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Autore: sandrinakiss92    07/03/2024    0 recensioni
Laura ha 19 anni e studia giornalismo. E' una studentessa del secondo anno alla Silas University che ha iniziato a indagare sugli inesplicabili eventi avvenuti all'interno del campus, dopo aver conosciuto Carmilla, una misteriosa, quanto riservata ragazza della sua stessa scuola. Dopo il loro incontro la vita di Laura non sarà più la stessa. Sarà proprio la protagonista della storia a narrare le vicende accadute nel suo blog, un anno dopo.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Carmilla Karnstein, Laura Hollis
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Nei sotterranei del castello della Silas, di cui non conoscevo l'esistenza, si trovava una vecchia miniera abbandonata. Di cosa ci facessero lì sotto non ne avevo idea, ma viste le cose come stavano andando, il pensiero di venirlo a sapere mi avrebbe fatto venire i brividi. Poco più avanti, una donna affascinante quanto inquietante e apparentemente sicura di se, recitava versi incomprensibili davanti una porta da cui filtrava una luce accecante. Non prometteva nulla di buono. "Nis ilim, zakaru, ezebu, anunnaki" Non l'avevo mai vista prima d'ora. Alta, capelli di un rosso ondulato che contribuiva al suo aspetto elegante. Indossava un abito lungo che fasciava le sue curve perfette. Quella doveva essere senza dubbio la rettrice. Il campus prevedeva l'iscrizione online e per tanto non c'era bisogno di nessun incontro con lei. Di fatti fu la sua segretaria a farne le veci per qualsiasi difficoltà da parte degli studenti. Carmilla apparve dietro di lei. "Goditela finchè puoi!" "sai, ti aspettavo, tesoro!" si voltò verso la figlia. "Mi chiedevo quando saresti arrivata. Vedo che hai quì con te il bottino." Carmilla mi guardò, sussurrandomi di non mostrarsi a lei, di non uscire allo scoperto della roccia che mi riparava. "Scusa, puoi ripetere quello che hai appena detto? sai, ero distratta dal fatto che tra poco morirai". Inutile dire che non le diedi ascolto. Mi parai dinnanzi a lei e con fare minaccioso le dissi "sappiamo come ucciderti. Questa spada è l'unico modo per eliminarti per sempre" Una risata fragorosa. “Oh non credo. Sei così sciocca da non pensare chi potessi mai essere. Lilith... Lilita...ti dice niente? io sono Lilith e sono immortale.” "So chi sei!" "allora avresti dovuto sapere anche che uccidere me implicherebbe uccidere Carmilla, o sai questo vero, piccola?" "fallo, Laura, non importa!" intervenne la ragazza che amavo. "No, non può essere" le mani mi tremavano a tal punto da farmi indebolire la presa "E che ne sarà di te? Perché non me l'hai detto prima?" "non avresti voluto lasciarmi andare" “no, certo che no. Non voglio vivere in un mondo in cui non ne fai parte" "non ha importanza, salverai il mondo, sarai finalmente felice. Forza, adesso!” M ordinò così di trafiggerla e io a malincuore, con le lacrime agli occhi...non feci più nulla. Troppo tardi. Ma l'avrei fatto veramente? "Oh, che amori! Se avete finito con questi stupidi discorsi melensi..." con uno scatto, la rettrice, sì spinse verso di me e prepotente mi strappò la spada tra le mani. "Credevate fosse così facile porre fine a tutto questo? povere illuse! Una volta preso il tuo cuore, casto, puro, la porta del'inferno sì aprirà, e vivremmo tuttì nel peccato, per sempre!" Un momento...l'altra sera io e Carmilla...questo significa che io... Ma non riuscivo più a muovermi, la donna mi mise la mano sul petto e ìn un colpo solo mi strappò via il cuore. Caddi a terra, priva di sensi, come se mi avessero appena piantato una pallottola al cervello. Non ricordo esattamente quello che