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Autore: Altair13Sirio    03/03/2024    0 recensioni
[Darling in the FranXX]
Mille anni di pace non bastano a far svanire il passato. Quando dalle profondità della terra emergono dei giganti antichi, Hachi e Nana capiscono che il futuro dell'umanità è nuovamente incerto e dovranno agire per proteggere il mondo che hanno aiutato a costruire.
Formata una squadra di nuovi Parasite, i due adulti metteranno a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza per guidarli verso la battaglia, ma non tutto sarà facile per la nuova squadra e i ricordi di vecchi amici ritorneranno a galla dopo tanto tempo.
"Non credo che il caso possa andare così lontano... Forse il destino... E' così e basta. E ora noi dobbiamo prenderci cura di quei ragazzi!"
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
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«Quindi ne sei sicuro?»
Ryo si girò e ghignò; era troppo facile stuzzicarla, ma doveva ammettere che fosse un po’ cattivo a sfruttare l’incertezza della sua amica. «E' la terza volta che me lo chiedi, sei sicura che non lo stai facendo solo per sentirmelo dire?»
Il sorrisetto che gli rivolse Kya fu qualcosa di impagabile, era da tempo che non la vedeva così leggera e spensierata. «Forse…» Rispose cercando di nascondere le labbra con una mano. Ryo scosse la testa fingendo esasperazione e sorrise, voltandosi completamente verso di lei.
Il gazebo costruito dai ragazzi era così pacifico, perfetto per fermarsi ad ammirare il tramonto dopo una lunga giornata. Kya era ancora dolorante, i dottori che l'avevano visitata le avevano applicato degli speciali cerotti che avrebbero fatto credere al suo organismo di star guarendo, in modo da liberarsi del dolore per via naturale; poteva passeggiare per il parco, se lo voleva, ma le era stato detto di non esagerare con gli sforzi e di evitare movimenti bruschi. A quel punto, ogni cellula del suo corpo urlava per potersi stendere su un letto, ma non si sarebbe persa quel momento per nulla al mondo.
«Kya, voglio tornare a essere il tuo partner. Completamente!» Disse il ragazzo posandole le mani sulle spalle. «E' tutto passato, quando ho visto Iustitia venire ferito all'ultimo istante ho avuto una paura tremenda: ho pensato a tutto quello che sarebbe potuto succedere e ho capito che non valeva la pena di vivere lontano da te, in un mondo senza di te, che volevo semplicemente starti accanto e completarti come tu completi me, e che volevo tornare indietro il più presto possibile. E non parlo solo dell'essere Parasite…»
Le guance di Ryo si colorarono un po'. Di solito così in controllo delle proprie emozioni, diventò improvvisamente timido, ed era proprio ciò che avrebbe voluto vedere Kya, sapendo che fosse per lei che stava arrossendo. «Io… Ho ancora molto da imparare e qualcosa potrebbe non venirmi con naturalezza, ma… Ho visto come si comportano gli altri e voglio prenderli ad esempio! Voglio essere migliore, perché finalmente ho capito quello che provavi per me… E adesso sento che è lo stesso per me. Però… Ho bisogno di tempo, devo imparare a fare le cose per bene e dovrò anche farmi perdonare tutto quello che ti ho fatto negli ultimi tempi…» Il suo sguardo vacillò e lui faticò a trovare le parole giuste. «Insomma, quello che voglio dire, Kya… E' che io ti voglio bene… Ti voglio bene e voglio fare tutto per bene, perché…»
Senza aggiungere niente, la ragazza gli bloccò le labbra con due dita e poi si sporse per lasciargli un tenero bacio sulla guancia, quasi impercettibile. Era sempre stata più alta di lui, quindi non ebbe problemi a raggiungerlo, e quando si ritirò gli sorrise con calma.
«Per ora mi basta questo.» Mormorò felice. «Non c'è bisogno di bruciare le tappe.»
Ryo deglutì vistosamente, sorpreso da come Kya sembrasse paga da ciò, e finì per diventare rosso come il tramonto che li stava accarezzando in quel momento. Gli occhi di lei brillavano d'oro e le sue labbra delicate non ricevevano il giusto trattamento da quella luce intensa che ne attenuava il colore, ma il vento tra i capelli che le scopriva il viso riusciva a rimediare aggiungendo un tono di mistero alla sua bellezza ferina. La sua cara amica di una vita era di nuovo accanto a lui e per la prima volta in tanto tempo ne era felicissimo.
Si guardarono ancora per un secondo, gli occhi pieni di dolcezza mentre pensavano a parole che non sarebbero mai riusciti a scambiarsi, troppo imbarazzati dalla loro profondità, poi una voce li chiamò non troppo distante da lì; i loro amici riuniti sul prato, tutti insieme e in attesa che loro li raggiungessero. Era stato Kaoru a chiamarli, sfoggiando una corona di fiori sulla testa su cui cresceva un cortissimo strato di capelli da qualche tempo, mentre Aiko ne intrecciava una simile al suo fianco.
