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Autore: evil 65    19/02/2024    0 recensioni
"Ma chiunque lì dentro avrebbe il potere di fare qualcosa per fermare Flash, un potere enorme, se lo facessero tutti insieme. Potrebbe farlo persino il Pavido Parker. Potrebbe, vero? Perché nessuno se ne prende la responsabilità?"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Flash Thompson, Peter Parker
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Largo, gente. Arriva il Pavido Parker. Non andategli troppo vicino, potrebbe spaventarlo perfino la vostra ombra. Risatine generali. Nulla di straordinario, ordinaria amministrazione. Sarà stato Flash Thompson, o uno dei suoi amichetti.

Ignora gli sguardi rivolti verso sé, mentre si fa strada verso l’entrata della mensa pubblica. Ha un bel da fare col suo corpicino pallido, minuto e magro, inadatto a reggere cartella e libri; troppe volte i suoi occhiali hanno rischiato di cadere, e ora i suoi capelli castani saranno ancora più disordinati, nell’avere a che fare con i suoi “allegri” compagni, incapaci di astenersi dal ricordare l’insignificanza del Pavido Parker, che non può certo entrare a mangiare per i fatti propri senza urti e spallate di benvenuto.

Peter Parker detesta la mensa: non basta la calca umana a sciorinare sulla porta come ne andasse delle loro vite che lo sbatte un po’ ovunque per divertimento, non basta l’essere più vulnerabile del solito a sberleffi e sbeffeggi, la odia perché è sporca.

Tutto di quel posto grida sporcizia e incuria: i colori, un pugno in un occhio, un concentrato di bianco, verde e acqua e blu sparsi fra pareti, pavimento e soffitto, come se Picasso fosse risorto dalla tomba per imbrattare con la sua anima nera. Ovunque c’è l’odore mefitico del cibo andato a male, a pungere brutalmente pelle e narici, e le cui chiazze organiche decorano ancora adesso gli anfratti, congelate nel tempo come ferite infette e ammuffite, destinate a restare lì per sempre. Non sia mai che le inservienti facciano il loro dovere.

Peter si è portato il pranzo da casa: non potrebbe mai mangiare la sbobba servita lì. Individua un tavolo singolo e ci si siede, tirando fuori il proprio cestino del pranzo.

Rumore di sottofondo. Continuo. Non sono le voci degli altri studenti, non il tono di voce che hanno di norma. Grida di incitamento, minacce, fischi, battiti di mani.

C’è una piccola folla di studenti radunata accanto alla parete di fronte a lui. Più Flash con una mano nella collottola di un ragazzino minuto: vuole costringerlo a leccare lo schifo sulla parete. Qualcosa di rosso, denso e carnoso, probabilmente polpette al sugo: sembra fresco, forse qualcuno ha scaraventato il piatto che era sul tavolo lì accanto per imbastire il penoso spettacolo.

La maggior parte degli studenti pensa ai fatti propri. No, nessuno lo aiuterà. Nessuno lo fa mai. Potrebbe anche lasciar perdere, non importerebbe a nessuno. Non è la prima volta. Ordinaria amministrazione.

Ma chiunque lì dentro avrebbe il potere di fare qualcosa per fermare Flash, un potere enorme, se lo facessero tutti insieme. Potrebbe farlo persino il Pavido Parker. Potrebbe, vero? Perché nessuno se ne prende la responsabilità?

Fissando il volto pieno di lacrime del ragazzino e le sue suppliche, viene colto da un pensiero: potrei essere io quel ragazzino. Allo stesso modo, non riceverei alcun aiuto. Non è giusto.

Perciò ne vale la pena. Vale la pena alzarsi, stavolta rifilando lui le spinte a chi non lo lascia passare. Vale la pena sopportare le risatine di derisione e incredulità a vederlo alzare la voce con Flash per insistere di lasciare in pace il ragazzo. Vale la pena subire le sue minacce, ricevere un pugno in pancia, tirare una debole gomitata per difendersi. Ha distolto l’attenzione dal ragazzo, gli ha permesso di scappare. E la confusione creata ha spinto le inservienti ad intervenire.

È stata un’azione stupida, non la migliore, ma in qualche modo è stata corretta. Non è molto quello che ha potuto fare, ha rischiato molto, ma ha agito lo stesso, e questo è un potere più grande di quello che sembra. E da grandi poteri derivano grandi responsabilità.


NOTE DELL'AUTRICE:
Salve a tutti ragazzi, sono Rory Drakon! Be', direi che il testo non ha bisogno di tante presentazioni: è stata un'ispirazione di molto tempo fa che solo adesso ho pensato di condividere, perché non c'era spazio migliore di una one-shot. Breve ma intensa, spero di essere riuscita nell'intento, perché non ho mai scritto di Peter Parker prima d'ora. Penso di dovergli qualcosa, visto che è grazie a lui se mi sono aperta al mondo Marvel e ai supereroi. Grazie, Spidey.
  
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