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Autore: cassiana    21/02/2024    1 recensioni
Chrissy ha litigato con Jason proprio il giorno di San Valentino, così si rifugia alla panchina nel bosco dove la trova Eddie sempre pronto a farla ridere e darle conforto.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chrissy Cunningham, Eddie Munson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Siamo parole senza rima
Fandom: Stranger Things
Rating: G
Personaggi: Eddie Munson/Chrissy Cunningham
Note: Questa storia partecipa l’iniziativa VALENTINE'S DAY CHALLENGE (II EDIZIONE) @ siatecuriosisempre.forum col prompt: 06. Litigare proprio il giorno di San Valentino
Il titolo è un verso della canzone Rainbow in the dark di Dio
Warnings: Chrissy POV, angsty, fluff, mezione di uso di droghe, accenni (molto vaghi) di disturbi del comportamento alimentare, AU - tutti vivono.
Trama: Chrissy ha litigato con Jason proprio il giorno di San Valentino, così si rifugia alla panchina nel bosco dove la trova Eddie sempre pronto a farla ridere e darle conforto.



Siamo parole senza rima




I piedi schiacciavano veloci l'asfalto sul retro della Hawkins Height. Le labbra piegate all’ingiù, Chrissy si passò una mano sul viso per asciugarlo dalle lacrime. Stupide lacrime. Era arrabbiata, amareggiata e stanca. Quasi senza rendersene conto i suoi passi la portarono al tavolo da picnic nel bosco e sedette. Con un dito tracciò le venature del legno attenta a non farsi pungere dalle schegge. Si passò un po’ di burrocacao sulle labbra aspirando l'odore dolce e chimico di fragola. Premette le mani contro le guance bollenti e ancora umide, sicuramente era orribile. Sospirò abbassando le spalle. Di tutti i giorni in cui lei e Jason potevano litigare proprio quello! E accadeva sempre più spesso ormai, anche se Chrissy ci provava a fare andare le cose tra loro e anche quella mattina si era ripromessa di essere dolce e accondiscendente, ma non sopportava più il narcisismo e l’ego di Jason: le sembrava che per lui fosse solo un trofeo, una bella bambolina da mostrare in giro. Aveva pensato che avrebbero trascorso il San Valentino insieme, ma Jason aveva già fatto programmi: cinema con i ragazzi della squadra e le loro tipe e poi loro due sarebbero andati a Lover’s Lake dove lui le “avrebbe dimostrato il suo amore.” Chrissy rabbrividì ricordando il sorrisetto viscido di Jason. Sbuffò, ormai tra loro era così: davanti agli altri erano la coppia perfetta e innamorata, ma quando erano soli litigavano oppure Chrissy doveva cercare di arginare gli approcci sempre meno pazienti del suo ragazzo. Si premette le ginocchia al petto e ci appoggiò la testa. Presto si sarebbe diplomata e con ottimi voti: lavorava duro tutti i giorni per quello anche se avrebbe potuto andare avanti anche solo grazie alle borse di studio sportive come Jason, ma no i Cunningham non potevano abbassarsi a tanto! Non vedeva l’ora di diplomarsi, forse dopo avrebbe trovato il coraggio di fare qualcosa per cambiare la sua vita, anche se non sapeva cosa né come. Il sole giocava a rimpiattino con le ombre dei rami creando arabeschi fantastici sull’erba e la terra battuta del sottobosco. La leggera brezza gelida che faceva frusciare gentilmente le foglie attutì il fischiettio di Eddie che si stagliò come un’ombra oscura dietro Chrissy. La ragazza sobbalzò spaventata ed Eddie si precipitò a rassicurarla:

“Hey… sono solo io, Eddie lo svitato!”

Chrissy ridacchiò e districò le gambe mettendosi seduta più composta. Eddie sollevò un sopracciglio e lanciò lo zaino sformato sul tavolo.

“Bene, bene. Una principessa come te ha solo due motivi per venire qui: è in cerca dei miei servizi - ghignò - o vuole starsene in pace.”
“Oh, no… non andare. Per favore.”

Eddie scrollò le spalle e sedette sulla panca accanto a lei. Rimasero in silenzio per un po’ semplicemente ascoltando i rumori del bosco. La loro era una strana amicizia, a scuola praticamente si ignoravano a parte qualche parola gentile di lei e qualche lunga occhiata da parte di lui. Ma era da un po’ che Chrissy aveva imparato che se si sentiva sopraffatta o aveva voglia di qualcuno che la ascoltasse veramente poteva trovare Eddie lì alla panchina. Chrissy aggrottò le sopracciglia, aveva come l’impressione che lui fosse l’unico a vederla e a intuire, oltre gli strati che aveva costruito e sotto i quali lo nascondeva accuratamente, quel piccolo nocciolo di oscurità che era così attenta a celare agli sguardi altrui. Per quanto gli atteggiamenti ribelli di Eddie l’avessero spaventata all’inizio era giunta ad apprezzare la sua ruvidezza onesta e si era resa conto che lui fosse molto più attento e gentile di quanto volesse dare a vedere. Nel frattempo, dopo essersi grattato una guancia, Eddie si era voltato verso lo zaino e aveva iniziato a ravanarci dentro. Tirò fuori il suo kit e preparò uno spinello che passò a Chrissy:

“Questo lo offre la casa.”

