- Tu... Non lo vuoi più fare, vero?- chiese, fissando il ragazzo vestito di bianco che aveva di fronte; lui sussultò appena, prima di alzare lo sguardo.

- Io...- mormorò.

- Non serve che tu dica niente; va bene così, lo capisco- sussurró il ragazzo vestito di nero. Lo aveva capito da quando l'aveva visto lì, fuori dalla chiesa, con lo sguardo perso nel nulla.

Nei suoi occhi non c'era più traccia della gioia che aveva provato quando il ragazzo vestito di nero gli aveva fatto la proposta, quando avevano organizzato insieme quell'evento che avrebbe dovuto unirli per sempre, quando osservavano i loro anelli sorridendo prima di fare l'amore.

Non c'era più traccia di tutti quello: erano... Come spenti, svuotati di quelle emozioni che sarebbero dovute essere così belle.

- Vai via- sussurró, e il ragazzo vestito di bianco sbarró gli occhi.

- Ma io...-.

- Non voglio averti così- lo interruppe - non voglio tenerti al mio fianco quando tu non sei felice, non voglio obbligarti a rimanere in questa vita quando sappiamo entrambi che la odierai. Vai via ora, che ancora non siamo arrivati al punto di odiarci per una rottura, o di prometterci di passare la nostra vita insieme. Vai via, elimina tutti i sentimenti che hai provato in passato, le parole che ci siamo detti, tutti i nostri ricordi, se non ti servono più. Cerca la felicità che meriti-.

Il ragazzo vestito di bianco deglutì appena.

- Ma tu...-.

Il ragazzo vestito di nero fece un piccolo sorriso.

- Io starò bene- sussurró. Lui lo amava, lui ancora sognava tutto quello, lui ancora voleva sposarlo...

Ma si era accorto, nell'ultimo periodo, che ogni volta che cercava il suo sguardo non lo trovava, era assente, ormai non era più lì con lui: obbligarlo a rimanere... Sarebbe stato solo peggio.

Era stanco di continuare a corrergli dietro, di vederlo nascondere il suo dolore e tornare da lui forzando un sorriso, incapace di andare davvero dove non l'avrebbe più trovato. Si era illuso che con il tempo sarebbe cambiato tutto, ma ormai sapeva che non sarebbe più stato così.

Lo amava, e per questo voleva che fosse felice.

Il ragazzo vestito di bianco lo fissò.

- Io... Ti amavo davvero- sussurrò - non so cosa sia successo; l'ho incontrato in un bar, ci ho parlato appena, eppure pian piano da quel giorno mi sono reso conto... Che questa non è la vita che fa per me. Ma io ti amavo-.

- Lo so- sussurró il ragazzo vestito di nero - per questo non serve che dici altro-.

Lo amava da anni, per cui sapeva già che sarebbe stato triste, che avrebbe pianto, che si sarebbe sentito perso; ma sapeva anche... Che dopo sarebbe stato felice.

Felice come con lui non sarebbe mai potuto essere.

Andava bene, andava bene così: anche se non erano destinati a stare insieme, non voleva arrivare a scoprirlo quando avrebbe fatto ancora più male, quando ormai era troppo tardi.

- Vai via. Io non ti cercherò- sussurró - non serve neanche che mi dici dove vai, o che mi confermi che lo farai. Torna a casa, prendi le tue cose e vai dove è giusto che tu stia-. Sapeva che, in ogni caso, non avrebbe più potuto trovarlo.

Il ragazzo vestito di bianco deglutì appena e si avvicinò a lui; lo strinse in un abbraccio che il ragazzo vestito di nero ricambiò, prima di lasciare che si allontanasse per sempre.

Chiuse gli occhi, contando fino a dieci, e quando li riaprì quel ragazzo non c'era più. Era sparito.

Rimase per un attimo immobile, prima di voltarsi e allontanarsi anche lui dalla chiesa.

Non sarebbe stato semplice, ma avrebbe fatto in modo di spingere tutte le sue memorie in fondo al suo cuore, di dimenticarsi ciò che sarebbero potuti essere, ciò che stavano per diventare: in quel modo... Lui sarebbe stato felice.

Non l'avrebbe cercato. Sperava di non vederlo più.

Così, forse, un giorno avrebbe reso di nuovo felice anche sé stesso.

Era talmente immerso nei suoi pensieri che non si accorse di essersi scontrato con qualcuno.

- Chiedo scusa- disse, alzando appena lo sguardo.

- Non preoccuparti- lo sconosciuto gli rivolse un sorriso - forse non dovrei chiedertelo, visto l'anello al tuo dito, ma non mi sembri stare bene, per cui... Ti andrebbe se ti offrissi un caffè?-.

🎶🎶🎶

Questa storia l'ho scritta basandomi sulla nuova canzone di Jeff Satur, "Ghost": una canzone con un significato talmente bello che mi ha lasciata senza fiato.

Piuttosto che avere chi ami vicino e vederlo soffrire, è meglio lasciarlo andare perché sia felice: questo è un amore ancora più profondo.

Non potevo non scriverci nulla, anche se ho lasciato un finale più aperto alla felicità... e allo stesso tempo non sono riuscita a trovare la coppia adatta.

Ho pensato ad Akashi e Kenma, a Ushijima e Oikawa, a Ugetsu e Akihiko, a Shinsou e Denki... Tante coppie a cui voglio bene ma che non shippo, che forse sarebbero potute esistere, se non ci fossero state persone che possono catturare il loro cuore molto di più.

Per cui ho lasciato libera interpretazione, perché possiate immaginare chi volete: una coppia che si vuole molto bene, ma che in fondo non ha futuro insieme, non nell'amore almeno.

Le canzoni di Jeff sono semore piene di significato, vi consiglio di ascoltarle; questa è in Thailandese, ma le sue principali hanno tutte la versione in inglese: lui ha una voce davvero magnifica e i suoi testi sono veramente bellissimi... E hanno veramente molti significati, oltre a quello romantico.

Inoltre, se ascoltate K-pop o se anche voi come me avete la playlist piena di canzoni di Idolish7 e di Paradox Live, non penso avrete problemi con un'altra lingua sconosciuta ahahah

Spero che questa breve One Shot vi sia piaciuta, se vi va fatemi sapere cosa ne pensate; ci sentiamo presto con le mie altre storie!❤️