Chanel Eleanòr Cazzaniga era una donna con un unico e chiaro obiettivo nella vita: diventare ricca e famosa. D’altra parte il suo lavoro di operatrice di call center outbound, e come se non bastasse in una città di vip come Milano, le stava più stretto che mai. Un sogno, però, già di per sè difficile da realizzare, ma reso ancor più difficoltoso dal dover vivere e lavorare in una società così maschilista, misogina e patriarcale come quella odierna. Infatti, allorchè ella chiamava potenziali clienti per convincerli a cambiare gestore e passare alla società per cui lavorava, la Modafone, al suo educato e cortese messaggio promozionale così espresso: “Sa che lei ha diritto a 100 giga in omaggio come regalo esclusivo se passa a Modafone?!” non era raro che si sentisse rispondere frasi del tipo: “E sai che a me non me ne frega un emerito ca$$o?!” oppure “Io invece te ne regalo 200 se te ne vai a fare in culo” o ancora “Perchè invece non mi regali un bel p****** con l’ingøiø?” o al contrario “Io pure ho un grande regalo per te: il mio ca$$0ne gigantesco con 1 litro di sb****” e via dicendo. Affranta dal modo di fare dell’universo maschile, Chanel considerava gli uomini alla stregua di maniaci-pervertiti decerebrati, il cui pallino fisso li portava a tenere in considerazione le donne solo come degli oggetti attraverso cui divertirsi fisicamente. E molto spesso addirittura gratis. Un giorno, però, all’ennesima telefonata mediante cui avrebbe dovuto piazzare l’ennesima fantastica offerta dell’operatore di telefonia mobile “più trendy di sempre”, accadde qualcosa che mai avrebbe pensato potesse accadere. E no, non era un sant’uomo che le rispondesse gentilmente e accettasse la sua offerta ringraziandola pure, bensì tutt’altro. La signorina Cazzaniga, infatti, disse: “Ciao, sono Chanel di Modafone! Vuoi scoprire l’offerta più alla moda di sempre, pensata appositamente per te e usufruire di uno sconto esclusivo?!” e il misterioso signore all’altro capo del telefono le rispose: “Io in realtà vorrei un’altra cosa da te...”. “No, quell’altra cosa non è disponibile...la dovete finire di importunare così le donne!!”. “Ma cosa hai capito?!? Non quella cosa...”. “Ahhh, non quella cosa lì??”. “Ma no, scherzi?! Io da te non voglio alcuna cosa fisica...”. “Ah, quindi vorrebbe l’esclusiva e fantastica offerta?”. “Assolutamente”. “Ah, bene...allora, questo mese per chi passa a Modafone ci so...”. “Intendevo ASSOLUTAMENTE NO! Cosa ci faccio io con Modafone!? Non sono interessato alla tua offerta!”. “E a cosa allora??”. “Alla tua anima”. “Coooosa??”. “Alla tua anima. Hai capito bene, Chanel. Tu mi dai l’anima e io ti dò la fama e la ricchezza che tanto desideri...”. “Ma scusa...è uno scherzo?! Ci conosciamo?? Tu chi sei???”. “Sono il diavolo. Tu mi hai chiamato per propormi un’offerta e io te ne faccio un’altra molto più vantaggiosa, un’offerta che non potrai rifiutare. La tua inutile e insignificante anima in cambio dell’avverarsi del tuo sogno di diventare ricca e famosa!”. “Sì, come no...dai, basta con queste cazzate!” concluse Chanel, terminando la chiamata. All’uscita dal call center, però, non riusciva proprio a smettere di pensare a quella stranissima telefonata. Sarà stata una persona che la conosceva bene? Oppure solo uno sconosciuto, che aveva pensato che anche lei, così come tantissime altre ragazze, sognava di diventare ricca e famosa? O era proprio il diavolo a parlare? I suoi pensieri erano fitti quasi quanto la nebbia che avvolgeva Milano e i milanesi quella sera (come tutte le altre, d’altronde), e mentre si avventurava tra i banchi di nebbia per arrivare alla fermata della metro, a fare capolinea fu proprio lui, il diavolo. “Chanel, non si fa così! Stavamo facendo un discorso serio...è maleducazione riattaccare mentre si sta conversando!” la apostrofò il diavolo; la signorina Cazzaniga, sconcertata, gli rispose: “Tu...tu...tu...”. “Sì, tu-tu-tu, ha fatto proprio così il telefono quando me lo hai riattaccato in faccia! Sei stata una ragazza molto cattiva...e proprio per questo ora mi piaci più di prima!”. “Tu...allora...sei proprio il diavolo!”. “No, sono ‘sto ca$$ø! Ti aspetti che ti risponda come tutti gli altri a cui telefoni?!”. “Ma come fai a sapere tutte queste cose su di me??”. “Sono il diavolo...modestamente qualcosa saprò pure...”. Dopo qualche altra domanda cretina da parte di Chanel e qualche altro grottesco scambio di battute tra i due, ella finalmente si capacitò che quanto stava accadendo corrispondeva al vero, anche perchè quella sera era stata a lavoro e non si trovava ubriaca e/o sotto l’effetto di stupefacenti all’uscita da qualche discoteca; di conseguenza, per quanto assurdo, ciò che stava succedendo doveva essere veramente reale. Il diavolo le ripropose la sua offerta mediante cui ella si sarebbe impegnata a cedergli la sua anima e lui, in cambio, l’avrebbe fatta DIVENTARE RICCA E FAMOSA!!!!!!!!! Per tranquillizzarla, le spiegò che sarebbe stato tutto assolutamente legale – nessuna legge, le spiegò, vieta la cessione dell’anima – e le fece altresì notare che non si sarebbe fatto un contratto verbale, bensì uno scritto, redatto in duplice copia tramite apposita scrittura privata, giacchè per un’operazione simile non è necessario recarsi presso uno studio notarile. Concluse quindi il suo discorso spiegandole di non avere fretta e dicendole che quando sarebbe stata pronta lo avrebbe potuto tranquillamente chiamare al numero +39666. Dopodichè si dissolse nella nebbia da cui era apparso, non prima, però, di averle augurato una buona notte. Ma la notte che passò la signorina Cazzaniga fu invece assai travagliata: infatti in sogno le apparse Andrew Fletcher dei Depeche Mode, il quale la mise in guardia dal diavolo dicendole: “Chanel, listen to me! Do not call the devil! He is worse than heroine, ecstacy, cocaine, LSD and even mushrooms, taken all at once! Instead, make another call and...REACH OUT, TOUCH FAITH!”. Ciononostante, ella non seguì il consiglio fornitole, pensando che non si sarebbe lasciata dire ciò che avrebbe dovuto fare della sua vita (e della sua anima) da un uomo che per giunta poteva essere anche suo padre, concludendo che: “Fosse stata Taylor Swift, allora pure pure, ma lui anche no...”. Di conseguenza decise di chiamare il diavolo e gli comunicò che era sua intenzione firmare il contratto. Il giorno dopo, nella cassetta della posta, le comparve la scrittura privata già predisposta, su cui ella appose prontamente la firma; subito dopo, su istruzione del diavolo, spedì il documento firmato a una casella postale ubicata a Casa del Diavolo. Passato qualche giorno, la signorina Cazzaniga si trovò suo malgrado depositaria di una vast(issim)a conoscenza che ritenne doveroso sfruttare al fine di monetizzarla a dovere. Contattò quindi un’agenzia di web marketing e creazione di siti internet spiegando al titolare che le avrebbe dovuto creare un sito personale con dei contenuti esclusivi a pagamento. Il sito venne poi pubblicizzato attraverso i Google e i Meta ads e nella homepage era possibile visionare un suo video in cui diceva: “Ciao, mia cara Amica, e benvenuta sul mio sito! Mi presento, sono Chanel Cazzaniga, la tua nuova love coach! Se hai già un’altra love coach di riferimento, allora sono sicurissima che dopo aver provato il mio esclusivo metodo non avrai altra love coach all’infuori di me! Se invece non sai cos’è una love coach, ti spiego bene. Sappi che la love coach è una professionista delle relazioni il cui riferimento normativo è disciplinato dalla legge n° 4 del 14-01-2013. La love coach ideale, come sono io, ha elevate competenze in ambito psicologico, relazionale, comunicativo e d’immagine, e le sa insegnare con grande professionalità alle sue clienti. Affidarsi a una love coach vuol dire prendere in mano la propria vita sentimentale e farne un’opera d’arte! Ma la tua vita sentimentale, cara Amica, è così dolce e incantevole da poter essere definita un’opera d’arte? È come un film d’amore a lieto fine? O invece sei vittima di qualche uomo che si prende o si è preso gioco di te? Rispondi con sincerità, non c’è motivo di mentire a noi stesse! Ora, se la tua risposta è SÌ, penso proprio che stai mentendo! Certo, cara Amica, perchè da un recente sondaggio si può leggere come solo una donna su dieci in Italia è totalmente soddisfatta della sua vita sentimentale, e anche se tu effettivamente lo fossi, allora non vedo il perchè dovresti passare il tempo a sentire tutte queste cose fino a qui invece di spassartela con il tuo principe azzurro di cui sei perdutamente e follemente innamorata. Se invece hai risposto NO, non disperare...sei nel posto giusto! Sì, perchè devi sapere che anche io ho sofferto per amore, e ho conosciuto tanti stronzi che mi hanno spezzato il cuore e mi hanno fatto tanto soffrire! Ma sono state proprio queste sofferenze in amore a farmi conoscere meglio gli uomini e a insegnarmi come ci si deve comportare con loro! Proprio per questo ho impiegato ANNI per sviluppare un metodo che ho di volta in volta implementato per avere successo con gli uomini. Sì, cara Amica, ti confesso che non è stato assolutamente semplice creare un metodo rivoluzionario per avere tutti gli uomini ai miei piedi e ottenere tutto ciò che volevo, ma alla fine, dopo tentativi su tentativi e sacrifici su sacrifici, finalmente ci sono riuscita! Ed ecco che ho sviluppato il mio metodo esclusivo e infallibile denominato Love Supreme™ con cui riuscirai finalmente a:
· avere successo con tutti gli uomini che vuoi, anche tronisti, calciatori di serie A e multimilionari;
· capire tutto, ma proprio tutto, della psicologia maschile per poterlo manipolare come e quanto lo desideri;
· farti mantenere a vita, senza se e senza ma, come una vera principessa;
· fargli dimenticare la sua ex e qualsiasi altro essere di sesso femminile;
· ricevere da lui tanti e bei regali e fargli anche ricordare tutti gli anniversari;
· rimanere incinta di lui senza che se ne accorga e farti sposare anche se lui non vuole;
· installare uno spyware sul suo smartphone per poter seguire ogni suo spostamento, ascoltare ogni sua conversazione e leggere ogni suo messaggio;
· avere sempre e solo ragione, senza essere messa in discussione e senza che lui ti faccia dubitare di te stessa;
· convincerlo a trascurare le uscite con gli amici (calcetto, pokerino, birretta, ecc.) per andare a fare visita ai suoceri;
· insegnargli a trovare le mutande nell’armadio e il verso giusto dei rotoli di carta igienica
....e molto altro ancora!
