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Autore: Hamsterplane    13/03/2024    0 recensioni
Quindi ho letto molte fic in cui Lucifero aveva Hanahaki, e volevo creare un po' di Alastor Angst, ed eccomi qui a scrivere una fic su questo!
Inizialmente la mia idea era quella di realizzare un one-shot, ma ecco che pubblico questa fic in capitoli per lasciare più suspense e libera fantasia ai lettori!
(se ci sono errori grammaticali nella scrittura non preoccupatevi e ditemelo, probabilmente sarà stato un momento di distrazione visto che la maggior parte di questa fic l'ho scritta in classe e durante la notte, o semplicemente il famosissimo correttore automatico che non fare il suo lavoro)
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alastor, Charlie Morningstar, Lilith, Lucifer Morningstar, Rosie
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Dopo la battaglia contro Adam erano successe davvero cose inimmaginabili, e una di queste era proprio il ritorno di uno dei più grandi incubi di Alastor, Lilith se non la donna che lo teneva sotto contratto come un povero cane che riceveva solo abusi dal padrone, ma sopratutto, moglie di Lucifero. Charlie ha passato l'intera giornata ad addobbare l'entrata dell'hotel con striscioni colorati con sopra svariati disegni e cuori rossi, ciò quasi inquietò il povero demone della radio, tutto ciò era un miscuglio di colori sembrava che un'arcobaleno avesse vomitato in quella sala. Da quando ella era "tornata", Alastor era molto diffidente del suo improvviso ritorno, aveva passato sempre meno tempo all'hotel, si riuniva a loro solo durante i pasti o se Charlie gli chiedeva aiuto con qualche veloce commissione, del resto si rinchiudeva nella sua torre radio e una volta o due alla settimana andava a visitare Rosie, e quello era proprio uno di quei giorni in cui godeva della sua graziosa compagnia. "Oh per tutti i cieli, Alastor, che piacere vederti qui! E così presto poi, solitamente passano settimane prima di poter vedere di nuovo questo bel faccino, dimmi cosa ti porta qui dopo meno di due giorni, qualcosa non va, forza siediti e raccontami tutto" Come suo solito quella donna era sempre piena di energie, ma ciò non dispiaceva affatto al cervo, in quel momento aveva quasi bisogno di essere influenzato dalla gioia che aveva solitamente, senza perdere un filo di tempo si sedette e quasi sembrava ansioso, non appena si sedette un sospirò gli lasciò le labbra, il suo sorriso era più forzato del solito, e sentiva il petto pesante come se qualcosa al suo interno stesse crescendo, ma ignorò il tutto quando Rosie gli diede un'espressione alquanto preoccupata e confusa. "mio caro, non hai per niente un bel aspetto, è successo qualcosa? Sai che puoi dirmi tutto. Avanti ascolto... HEY PORTA DUE TAZZE DI TÈ CALDO E DEI PANCAKES!! " Da quando aveva menzionato alla donna cannibale che i pancakes erano l'unica pietanza dolce che le sue papille gustative tolleravano aveva iniziato a farli preparare ogni volta che si presentava per il tè con lei, e fortunatamente, non sapeva il motivo. Insomma sarebbe stato particolarmente imbarazzante menzionare che il re li preparasse ogni mattina per la gente del hotel, inoltre preparava a parte quelli di Alastor con marmellata di Fragole, perché non era un grande fan del cioccolato, nonostante aveva provato a gustarlo sotto richiesta di Lucifero. "sta sera ci sarà una festa per il ritorno di Lilith, e dovrò partecipare per Charlie e Lucifero, ci tengono ad avere la mia presenza" Rosie lo guardò con occhi spalancati che quasi sembravano piatti, in quel momento iniziò a muovere le mani senza esprimere parola, il rosso era piuttosto confuso delle sue azioni, e quasi si chiese cosa ci fosse di sbagliato in ciò che aveva appena detto, insomma non gli aveva mai raccontato nulla a riguardo del contratto o del suo passato con la moglie del re dell'inferno. "Alastor sei un pessimo amico!" lo prese in giro lasciando che una fragorosa risata risuonasse nel posto, smise di ridere solo quando il tè e i pancakes vennero serviti. "insomma la famosa moglie di Lucifero torna dopo anni e non mi dici che ci sarà una festa di commemorazione per il suo