«Arriviamo!» Rispose la ragazza sbracciandosi, quindi tese una mano a Ryo. Lui la osservò con esitazione, ma poi reagì con sicurezza: intrecciò le dita alle sue e con un sorriso accompagnò Kya giù dal gazebo. Da una finestra di Mistilteinn, un paio di occhiali da sole rotti e aggiustati con del nastro adesivo osservavano beatamente quella scena.
Adesso i due Jian volavano di nuovo assieme.
 
*
 
I parametri erano stabili, i due Stridiosauri pronti all'attivazione. Era passato molto tempo dall'ultima volta che i Parasite originali avevano pilotato assieme, per questo Hachi e Nana avevano allestito quell'esercitazione mirata a far tornare la sintonia tra le due coppie. Nella sala c'era molta più tensione che prima di una battaglia, come se non potessero permettersi di sbagliare: i tecnici avevano dovuto lavorare molto per adattare i valori delle Pistil a quelli dei loro nuovi partner in tutto quel tempo e adesso che erano tornati insieme bisognava rimettere tutto in ordine sperando che non si fossero assuefatti troppo alle differenze in gioco.
Nonostante la calma apparente, Kya era estatica. Non riusciva a credere che fosse finalmente arrivato quel momento! E come lei, anche Aiko non stava più nella pelle. Finalmente le due ragazze stavano tornando a essere una cosa sola con i ragazzi che amavano, avrebbero potuto mettere a nudo tutte le loro emozioni e sentire nuovamente i loro pensieri, una sensazione tanto intima quanto assuefacente.
Si stavano ancora dando le ultime raccomandazioni, Ryo non voleva che si verificasse di nuovo qualcosa come quello che era successo la prima volta che erano saliti su Iustitia e nonostante l'emozione Kya giurò che sarebbe stata perfettamente sotto controllo.
Come al solito, le comunicazioni con la sala di controllo furono interrotte per lasciare ai piloti la solitudine necessaria a concentrarsi e organizzarsi. Per due minuti ininterrotti, prima di prendere posto, Kya rimase a fissare Ryo respirando lentamente e tradendo molto evidentemente una emozione più che esplosiva; i battiti correvano, gli occhi facevano di tutto per non soffermarsi su di lui, ogni cellula del suo corpo fremeva desiderosa di saltargli addosso e abbracciarlo, dichiarando tutto il suo amore per lui. No, lei era migliore di così! Aveva imparato a controllarsi, ma allora perché quell'istinto ora era più forte che mai?
Ryo la vide iniziare a respirare in maniera irregolare, le palpebre che sbattevano veloci sulle sclere acquose e le mani tremanti, con quelle dita che chiudendosi con forza nei palmi a malapena controllavano l'energia travolgente che aveva pervaso il suo corpo, conficcando le unghie nei palmi sudati.
«Hai bisogno di aiuto?»
«Ho solo bisogno di un attimo.» Rispose automatica lei. «Ho bisogno di un… Sto solo cercando di calmarmi.»
«Kya, lo abbiamo fatto decine di volte…»
«Lo so, lo so! E' solo che… E' passato tanto tempo e ho paura… Paura di rovinare tutto di nuovo!»
Si mise le mani alla fronte e voltandosi iniziò a respirare più forte, cercando disperatamente di riprendere il controllo. Ryo scosse la testa e si avvicinò di nuovo, abbandonando completamente il sedile che aveva solo sfiorato fino a quel momento.
«Kya, guardami per favore.» Le disse avvicinandosi. La ragazza si era accucciata per terra e si rifiutò di alzarsi, così fu lui che dovette abbassarsi al suo livello. Le prese il volto tra le mani e sorrise sereno. «Sai cosa è successo? Tra di noi, intendo.»
Lei gli rivolse uno sguardo smarrito, pieno di interrogativi; poteva anche essere finalmente di nuovo felice, ma ciò non significava che tutti i dubbi da cui fosse tormentata se ne fossero andati.
«Non siamo tornati indietro. Le cose non sono "tornate a com'erano prima." Siamo andati oltre, siamo cambiati tutti e due!» Disse il ragazzo senza mai spezzare il contatto visivo. «Il motivo per cui ho deciso che volevo tornare con te, sai qual è stato? E' stato che ho capito che tutto quanto, tutto quello che ti rendeva te in realtà mi è sempre piaciuto. Perché soffro molto di più a vedere uno spirito libero come te chiuso in una gabbia che ad avere dei fastidi quando sto con te; perché sono cambiato, e so che anche tu lo sei e per questo non potresti mai deludermi! Non puoi rovinare niente, Kya, perché l'unico modo per rovinare tutto sarebbe non stando accanto a me!»