Tutto questo, mia cara Amica, lo scoprirai nel videocorso esclusivo in cui ti illustrerò l’infallibile metodo Love Supreme™ da me brevettato e messo a disposizione per aiutare le donne come te! E sono sicurissima che Love Supreme™ funzionerà anche su di te, mia cara Amica! Anzi, ti assicuro che puoi stare tranquillissima perchè il mio metodo FUNZIONA SEMPRE...
ANCHE SE SEI SCEMA! O peggio, ANCHE SE SEI BRUTTA!
Ora ti starai forse chiedendo quanto potrà valere il mio formidabile e sensazionale corso: domanda più che lecita! Allora, come puoi già aver facilmente intuito, dato che attraverso il mio corso potrai finalmente riuscire a fare tutte quelle strepitose cose che ho elencato, posso senza ombra di dubbio risponderti che il mio corso, modestamente, vale decine e decine di migliaia di euro. Forse anche di più. Però, non volendo approfittare delle mie sconfinate e sbalorditive conoscenze in ambito sentimentale, ho deciso, anche per solidarietà femminile, di non voler lucrare su qualcosa di così nobile come la conoscenza e pertanto l’ho messo in vendita al costo simbolico di soli 2500€. Ma, ATTENZIONE!
SOLO PER OGGI HO VOLUTO METTERE IN VENDITA IL MIO INFALLIBILE CORSO AL PREZZO DI 199€
Sì, hai capito bene! Oggi, grazie a questa fantastica e irripetibile promozione, darò via il mio corso a prezzo di saldo! Il costo è quindi pari a soli 199€! E in più, come se non bastasse, insieme al mio esclusivo corso, regalo anche lo straordinario ebook Come guadagnare come creator di OnlyFans. Adesso non hai proprio più scuse per evitare di cambiare la tua vita! Puoi già da oggi iniziare il tuo cammino verso la felicità e l’indipendenza economica, pagando un prezzo irrisorio come 199€! Tutti soldi ampiamente ripagati una volta che tutti gli uomini che conoscerai ti faranno i regali più favolosi, o quando un bellissimo e ricchissimo principe azzurro ti vorrà come sua regina, e ti manterrà A VITA INTERA!!!
Ma mi raccomando, affrettati, perchè questa fantastica offerta è valida SOLO PER OGGI!”. Dopo questa sviolinata comparivano le “testimonianze” – in realtà totalmente inventate – di altre donne (in realtà dei deepfake) le quali raccontavano di come la propria vita fosse completamente cambiata da quando avevano applicato il metodo Love Supreme™ di Chanel. In generale, iniziavano tutte quante il loro racconto con una prima parte triste, in cui si descrivevano come delle povere sfigate e si autocommiseravano; poi, però, sostenevano che una volta conosciuto e applicato il metodo di Chanel, la loro vita era cambiata da così a così! Infatti gli uomini facevano a pugni pur di averle, le regalavano cose di cui ignoravano persino l’esistenza ed erano addirittura pronti a compiere follie per loro, come aiutarle a sparecchiare la tavola e a mettere la lavatrice. Questi successi nella sfera privata, confessavano, avevano fatto di loro delle donne rinate e completamente realizzate. Tenevano però a ben precisare che tutto ciò non sarebbe stato assolutamente possibile – e nemmeno lontanamente immaginabile – senza aver previamente seguito l’eccezionale corso di Chanel. E alla fine della pagina web vi era, naturalmente, il pulsante per poter procedere al pagamento e avere così accesso agli esclusivi materiali. Che ovviamente continuavano a costare 199€ ogni giorno che passava. Dal canto suo, la signorina Cazzaniga potè ben presto osservare che le vendite del suo corso andavano alla grande, garantendole così di poter DIVENTARE RICCA!!!!!!! In più, il suo nuovo “lavoro” di love coach le permetteva di poter avere una visibilità online molto più elevata, che portò dunque a un aumento dei follower sui suoi profili social, che portò a sua volta a essere intervistata da siti, programmi TV e riviste femminili, a tenere una rubrica sui “problemi di cuore” su una di queste, e così via in un vero e proprio effetto domino che la portò a DIVENTARE FAMOSA!!!!!!
E alle sue centinaia di migliaia di follower su Instagram – in gran parte potenziali sue clienti – propinava contenuti inneggianti alla sua carriera di famme fatale a caccia di facoltosi polli da spennare.
