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Autore: MelissaGelsi    27/02/2024    0 recensioni
(...)Lyndy si ricordò delle parole del padre nei suoi racconti 'Quando vedrai Ghost, lascia che ti mostri la via...' e agì, legò le redini lente al pomello e lanciò Harley al galoppo non appena vide Ghost partire a tutta velocità.(...)
Questa storia è per chi, come me non sopporta la morte di Ty.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Amy Fleming un tempo era conosciuta da tutti come la ragazza dei miracoli, sua madre sosteneva che possedeva il 'dono'. Ma ad oggi Amy non riesce più a lavorare con i cavalli, ha troppi pensieri e dolori nella sua testa, così si sta prendendo del tempo per sé stessa e per Lyndy Borden, sua figlia di 8 anni. Madre e figlia stavano montando nelle praterie poco fuori Heartland, il loro ranch familiare, in attesa di congiungersi con il resto della famiglia. Amy stava montando il suo adorato vecchio castrone morello Spartan, mentre sua figlia stava montando Harley, il castrone baio di suo padre, deceduto anni prima. Tutti e quattro avevano perso un compagno, un padre, un marito, un amico... La mancanza è una delle pene peggiori della vita. Amy è viva grazie a suo marito, Ty. Ty ha dato la sua vita, mettendosi in mezzo tra lei e il proiettile, non abbastanza da non ferirla 'Ma abbastanza per far morire lui', pensò Amy. 'Perché proprio lui?' Amy si sentiva una madre fallita, non riusciva a non piangere ogni giorno dalla morte di Ty e non poteva essere forte anche per sua figlia Lyndy, quando lei stessa ogni giorno si sentiva sempre di più senza fiato. Ty era il suo ossigeno e adesso per lei non c'è più aria. Ma Amy era anche una madre altrettanto fortunata, aveva i cavalli ad aiutarla. E come lei anche sua figlia ha ereditato questo 'dono', Lyndy ha creato un legame profondo con Harley che l'ha aiutata a superare la morte del padre. Anche Harley ha sofferto molto la mancanza di Ty i primi mesi dalla sua scomparsa, tanto da non mangiare e bere più, Amy era terrorizzata dal perdere anche lui. Lyndy senza Harley sprofonderebbe nel dolore, Harley senza Lyndy sarebbe morto di fame e sete. Amy ricorda ancora come se fosse ieri l'esatto istante in cui Lyndy e il cavallo di Ty si sono scelti, fu la notte in cui non trovò sua figlia nel letto bensì nel box di Harley. La bambina era sdraiata insieme al cavallo nel truciolo, la giacca di Ty ricopriva la schiena dell'animale che dormiva insieme a quella fragile bambina. Quella notte Amy li vegliò da lontano, mentre entrambi si lasciarono cullare da quella magra consolazione che ancora portava quella stoffa fredda, che una volta copriva le spalle di un corpo vivo e caldo... Amy però stava sprofondando nel dolore, lasciandosi cullare dall'oblio. Jack Bartlett, il nonno di Amy ha visto sua nipote perdere completamente l'interesse per il suo lavoro, la sua passione e forse anche per la vita. L'anziano era terrorizzato dall'idea di perdere Amy, la vedeva peggiorare giorno dopo giorno... come se volesse raggiungere Ty. Per lui, Ty era come un figlio e vederlo collassare a terra è stato doloroso quanto la perdita di Marion, sua figlia e nientemeno che la madre di Amy. Jack preparò Buddy, il suo castrone buckskin in attesa dell'arrivo di Lou, la sorella di Amy. Il nonno ripensò anche al suo vecchio cavallo Paint, alla sua prima moglie Lyndy, a sua figlia Marion... 