L'ansia di Kya non passò, ma si affievolì sostituita in fretta da un leggero imbarazzo e alla sorpresa di sentire tali parole proprio dal suo migliore amico. Aveva sognato tanto di sentirsele dire, ma in un altro contesto; adesso riusciva solo a sentire i battiti del suo cuore e il fischio nelle sue orecchie.
Lo abbracciò senza pensare. Gli chiese di stringerla forte e lui capì che si era calmata un poco, quanto bastava per tornare a riempire i polmoni come si doveva e pensare con lucidità.
«Dimmi che ce la posso fare!» Ansimò lasciando andare l'abbraccio e prendendo il viso di Ryo così come lui aveva fatto con lei prima. «Dimmi che posso pilotare di nuovo assieme a te!»
«Certo che puoi, Kya!» Rispose prontamente lui, un po' incredulo di quella richiesta. «E' quello per cui sei nata!»
Kya annuì rapidamente e guardò oltre Ryo, come se avesse finalmente capito qualcosa che le era sfuggito per tutto quel tempo. «Hai ragione…» Mormorò. «Sono nata per questo!»
«E' la cosa che fai meglio.» Continuò lui. «Dopo rubare alcolici, ovvio.»
A Kya sfuggì da ridere senza che se ne accorgesse e anche lui rise a quel punto. Era riuscito a tranquillizzarla un po'; non avrebbe mai voluto vederla in quello stato e comprendeva di essere stato il motivo di quella sua discesa verso l'insicurezza, ma era pronto a farsi carico delle proprie responsabilità e restarle accanto per tutto il tempo necessario e anche oltre. Perché ora sapeva finalmente cosa voleva.
Si alzarono da terra e tenendosi per mano si diressero alla postazione di pilotaggio. Ryo si sedette al sedile di dietro come di consueto mentre Kya si sistemò nella cuccetta davanti; il casco sulle spalle si alzò e lo schermo iniziò ad accendersi mostrando i valori dei piloti ancora sullo zero.
«Scusate per avervi fatto attendere.» Disse Ryo aprendo una comunicazione con gli adulti. «Siamo pronti.»
Dalla sala di controllo arrivarono delle rispose piene di comprensione di Hachi e Nana, poi quando tutto fu pronto i tecnici gli diedero le solite indicazioni assieme a un conto alla rovescia.
«Entrambi gli Stridiosauri, liberi di partire.»
Ryo svuotò la mente e dopo un profondo respiro si immerse in quella che era la coscienza di Kya, la mente di Iustitia e il suo spirito; avvertiva ancora il nervosismo di lei, assieme alla sua impazienza e forse per questo furono un po' bruschi. Pensò che avrebbero sistemato tutto agendo con pazienza e Kya concordò; comunicavano senza neanche pensare, fluttuando in un mondo creato solo per loro, liberi di esplorarlo a proprio piacimento. Avrebbero potuto perdercisi per sempre ed essere felici insieme, tanto era bello. Erano una cosa sola.
I parametri, dopo un piccolo sbalzo all'inizio dell'operazione, ora salivano stabili. Un tecnico osservava le colonne dei valori alzarsi gradualmente, ma a un certo punto rilevò qualcosa di strano nei suoi dati: apparentemente dal nulla, un valore all'interno della connessione di Xenomorphus era salito esponenzialmente; subito dopo se ne aggiunse un altro, poi un altro e un altro ancora. Stessa cosa successe a Iustitia e in breve tempo gli schermi della sala furono una miriade di luci a intermittenza che avvertivano del pericolo.
«Che sta succedendo?» Domandò Nana avvicinandosi a un tecnico.
«I valori sono fuori controllo senza alcun motivo… Non ha senso!»
«Che diavolo significa che non ha senso? Deve esserci un motivo!»
All'interno della connessione una strana entità iniziò a prendere forma; Ryo la avvertì con tutti i suoi sensi, come se stesse apparendo proprio di fronte a lui, ma era un segnale troppo debole e confuso perché riuscisse a comprenderlo.
Sei davvero tu?
Parole che non erano sue gli si formarono nella mente, poi una scossa lo travolse tirandolo fuori in un attimo.
Lui e Kya vennero colpiti da convulsioni senza sapere cosa le avesse generate. Le luci attorno a loro erano troppo forti, come se qualcuno gli stesse puntando dei fari in faccia, lampeggiavano di un rosso fastidioso che faceva girare la testa. Delle scritte a caratteri cubitali torreggiavano su di loro ruotando lungo le pareti della cabina: CONTAMINAZIONE.
Senza la forza di alzare la testa o muovere un dito, lo sguardo gli cadde su Kya di fronte a lui, riversa sulla propria postazione e girata verso di lui, gli occhi spaventati a supplicarlo.
«Non sono stata io…» Mormorò prima che entrambi perdessero i sensi e gli allarmi diventarono una sirena distante.
   
 
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