Ad esempio un giorno pubblicò una foto in cui era ritratta con ben 6 Ferrari e nella cui didascalia scrisse di trovarsi nel parcheggio del villone italiano di un facoltoso oligarca russo al quale aveva fatto perdere la testa e, con essa, anche i soldi. D’altra parte era riuscito a spennarlo prima della guerra in Ucraina, quand’egli altro non era che un ricco playboy il quale non badava a spese per lei, e la accompagnava a fare shopping a bordo delle sue 6 Ferrari ritratte nel post, una per ogni giorno della settimana. E alla irriverente follower che commentò la foto facendole notare che i giorni della settimana sono 7, Chanel ribattè che egli almeno una volta a settimana non prendeva l’auto ma direttamente l’elicottero. Ovviamente la stragrande maggioranza delle sue follower non metteva in dubbio la veridicità delle sue affermazioni, giacchè la mente umana è fatta per credere, non per dubitare, e ogni persona tende a voler credere in ciò che più le piace: di conseguenza, dato che alle sue follower aspiranti mantenute piaceva da morire l’idea di poter fare la bella vita alle spalle di uomini facoltosi, non mettevano assolutamente in dubbio la narrazione di Chanel e, anzi, sognavano di poter un giorno realizzare quanto ella prima di loro aveva fatto. Infatti, allorchè videro nel loro feed di Instagram la foto di Chanel in mezzo alle Ferrari, accompagnata dalla storiella sopra riportata e da Ferrari suonata da James Hype e urlata a squarciagola da Lazza, nessuna mai dubitò che in realtà la fotografia in questione fosse stata scattata a un raduno di Ferrari avvenuto nel parcheggio di un centro commerciale in Abruzzo. La loro eccitazione era troppo alle stelle per poterle permettere di ragionare in modo critico – ammesso che fossero in grado di farlo – e così la fantasia di poter mettere le mani su sì tanta ricchezza le faceva bagnare come piane alluvionali. E anche i maschi si bagnavano alla vista di detto post, ma per ragioni leggermente diverse. Insomma, la signorina Cazzaniga aveva proprio culo. In tutti i sensi. E l’apice di questo suo “culo”, ovvero di questo suo successo come influencer e love coach, era ravvisabile nella masterclass di seduzione da lei condotta e nella fattispecie realizzata attraverso un viaggio-evento a Ibiza organizzato in collaborazione con la rivista su cui scriveva. Ovviamente era molto di più di una semplice vacanza di una settimana a Ibiza dal momento che il pacchetto comprendeva anche la masterclass. Il nobile obiettivo didattico consisteva nel “Conoscere un uomo ricco per farsi mantenere a vita o quantomeno per ottenere soldi o altri regali - teoria e pratica”. A riguardo, la prof.ssa Cazzaniga decise che tutto il gruppo, lei compresa, si sarebbe dovuto recare in discoteca quantomeno ogni sera e ogni pomeriggio del loro soggiorno, variando il più possibile le discoteche e le serate – previa esclusione di quelle considerate da poveri, e cioè il cui prezzo di ingresso era inferiore a 50€ – al fine di poter conoscere più uomini ricchi possibili. Particolare importanza veniva data alle pubbliche relazioni con le pubbliche relazioni, ovvero al farsi amici i PR al fine di farsi introdurre nei privè e quindi farsi presentare i clienti più danarosi. Una funzionalità similare a quella dell’agenzia delle entrate era altresì ravvisabile nei camerieri e nei pusher dal momento che ai primi era utile chiedergli quanto quei tali clienti avessero speso in bottiglie, e ai secondi quanto essi avessero speso in stupefacenti, al fine di inferirne la relativa disponibilità economica. Ma la scrupolosità della prof.ssa Cazzaniga si spingeva fino al preoccuparsi di illustrare quali fossero i posti migliori di un locale per poter abbordare i polli da spennare, anche laddove malauguratamente non fosse possibile l’accesso al privè: infatti, nei locali siti sul molo del porto di Ibiza, in cui i clienti più danarosi attraccavano direttamente lo yacht e poi entravano dall’ingresso riservato, Chanel consigliava appunto di presidiare direttamente i posti più prossimi al lato mare di modo da potersi far abbordare dagli avventori più facoltosi i quali, essendo altresì degli uomini, ci provavano con la prima che gli capitava davanti. La signorina Cazzaniga insegnava poi che una volta consumato l’eventuale rapporto con il pollo da spennare, la ragazza in questione dovesse quindi intraprendere una precisa narrazione cercando di convincerlo di essere una brava ragazza di sani principi la quale però si era fatta trascinare dall’alcol ed era pertanto finita a letto con lui. Ma siccome appunto si trattava di una ragazza integerrima, dal momento che egli se l’era fatta, doveva allo stesso modo farci una storia seria e convolare a nozze. Nella degenerata (ma allo stesso tempo molto probabile) eventualità che questi non accettasse l’evenienza di un matrimonio riparatore e la mandasse a fare in quel posto, avrebbe comunque potuto minacciarlo di querela facendo leva sul fatto che era sotto l’effetto dell’alcol – cosa che avrebbero potuto confermare le altre donne che la accompagnavano (in questo caso le altre studentesse della masterclass) – e dunque ricattarlo intimandogli che se non le avesse dato una certa somma lo avrebbe denunziato per stupro. Questo piano non era comunque fattibile laddove le studentesse della masterclass non fossero vestite in modo idoneo ad attirare la fugace attenzione maschile, e cioè in un modo che necessitava di essere provocante quantomeno quanto quello esibito dal dress code delle escort le quali, insieme ai pusher, ai PR e ai clochard, componevano la caratteristica fauna locale della vivace Playa d’en Bossa by night. Una volta abbordate dalle potenziali prede, il passo successivo sarebbe stato farsi offrire da bere, al fine di approfondirne la conoscenza e la componente patrimoniale e reddituale. Il piano in questione presupponeva altresì che gli uomini con i quali si sarebbero dovute confrontare fossero nelle condizioni psicofisiche idonee al fine di fare nuove conoscenze femminili. Ma nella maggior parte dei casi essi erano troppo ubriachi, drogati e con decine di ore di sonno arretrato per poter portare avanti qualsivoglia tipo di conoscenza che andasse oltre la semplice richiesta di una sveltina. E sempre che poi, conciati com’erano, fossero effettivamente in grado di fare qualcosa. Un tipico esempio di average Ibiza guy fu raccontato da una di esse un giorno che, subito dopo colazione, alle 3 del pomeriggio si ritrovarono tutte quante nella hall dell’hotel per un briefing in cui illustrare le gesta e i progressi fatti la notte passata. A riguardo, la studentessa in questione, che la notte prima era stata a un fluo party, raccontò di aver conosciuto “Un bellissimo ragazzo alto e muscoloso, che si vedeva benissimo che aveva preso una vera cotta per me!”. “Ah, figo, cosa ti ha detto??” le chiese un’altra studentessa. “No, io non ci ho parlato con lui, però come dicevo si vedeva che era proprio innamoratissimo di me. Un vero colpo di fulmine, come in un film!”. “Scusa, ma se non ti ha detto niente, come fai a dire che si era innamorato di te?”. “Me l’ha fatto capire con lo sguardo. E poi anche con il linguaggio del corpo, perchè è venuto a ballare proprio davanti a me, a torso nudo, e ci provava pure con me, perchè per far vedere quanto era forte si è tolto lo starlight, il braccialetto con il fluo dentro, lo ha spaccato, poi con la siringa ha preso da lì il liquido fluorescente e se l’è sparato nelle vene!”. “Secondo me era un poveraccio che non aveva i soldi per l’eroina”. “Ma dovevate vedere quanto era figo! Era diventato tutto fluorescente pure lui! Perchè c’era il liquido del fluo nelle vene ed era fighissimo lui che ballava tutto colorato e fluorescente! Ci ho fatto anche il video per TikTok e ha raggiunto un botto di views! Tutto così cool, trendy e fashion!”