'Sembra che il lutto non voglia lasciare respiro alla nostra famiglia' pensò. Lou Fleming fece il suo ingresso a cavallo nelle stalle, montava il suo castrone palomino Venus. -Nonno, dobbiamo muoverci Amy e Lyndy sono già a metà strada, non voglio che arrivino prima di noi al cimitero. Hanno bisogno di tutto il nostro supporto per superare quest'altro anniversario di morte, non voglio che Amy collassi come l'anno scorso...- disse la donna. -Lo so Lou, mi sto sbrigando come vedi! Forza aiutami a salire!- disse Jack nervoso dalla situazione. Una volta in sella lanciarono i loro cavalli al galoppo per raggiungerle in breve tempo. Tim Fleming, il padre delle due sorelle, vide Jack e Lou al galoppo sul sentiero -Eii!- urlò. -Aspettatemi, vengo con voi!- disse una volta che i due rallentarono per avvicinarsi a lui. Tim era sul suo vecchio cavallo palomino Champ. -Dovevi essere già li con loro Tim!- lo accusò Jack -Muoviamoci!- continuò. I tre spronarono i loro cavalli al trotto, non mancava molto al punto di ritrovo. In una manciata di minuti, furono in cima alla collina e videro Amy insieme a Lyndy. Amy vide suo padre, suo nonno e sua sorella avvicinarsi al passo, tutti e tre avevano uno sguardo basso... Come se non sapessero come comportarsi o cosa dire 'Non c'è nulla da dire, Ty è morto. Ed io mi ritrovo qui a fare una stupida commemorazione credendo e sperando in un segno che non arriverà mai' pensò con rabbia lei. Quanto voleva risentirsi avvolta nelle braccia dell'uomo che ama, quanto voleva sentire il suo calore, il suo odore, il suo tocco, la sua voce... -Siamo quasi arrivati, siamo tutti pronti?- chiese lei ad alta voce più a se stessa che a tutti gli altri. I tre adulti annuirono, Lyndy fece un breve sorriso prima di abbassare lo sguardo con gli occhi pieni di lacrime. La bambina però non voleva mostrare le lacrime alla madre, sapeva quanto stesse male e quanto cercasse di nascondere il dolore, sentiva le sue grida di dolore ogni notte. Camminarono per altri minuti, una volta arrivati all'ingresso del cimitero Harley si bloccò, Amy sbiancò quando vide all'entrata del cimitero un cavallo scrutarli. Lyndy conosceva la storia di un cavallo fantasma, ma non lo aveva mai visto dal vivo e non credeva potesse essere vero. Quel cavallo era come il cavallo descritto da suo padre, un bellissimo Mustang con il mantello maculato. Tim, Jack e Lou sapevano che quel cavallo era più di un cavallo per Amy, ma non avevano compreso cosa significasse per lei vederlo lì, vivo davanti a loro, erano anni che non veniva avvistato... Dalla morte di suo marito. Mentre Amy si perdeva a crollare nella speranza e nel dolore, Lyndy si ricordò delle parole del padre nei suoi racconti 'Quando vedrai Ghost, lascia che ti mostri la via...' e agì, legò le redini lente al pomello e lanciò Harley al galoppo non appena vide Ghost partire a tutta velocità. Harley prese a seguire il Mustang, senza comandi della sua giovane amazzone che chiudeva gli occhi lasciandosi trasportare dal respiro, dal battito del cuore e dai muscoli del cavallo. Amy non ebbe il tempo di reagire, poiché Spartan partì senza nessun preavviso dietro al suo compagno di mille corse, Harley. I due cavalli si fronteggiavano al galoppo, seguendo quello che veniva considerato da molti anni il cavallo fantasma. Tim, Jack e Lou dovettero spronare i loro cavalli per inseguirle, faticando a stargli dietro. -Ma cosa diamine stanno facendo!?- urlò Tim, reggendo il suo cappello che rischiava di volare con il vento che si infrangeva contro la sua faccia, al galoppo sfrenato. -Troppo difficile da spiegare, pensa a galoppare Tim!