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Autore: KushinaKurosaki    09/03/2024    2 recensioni
L’organizzazione degli uomini in nero era stata sconfitta. Tutti coloro che erano stati coinvolti da quella brutta faccenda potevano ormai tornare a tirare un sospiro di sollievo, forse non proprio tutti. Lei era oscurità e la luce del sole era la sua più acerrima nemica, però vi era da dire che neanche la notte era sua alleata. Era un angelo dell’oscurità destinato a soffocare e nessuno lo poteva notare. Alle volte paragonava la sua vita a quella di una stella, perché nessuno guarda le stelle quando splende la Luna. E anche se non splendesse, fra le scintillanti sorelle, chi noterebbe una fioca stella in procinto di cadere nel baratro? Era così che si sentiva la povera Shiho Miyano, tutti avevano vinto, lei era uscita l’unica sconfitta.
ReixShiho ShuichixJodie
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Jodie Starling, Quasi tutti, Rei Furuya, Shuichi Akai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Era la sensazione più brutta, ma per lei era normale stare alzata fino al mattino. Aveva sempre cercato delle scuse per fuggire dalla realtà, da quella terrificante sensazione di apnea, resa possibile dal semplice contatto con lui. Quante notti insonni con e per lui?

Avrebbe voluto che la sua vita fosse un libro e strappare una ad una quel maledetto capitolo della sua vita, ma non era possibile. Il suo cadavere giaceva sotto terra, eppure nella sua mente lui era vivo, la aspettava al confine oltre il manto di luce per portarla con sé. Bevve l’ennesimo caffè della nottata nel cercare di darsi una calmata, e porre fine  al tremore del suo corpo. Fu invano.

 

Le sue iridi erano ancora impresse a fuoco nella memoria, i segni del suo passaggio erano evidenti sul suo corpo, occultati dai panni lunghi e poco attillati. Era orribile non riconoscersi, il timore che potesse essere giudicata, la portava a tacere. Neanche con Jodie era stata totalmente sincera, nessuno poteva comprendere la sua disperazione. Akemi non si era mai accorta di nulla, non che gliene facesse una colpa dato che si potevano vedere solo un'ora a settimana. Lei stava ben attenta a rivelare ogni piccolo indizio della sua situazione. La solitudine porta a compiere gesti avventati di cui poi ci pentiamo. E chi meglio di lei poteva saperlo?

 

Rei sospirò accarezzando il bianco e lucente pelo del piccolo Haro. Era venuto ad accoglierlo all’ingresso nonostante la tarda ora, e dopo essersi fatto una doccia si era seduto sul divano con la mente concentrata su quanto avvenuto nel locale. Shiho era letteralmente terrorizzata, si era ammutolita e al suo cinica era seguita solo un’occhiataccia. Il respiro affannoso, il pallido volto e il leggero tremore del suo corpo non erano reazioni dovute all’essere stata importunata…doveva esserci un altro motivo.  

 

Tic tac, tic tac

 

Quel rumore stava diventando insostenibile, lacerava il silenzio tombale in cui era assorta facendola perdere tra pensieri sparsi. Non riusciva a far altro che domandarsi il perché Shiho fosse rimasta in silenzio a quella domanda.

 

Cosa esattamente ti ha spaventato in quella situazione? 

 

Non era strano avere paura e non saper come rispondere. Era strano sapere perfettamente la risposta e restare in silenzio come se lei avesse potuto usare quell’informazione contro la ramata. Forse era normale, doveva aspettarselo da una persona che aveva perso fiducia nel mondo. Come biasimarla?

Del mondo aveva visto solo il lato peggiore, quello positivo lo stava scoprendo ora ed era questo fondamentalmente il problema.

Shiho non era più in grado di credere all’arcobaleno, sapeva perfettamente che era un fenomeno ottico dovuto ai raggi del sole che attraversava la pioggia, ma in esso vedeva la magia con gli occhi genuini e innocenti che avevano caratterizzato l’infanzia che le era stata strappata. Era adulta ma, sebbene fosse a conoscenza del lato oscuro che albergava in ogni persona, riusciva a sognare. I sogni, che cosa strana…nonostante la morte di suo padre c’erano delle volte in cui si vedeva felice ed altre in cui disperatamente doveva aggrapparsi alla luce che James aveva portato nella sua vita. Nessuno gli aveva chiesto di prendersi cura di lei ma lui l’ aveva fatto, e ora lei si sarebbe presa cura di Shiho continuando la catena d'amore partita dal suo patrigno. Chissà se stava facendo un bel sogno? Dopo gli eventi di quella sera ne aveva proprio bisogno.

 

Era forse strano per uno come lui restare a guardare le stelle? In quella notte in cui la luce lunare giungeva flebile sulla terra le stelle erano più belle. Nella sua mente aveva ricollegato il perlaceo candore al volto di sua cugina, forse perché come la luna ella era stata soffocata dall’oscurità. Quel detective alle volte proprio non lo comprendeva, aveva la fortuna di aver l’amata al suo fianco e si perdeva gli eventi più importanti. Scosse il capo, non erano fatti suoi se lui preferiva fare il detective alla sua fidanzata. Fu allora che la  notò. Era la Stella Polare, la guida dei marinai era stupenda, le ricordava il sorriso della ragazzina che aveva visto rare volte. In realtà avrebbe tanto voluto capire cosa bloccasse la ramata ma non era fattibile, lei non gli avrebbe mai permesso di intromettersi così tanto nella sua vita. 

Non ancora almeno.  

 

Il dottor Agasa sospirò coprendo la ragazza ramata, addormentata sul divano, con  il piumoncino. Evidentemente aveva passato un’altra notte in bianco per poi crollare sul divano. Non sapeva più come fare con lei ormai credeva che, smesso di lavorare sull’APTX, avrebbe iniziato a dormire come si deve ma evidentemente non era così. Avrebbe dovuto prendersi cura di sé come accudiva lui. Era straziante non vedere più il sorriso luminoso di Ai, ricordava l'eccitazione e l'euforia  di quando lei gli raccontò la visita didattica alla fattoria. In realtà non era nulla di speciale per Shinichi ma per lei era diverso. Lei solo sapeva quanto aveva sofferto, solo lei sapeva cosa e quanto aveva perso, lui poteva soltanto immaginare.

E nel farlo il suo cuore si stringeva in una morsa dolorosa, non riusciva a guardare la sua bambina. Sicuramente stava scomoda ma se l’avesse svegliata non avrebbe più voluto saperne di dormire. Capitava spesso che addormentandosi si svegliava urlando,e quando lui andava da lei la trovava rannicchiata in un fiume di lacrime. 

 

Sonoko si voltò a guardare Ran come se avesse detto la cosa più brutta di questo mondo. « Stai scherzando? » sbottò lei mentre Sera abbracciò la corvina. Sapeva che non vedevano di buon occhio la relazione tra Shinichi e sua cugina ma che fosse Ran a invitarla…era inaspettato. Sicuramente non sarebbe venuta ma apprezzava il pensiero di voler coinvolgere la ramata. « No Sonoko, non scherzo anzi…Shiho non è ciò che credi.

E no, tra Shiho e Shinichi non c’è nulla.» affermò Ran cercando di trucidare la ragazza e di farle smettere di riprendere quella storia.



 
   
 
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