruppe il silenzio, che era durato troppo, Videl.
Gohan la guardò, sentendosi veramente vulnerabile sotto il suo sguardo. «A me dispiace se ti faccio stare male» disse abbassando nuovamente lo sguardo.
Lei scosse la testa. «Non mi fai stare male…» sussurrò avvicinandosi a lui e prendendogli la mano.
Questa volta però le sue mani non erano fredde.

 
Non ti sento più vicina come un tempo
In mezzo ad altre persone mi guardi a stento
Dici sono paranoie dentro la mia testa
Che mi urlano più forte dai ti prego resta
E non dipende da te se non hai voglia di vedermi quanto l’anno scorso
E non arrivi mai alla fine di questo discorso
E mi consolo nel pensare che sei solo stanca
Sentirti dire che ti manco non sai quanto mi manca
non sai quanto mi manca
non sai quanto mi manca
non sai quanto mi manca
 




«Io lo so che cerchi di starmi vicino, è solo che in questo periodo per me è difficile essere spensierata. Io non so se la strada dell’università sia giusta per me, non so se è un problema di facoltà o dovrei semplicemente lasciar perdere gli studi» ammise.
Gohan sbatté le palpebre. «Perché dovresti moll-»
Videl lo interruppe ancora. «Ecco, questo è quello che non voglio. Non voglio domande, non voglio pensarci. Ho bisogno di un po’ di tranquillità e tu ti accorgi sempre troppo in fretta quando qualcosa non va. Se esco con i miei amici invece… beh, non sono perspicaci come te in queste cose. Per questo ti ho… evitato» ammise.
«Quindi non erano paranoie» rimarcò lui.
«E anche questo atteggiamento mi fa imbestialire. Sembra che tu lo faccia di proposito a voler litigare» gli lasciò la mano di scatto, adirata, ma lui la riprese immediatamente.
«Scusami… solo che mi sono sentito… escluso. E mi è già capitato in passato, okay, non ho mai avuto molti amici, ma da te ha fatto più male» ammise. «Era come se tu mi mancassi da morire e invece io a te…»
«Ho capito, mi dispiace» sussurrò.
I successivi secondi di silenzio furono interrotti da Gohan questa volta. «Forse siamo un po’ caduti nella routine, magari potremmo organizzare qualche esperienza carina che ci faccia svagare un po’» propose. «Non so, delle escursioni, delle gite, delle partite a baseball… eri molto brava al liceo, magari potremmo chiedere ai tuoi amici se vogliono organizzare una partita» buttò giù.
«Sarebbe bellissimo» sussurrò lei.
«Se poi vuoi stare un po’ per conto tuo per ora… va bene» precisò, anche se il suo tono non era riuscito a mascherare la tristezza che provava a quell’evenienza.
Quando metti le sue necessità ed esigenze al primo posto, anche se fanno stare male te.
Videl sorrise appena e gli lasciò le mani per accarezzargli il viso, incatenando i suoi occhi chiari con quelli di lui, scuotendo poi la testa. «Mi sei mancato» ammise.
Gohan sentì il cuore fare una capriola, udendo finalmente le parole che tanto agognava di ascoltare e le sigillò con un bacio sulle labbra della corvina.





































Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!
Era da un po' che mi frullava in testa di scrivere questa song fic. Era un secolo che non ne buttavo giù una.
Non so se i personaggi secondo voi siano OOC, in genere siamo abituati a vedere Gohan e Videl in modo così cute, però dai momenti no capitano a tutti.
La canzone mi ha sempre lasciato delle vibes diverse dal mio finale, ovvero che il protagonista della canzone quel "mi manchi" non l'ha più sentito, però no loro devono stare insieme e quindi ecco qui.
Spero vi piaciucchi un pochino e vi stra consiglio la canzone perché per me è stato amore al primo ascolto.


-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*
  
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