Kayley aiutò Garrett a stendersi sul pavimento della caverna.
La ferita all'addome sembrava grave e, nonostante la medicazione, temeva che non ce l'avrebbe fatta.
- Ti prego, non morire! - sussurrò preoccupata. - Non posso farcela da sola!
Kayley si sentiva davvero in colpa.
Se avesse pensato prima di agire, Garrett non si sarebbe ferito per proteggerla.
Pensava che il giovane fosse un arrogante, invece lo era lei.
Era figlia di un cavaliere di Camelot, ma non aveva nessuna esperienza e pretendeva di sapere tutto sul mondo.
Garrett aveva ragione a rimproverarla.
- Mi dispiace! - mormorò cercando di alleviare il dolore del giovane. - È colpa mia se ti hanno ferito, mi sono messa a parlare a vanvera invece di stare zitta! Non sono di aiuto per nessuno!
- Ti sbagli - sussurrò Garrett allungano la mano verso di lei.
Kayley si illuminò in volto non appena capì che si stava riprendendo.
Garrett provò a spiegarle quello che non aveva mai avuto il coraggio di ammettere apertamente.
Da quando aveva perso la vista, agli occhi del mondo era solo un povero e inutile cieco.
Ma il padre di Kayley gli aveva insegnato a essere forte e a raggiungere il suo equilibrio interiore.
Poi si era isolato e si era convinto di essere finalmente in pace con sé stesso.
Finché non aveva incontrato lei.
Kayley non era fredda e insensibile come gli altri.
Garrett sfiorò il suo volto, ricostruendo i suoi bellissimi tratti, e desiderò tanto poter vedere di nuovo, giusto il tempo di ricambiare il suo dolce sguardo.
In quel momento i due giovani capirono di essere parte l'uno dell'altra.