successe dopo, come avrei potuto saperlo? L'ultima immagine che riuscì a vedere fu ìl viso di Carmilla, urlante. Brutto modo di andarsene, no? *Laura giaceva lì, distesa lungo quel pavimento roccioso, quasi come dormisse. Altri versi, "peta Babkama Luruba Anaku!", e poi un rumore. La porta imponente e sfarzosa che emanava la luce sinistra si spalancò di colpo e delle urla disperate diventavano sempre più assordanti. Dovevano essere le anime. "ho passato 6000 anni prima di rivedere il tuo volto, mio amato. Primo tra i defunti. per te ho rinunciato alla corona e vissuto in catene. Per te ho versato il mio sangue e mi sono arresa al tempo. Per te ho camminato a piedi nudi all'inferno. Hastur Arammu Titaan! mio amato, torna in vita, ricongiungiti a me!". Nessuna risposta. "Dove sei?" urlò "devi essere quì, devi!" Una voce per niente angelica assunse un tono furioso. "Non ti sembra di aver sbagliato qualcosa, povera ingrata?! non hai mai pensato che il cuore della prescelta debba essere senza peccato? sei solo una stupida! Sei stata tradita da tua figlia!" "Tu!"si rivolse a Carmilla con fare minaccioso, che mi teneva morente tra le braccia "vuoi farti beffe di me? ti mostrerò cosa significa soffrire!" Carmilla, questa volta, si alzò in piedi, fumante di rabbia. D'un tratto la sua fronte le si corrugò. I suoi occhi diventarono due spilli simili a quelli di un serpente, avevano assunto una tonalità di un giallo intenso e i suoi denti...i suoi denti diventarono affilati come due aghi pungenti. Le sue unghie erano diventati artigli, pronti a graffiare da un momento all'altro. Questo le succedeva quando perdeva il controllo e questa volta lo aveva perso per davvero. Carmilla si era promessa di non mostrarsi mai a Laura in quello stato. Se lo avesse fatto, probabilmente, la ragazza sarebbe fuggita via da lei, e questa volta per sempre. Ma fu tutto invano, Carmilla era bloccata, non riusciva a muoversi, la rettrice doveva averle fatto qualcosa. "credi che non lo sappia? credi che non sappia cosa significa vivere per l'eternità nel triste ricordo di un amore perduto? tu non sai cosa significhi amare, non lo hai mai saputo!" "non avrò avuto indietro il mio amato, ma le porte sono ancora aperte, Ridurrò questo posto in cenere e ossa!" A quelle parole, Laura rinsavì, catturando loro l'attenzione. "Carmilla" dissi tremante. Tutto ciò che volevo in quel momento era lei. "Carmilla!" Non ricordavo nemmeno di trovarmi lì. La testa faceva ancora male, nel punto in cui avevo sbattuto contro la roccia. "Laura" piangeva "vivi per me, ti prego!" "sta morendo, stupida ragazzina!" “noo! prendi me, lascia che lei continui a vivere!" implorava Carmilla, Questa volta inerme. "Sai, forse hai ragione. Meriti una condanna peggiore! "Carmilla!" "Forse morirò, non avrò più un cuore, ma non posso fartela passare liscia" Con tutta la forza che mi era rimasta, mi trascinai accanto alla rettrice. Sfiorai la parte superiore dei miei blazer e mi accorsi che nella tasca avevo portato con me l'amuleto che mi regalò Carmilla. Velocemente lo infilai al polso, afferrai da dietro la rettrice e la strinsi più forte che potevo. Cosa avevo da perdere dopotutto? ero pronta a morire, o forse lo ero già, per la persona che amavo. Volevo vivere e avrei combattuto finchè potevo. D'un tratto una luce bianca, accecante, ci scaraventò a terra. Ero stordita ma il cuore ricominciò a battermi. La mia vista non era capace di mettere ben a fuoco la figura che mi passò davanti, quella che sempre più veniva assorbita da quel candido biancore. Già, quella doveva essere Ell che stava raggiungendo l'aldilà. Ce l'abbiamo fatta?
   
 
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