. “Sì, ma anche cringe. E chissà se poi gli era venuta fluorescente anche la sb****”. Dopo aver sentito questi discorsi, al cui confronto quelli sui cazzi degli altri (in tutti i sensi) fatti dalle protagoniste di Sex and the City sembravano dialoghi tra suore laiche, la signorina Cazzaniga iniziò a temere che in un contesto simile si potessero conoscere – il che comunque era un parolone – giusto simili fenomeni da baraccone. Appurato dunque che la missione era più difficile di quanto immaginato, ritenne opportuno, e altresì doveroso, organizzare meglio le sue studentesse e suddividerle in 4 squadre: Alfa, Bravo, Charlie e Delta, sguinzagliate alla caccia di ricchi polli da spennare. Ma i risultati non furono proprio quelli sperati: infatti, una volta in discoteca, la squadra Alfa non ebbe altra bevanda offerta all’infuori dell’acqua fresca. E per giunta senza niente dentro. La squadra Bravo, invece, fece la conoscenza di due simpatici italiani i cui nomi erano Pio e Amedeo, ma questi – anzichè essere loro ad offrire alle signorine – da esse si fecero offrire sia da bere sia da mangiare, e non contenti di ciò le chiesero anche dei soldi in contanti per ulteriori spese. E di certo non andò meglio alle componenti della squadra Charlie, le quali ritennero opportuno dover fare il primo passo verso gli uomini, cercando di abbordarli dirigendosi incontro a loro alla stregua di tentatrici di Temptation Island, e con indosso il body dell’Ushuaïa con tanto di foto di David Guetta di 20 anni prima accompagnata dallo slogan F*** ME I’M FAMOUS. Alla loro vista, però, le potenziali prede si diedero alla fuga, avendole inavvertitamente scambiate per delle PR intenzionate a vendergli biglietti per il party di David Guetta, il cui modico costo ammontava a 110€ l’uno. Infine, la squadra Delta arrivò alla conclusione che si potessero trovare uomini in cerca di donne facili presso La Troya, come d’altra parte suggerisce il nome stesso. Una volta lì, però, le poverette appurarono con marcato disappunto che in realtà tale evento non si prestava, come da esse ipotizzato, a essere una sorta di trampolino di lancio per ogni aspirante Pretty Woman intenzionata a conoscere uomini facoltosi che dopo aver fatto i peggio porci diventano improvvisamente dei principi azzurri perdutamente innamorati della donna che fino a pochi attimi prima avevano trattato in modo più rude di una bambola gonfiabile, bensì si trattava di un party LGBTQIAP+ e gender fluid. Deluse da siffatta razza di uomini, da esse definiti “stronzi, tirchi, sfigati” e, come se non bastasse, “pure gay”, le studentesse della prof.ssa Cazzaniga si trovarono non poco in difficoltà, iniziando a manifestare il loro disappunto anche alla stessa Chanel. “Non mi hanno offerto proprio nulla, niente di niente! Non hanno nemmeno tentato di portarmi a letto facendomi bere un cocktail con la droga dello stupro! Cosa dirò alle mie amiche quando tornerò in Italia!? Cosa scriverò nelle mie storie!? Che sono così brutta e sfigata che non ho trovato nemmeno un uomo che volesse abusare del mio corpo!?!” le chiese, affranta, una sua studentessa. E la prof.ssa Cazzaniga, che non era mai stata prima a Ibiza, e che pertanto ignorava quali fossero i prezzi dei drink nei locali dell’isola, una volta appurato questo dettaglio economico ipotizzò che probabilmente erano i costi proibitivi, unitamente al fatto che a Ibiza ci sono tante belle ragazze quanti sono, ad esempio, i politici ladri in Italia, le ragioni per cui non era nè frequente nè scontato che gli uomini in vacanza sull’isola offrissero da bere alle sue studentesse. “Se fossi un uomo”, disse tra sè e sè, “Ammesso che un uomo sia in grado di compiere uno sforzo così immenso da riuscire a fare una qualche sorta di ragionamento...ma sì, voglio essere ottimista e pensare che in questo caso sia in grado di farlo! Ma solo perchè c’è di mezzo la figa. Dunque, a riguardo, perchè un uomo dovrebbe offrire a una sconosciuta un drink il cui costo equivale a quello di una escort cinese per la quale non serve nemmeno sostenere la spesa del preservativo, dato che questa lo ricicla pure? Forse avrei fatto meglio a dire al mio gruppo di farsi offrire non l’alcol, ma la droga, perchè mi pare che qui questa costi meno dei cocktail. Però, dai Chanel, dir loro queste cose forse può nuocere alla mia pubblica immagine. Tornando a prima, perchè un uomo dovrebbe pagare così tanto per non avere nemmeno la certezza di portarsi a letto una donna, ma solo una non quantificabile probabilità? Magari, se pensasse di avere una possibilità molto alta di potersela fare, allora potrebbe anche decidere di offrire qualcosa...o meglio, forse non servirebbe proprio! Se si nota che una donna già sta alticcia, allora un uomo sarebbe incentivato a provarci con lei sia perchè sarebbe più facile poterla avere sia perchè, se già ha bevuto, non c’è bisogno di offrirle dei cocktail! Dovrei proprio farle bere...non in discoteca, però, perchè costa troppo. Magari nel pomeriggio, quando si svegliano, potrei portarle a comprare dell’alcol a buon mercato al discount, per poi berlo la sera prima di andare in discoteca”. La prof.ssa Chanel rincuorò dunque le sue studentesse, dicendo che l’indomani sarebbero andate a comprare da bere – ovviamente a spese loro, dato che non erano state in grado di farselo offrire – per poi poter brindare, in spiaggia, alle innumerevoli e meravigliose conquiste che prima o (molto più probabilmente) poi avrebbero sicuramente (?) fatto. Fu così che il giorno seguente, subito dopo la sveglia, alle 3 di pomeriggio si recarono al Lidl di San Antonio – un punto vendita di gran lunga più economico rispetto a qualsiasi esercizio commerciale di Playa d’en Bossa, ove esse alloggiavano – per fare una spesa di alcolici e superalcolici seconda, forse, solo a quella delle orde di inglesi i quali, facendo rimpiangere l’epoca del proibizionismo, terrorizzavano gli sventurati residenti a qualunque ora del giorno e della notte. Subito dopo si recarono sulla spiaggia di San Antonio a bere e a urlare allegramente, molestando altresì qualsiasi essere vivente in possesso di organo fallico passasse nelle loro vicinanze, comprese le drag queen che facevano animazione nei locali. Dopodichè, avendo malauguratamente finito da bere, l’allegra comitiva iniziò una via crucis per tutti i bar di San Antonio, e a ogni fermata della stessa – come si può intuire – si fermarono a bere qualcosa. Scoccata l’ora di andare in discoteca, non vennero però fatte entrare in quella principale di San Antonio, dato che erano visibilmente ubriache; ripiegarono così in quella accanto, i cui buttafuori – forse fin troppo ottimisti – decisero di farle entrare perchè tanto era mezza vuota (come quasi tutte le altre notti, d’altronde) e quindi non avrebbero potuto causare problemi più di tanto. O almeno così immaginavano. La prof.ssa Cazzaniga si sentì altresì soddisfatta per l’essere riuscita quantomeno a far entrare le sue studentesse all’interno di una discoteca – nonostante questa non fosse assolutamente destinata a una clientela altolocata – e a farle partecipare alla Fiesta del Agua che vi si teneva in quell’occasione, con tanto di pista da ballo tramutata in piscina improvvisata, alla stregua di un pool party povero. D’altra parte era pur sempre un evento in cui si sperava avrebbero finalmente potuto bere della semplice acqua fresca e nulla di più...ma fu proprio questo nulla di più che scontentò alcune sue studentesse le quali evidentemente, giacchè erano in una discoteca di Ibiza, si aspettavano qualcosa di più da (o meglio, dentro) quest’acqua. E giustamente, la loro perspicace prof le rispose facendole notare che, alla luce del basso prezzo pagato per entrare, non potesse assolutamente esserci altro nell’acqua, a meno che a qualche pusher o suo cliente non cadessero inavvertitamente delle pasticche là dentro, cosa comunque assolutamente impensabile. Ebbene, quella notte nessuno dei presenti avrebbe mai immaginato che di lì a poco quello che era il Paradis sarebbe diventato l’infierno, giacchè, dopo tutto quello che aveva bevuto, il gruppo di Chanel non riuscì a trattenersi e la festa dell’acqua si tramutò presto in festa del vomito. Fu così che, nella ressa per fuggire dalla pista d’acqua ridotta in cloaca, a qualche sventurato avventore caddero inavvertitamente delle pasticche di MD nell’acqua. Vista la situazione, Chanel chiese ai buttafuori di far aprire quantomeno uno scarico al centro della pista per cercare di separare l’acqua ancora relativamente pulita da quella sporca, di modo che – al pari di Mosè – potesse camminare tra le acque, per poi riacciuffare le sue studentesse e portarle a fare la nanna, giacchè i buttafuori stessi si rifiutavano di cacciarle temendo di sporcarsi col vomito. Una volta uscite dalla discoteca che si era autoproclamata “il club più bello del mondo”, ma che dopo quella notte era diventato il club più brutto dell’universo, tornate a Playa d’en Bossa più o meno ubriache, più o meno fatte e più o meno fuori dalla grazia di Dio, le studentesse della prof.ssa Cazzaniga se la presero con i clochard rei di vivere nell’indigenza e di non poterle pertanto offrire e regalare alcunchè. “Pezzenti di merda! Ficcatevi l’elemosina nel c***! É una vergogna che delle belle ragazze di classe come noi dobbiamo vedere in giro degli straccioni come voi e respirare la vostra stessa aria!” gli inveirono le studentesse di Chanel, argomentando che “Peggio di un uomo c’è solo un uomo povero!”