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Autore: El303    24/02/2024    1 recensioni
[DOC Nelle Tue Mani ]
Andrea Fanti, detto Doc, se ne stava in piedi, guardando gli operatori del suo reparto di medicina interna mentre si rimettevano in moto. Il primario era reduce di una lunga mattinata. Aveva appena salvato la vita ad una donna in travaglio, chiusi in ascensore, durante un terremoto. La donna sembrava non avere speranze, ma Doc non si è arreso e le ha tenuto la mano tutto il tempo mentre le prometteva che ce l’avrebbero fatta: lei e il bambino. Che cosa sarebbe successo se la botta alla testa gli avesse provocato una commozione?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qualcosa non andava. Questo pensava Giulia mentre si dirigeva verso Doc. Ormai non era più in difficoltà a chiamarlo così, anzi, non c’era nome che secondo lei gli si addiceva meglio. Andrea Fanti, detto Doc, se ne stava in piedi, guardando gli operatori del suo reparto di medicina interna mentre si rimettevano in moto. Il primario era reduce di una lunga mattinata. Aveva appena salvato la vita ad una donna in travaglio, chiusi in ascensore, durante un terremoto. La donna sembrava non avere speranze, ma Doc non si è arreso e le ha tenuto la mano tutto il tempo mentre le prometteva che ce l’avrebbero fatta: lei e il bambino. Sapeva dell’errore che stava commentando, non si fanno mai promesse ai pazienti. Ma quella donna aveva bisogno di credere in qualcosa, e Doc l’aveva capito.
- Sei in ritardo - disse Giulia con un sorriso sul volto - è un’ora che ti aspetto.
- Scusa, ho preso una botta alla testa, tu sei? - Giulia rimase ad analizzare l’uomo. I suoi occhi, il suo volto, il taglio che aveva sulla tempia destra…
- Che stronzo! - e sorridendo, cominciò a dirigersi verso l’ascensore.

Quando arrivò davanti al luogo nel quale il primario aveva passato l’ultima ora, rimase scioccata dalla quantità di sangue che cominciò a riempire il suo campo visivo. Si girò verso Doc, che la stava seguendo con l’ombra di un sorriso e l’aria stanca. Era pallido e un velo di sudore gli copriva il volto, sembrava esausto. In quel momento Giulia si rese conto che non aveva neanche chiesto al medico come stesse, ma aveva paura di mostrare troppi sentimenti nei suoi confronti. Del resto, lui non aveva fatto altro che ferirla o deluderla. Giulia entrò nell’ascensore e il primario la seguì.
- Ho avuto paura di non vederti mai più - le disse dopo che le porte si chiusero. Giulia non sapeva se era per l’aria distrutta o gli occhi lucidi, ma il muro che aveva creato per non permettere a Doc di vedere i suoi sentimenti non ebbe neanche il tempo di crollare mentre rispondeva.
- Anche io. - e si porse in avanti per stringerlo in un abbraccio. Dopo una giornata come quella, Giulia sperava che quell’abbraccio non avesse fine, ma c’era questa cosa, questa sensazione, che le diceva che qualcosa non andava. Così si allontanò leggermente da lui, per osservarlo.
- A che piano scende, signorina? - Le chiese lui, sforzando un sorriso e avvicinandosi prima alla pulsantiera dell’ascensore e poi di nuovo verso di lei.
- Non voglio scendere… - come un sussurro queste parole uscirono dalla bocca di Giulia, troppo persa ad aspettare che le sue labbra incontrassero quelle di Doc.

Lui le prese il viso con le mani, e la ragazza si abbandonò al bacio ancor prima di rendersene conto. Tutto quello che desiderava da mesi, da anni, era che lui la baciasse in quel modo. Come non aveva ancora mai fatto con lei, ma forse solo con sua moglie anni prima. Non aspettava altro da quando aveva fatto la conoscenza di Andrea Fanti, e allora perché aveva ancora quella brutta sensazione? Le mani del primario tremarono sul suo viso, e lei si accorse che anche il resto del corpo era preso da continui tremiti.
- Doc… - cercò di chiamarlo, ma lui non sembrava sentirla. Cercava di nuovo le sue labbra e lei poggiò entrambi le sue mani sul volto di lui. Ed in quel momento si rese conto che quel taglio che il medico aveva sulla fronte aveva cominciato a sanguinare di nuovo.
- Doc, Andrea… Stai bene? - gli occhi di lui aperti come una fessura.
- E tu? - Doc sembrava completamente distratto, non posava il suo sguardo su di lei.
- Si, ma tu stai sanguinando - lo interruppe. - Rispondimi. Ti senti bene?
- Si certo. - mentiva. Era un pre-frontale, e Giulia aveva imparato che i pre-frontali non sanno mentire. Doc era solito dire bugie, faceva il medico, ma Giulia aveva imparato a riconoscere quando non diceva la verità - Sono solo stanco e anche tu.
- Stai tremando, voglio medicare quel taglio. Andiamo - Giulia gli prese la mano, ma lui non si mosse.
- Non voglio scendere. L’hai detto anche tu, anche tu non volevi scendere - le loro labbra erano di nuovo vicine e Giulia si lasciò avvicinare di nuovo.

