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Autore: Marlena_Libby    28/02/2024    1 recensioni
Il principe Ahmed sposa una fata potentissima
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In India viveva un sultano che aveva tre figli di nome Hussain, Alì e Ahmed.
A corte era cresciuta una fanciulla di incantevole bellezza di nome Nurunniar, rimasta orfana quando era molto piccola.
I tre principi si innamorarono di lei e la chiesero in sposa al padre.
- Figli miei, siate ragionevoli, Nurunniar può sposare solo uno di voi - disse il sultano. - Mettetevi in viaggio e, chi di voi al ritorno mi porterà la cosa più rara e straordinaria, sposerà Nurunniar.
I tre principi si travestirono da mercanti e si misero in viaggio.
Dopo qualche mese Ahmed giunse in una città dove comprò un tappeto volante, che usò per tornare a casa.
Anche i suoi fratelli erano tornati.
- Padre, questo cannocchiale d'oro permette di vedere una persona cara in qualsiasi momento, non importa quanto essa sia lontana! - disse Alì.
- Io ho una mela che permette di guarire da qualsiasi malattia chi la mangia! - disse Hussain.
- E io ho un tappeto volante! - disse Ahmed.
Il sultano non riusciva a decidere quale oggetto fosse il migliore, così li sottopose a un'altra prova: - Prendete arco e frecce. Nurunniar sposerà colui che scaglierà la propria freccia più lontano.
Per primo tirò Hussain, poi Alì e la sua freccia atterrò più lontano di quella del fratello.
Per ultimo tirò Ahmed, ma nessuno vide atterrare la sua freccia.
La cercarono a lungo, ma non riuscirono a trovarla.
Allora il sultano diede Nurunniar in sposa ad Alì.
Hussain, per il dolore, si ritirò nel deserto e nessuno lo vide più.
Ahmed non voleva rassegnarsi alla sconfitta, così cercò la sua freccia e la trovò ai piedi di una parete rocciosa.
La punta indicava uno stretto passaggio, Ahmed lo attraversò e si trovò davanti a una pesante porta.
La aprì e trovò sale riccamente addobbate, portici e stupendi giardini.
Poi una bellissima fanciulla gli venne incontro.
- Principe Ahmed, sono la fata Pari-Banu e da tempo ti ho scelto come mio sposo. Vieni, ti farò visitare il mio palazzo.
La fata gli parlò con tale dolcezza che Ahmed ne fu subito conquistato e pochi giorni dopo si sposarono.
La vita in quel palazzo era fantastica, c'erano feste in continuazione.
Poi un giorno Ahmed disse: - Pari-Banu, io sono felice con te, ma vorrei andare a trovare mio padre, sarà preoccupatissimo per me.
- Vai pure mio sposo, ma non parlargli di me e del mio palazzo.
Così Ahmed andò da suo padre accompagnato da un sacco di cavalieri.
Il sultano lo abbracciò e disse: - Caro Ahmed, sapevo che non eri morto, perché la maga Kalibur ha consultato la sua sfera di cristallo e mi ha detto che stavi bene! Cosa ti è successo? Dove vivi?
Ahmed gli raccontò del suo matrimonio, ma non disse dove si trovava il palazzo.
Qualche giorno dopo andò via, ma il visir del sultano, invidioso, cercò di metterlo in cattiva luce.
- Avete notato, mio signore, che non c'era neppure un po' di polvere sugli abiti dei cavalieri che accompagnavano il principe Ahmed? È evidente che vostro figlio non è venuto da lontano. Io credo che si nasconda nel vostro regno per tramare qualcosa contro di voi.
- Non ti credo visir, ma lo farò comunque sorvegliare dalla maga Kalibur.
La vecchia seguì il principe e i suoi cavalieri, ma non riuscì a capire dove fossero andati.
Allora aspettò vicino alla montagna e qualche giorno dopo Ahmed ricomparve con il suo seguito.
Kalibur si sdraiò a terra e gridò: - Oh, come sto male! Cavalieri, per favore, aiutatemi!
Ahmed portò la vecchia nel palazzo, ma Pari-Banu si accorse subito dell'inganno.
- Siamo in un bel pasticcio, Ahmed! Questa è una maga che tuo padre ha mandato per spiarti e che gli racconterà tutto non appena uscirà di qui!
- Cara, ti assicuro che non lo sapevo!
- L'unica cosa che possiamo fare adesso è congedare la vecchia il più gentilmente possibile e aspettare.
Quando Ahmed tornò da suo padre, il sultano gli disse: - Visto che tua moglie è una fata tanto potente, voglio che mi regali un palazzo così piccolo che si possa tenere in mano, ma che una volta messo a terra diventi così grande da contenere tutta la mia corte!
Il principe tornò sconsolato dalla moglie, ma lei sapeva già tutto e accordò il dono.
Dopo qualche tempo il sultano chiese un altro dono: l'acqua della vita.
- Purtroppo stavolta posso darti solo delle indicazioni. Tu stesso devi andare a prendere l'acqua della vita - disse Pari-Banu ad Ahmed. - Porta con te dei pezzi di carne e, quando sarai arrivato alla fontana, gettali ai leoni che fanno la guardia e prendi l'acqua.
Ahmed seguì le indicazioni della moglie e portò l'acqua al padre.
- Adesso voglio che mi porti un uomo alto cinquanta centimetri, che sappia camminare, parlare e che sia più forte di dieci uomini messi insieme - disse il sultano.
Il principe tornò addolorato dalla moglie, ma lei sorrise con dolcezza e disse: - Qui ci vuole mio fratello Saibar.
Gettò un chicco di incenso fatato nel fuoco e il nano Saibar apparve.
Si mise in spalla una pesantissima sbarra di ferro dicendo: - È tanto per tenermi in allenamento! Cara sorella, eccomi pronto a seguire il tuo sposo!
I due andarono dal sultano, che si spaventò molto quando vide Saibar gettare a terra la sbarra di ferro.
- Desideravi vedermi, grande sultano? Ebbene, eccomi! - disse il nano con gli occhi che lanciavano lampi. - Che cosa vuoi?
- Solo offrirti la mia amicizia e raccomandarti la felicità del mio figliolo! - disse il sultano tremando.
Da quel giorno non chiese più nulla alla fata Pari-Banu e il principe Ahmed visse felice e contento con la sua sposa nel bel palazzo nella montagna.
   
 
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