Chrissy sorrise:

"Proprio quello che ci voleva.”

Esclamò accendendolo e aspirando una boccata. Dopo un paio di tiri lo passò a Eddie che la guardava con una faccia a metà tra la preoccupazione e il compiacimento. Anche se amava scandalizzare tutti quei fighetti a scuola che lo osservavano dall’alto in basso, salvo poi cercarlo per animare le loro stupide feste, aveva sempre avuto un occhio di riguardo nei confronti di Chrissy, la dolce capitana delle cheerleader per cui avrebbe dato ben più che un’occasionale spalla su cui piangere e una canna gratis. Quando la vedeva con quell’espressione infelice sul bel visino gli si spezzava il cuore e avrebbe spezzato ben altro al suo odioso fidanzato. Ma rimase in silenzio aspettando che lei si aprisse. Chrissy sospirò, sapeva che Eddie sarebbe stato paziente, almeno fino a che non avesse visto davvero di cosa lei fosse capace, ma questo non l’avrebbe permesso mai, ci teneva troppo a lui per coinvolgerlo in tutto quello schifo. Arricciò il naso e mordicchiò distrattamente il suo ciondolo. Le pupille di Eddie si allargarono a quella visione e il fumo gli andò di traverso costringendolo a tossire goffamente.

"Tutto bene?”

Chiese Chrissy preoccupata. Eddie si colpì drammaticamente il petto un paio di volte e con voce strozzata esclamò:

“Se non dovessi sopravvivere fà sapere al mio vecchio che gli ho voluto bene…!”

Chrissy ridacchiò suo malgrado e Eddie si pulì le lacrime intorno agli occhi:

“Ecco qui, ora siamo uguali. Allora vuoi dirmi come mai hai approfittato della mia fantastica presenza qui?”

Anche Chrissy era tornata seria e prese tempo sistemandosi la coda.

“Io e Jason abbiamo litigato. Di nuovo.”

Eddie strinse i pugni, ma si limitò ad ascoltare. Chrissy ispirò col naso, grata che Eddie non avesse offeso come suo solito il fidanzato.

“E’ solo che volevo provare a passare almeno oggi qualche momento romantico e invece…”
“Perchè, che giornata è oggi? Ah, giusto la festa dei fiorai…”
“Oh, dai non essere così prevenuto, è una festa carina per chi si vuole bene.”
“Appunto, hai detto bene. E non ho tutta questa certezza che lui tenga a te.”

Non come ci teneva lui comunque, di questo Eddie era sicuro.

“Non essere troppo duro con Jason: lo so che mi ama, a modo suo, solo che è un pochino preso da se stesso.”

Eddie alzò gli occhi al cielo e scartò uno snickers:

“Jason ama solo se stesso.”

Asserì e offrì la barretta di cioccolato a Chrissy che scosse la testa in un rifiuto, come al solito. Si osservò la punta delle scarpe da ginnastica ascoltando Eddie masticare rumorosamente e ingoiò il bolo di saliva che si era formato in bocca. Eddie la guardò di sottecchi e si grattò la nuca.

“Scusa - disse - la vita è tua.”
“Già.”

Sospirò lei rassegnata.

“Hey.”

Eddie le sollevò il viso così che lei potesse guardarlo negli occhi.

“Qualsiasi cosa accada questo sarà il nostro anno. Te lo prometto.”

Con le sopracciglia sollevate in attesa lui cercò un segno di risposta negli occhi azzurri e per un momento Chrissy temette di affondare nella dolcezza cioccolatosa di quegli enormi occhi bruni. Uno schiocco e il trillo degli uccellini punteggiarono il silenzio caduto tra loro. Chrissy si sentì tutta rimescolare, si aprì in un sorrisetto e annuì. Anche Eddie annuì e come preso da un’ispirazione del momento propose con tono noncurante:

“Senti suono stasera…se vuoi un San Valentino alternativo…”

Il cuore gli tamburellava forte nel petto, aspettò una risposta e nel frattempo si accese una sigaretta. Chrissy si mordicchiò le labbra, era una richiesta di uscire quella? Avrebbe tanto voluto, ma non poteva. Dio solo sapeva quale casino Jason avrebbe potuto piantare se solo lei avesse osato deragliare dalla linea che era stata tracciata per lei. Per non parlare di quello che poteva dirle la madre se solo l'avesse scoperto… e lo avrebbe fatto, naturalmente. Chrissy rabbrividì internamente e cercò di nascondere il disappunto dietro una risposta scherzosa:

“Sicuramente avrai già una ragazza per stasera e poi non vorrai deludere tutte le tue groupies che saranno lì per te!”
“Uh, un mucchio proprio.”

