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Autore: fraanythings    22/02/2024    0 recensioni
[Un professore ]
[Un professore ][Un professore ][Un professore ]"E ora dopo questo aperitivo che ti va di fare?"
"Simò ma tu stai già spendendo un capitale per me"
"Senti, se non la smetti con questi sensi di colpa ti pianto in asso qui? Ok?"
"Uè, come siamo minacciosi"
"Che dici? Sono credibile?"
"Manco pe niente Simò"
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Dopo molto tempo eccomi tornata con una nuova storia su Simone e Mimmo. È una piccola, neanche tanto alla fine, oneshot su cosa è successo dopo che Simone ha rinunciato alla partita di rugby per stare accanto a Mimmo, che era sconvolto. Non ci hanno mai fatto vedere cosa hanno fatto, sappiamo solo che Simone è rientrato tardi così mi sembrava carino scrivere questo missing moment. È tutto molto fluff e spero vi piaccia 🫶
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Mimmo, ormai così abituato alla presenza di Simone anche durante i suoi giri loschi, la notizia che il giorno seguente non poteva seguirlo per rassicurarlo l'aveva presa molto male. Simone aveva una trasferta con la squadra di rugby e anche lui si era preso male nel sapere che Mimmo sarebbe rimasto solo ad affrontare quella situazione. 
Il giorno seguente non si videro perché Simone non andò a scuola per i preparativi dell'imminente partenza ma dopo qualche ora le cose cambiarano.
 
Non voleva disturbare Simone, non voleva rovinargli un'altra giornata ma il bisogno di avere qualcuno accanto, una carezza in quel momento era l'unica cosa che desiderava. In fondo Mimmo era un solo un ragazzo di 19 anni che aveva appena trovato l'amore ma era costretto a vivere altre tante cose orribili in quel periodo e l'unica luce era proprio Simone, così in preda al panico dopo quello che aveva appena visto gli mandò un messaggio di corsa e Simone gli rispose subito mandandogli la posizione. Mimmo non ci mise molto e si palesò davanti a lui ai campetti di rugby, arrivò quasi cadendo dalla bici.
 
Aveva il viso scolvolto e cercò di prendere dei respiri profondi per raccontare all'altro ciò che aveva appena visto, anche Simone vedendolo in quello stato ebbe una morsa al cuore. E più Mimmo si esponeva più Simone rimaneva scioccato, stava succedendo qualcosa di veramente grosso e sapere che Mimmo era finito in quel giro lo agitava e non poco.
 
"Io non ci dovevo neanche venire qui, ti ho rovinato la giornata"
"Non dirlo neanche per scherzo Mimmo"
"È che...io, in questo momento tengo solo a te Simò"
 
E Simone dopo queste parole non esitò un secondo ad avvolgerlo in un abbraccio, così stretto che Mimmo sembrava essere scomparso dentro le sue braccia. Rimasero per almeno due minuti stretti così finché...
 
"Simò, tu devi andare, tieni à partita...
Ti ho disturbato già abbastanza" 
"Non se ne parla proprio, aspettami qui"
 
"Che voi fà Simò?" disse Mimmo con la voce leggermente più alta ma Simone si era già avviato verso il suo allenatore per comunicargli che non sarebbe partito per la trasferta 
 
"Io resto con te" disse a Mimmo una volta tornato accanto a lui
"Simò, così mi fai sentire ancora cchiù in colpa"
 
"Nessuna colpa, della partita non mi interessa niente. Mi interessi tu, non potevo lasciarti così, sarei stato un pazzo"
"Esagerato, non è la prima volta che mi succede qualcosa di brutto"
 
"Appunto, adesso hai me e puoi condividerlo con qualcuno. Anche questo significa amarsi, no?"
"Nun o' sacc con precisione, è à prima vota che m'innamoro ma penso di si" 
 
Simone dopo avergli tenuto la mano per tutto il tempo lo fece fermare e gli stampò un lungo bacio, si erano appena appena allontanati da campetti di rugby. 
 
"Comunque basta pensare a questo per oggi, voglio farti distrarre il più possibile. Cosa ti andrebbe di fare?"
"Boh, nun o' sacc"
 
"Ma come? Sei fuori di pomeriggio tardi, mai successo, e ora non ti va di fare niente?"
"Simò, song ancora scosso da quello che è successo"
 
"Appunto per questo, non sei felice almeno un po' che stiamo insieme oltre all'orario di scuola?"
"E me lo chiedi pure? Quello è ovvio" e gli sorrise
 
"Finalmente ti vedo sorridere per la prima volta oggi"
"Ch'rè ti è mancato il mio sorriso?"
 