. Dal canto loro, i clochard non presero però molto male queste offese, dal momento che l’essere venuti a conoscenza dell’esistenza di esseri umani – per giunta di sesso femminile – ridotti così da schifo, si rallegrarono all’idea che sulla faccia della terra potessero esserci persone messe anche peggio di loro. Passato qualche minuto da questa scenata, le studentesse della prof.ssa Cazzaniga, evidentemente irate alla vista del fatto che degli uomini scellerati avessero preferito abbordare le escort sul ciglio della strada piuttosto che loro, approfittando altresì della strutturale assenza di forze dell’ordine, pensarono bene di rivolgerle anche loro la parola, dicendo cose del tipo: “Troie! Puttane!! Vi puzza la f**a!! Fate schifo peggio della merda!!! Vi si in******[CENSURA] pure i pakistani! Dovete annegare nella sb****[ALTRA CENSURA]!” e altre ancora, anche più gravi (?), per poi passare dalla rissa verbale a quella fisica, ripresa e quindi postata online anche dai passanti che si trovavano lì in quel momento, il che decretò sia la fine anticipata della masterclass sia la presenza della stessa sui social e i mass media, dato appunto il risalto mediatico che aveva avuto l’incontro – sfociato nell’increscioso epilogo sopra descritto – con l’allegra fauna del luogo. Insomma, mano a mano che i giorni passavano, la notorietà della signorina Cazzaniga aumentava a dismisura, tant’è che riuscì addirittura nella titanica impresa di ottenere anche più follower della coniglietta influencer Polly. A Chanel pareva sempre più di vivere in un sogno. O meglio, le pareva che il suo sogno si fosse avverato, poichè era DIVENTATA RICCA E FAMOSA!!!!!!!!!! Non passava giorno che non ricevesse in chat o tramite commenti sui social dei ringraziamenti da parte delle tante “amiche” alle quali aveva definitivamente cambiato la vita. “Pensavo di non avere chance con gli uomini, che mi hanno sempre utilizzata e presa in giro, ma da quando ho utilizzato il metodo di Chanel sono riuscita a essere io quella che li prendeva in giro e li utilizzava, e ho finalmente coronato il mio sogno di non lavorare più e farmi mantenere da un uomo ricco!”, “Prima stavo notte e giorno a studiare per la laurea. Non mi si cagava nessun ragazzo! Ero una secchiona sfigata senza nemmeno un migliaio di follower su IG. Ero disperata!! Poi però grazie a Chanel ho riscoperto la mia femminilità e sono diventata una vera bambola in grado di far perdere la testa a qualsiasi ragazzo, anche a quelli fidanzati, che ora mi riempiono di regali e attenzioni!” e tanti altri commenti di questo tipo erano all’ordine del giorno sui social network della signorina Cazzaniga. Finchè però non accadde qualcosa che ella non avrebbe mai immaginato le potesse accadere: il suo account Instagram fu hackerato da un team di hacker denominato Fronte di liberazione dalle donne streghe e spendaccione che utilizzarono l’account della signorina Cazzaniga per postare e diffondere messaggi altamente misogini, maschilisti, patriarcali e offensivi nei confronti delle donne, del tipo “Le donne dovrebbero stare a casa a cucinare e a scopare. E la seconda cosa in entrambi i sensi”, “Fossi cittadina USA, a novembre voterei Trump”, “Il generale Vannacci merita di vincere il Nobel per la letteratura”, “Le parrucchiere devono essere tenute al segreto professionale”, “Meglio una scimmia che una donna al volante” e via dicendo, il che portò inevitabilmente a un vasto numero di critiche da parte di queste ultime, nonchè a una conseguente ingente perdita di follower, soprattutto quando l’associazione di partigiani arcobaleno “LGBTQIANPI+” diffuse un comunicato stampa in cui affermava che le posizioni di Chanel erano dichiaratamente di destra – quindi fasciste – e finalizzate a porre in essere un preciso efferato disegno criminoso identificabile nel veicolare messaggi di propaganda aventi come finalità ultima il promuovere la famiglia tradizionale. Come se non bastasse, anche diverse intellettuali femministe si scagliarono contro di lei, come una distinta professoressa che da quando era in pensione si occupava di scrivere post e articoli sul femminismo, e che pertanto su Facebook la accusò di essere una misogina in quanto “Seppur donna, rea di ragionare come un uomo”. A quel punto Chanel perse la pazienza e, ispirandosi ai discorsi culturali e all’aulico linguaggio proferiti dalle sue studentesse, le rispose: “Signora io ritengo di essere più donna di lei perchè ancora non sono in menopausa e non soffro di secchezza vaginale!”. A quel punto la distinta professoressa la accusò nuovamente: “Queste sue ignobili parole non sono altro che la conferma che lei è una scostumata, una villana, una cafona che non fa onore a noi Donne. Le consiglio di imparare almeno le basi del bon-ton, sempre che ne sia in grado, e di acculturarsi un po’ anzichè di offendere e mancare di rispetto!”. “Sul suo bon-ton signora io ci squirto sopra!!! E le consiglio di farsi una bella trombata, sempre che suo marito ancora glielo dia, anzichè puntare il dito contro una ragazza che per pure ragioni anagrafiche non ragiona (e per fortuna) come lei!!”. Dopo qualche interminabile settimana Chanel riuscì finalmente a riconquistare il suo account, e come prima cosa pubblicò una storia in cui evidenziava che il suo account era stato hackerato e che pertanto non era da ritenere responsabile per i messaggi precedentemente postati, ascrivibili unicamente a biechi esponenti della società patriarcale da lei sempre osteggiata. Tuttavia si era risparmiata di ammettere di essere responsabile di altri messaggi, che molto prima di diventare famosa aveva diffuso in delle storie, e in cui definiva gli uomini come “Esseri un po’ tutti gay che amano prenderlo in quel posto, e che proprio perchè più o meno gay non sanno più corteggiare le donne”; e come se non bastasse aggiungeva anche che: “Di casi umani ce ne sono tanti...ma gli uomini che vanno a trans perchè insoddisfatti delle donne battono tutti!!! Avanti gente, il circo è servito! Come se una donna fosse insoddisfatta dalle dimensioni di un uomo e allora se la facesse con un mulo!”. Queste storie, presenti nel relativo archivio del suo account, erano state però scaricate dagli hacker a seguito dell’hackeraggio, ed erano poi state diffuse online al fine di screditare l’immagine pubblica della signorina Cazzaniga. Quest’ultima, dal canto suo, cercò di tenere a bada il polverone mediatico che si era intanto creato tentando di minimizzare la questione e definendole delle “semplici battute di spirito che non volevano e non vogliono offendere nessun*”. Ma purtroppo per lei lo scandalo che si era creato era troppo grave, poichè la comunità LGBTQIAP+ – evidentemente indignata dall’essere stata paragonata a dei circensi e/o a degli equini – si era dichiarata pubblicamente parte lesa per queste sue esternazioni e conseguentemente aveva messo su una vera e propria macchina del fango nei suoi confronti, che la portò a perdere tutto il prestigio (e i follower) di cui godeva in precedenza. Di conseguenza le ricadute si verificarono anche sul piano finanziario poichè dopo essere stata sputtanata pubblicamente non aveva più tutta quella clientela su cui poteva contare prima. Come extrema ratio mise in atto pure un tentativo televisivo per salvarsi la faccia, e quindi, come ospite in una nota trasmissione televisiva, tentava di spiegare al pubblico e a Barbarella la conduttrice di non avere colpa alcuna, che quanto da lei affermato fosse stato travisato e che in ogni caso ci sono influencer che dicono cose ben più gravi delle sue. Ma Barbarella le rispose: “Certo, Chanel, è vero che ci sono influencer che sbagliano...d’altra parte noi influencer siamo esseri umani e possiamo commettere errori come tutti gli altri! Ci sono influencer che si vantano di non pagare le tasse, di tradire la partner, oppure che bestemmiano e che dicono cose del tipo la Madonna fa i...puntini, puntini..”. “Ah, quindi si limitano a dire che fa i puntini, puntini” ribattè Chanel, “Io pensavo dicessero che facesse i po...”, “Sì, sì, anche quello...oltre, ovviamente, ai puntini!” la interruppe Barbarella, la quale, dopo aver diligentemente illustrato ai telespettatori e agli spettatori in studio, senza entrare nel dettaglio, cosa questi influencer sostenessero facesse la Madonna, sentenziò che in definitiva non era comunque “Nulla di così grave e riprovevole come offendere la comunità LGBTQIAP+”. E con questa frase, detta peraltro con tono enfatico da una influencer più influencer di lei, il destino mediatico della signorina Cazzaniga fu segnato. Se infatti una personalità di spicco dello show business come Barbarella la conduttrice aveva condannato pubblicamente la signorina Cazzaniga, allora tale sentenza non poteva che essere accettata e rispettata, al pari di una emessa dalle sezioni unite della Cassazione. Chanel, oramai ridotta e essere una reietta della società in quanto accusata di omofobia e transfobia, andò presto nel panico. Addirittura dovette chiudere i suoi account social, che erano intanto stati presi di mira dagli esponenti della comunità LGBTQIAP+, che pertanto le scrivevano messaggi del tipo: “Per cose molto meno gravi c’è gente che sta in galera...mentre tu ancora in libertà! Una sola parola: VERGOGNA!!!”, “Fai schifo come influencer e fai schifo come persona! Non dovresti nemmeno uscire di casa dopo quello che hai detto!”, eccetera, eccetera. I messaggi di congratulazioni e stima ricevuti sui social erano anch’essi acqua passata, dal momento che gli unici individui rimasti interessati a lei erano oramai i c.d. casi umani che ci provano con qualsiasi donna esali un respiro. E con lei anche di più dato che il risalto mediatico – positivo o negativo che fosse – le aveva pur sempre concesso una notorietà non da poco. Ad esempio un suo follower – che aveva seguito con grande interesse il dibattito tra Chanel e l’esimia docente femminista – le scrisse: “Ciao e vero che squirti?”. “Come no” gli rispose Chanel, “Infatti ho tutta casa allagata”. “Mi manderesti un tuo video amatoriale mentre lo fai?”