- urlò Jack. Amy guardò la figlia abbandonata completamente al suo cavallo che galoppava dietro a Ghost. Lei ancora tratteneva Spartan per le redini, ma guardando sua figlia capì... Legò le redini in modo che non finissero tra gli zoccoli di Spartan e aprì le braccia lasciandosi trasportare e assaporando ogni istante di quella folle corsa. La donna non sapeva cosa avrebbero trovato, o dove Ghost li stava portando... Ma voleva solo godersi il momento. Ghost rallentò il passo, i quattro adulti e la bambina stavano montando da ore ormai, seguendo il Mustang nel più assoluto silenzio. Si ritrovarono dietro al paese, Amy iniziava a preoccuparsi. Se Ghost si fosse avvicinato troppo alle abitazioni sarebbe stato in pericolo, bloccata nei suoi pensieri non si rese conto che Ghost ripartì nella sua folle corsa 'No, no il paese no!' pensò lei. -Dobbiamo fermarlo!- urlò Amy alla sua famiglia, galoppando nella stessa direzione del Mustang. Lyndy però lanciò Harley a velocità maggiore di quanto Spartan riuscisse, spronando Ghost a mostrarle la strada. Il cavallo fantasma inchiodò la sua folle corsa davanti ad una struttura privata e prese a fissare gli adulti che galoppavano per cercare di spaventarlo per farlo galoppare al sicuro nelle praterie. Ghost rimase immobile, fin quando... -Ei bello sei già di ritorno?- una voce parlò dalla finestra, prima di richiuderla. Lyndy, riconobbe subito quella voce e credeva fosse frutto della sua fantasia, sperava che sua madre non si avvicinasse più del dovuto. -Lyndy che sta succedendo!?- chiese la madre mentre si avvicinava a sua figlia, paralizzata dallo shock. Nel frattempo la raggiunsero anche Tim, Lou e Jack in silenzio. -Dobbiamo far allontanare Ghost!- urlò Amy a sua figlia, ma la porta dell'edificio si aprì mostrando un uomo in pigiama che si aiutava con un deambulatore. L'uomo si avvicinò al cavallo selvaggio controllando una ferita ad un posteriore che fino ad all'ora nessuno aveva notato, prima di vedere una bambina che piangeva con un cavallo che sembrava... -Harley!- attimo di silenzio -Lyndy...- l'uomo si perse nel dolore, non voleva voltarsi per vedere chi c'era con la bambina, non poteva essere sola e infatti -Amy...- sussurrò. Un sussurro, quella voce, quel corpo, quel volto... Amy tremava dal dolore e dallo shock. 'Non può essere lui, non può!' pensò Amy, mentre le lacrime incominciavano a scendere sulle sue guance. Non si rese neppure conto di star singhiozzando con forza, fin quando non vide Lyndy correre verso colui che sembrava essere suo padre defunto anni prima. -Papà! Papà, papà!- urlava Lyndy mentre si lanciava contro il corpo dell'uomo -Ty... Non può essere. Ty...- iniziò a ripetere ad alta voce Amy -No-n può essere lui, è crollato davanti a noi... Lo hanno portato via dicendo che era m-morto...- pianse instabile sulle sue gambe. Jack era paralizzato dietro Amy, non sapeva come consolare sua nipote e non erano ancora certi che quell'uomo fosse davvero Ty. Avevano celebrato il funerale, il suo corpo... Lui era collassato a terra! Lo avevano visto privo di vita. Jack non poteva credere a quello che stava accadendo, Lyndy era abbracciata a quell'uomo e sembrava davvero Ty, anche lui piangeva chiedendo perdono a quella creatura messa al mondo da lui e Amy. Ty crollò a terra con il peso della loro bambina, il deambulatore c'era per un motivo, pensò Jack. Amy non si mosse, finché le sue ginocchia cedettero e si accasciò a terra piangendo, Lou e Tim non si mossero e non scesero dai loro cavalli troppo sconvolti dalla