Westley sorrideva a Bottondoro nello stesso modo di qualche anno prima, quando lui lavorava sodo e lei lo stuzzicava come se fosse stato il suo schiavetto personale.
- Garzone, fai questo! Garzone, fai quello! Garzone, scatta subito al mio comando!
A pensarci adesso Bottondoro si sentiva tremendamente in colpa.
Quegli anni per Westley dovevano esse stati veramente duri, senza mai un sorriso o una parola gentile e costretto a obbedire agli ordini di una ragazzina viziata.
Ma, per quanto fossero arroganti e insopportabili le richieste della fanciulla, la sua risposta era sempre la stessa.
- Ai tuoi ordini.
Non vi era mai rabbia nella sua voce, solo la pace e il conforto di un sorriso buono e uno sguardo limpido.
Perché in realtà Westley, con quelle parole, le stava dicendo che l'amava e lei col tempo l'aveva capito.
Il loro amore era più grande di qualsiasi cosa.
Ancora oggi, ogni volta che Westley le diceva quella frase, Bottondoro aveva la certezza che il suo cuore fosse caldo e puro come il sole sul grano in estate.
Come le gocce di rugiada sulle foglie nelle mattine di primavera.
E come il primo di molti baci al tramonto che risplendeva ogni volta nella mente e nel cuore di entrambi.
Tutto come la prima volta... Per sempre!