Lei voleva davvero un altro bacio ma, mentre ci pensava, il bacio tardava ad arrivare e aprendo gli occhi si ritrovò a guardare il volto di Andrea Fanti completamente privo di colore. Mentre cercava di chiamarlo per nome, guardandolo negli occhi, il primario si accasciò completamente verso di lei, perdendo conoscenza. Giulia fece giusto in tempo ad evitare che sbattesse di nuovo la testa, accompagnandolo verso il pavimento e poi cominciò a chiamare aiuto ancor prima di premere il pulsante per l’apertura delle porte.
- AIUTO! Chiamate qualcuno! DAMIANO, TERESA! - La strutturata non voleva allontanarsi troppo dal corpo inerme di Doc. Era così pallido e la paura che un’altra scossa di terremoto arrivasse mentre erano ancora in ascensore si fece largo nella sua mente. Così prese a trascinare il suo corpo fuori dall’ascensore. Il dottor Sandri e Teresa, la caposala, arrivarono in suo soccorso.
- Oh santi numi - disse allarmata Teresa - Che gli è successo? Portate una barella!
- Avrei dovuto capirlo, dannazione - esclamò Giulia - Aveva detto di aver preso una botta in testa, ma non gli ho dato peso perché lui non gli ha dato peso… Mi sono fidata di lui.
- Non voleva farti preoccupare probabilmente - disse Enrico, sollevandolo da terra con l’aiuto di Damiano e poggiandolo sulla barella appena portata da alcuni specializzandi preoccupati.
- Bonvegna, portalo a fare una tac. Già gli manca una parte di cervello, speriamo che non si sia perso anche dell’altro - disse Teresa.

Giulia non riusciva a capacitarsi di come aveva fatto a non rendersene conto. Lei era un medico e gli occhi di Doc sembravano completamente disattenti. Come in continua ricerca di qualcosa da guardare, quando lei era proprio davanti a lui. 

Probabilmente è solo una lieve commozione. Cercò di auto-convincersi che la botta che Doc deve aver dato non sarà stata così forte da creargli un trauma più grave. Mentre si dirigeva verso la sala tac si scontrò con l’ostetrica che era rimasta bloccata con Andrea in ascensore.
- Hey, scusa! - la ragazza si fermò - Ciao, Andrea ha appena perso conoscenza e volevo chiederti se sai dirmi dove e quanto forte ha sbattuto la testa, così da poter cominciare a ipotizzare qualcosa.

Il dottor Sandri dietro di me, aspettando anche lui una risposta della giovane ostetrica.
- Non lo so, non sono riuscita a vedere bene. La luce nell’ascensore si è spenta durante la prima scossa, e ho sentito un forte rumore, ma non ho avuto modo di chiedergli dove avesse sbattuto - rispose lei, toccandosi la nuca come per cercare di estrapolare i ricordi direttamente dal retro della testa.
- Hai visto se provava dolore? Si è lamentato di qualcosa? - questa volta fu Enrico a parlare.
- Quando gli ho fatto notare che aveva un taglio sembrava confuso, come se non si ricordasse di aver sbattuto, ma penso sia stata una botta bella forte. Non si è lamentato mai, ma forse anche perché c’era la paziente. È Andrea Fanti, lui non farebbe mai vedere ad un paziente che la situazione è messa male.

Giulia pensò che la ragazza aveva ragione. Forse è per quello che è crollato in ascensore. Lei non poteva far nulla, lui non si sarebbe lasciato aiutare fino a crollare.
- È una commozione! - disse correndo Bonvegna - di primo grado, starà bene.

Bonvegna sorrise e Giulia buttò fuori un respiro che non si rese conto di star tenendo. Aveva avuto paura di perderlo. Di nuovo.

   
 
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