"Decisamente" 
Simone si avvicinò per lasciarsi un bacio tra i capelli 
 
"Allora dai, scegli qualcosa che ti andrebbe di fare o qualcosa da mangiare che non hai mai provato. Abbiamo ancora cinque ore da passare insieme"
 
"Marò Simò, non mi pare vero...
Mhh...
Adesso ci penso" 
"Bravooo"
 
Dopo pochi minuti, mentre stavano seduti appiccati su una panchina in totale silenzio, Mimmo arrivò alla sua conclusione.
 
"Allora...
Mi piacerebbe fare quella cosa che fanno tutti i ragazzi di pomeriggio. Comm si chiama? Non mi viene"
"Intendi l'aperitivo"
"Si, proprio chello"
 
"Andiamo subito allora, ci dobbiamo sbrigare perché sennò l'orario dell'aperitivo salta. Sei pronto a correre un po'?"
"Se la ricompensa è il cibo sì"
 
Mimmo non poteva crederci, era seduto ad un tavolino come un ragazzo normale che fa cose normali. Si sente quasi a disagio a stare seduto su quella sedia ma per fortuna c'è Simone che lo guarda dritto negli occhi e si rende conto che è tutto vero. Tra poche ore questa magia sarebbe finita per far spazio ad altra angoscia ma ora voleva godersi ogni momento a pieno.
 
"E ora dopo questo aperitivo che ti va di fare?"
"Simò ma tu stai già spendendo un capitale per me"
 
"Senti, se non la smetti con questi sensi di colpa ti pianto in asso qui? Ok?"
"Uè, come siamo minacciosi"
 
"Che dici? Sono credibile?"
"Manco pe niente Simò, tieni gli occhi troppo buoni"
 
"Allora, adesso dove andiamo?"
"E mica ci abito io a Roma, sei tu che devi farmi da cicerone" 
 
"Mhh, non hai tutti i torti. Andiamo allora che ti devo far vedere tanti posti"
"Andiamo" e si sorrisero complici 
 
Simone gli aveva fatto fare un piccolo giro turistico, lo aveva portato a vedere la Basilica di San Pietro, il castel Sant'Angelo, il ponte che affacciava sul Tevere, piazza di Spagna e poi con la metro erano arrivati a vedere la famosa fontana di Trevi. In quell'asso di tempo Simone si incantava, lettermente, a guardare la faccia stupita, curiosa e felice di Mimmo. Così felice lo aveva visto solo quando si erano dichiarati reciprocamente e quando avevano fatto l'amore ma ora era come un vero e proprio appuntamento, la partita saltata ormai era un lontano ricordo. Alla fontana di Trevi, come vuole la tradizione, hanno lanciato una monetina ed espresso un desiderio e inconsapevolmente avevano pensato alla stessa cosa entrambi.
 
Dopo questo lungo giro erano parecchio stanchi ma felici, si erano seduti su una panchina per riposare un po' i piedi.
 
"Marò Simò, domani non avrò più i piedi"
"Sei fuori forma amò"
 
"Com'è che mi hai chiamato?"
"A m ò"
 
"Questo amò con l'accento romano è molto..."
"Mimmo"
 
"Oh, che c'è? Non stavo dicendo nulla di sconveniente"
"Sisi, come no. Comunque puoi sempre venire ad allenarti in palestra con me dopo la biblioteca"
"Poi sarei io quello malizioso" rispose Mimmo con un sorrisino compiaciuto 
 
"Beh, ora che facciamo? Abbiamo ancora circa due ore e mezza"
"A me è venuta fame Simò, aggià camminato troppo"
"Anche a me, a dire il vero. Cosa vorresti mangiare?"
 
"Boh, cosa c'è da provare tipico di Roma?"
"Eh, tante cose. La carbonara, la cacio e pepe, la pinsa romana, la gricia, i supplì"
 
"E se volessi mangiarle tutte come aggià fà?"
"Nessun problema, ti aiuto io. Conosco un posto molto carino che fa tutte queste cose tipo fast food"
 
"Ed è lontano?"
"È vicino al vicolo scelleratus" 
"Ah" rispose Mimmo con un sorriso imbarazzato 
 
Il posto era davvero carino come gli aveva detto Simone e aveva mangiato così tanto che stava letteralmente esplodendo. Una volta usciti dal locale andarono insieme, stavolta mano nella mano, per le scale di quel vicolo. Una volta soli si scambiarano qualche bacio ma sorridevano così tanto che le loro labbra erano parecchio scordinate ma non importava. 
 
"E alla fine ci siamo venuti a baciare qui, proprio come i turisti"
"Direi finalmente"
 
"E io ti ho capito a te, mi avevi portato qui e già mi volevi limonare"
"Mi hai sgamato. Beh, dopo due mesi ci siamo riusciti, no?"
 