Eddie sbuffò e si scompigliò i capelli per nascondere la delusione. Come se non lo avesse saputo. Come se non avesse saputo che lei era troppo fuori portata per uno come lui e anche se gli dimostrava una certa simpatia, erano solo Jason e quelli come lui che potevano averla. Saltò in piedi, spaventando Chrissy, si contorse a cercare qualcosa nella tasca dei jeans neri ed emise un verso soddisfatto quando le lunghe dita inanellate pescarono l'oggetto che cercava.

“Dammi la mano: ecco.”

Le fece cadere uno dei suoi dadi da DnD nero con i numeri stampati in argento su ogni faccia. Chrissy lo guardò interrogativa e lui spiegò:

“E’ un D20. Quando sei incerta sulla cosa da fare puoi lanciarlo e vedere dove ti porta il tuo destino: puoi creare tu la tua storia.”

Chrissy non rispose, guardava il dado e se lo rigirarava tra le dita. Eddie fece una smorfia: suonava meglio nella sua testa.

“Scusa, un’idea stupida…”
“No! E’ una cosa molto carina, invece.”

Chrissy si alzò a sua volta e si allungò a dare un bacio sulla guancia del ragazzo. Premette le labbra sull’angolo della bocca di Eddie aspirando contemporaneamente l’odore di erba, cioccolato e tabacco.

“Grazie, Eddie.”

Lui sentì le labbra tendersi all’insù in un insopprimibile sorriso idiota.

“Bene, allora… ciao!”

Agguantò lo zaino e camminò via sollevando un mulinello di foglie al suo passaggio e fischiettando così come era venuto. Chrissy fece a malapena in tempo a salutare con un gesto della mano e le sembrò di aver parlato con uno spirito dei boschi piuttosto che con un ventenne arruffato e assolutamente caotico. Sorrise e nascose accuratamente il D20 nella tasca più piccola dei jeans.

Più tardi Eddie stava tracannando una birra pronto per risalire sul piccolo palco dell’Hideout. Il pubblico era ancora più selezionato del solito e per selezionato Eddie intendeva derelitto. Le dita volarono sulla tastiera della chitarra traendo i primi accordi della canzone, gli altri del gruppo gli andarono dietro. La chitarra emetteva note potenti e la sua voce risonava nel locale. Gli applausi e gli urli del pubblico lo avvolgevano, ma nella sua mente c'era solo Chrissy. Gli era sempre piaciuto cantare quei versi: When I see lightning, you know it always brings me down, 'Cause it's free and I see that it's me, facevano risuonare le corde più profonde in lui. Il ritmo accelerò, trasmettendo l'energia di Eddie e la sua passione. Nel culmine della canzone, fece una pausa e dedicò la sua esibizione a Chrissy, il suo arcobaleno nell’oscurità, anche se solo lui poteva sentirlo.

Nella sua cameretta Chrissy era seduta sul letto e osservava il dado con intensità. La serata era stata un mezzo disastro. Prima Jason si era presentato con una rosa e le aveva detto davanti a tutti come se fosse stato un complimento:

“Per te niente cioccolatini, tesoro: ci tengo alla tua linea!”

Ma lei si era sentita mortificata a morte perchè lui sapeva la verità. Poi quello stupido film sul football durante il quale Jason era sembrato più divertirsi con i suoi amici che curarsi di lei. Non che Chrissy fosse così dispiaciuta, troppo distratta a pensare a quel pomeriggio con Eddie. Poi erano stati un po’ a pomiciare in macchina, ma le labbra di Jason non sapevano di cioccolata e il suo profumo dozzinale le aveva dato il mal di testa. Un’ottima scusa per essere riportata a casa prima del previsto. Jason avrebbe voluto qualche coccola più spinta, ma lei era stata così decisa che aveva acceso la macchina con il broncio e l'aveva lasciata davanti alla porta di casa salutandola a malapena. Chrissy sapeva che gliel’avrebbe fatta pagare in qualche modo, con il trattamento del silenzio o qualche frecciatina sarcastica ben piazzata. Ma in quel momento non le interessava, guardò fuori dalla finestra, perdendosi nei pensieri. Aveva davanti agli occhi solo l’immagine di Eddie e le sue parole suonavano come un ritornello nella sua testa. Chrissy chiuse gli occhi, immaginando Eddie sul palco. Si ripromise che prima o poi sarebbe andata davvero a vederlo e lo avrebbe baciato. Una musica continuava a suonare nella sua testa, accompagnando i suoi pensieri e i suoi sentimenti. Chrissy aveva la sensazione che, nonostante le difficoltà e le incertezze, quello sarebbe stato davvero il loro anno.
   
 
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