. “No”. “Dimmi quanto vuoi e te lo invio con PayPal”. A quel punto Chanel lo bloccò e passò al messaggio successivo: “Ciao bellissima stupenda meravigliosa tesoro sei uno schianto ti va se ti faccio vedere una sorpresa”. “No non voglio vedere un cazzo”. “Ma il mio e grosso 25 cm è tutte le donne ci vanno matte”. “Tu invece vai a fare in culo!” e bloccò anche quest’altro. Dopo altre decine di blocchi messi in atto, Chanel, irata, chiamò il diavolo accusandolo di non aver rispettato i patti, perchè sul contratto di cessione di anima c’era scritto che lui si sarebbe impegnato a farla diventare ricca e famosa, ma ora si ritrovava senza clienti e senza follower. E quelli che le erano rimasti li doveva bloccare pure. Il diavolo però le rispose: “Ma infatti io ho fatto ciò che era scritto sul contratto: ti ho fatta diventare ricca e famosa”. “Ma ora non lo sono più, cazzo!” ribattè la signorina Cazzaniga. “Sul contratto per caso c’era scritto che saresti rimasta per sempre ricca e famosa? Mi pare di no...”. Chanel, rendendosi conto di essere stata raggirata dal diavolo, e non sapendo nello specifico cos’altro fare o dire, lo minacciò con un inflazionato: “Ti denuncio!”. Ma il diavolo, che dal canto suo evidentemente non provava tanto timore nei confronti della legge (peraltro italiana), le rispose: “Questo è un tuo diritto e se vuoi puoi benissimo farlo, ma a prescindere dal fatto che sicuramente non potrai vincere una causa contro il diavolo – considerato anche che nessuno c’è mai riuscito – e pur nell’ipotesi, che non si avvererà mai, che tu la possa vincere, con i tempi che ci sono in Italia per arrivare a sentenza, in primo, secondo e terzo grado, ci vorranno non meno di 10 anni per ottenere giustizia. Di conseguenza, anche nella fantomatica ipotesi che tu la ottenessi, potresti (ri)diventare ricca e famosa solo quando oramai sarai diventata una milf con le rughe, la cellulite e pure le tette calate”. In seguito a parole così auliche e così sagge, la signorina Cazzaniga non potè che rispondergli con altrettante auliche e sagge parole: “Sei uno stronzo! Sei un grandissimo bastardo pervertito come tutti gli altri! Non ti permettere più di chiamarmi o di scrivermi! Da oggi tra noi è finita...non mi vedrai, nè sentirai mai più!”, dunque chiuse la chiamata e, non soddisfatta, lo bloccò pure. A quel punto la povera Chanel, oramai priva sia della ricchezza sia della fama, si sentiva come una bambina orfana sia del padre sia della madre. “Ridotta come sono, solo un miracolo mi può salvare!” esclamò esasperata. Tale sfogo, però, era stato comunque sentito da Alexa, che dunque propose nei successivi Google ads diretti allo smartphone di Chanel delle pubblicità relative ai miracoli, tra cui figurava anche quella del canale YouTube Un miracolo al giorno con S. Ciro da Decentraland, in cui ella si imbattè guidata dalla curiosità. Ed ecco che s. Ciro da Decentraland le appariva in tutta la sua incommensurabile santità, intento a compiere i miracoli della moltiplicazione dei disabili e dei minori a carico negli isee e della trasformazione delle fidelity card dei supermercati in carte del reddito di cittadinanza precaricate di 1000€ l’una. Folgorata da sì tanta santità, la signorina Cazzaniga non esitò a visitare il sito di s. Ciro e a compilare il form denominato “Richiedi il tuo miracolo personalizzato a S. Ciro!”. Una volta provveduto a inserire i suoi dati anagrafici e di contatto, nonchè una descrizione dettagliata dello stato di disagio in cui versava e la conseguente richiesta di miracolo ad personam, Chanel attese pazientemente di essere ricontattata. Le arrivò dunque una mail in cui le veniva fissato un appuntamento con s. Ciro presso il suo ufficio di Napoli, città in cui ella conseguentemente si trasferì sia al fine di potersi recare a colloquio con il santo, sia poichè oramai le risultava difficile pagare l’affitto in una città come Milano. S. Ciro, una volta incontrata Chanel, le disse che però la sua situazione era proprio disperata, e che in ogni caso se le poteva anche scordare cose come la ricchezza e la fama, a maggior ragione in quanto, dopo tutto il polverone che si era sollevato, risultava tecnicamente impossibile poterne riabilitare l’immagine pubblica. E ciò per lui non era nemmeno conveniente, in quanto: “S’i’ facessi ‘na cosa talmente pazza, ma talmente pazza, da difenderti pubblicamente e cercarti di farti tornare a essere apprezzata dalla gente, rischierei di finire accusato anch’io di essere omofobo, che va difendendo un’omofoba come te! E per me sarebbe la fine!” le spiegò s. Ciro. E siccome Chanel non demordeva nella sua pretesa che questi le riabilitasse la fama e la ricchezza di cui godeva in precedenza, s. Ciro le spiegò che però si doveva pur accontentare. D’altra parte, anche se si diventa ricchi e famosi, le spiegò, non si può pretendere di esserlo per sempre. E per avallare la sua tesi, le fece l’esempio di tutti gli innumerevoli concorrenti di reality o tronisti che si erano succeduti in TV, i quali dopo aver cavalcato la cresta dell’onda erano però caduti nel dimenticatoio. “Quanti followèrs pò tenè o’ scornacchiato di concorrente d’o’ Grande Fratello 2008? Quanta gente è accosì fisionomista da arcunoscerlo pe’ strada e fermarlo pe’ farcisi na’ foto? E quanti soldi po’ fa nà celebrità se nun ci sta nisciuno che lo arcunosce?” le chiese, retoricamente, s. Ciro, il quale riuscì quantomeno a far accettare a Chanel che non vi sarebbe stato modo alcuno di farle rivivere i fasti di un tempo. Ciononostante la signorina Cazzaniga reclamava comunque il suo miracolo a s. Ciro, il quale, per prima cosa, le chiese a quanto ammontava il suo isee, senza sapere, però, che quella sciagurata di Chanel l’isee non ce l’aveva nemmeno e mai l’aveva avuto. A quel punto, il povero s. Ciro si mise le mani nei capelli e maledì quella “chiavica e’ milanesi accosì sciagurati da non tene’ manco o’ isee! Maronna! Ma come facìt’ a campa’ a spese d’o’ stato senza isee?!”. E le urla disperate di s. Ciro, complice la finestra aperta, si udirono anche nei palazzoni circostanti, sicchè i rispettivi condòmini, inorriditi da sì grave manchevolezza di cui si era resa colpevole la signorina Cazzaniga, la esposero al pubblico ludibrio urlandole dalle finestre e dai balconi frasi del tipo: “Quante schifezze combinate al nord! Voi milanesi siete a’ vergogna d’Italia!”, “Manco l’isee facìt...a Milano non facìt proprio nu’ cazz’!”, eccetera, eccetera. E questi furono solamente gli improperi dei condòmini di sesso maschile, in quanto quelli del sesso opposto rincararono perfino la dose, tant’è che ad esempio una pittoresca milf con i bigodini e di peso quantomeno pari al quintale le urlò: “Svergognata! Vaiassa! Lumera! Vasciaiola! S’ì venuta cà pe’ fotterti e’ nostri isee! Vedi d’artornartene a Milano, te e l’anima di chitemmuort!” e una ragazza madre single incinta del quarto figlio la sgridò sentenziando: “Non hai capito proprio nu’ cazz’ della vita!”. S. Ciro, dal canto suo, cercando quantomeno di salvare la faccia dinanzi ai suoi concittadini, si mostrò ai loro occhi e alle loro orecchie altresì offensivo nei confronti della signorina Cazzaniga, imprecando nei suoi confronti cose del tipo: “Mannaggia a quella chiavica di Garibaldi! Se ci stava ancora o’ re a Napul’ ‘sti milanesi non venivano ca’ a farci perde o’ tiempo!”, ma la signorina Cazzaniga – che di uomini se ne intendeva – recitò la parte della bionda svampita, bella e scema, che non capiva quello che faceva (ed in effetti di isee e, più in generale, di come ottenere sussidi e altri aiuti dallo stato non ne sapeva nulla), tentando così di suscitare tenerezza ed empatia nei confronti di s. Ciro, il quale alla fine si calmò e decise di venirle incontro concedendole un miracolo per cui non era richiesta la previa presentazione dell’isee. Così invitò la signorina Cazzaniga a seguirlo sul balcone dell’ufficio – di modo che gli abitanti dei palazzoni circostanti potessero vederli chiaramente – ove fece apparire una carrozzella; dunque disse a Chanel di eseguire quanto le avrebbe detto, dal momento che era sul punto di effettuare il miracolo del giorno proprio per lei. Di conseguenza pronunziò le seguenti solenni parole: “Tu che cammini, orsù, siediti n’coppa a’ carruzziella. E ora che sei lì seduta...MIRACOLO! Non ti alzerai più dalla carruzziella! Tu che prima camminavi, ora nun cammini chiu’! E così otterrai e’ privilegi d’a’ legge cientoquattro e l’indennità d’accompagniamiento!”