scena presentatasi davanti a loro, non era il loro momento quello. Tutti quanti piangevano, ma Amy era dilaniata. Singhiozzava incessantemente alla vista di Ty con Lindy e non riusciva a rialzarsi, non capiva se era soltanto un sogno o se era la realtà. Ty ha stretto tra le sue braccia sua figlia per vari minuti, non voleva lasciarla andare. Ma doveva avere tra le braccia sua moglie 'Colei che era mia moglie, dopo tutti questi anni chissà...' pensò Ty con tristezza, dopotutto è stato in coma per quasi 4 anni... Non sapeva come spiegare alla donna che ama il perché hanno inscenato la sua morte, del perché nessuno sapeva dove lui si trovasse e del perché è stato nascosto... Non era pronto per tutto questo. Ty immaginava il suo ritorno a Heartland una volta riacquisite le forze per stare in piedi per più di 5 minuti, non aveva più i muscoli e camminare era faticoso così come qualsiasi altro minimo movimento nei mesi precedenti. L'uomo era anche profondamente spaventato dall'idea che Amy si fosse rifatta una vita con un altro uomo, 'È egoistico lo so, ma per me il tempo non è stato altro che un sonno un po' più lungo della notte' pensò Ty . -Lyndy, amore... Devo andare da tua madre.- spiegò alla bambina che annuì -La mamma piang-ge tutte le notti da quando te ne sei andato, io ho detto che saresti tornato papà.- disse la bambina con innocenza. Ty trovò la forza di rimettersi in piedi, faticando ad arrivare al suo deambulatore, Lyndy si spostò andando verso Harley. Sua figlia aveva solo 8 anni, eppure era così grande di testa. 'Quanto l'ho fatta soffrire per farla crescere così!?' pensò lui. Ty arrancò fino a sua moglie a terra, scossa da brividi e singhiozzi. Non sapeva come avvicinarsi a lei, aveva paura di farla esplodere in uno shock maggiore. Perso nei suoi pensieri a malapena si accorse di Jack alle spalle della donna che ama che lo guardava con le lacrime. Una volta abbastanza vicino ad Amy, Ty si accasciò al suo fianco e avvicinò una mano verso la sua guancia, lei alzò e inchiodò lo sguardo nei suoi occhi. -Ty...- sussurrò lei -Si Amy, s-sono io... Mi dispiace così tanto...- spiegò lui. -Perchè! Perché tutto questo Ty! Noi ti credevamo morto... Sai, sai... Oh Ty.- balbettò lei prima di buttarsi tra le braccia che tanto amava. -Ero in coma Amy, io non sapevo!- gli spiegò lui mentre assaporava il profumo dei capelli di lei, gli era mancata così tanto. Ty non si aspettava un abbraccio, credeva che lo avrebbe allontanato... Invece tra le sue braccia aveva ancora la sua ragazza dei miracoli. -T-ty!- chiamò lei prima di avventarsi sulle sue labbra in un casto bacio a stampo pieno di tutto il dolore accumulato. Amy non aveva bisogno di sentire spiegazioni, non le importava più. Non sapeva il motivo della sua finta morte, aveva solo compreso che Ty era in coma e che l'ama ancora. Non era tempo di spiegazioni, con tutto quello che hanno passato le bastava sapere che lui è lì con lei, non è fuggito e non fuggirà più, lo vede dai suoi occhi e dal dolore impresso in essi. -Torniamo a casa?- chiese lui a sua moglie e sua figlia, prima di voltarsi -Quanto è bello rivederti Ty- sospirò Jack prima di abbracciarlo con forza, anche Tim e Lou scoppiarono a piangere abbracciando quell'uomo che fino a poche ore fa credevano morto. Mentre gli umani si abbracciavano, Ghost svanì nel nulla. Chissà se lo avrebbero più rivisto, era ormai anziano e aveva donato a loro un ultimo regalo. Era ora di tornare a Heartland.
   
 
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