"Si, ed è anche molto romantico"
"Non ti facevo così romantico signor Bruni"
 
"Beh, senti chi parla"
"Non hai tutti i torti, siamo due sottoni" disse Simone e risero insieme 
 
"Si sta facendo tardi, mi sa che dobbiamo andare" disse Mimmo
"No, ancora abbiamo un po' di tempo. Non mettermi ansia"
 
"Però ci possiamo avvicinare nella zona del carcere? Ho paura di fare tardi e di prendermi na cazziata"
"Certo, anzi ti stavo giusto proponendo un'ultima cosa da fare"
 
"Cosa?"
"Il luna park, è in una zona meno centrale e poi con il motorino arriviamo subito in carcere. Ti piacerebbe andarci?"
 
"Si, ma non saremo un po' grandi?"
"Noi? Ma dai, ci divertiremo moltissimo"
"Mi fido"
 
"E poi giusto per non sembrare bambini ci prenderemo anche lo zucchero filato"
"Si" rispose entusiasta Mimmo
 
Il tempo a disposizione da passare al luna park era relativamente poco così si soffermarono solo su alcune giostre e sullo zucchero filato ovviamente e prima di prenderlo fecero un giro sulla giostra con le altalene, Simone si girava spesso a destra a vedere Mimmo e il suo sorriso e quasi gli veniva da piangere perché quel ragazzo se lo meritava proprio. Avrebbe voluto vederlo così sorridente sempre, gli avrebbe comprato la luna se fosse stato necessario. 
 
E dopo quel giro in giostra presero finalmente il famoso bastoncino ricoperto di zucchero filato, da dividersi come due fidanzatini adolescenti ed erano estremamente imbarazzanti e ad un passo da una paralisi facciale per quanto stessero sorridendo in quelle ore insieme.
 
"Sai, mi piace vederti mangiare" disse Simone
"Sono così ridicolo?"
 
"Nono, che hai capito. È che ti vedo felice e boh, sei troppo tenero mentre mangi"
 
E Mimmo arrosì, Simone prese per proseguire:
 
"Scusami, non ti volevo mettere a disagio con questa cosa"
"Sta sereno, non mi hai messo a disagio semmai mi hai lusingato"
 
"Ah, meno male. Pensavo di aver detto una cosa un po' inquietante"
"Ma quando mai Simò, anche a me piace vederti mangiare"
 
"Vedi, siamo proprio anime gemelle"
"È il fato"
"Che ci ha fatto incontrare" rispose Simone e Mimmo si illuminò pensando a quei momenti lì. 
 
Simone ad un tratto, prima che potesse finire quella palla enorme di zucchero filato, prese il cellulare. 
 
"Ma che fai Simò?"
"Una foto, voglio immortalare noi in questo esatto momento"
"Non abbiamo ancora una foto nostra in effetti"
 
Dopo averla scattata Simone disse:
"Sembriamo proprio dei bimbi con questo coso in mano"
"Forse è vero ma nun me ne fotte propr, siamo bellissimi Simò"
"E anche modesti"
"Soprattutto" 
 
Le 22 si avvicinavano inesorabilmente ma tutto quello che volevano fare, nonostante la stanchezza infinita, lo avevano fatto. O meglio era stato Simone a spronare Mimmo a viversi queste ore di libertà e il suo volto così felice ne era la prova. Si baciarono prima di raggiungere il carcere, Mimmo era già preso male ma non voleva darlo a vedere e anche Simone iniziava ad essere triste. 
Una volta sceso dal motorino, diede il casco a Simone per riporlo e si scambiarono qualche altra parola. 
 
"Simò, io non so davvero come ringraziarti"
"Non mi devi ringraziare, ti ricordo che stiamo insieme e io lo faccio perché sei importante per me"
 
"E tieni anche tu ragione ma non posso non dirti grazie per avermi fatto vivere le ore più belle dalla mia vita dopo anni, anche tu sei importante per me. Accusì assai che u nun sacciù dicere a parole"
 
"Ti bacerei, se potessi"
"Anche io...
Comunque ci siamo proprio divertiti, no?"
domandò Simone 
 
"Si, tantissimo. Sono stato troppo bene, adesso sarà un trauma entrare ccà intra"
"E tu pensa a me" 
 
"Quello sempre Simò, sei l'unica cosa bella che mi è successa in tutta la mia vita e oggi hai sacrificato la tua trasferta solo per stare con me. Mi sono sentito un egoista quando sono venuto in lacrime da te"
 
"Meno male che tra due minuti rientri perché non ti sopporto quando parli solo per sensi di colpa, non sei Edipo" 
E Mimmo scoppiò a ridere 
 
"A me della partita persa di rugby non mi frega nulla. Anche io oggi con te sono stato bene, felice come non lo ero da tempo. Ci saranno altre occasioni come queste, te lo prometto"
 
"Ci conto"
 
"Adesso vai, prima che succeda qualche casino" disse a malincuore Simone e anche Mimmo a malincuore dovette dirgli "buonanotte" prima di rientrare in quell'ambiente angusto e freddo.
 
Entrambi, una volta sdraiati sui loro letti, ripercorrevano quel pomeriggio folle passato insieme e si addormenterano felici. 
 
 
 
   
 
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