. Gli abitanti del rione, alla vista di un miracolo di proporzioni così leggendarie da far sembrare gli altri santi dei prestigiatori da feste dei bambini, applaudirono fragorosamente, postando quindi i video del miracolo su ogni social possibile e immaginabile. E ovviamente lodarono copiosamente s. Ciro, definito “accosì santo che fa o’ miracolo perfino a na’ zoccola milanese!” e proponendo perfino delle similitudini tra lui con Chanel e Gesù con Maria Maddalena. Altri, però, insinuarono che il miracolo, benchè encomiabile, portasse con sè la privazione di un posto di lavoro destinato a un lavoratore napoletano tutelato dalla legge 104/1992, ad esempio un onesto falso invalido raccomandato, a favore di questa signorina milanese, in definitiva accusata di essere venuta a Napoli col fine di rubare il posto di lavoro ai napoletani aventi diritto (?) all’accesso alle categorie protette. Ma altri ancora, in quello che era diventato un vero e proprio talk show rionale, misero a tacere queste critiche spiegando che questa poteva essere la visione di una persona normale, ma non di un santo come s. Ciro, il cui grande cuore e la cui immensa magnanimità lo facevano sorvolare sugli eventuali risvolti socio-occupazionali dei suoi quotidiani miracoli. Portato a termine il miracolo-show del giorno, s. Ciro illustrò dunque a Chanel le modalità e la burocrazia necessarie all’ottenimento dell’invalidità civile e dell’indennità di accompagnamento: innanzitutto la invitò a recarsi dal medico di base al fine di ottenere il certificato medico introduttivo attestante la patologia invalidante, che poi avrebbe dovuto portare a un patronato affinchè predisponesse e inviasse, gratuitamente, l’istanza per il riconoscimento dell’invalidità civile all’INPS; dopodichè le spiegò che avrebbe dovuto attendere la ricezione presso il suo indirizzo di residenza o di domicilio della lettera dell’INPS avente per oggetto la comunicazione della convocazione a comparire, presso una sua sede, dinanzi alla commissione sanitaria incaricata di dare verdetto positivo o negativo riguardo alla richiesta di invalidità civile e indennità di accompagnamento. A maggior ragione, la signorina Cazzaniga fu molto contenta e grata verso il santo per quanto le aveva fatto e si adoperò fin da subito per seguire le indicazioni di s. Ciro e iniziare la sua nuova vita partenopea, fatta non di lavoro, non di fama e successo, bensì di trovate per campare a spese dello stato. D’altra parte le sembrava giusto che non avendo trovato un uomo che la campasse, le fosse dovuto quantomeno che la campasse lo stato. Perchè in fin dei conti qualcuno o qualcosa la doveva pur sempre campare. E dopo aver effettuato tutto l’iter burocratico richiesto per ottenere i sussidi, gli incentivi e quant’altro lo stato le potesse offrire, tornò da s. Ciro dicendogli che arrivata a quel punto non le occorreva più essere disabile, dal momento che tutti i relativi benefit li aveva già richiesti e li avrebbe ottenuti dato che le relative pratiche erano state portate a termine; pertanto gli chiedeva testualmente di effettuare un successivo miracolo che la facesse tornare a camminare. S. Ciro, però, le spiegò che poteva portare a termine al massimo un miracolo al giorno, e che per ragioni di giustizia e di equità sociale non poteva fare due miracoli alla stessa persona in così poco tempo, data tra l’altro tutta la moltitudine di richieste di miracoli che ancora doveva soddisfare. Le chiese pertanto di attendere e di pazientare, aggiungendo poi che a ogni modo la sua condizione di disabile le poteva ancora risultare d’aiuto al fine di trovare un lavoro più facilmente in quanto il suo nominativo poteva ora essere compreso tra le categorie protette. “Un lavoro?! Ma non ci penso nemmeno!” esclamò Chanel, la quale si era così abituata, durante il periodo di fama e ricchezza che aveva vissuto, a non fare nulla di veramente pesante al punto che di un lavoro vero non ne voleva assolutamente sentir parlare. E aggiunse anche che: “Io sono sprecata per lavorare in una città come Napoli! Se volevo lavorare allora rimanevo a Milano! E poi ho delle difficoltà a lavorare qui...non conosco ancora bene la lingua!”. S. Ciro allora pensò inizialmente di farla breve e dirle che si sarebbe dovuta mettere l’anima in pace (infatti lei non gli aveva assolutamente accennato al fatto di averla ceduta al diavolo) e decidere tra lo scegliere se campare solo con la pensione d’invalidità o trovarsi un lavoro qualsiasi, punto e basta. Poi, però, ebbe un’illuminazione: se l’avesse convinta a lavorare per lui, ne avrebbe tratto vantaggio, eccome. Infatti avrebbe potuto ottenere dei vantaggi derivanti dal fatto di assumere una persona iscritta alle categorie protette, ci sarebbe poi stato anche un ritorno d’immagine in quanto era di bella presenza, avrebbe fatto chic per un napoletano avere una dipendente milanese, sarebbe stato altresì un bel gesto da un punto di vista sociale (e cioè il fatto in sè di assumere una disabile) e infine, facendole fare la segretaria, avrebbe potuto anche fare una preselezione tra tutti i disperati che gli chiedevano miracoli, poichè molti di questi si recavano proprio direttamente nella sede dell’agenzia di miracoli di s. Ciro al fine di richiederglieli e pretenderli – e s. Ciro, essendo appunto un santo, non poteva nemmeno togliersi la soddisfazione di cacciarli a calci in culo – e dunque il dover interloquire con una segretaria del nord che capiva a stento il napoletano avrebbe potuto indurli a desistere dalla loro insistenza proprio a causa dei suddetti limiti linguistici. Insomma, per farla breve utilizzò con Chanel il bastone e la carota, e se da un lato le fece capire che un lavoro lo doveva pur sempre trovare, dall’altro le disse che avrebbe potuto lavorare per sè come sua segretaria, che l’avrebbe retribuita ben al di sopra di una semplice segretaria “terrona” e che in ogni caso per lei sarebbe stato molto più semplice di quanto credesse, giacchè aveva già avuto modo di fare un lavoro simile, a contatto con il pubblico, in qualità di operatrice di call center. Alla fine la signorina Cazzaniga accettò, ma soprattutto per tenersi buono s. Ciro, il quale le avrebbe dovuto, prima o poi, fare il successivo miracolo. Questo lavoro fu comunque terapeutico per Chanel, la quale, venendo a contatto con un’umanità derelitta quale era quella che chiedeva i miracoli a s. Ciro, giunse alla conclusione che c’era tant(issim)a gente che stava molto peggio di lei. Ad esempio un bel giorno si presentò a interloquire con lei una “signora” (?) la quale pretendeva un miracolo consistente nell’erogazione di un assegno unico di valore quantomeno triplicato per la figlia, una ragazza di 22 anni madre di 2 figli e incinta del terzo. Dopo aver ascoltato tale storia, la signorina Cazzaniga le disse: “Allora signora, partiamo dal presupposto che a Milano, una città in cui più che altro ci vorrebbe un miracolo per far rimanere incinte donne quasi prossime ai 50 anni, dato che lì una donna – a meno che non sia extracomunitaria o peggio, con origini terrone – desidera di diventare madre non prima dei 45 anni...ma forse questi discorsi sociologici sono un po’ troppo complessi per lei...allora, in poche parole adesso s. Ciro è impegnatissimo nell’esecuzione di altri miracoli, però nel caso di sua figlia probabilmente un miracolo non servirebbe nemmeno se lei, supponiamo, un bel giorno si riscoprisse lesbi...ah, dimenticavo che l’avvocato mi ha detto che non posso nemmeno più nominare gay, lesbiche e quant’altro. Comunque, si potrebbe fare anche un’altra cosa, sicuramente risolutiva del problema che mi ha prospettato. Adesso, signora, mi ascolti molto bene e molto attentamente, poichè le devo dire cose che forse possono rivelarsi eccessivamente complesse per una persona come lei. In tal caso, mi interrompa pure e gliele spiegherò come le potrei spiegare a un bambino di 10 anni affetto da sindrome di Down. Allora signora, lei deve sapere che esiste un certo sito, non so se ne ha mai sentito parlare...si chiama Pornhub. Sua figlia sicuramente lo conosce bene, quindi ritengo che lei non possa avere alcun problema a parlargliene, da madre a figlia, illustrandole che su detto sito vi sono pure allegre signorine che pubblicano video altamente istruttivi e culturali, anche consistenti in veri e propri tutorial inerenti il come praticare, da vere artiste, la nobile arte del sesso orale. Ecco, sua figlia può tranquillamente visionare questi video formativi e poi metterli in atto con tutti gli uomini con cui verrà a contatto, che immagino non siano di certo pochi. Tanto un uomo – soprattutto se capisce che non può proprio fare altro con una donna – si accontenta anche abbondantemente di queste cose. Vede, signora, mi preme che lei faccia quanto le ho detto il prima possibile poichè se sua figlia fa figli ogni 2/3 anni circa e ora ha solo 22 anni, non so in futuro quanti ne potrà fa...”. “Maleducata! Scostumata! Zoccola!” la interruppe la “signora” (?), che si sentì rispondere da Chanel: “No, signora, guardi che adesso sta parlando con me, non con sua figlia”. “Ti sei permessa di insultare l’amore di mammà, la mia piccolina...”. “Ma quale piccolina, signora...sua figlia è un grandissimo puttanone!”. E dopo tutta una serie di scambi di battute in cui qualsiasi sostantivo utilizzato consisteva in un insulto, la signorina Cazzaniga concluse il forbito scambio di opinioni dicendo: “Signora, io capisco bene i suoi problemi, d’altra parte con una figlia così chiunque ce li avrebbe, ma io non mi posso far carico dei suoi problemi”. “Ah sì!? E quali problemi avrebbe mia figlia?!?”. “Da quello che ho capito, sua figlia in mezzo alle gambe non ha quello che hanno le altre donne della sua specie, ma un vero e proprio forno, un enorme forno a legna come quello di una pizzeria con centinaia e centinaia di coperti, pronto a ricevere allegramente una miriade di CALZONI...e dico calzoni, per rimanere nel metaforico e non dire un’altra cosa”.
