i n i m i c a t a
Le dita tremano mentre battono lettera dopo lettera, la tastiera sussulta a ogni colpo. C’è qualcosa di sbagliato nell’adrenalina che senti, sa di marcio e sembra aggredirti.
Guardati negli occhi.
L’hai scritto, urlato, imposto a chiunque ti leggerà. Chiunque, ma non tu. I tuoi occhi non riesci a guardarli, sono incastrati in un’automobile rovesciata, abbandonati su un bancone malandato, perduti in errori commessi.
Perso le cose a cui tenevi di più.
Cose – te stessa. Ti sei persa quando hai iniziato a biasimarti – quando il dolore era troppo e non volevi sentirlo – e hai creduto che ferirti, incolparti, emarginarti fosse necessario.
Vediti per quello che sei veramente.
Un giorno, forse, chissà.
NdA: non credevo di fare una minuscola incursione in questo fandom, eppure eccomi qui, spronata dal contest Let’s drabble indetto da Mari Lace. La drabble è un missing moments dell’ultima puntata della seconda stagione, quando Karen dà voce al suo articolo – le espressioni in corsivo sono citazioni della serie TV e provengono dalla frase «Guardati negli occhi e dimmi che non sei eroico, che non hai patito, o sofferto... o perso le cose a cui tenevi di più». L’introspezione, come spero si evinca, chiama in causa l’intera biografia di Karen, compreso ciò che emerge nella terza stagione.
Il titolo è rivolto a Karen stessa, “nemica” di se stessa.
Grazie a chiunque sia qui.