Sembrava un bambino tanto adorabile quanto sveglio per essersi presentato a quell'ora a casa mia e portarmi una notizia del genere. “Ragazzino, è impossibile, io non ho figli. Dove sono i tuoi genitori?” Si fermò a guardarmi con quei suoi bei occhioni e mi disse: “10 anni fa, hai dato un bambino in adozione, per caso? beh, ero io!” Mi serviva qualche minuto per riflettere. Avevo i cuore in gola. Non poteva essere, eppure, proprio dieci anni fa, rimasi incinta. No, non lo avevo dimenticato, è solo che avevo preferito chiudere quel capitolo della mia vita. Decisi di darlo in adozione.  Non avrei mai potuto essere una buona madre, non dietro le sbarre, almeno. Che futuro avrei potuto offrire a quel bambino? Optai così per un adozione chiusa: una volta liberatami del neonato, non avrei più potuto avere contatti, nè con lui, nè con la sua famiglia adottiva. Non potevo crederci, quel ragazzino non mi somigliava nemmeno, ma... capelli castani, taglio degli occhi... Neal, somigliava decisamente a lui Neal Cassidy è stato l'amore della mia vita. Quante ne abbiamo passate insieme... Il nostro primo incontro fu un caso, a Portland. Avevo bisogno di una macchina e decisi di rubarne una. Devo dire di essere stata una tipa piuttosto sveglia per aver scelto la stessa che a cui aveva già messo le mani lui, con lui stesso all'interno. Dopo svariate avventure ci innamorammo e cominciammo a viaggiare insieme per il paese, saccheggiando piccoli supermercati. Eravamo due ragazzini, non avevamo molti soldi e nemmeno un lavoro stabile che ci mantenesse. Un giorno, Neal pensò bene che la nostra vita poteva cambiare in meglio, così mi propose di andare a vivere insieme, non importava dove. "Chiudi gli occhi e indica un punto sulla mappa". La sorte scelse per Tallahasee, una piccola cittadina americana della Florida. Avremmo vissuto lì la nostra vita spensierata, lontano da tutto e da tutti, lasciandoci il passato alle spalle e ricominciare una nuova vita daccapo. Purtroppo non ne avemmo occasione. Quel giorno Neal mi diede una cattiva notizia: Era ricercato per ventimila dollari di orologi rubati, custoditi in un armadietto di una stazione ferroviaria. Non potevo starmene con le mani in mano, volevo aiutarlo. Decisi che quegli orologi , dunque, potevo recuperarli io, ma il caso volle che rimasi incastrata da quel colpo. Fui beccata e subito dopo arrestata. Non ebbi mai più sue notizie. "Sai, ora dovremmo andare!" Mi distolse dai pensieri. "andare dove?" "voglio che vieni a casa con me!" "ok, ragazzino, fine dei giochi. I tuoi genitori saranno preoccupati. Andiamo, ti riporto a casa. Dov'è che vivi?" "A Storybrooke, nel Maine". Storybrooke? cos'era, uno scherzo? “ok"dissi titubante "ti porto a Storybrooke. Fammi strada."