Ebbene, questo era solo un esempio di giornata lavorativa che la signorina Cazzaniga era solita affrontare, costantemente presa sia dalla sua nuova condizione di disabilità sia dal suo nuovo lavoro, che presupponeva, per l’appunto, che dovesse avere a che fare con genti al cui confronto i personaggi nati dalla penna di Victor Hugo e protagonisti del suo celebre romanzo storico non si sarebbero dovuti chiamare I Miserabili, bensì Gli Aristocratici. Stando così le cose, Chanel pian piano mise a sopire la sua smania di (RI)DIVENTARE RICCA E FAMOSA!!!!!!!!!! Ma non senza ricadute. Fu così che un bel giorno, facendo leva sulle sue capacità comunicative e le sue conoscenze della psicologia maschile, cercò dunque di convincere s. Ciro a farsi dare un anticipo sul TFR. Ma il santo, facendo leva sulla sua dialettica partenopea e sulle sue abilità teatrali, le rispose: “Chanè, fammi capì na’ cosa, ma quanti miracoli vu’?! T’agg fatta diventà disabile, poi t’agg fa diventà e’ gambe sane n’atra vota, e da pù t’agg pure dà l’anticipo d’o’ TFR? Ma pe’ chi m’hai preso? Pe’ nu’ santo o nu’ genio d’a’ lampada, ch’esaudisce e’ tre desideri?!?”. Non soddisfatta dalle parole di s. Ciro, la signorina Cazzaniga passò dunque al piano B e quindi ricontattò il diavolo dicendogli che gli avrebbe potuto cedere un’altra anima in cambio di una cospicua somma di denaro da parte sua, poichè si era stufata di lavorare come segretaria di s. Ciro e avere a che fare con una stuola di pezzenti scappati di casa che ogni giorno piangevano miseria per ottenere una qualche sorta di miracolo, oltretutto finalizzato a raccattare cifre di un’entità tale che a Milano non basterebbero nemmeno per l’aperitivo. Il diavolo, chiaramente, le chiese a chi potesse appartenere quest’altra anima, e Chanel le rispose: “Tu sai bene che sono una ragazza in età fertile e potrei anche avere un figlio un giorno. Bè, io ti propongo l’anima del mio eventuale figlio in cambio di...allora, per l’anima di mio figlio potrei chiedere veramente tanto, perchè un figlio è sempre un figlio e [bla, bla, bla], per cui il prezzo giusto e onesto per l’anima di un figlio è pari a non meno di un milione di euro. MA SOLO PER OGGI TI VENDO L’ANIMA DI MIO FIGLIO PER SOLI 100000€! Sì, hai capito bene! Hai diritto all’esclusivo sconto del 90% a te dedicato e quindi per soli 100000€ l’anima sarà sempre e solo tua! Nessun’altra donna al mondo offrirebbe l’anima del proprio figlio a un prezzo così conveniente! [...] Cosa aspetti!? Non correre il rischio di perdere questa formidabile offerta a te dedicata, perchè è valida SOLO PER OGGI!!!!”. “Ok, allora ci risentiamo domani”. “Ma come...stai rifiutando questa favolosa e imperdibile offerta?!”. “Sì, perchè è ridicolo pagare 100000€ l’anima di un bambino che tra l’altro nessuno mi assicura se nascerà o meno. Si tratta di un’operazione troppo rischiosa”. “E quanto saresti disposto a rischia...ehm, a spendere?”. “Al massimo 70000€. Ma più che altro per la soddisfazione di fare dispetto a un santo facendogli perdere la segretaria”. “Ok, allora, vada per questa cifra”. “Allora facciamo 50000”. “Coooosa?!?”. “Se accetti anche una cifra minore di un decimo di quanto chiedevi da principio, allora con molta probabilità ne accetteresti pure un ventesimo”. “Ma lo sai che sei un grandissimo stronzo, bastardo, pezzo di...”. “Sì, sì, lo so, lo so, me l’hai già detto. E mi meraviglio che ti stupisca ancora dato che sai bene che sono il diavolo – di certo non uno stinco di santo – e mi conosci già a sufficienza”. “Allora facciamo 50000, ma non un euro in meno, intesi??”. “Sì, però come dicevo solo l’anima di un ipotetico bambino è troppo poco. Voglio anche i diritti per poter utilizzare le tue sembianze e la tua identità. Ora che sei diventata un cattivo esempio per la società mi possono fare comodo”. “Va bene, ma tutto ciò lo facciamo con un contratto che fornirò io, così potrò stare tranquilla, perchè con quello dell’altra volta mi hai fregata!”. La signorina Cazzaniga si fece quindi predisporre questo secondo contratto da un avvocato partenopeo – un tale che, si diceva, ne sapesse una più del diavolo – che aveva conosciuto per mezzo del suo nuovo lavoro. Avendogli ben illustrato che il diavolo già l’aveva fregata una volta, a maggior ragione il legale decise di inserire la clausola risolutiva espressa, rassicurando Chanel che laddove il maligno non avesse adempiuto agli obblighi contrattuali, il contratto si sarebbe sciolto di diritto ai sensi e per gli effetti dell’art. 1456 c.c. ed ella non avrebbe più avuto obbligazione alcuna nei suoi confronti. Ciò che però non era stato ben chiarito sul contratto di cessione di anima tramite future o derivati erano le modalità di pagamento, che pertanto erano a completa discrezione del diavolo, il quale pensò bene di accreditare l’importo dovuto a Chanel sotto forma di card dell’assegno di inclusione (ADI). Di conseguenza, dato che almeno provvisoriamente non doveva lavorare poichè campava con i soldi dell’ADI, aveva più tempo libero per recarsi da s. Ciro e insistere con lui affinchè le facesse il nuovo miracolo (o contromiracolo che fosse). Non potendone più, alla fine s. Ciro le spiegò che anche se avesse trovato un buco nel suo calendario dei miracoli, di fatto le avrebbe solo potuto causare un nocumento, in quanto una volta guarita dalla disabilità non avrebbe più avuto diritto all’ADI, che nel suo caso erano parecchi soldi dato che le era stato concesso dal maligno e non dallo stato italiano sovraindebitato. “Ma non ci sono altri modi per avere questo cazzo di assegno dei pezzenti – che poi nemmeno capisco perchè si chiama assegno se è una carta prepagata – anche se una persona non ha il culo di essere handicappata?!” le chiese alterata Chanel. S. Ciro, da profondo conoscitore di tali bonus socio-assistenziali legati all’isee, le spiegò che purtroppo l’ADI ha requisiti più stringenti rispetto al reddito di cittadinanza e che quindi è riconosciuto solo ai nuclei familiari in cui almeno un componente risulta essere:
· minorenne,
· ovvero di età non inferiore a 60 anni,
· ovvero disabile,
· ovvero preso in carico dai servizi sociali o sociosanitari.
Sentita quest’ultima cosa, Chanel gli chiese: “Ma allora non posso farmi prendere in carico dai servizi sociali?? Gli dico che sono pazza e che ce l’ho con i gay...tanto ora tutti pensano questo di me...a quel punto sicuramente mi prenderanno in carico!”. “E vabbuò, Chanel, ma cà mica è come a Milano...se aspetti che i servizi sociali ti prendano in carico, e poi giusto pe’ nà strunzata di ‘sto genere, fai prima ad aspettà che compi 60 anni”.
Insomma, Chanel ora si trovava di fronte a un dilemma: da un lato poteva continuare a fare la vita da diversamente abile – ma con l’assegno di inclusione – e dall’altro poteva pure continuare ad insistere con s. Ciro, magari mettendo anche in atto le tecniche seduttive che insegnava alle aspiranti mantenute sue ex allieve, affinchè questi le facesse il miracolo di farla tornare a camminare...perdendo però l’ADI (e dunque dovendo tornare a lavorare e a risparmiare, come una persona qualsiasi). Si trattava però di un dilemma difficile da risolvere, su cui Chanel doveva ancora riflettere molto. Trovatasi oramai di fronte a un nodo arduo da sciogliere, dovendo ella prendere la difficile decisione se scegliere i soldi o la salute, era conscia che dal giorno in cui aveva ritirato la card dell’assegno di inclusione presso l’ufficio postale era diventata a tutti gli effetti una semplice percettrice di ADI come tante altre persone invalide (vere o finte che fossero) le quali popolavano il pittoresco rione in cui dimorava. E al pari di esse, conduceva la stessa anonima vita da persona qualsiasi, una tra tante. Ma ogniqualvolta la sua giornata giungeva al termine, la notte portava con sè sogni stupendi, che le facevano rivivere i bei tempi andati in cui era fatalmente DIVENTATA RICCA E FAMOSA!!!!!!!!!!!!!!!!