ritorno!? Devo assolutamente trovare il miglior vestito di sempre, devo essere presentabile è come incontrate qualche celebrità, oh cieli, comprendo che tu sia ansioso però... Aspetta un momento... Ohhh!!" Il rosso era totalmente confuso al cambio di espressione dell'albina, ma nonostante ciò continuó a masticare il pezzo di pancake alla marmellata, davvero un gusto piacevole da assaporare. " ora è tutto collegato! So perché sei così riluttante alla situazione, pensavi di poter nascondere così grande segreto alla tua fidata sostenitrice?" Alastor la guardò interrogativa, di quale segreto stava parlando? "Tu, Alastor, Il demone della radio, sei innamorato del re dell'inferno, Lucifero in persona, e ora che sua moglie è tornata pensi di non avere più possibilità e questo amore ti sembra impossibile!" disse ella alzandosi in piedi poggiando la tazza di tè e successivamente indicando il povero cervo. Per poco i pancakes non gli andavano di traverso, afferrò velocemente la tazza di tè e bevve. "eh!?" fu l'unico suono che riuscì ad emettere con il suo solito tono radiofonico. Cosa stava dicendo? Lui innamorato di Lucifero? Che sciocchezza, si odiavano a vicenda, litigavano giornalmente tranne le poche volte in cui Charlie era presente e chiedeva loro di andare d'accordo, e nell'ultima settimana da quando Lilith era tornata, non aveva rivolto parola al re delle paperelle di gomma dal suo arrivo. "dai ammettilo, solitamente nessuno ti dà così tanto fastidio! Nemmeno Vox con le sue provocazioni o quelle strane lettere che ti manda, insomma non mi hai mai parlato di lui certe cose le ho semplicemente scoperte, invece di sua maestà, cieli so a memoria ogni insulto, e anche tu sicuramente li tieni a mente, ne parli ore ed ore! Inoltre dovrei menzionare i pancakes? Ah ah non guardarmi con quella espressione, era troppo strano vederti mangiare roba nuova, quindi ho indagato un po' e ho scoperto che sua maestà li cucina ogni mattina e li prepara alla marmellata alle fragole solo per te, per non menzionare la paperella con le tue sembianze! Non puoi nascondermi nulla" Il povero demone della radio era in silenzio senza parole, ed era anche ben consapevole che Rosie era una grande osservatrice, inoltre, non riusciva nemmeno a negare l'evidenza, piccoli rumori radiofonici venivano emessi dalla sua gola, non avrebbe dato una risposta sulla questione, probabilmente perché anche lui stesso era in una sorta di negazione, quindi si alzò dalla sedia e raccolse il bastone poggiato sul muro vicino al tavolino. "Grazie per il tè e i pancakes, devo andare a vedere come procede il lavoro all'hotel se permetti" nonostante la sua cortesia nelle parole non si degnò di ascoltare la sua risposta, ma Rosie era decisamente abituata al suo atteggiamento e mentre si allontanava a passo svelto sentì la donna urlare alle sue spalle. "Ci vediamo sta sera Al! Buona fortuna!" ------------------------------------------------------------------------------------------------ Il pomeriggio passò, e il cervo aveva mentito alla sua cara amica, semplicemente si rinchiuse nella sua torre radio, cercò di rilassarsi con un po' di musica Jazz, ma la sensazione che cresceva sul suo petto era insopportabile, certamente non come la ferita inflitta da Adam che fortunatamente "aveva curato". bene lo amette era stato curato da Lucifero. La sua ferita si stava pian piano richiudendo nonostante fossero passate più di due settimane, era decisamente troppo profonda per rimarginarsi prima di un mese intero, e così diede la colpa del fastidio e del dolore che provava alla ferita. Si alzò dalla sedia su cui era seduto e camminò verso quello che era il bagno, si sistemò di fronte allo specchio, prese con entrambe le mani i lati del papillon e li tirò leggermente per fissarne la stretta, per colpa delle mani tremanti che aveva in quella situazione alquanto stressante finì per stringere un po' troppo la presa e ciò gli fece partire un colpo di tosse. "Diamine..." disse sottovoce sistemando decentemente il papillon senza strozzarsi una seconda volta. Quando abbassò lo sguardo per lavarsi le mani notò dei petali bianchi con qualche stiratura di rosso nel lavandino, non si ricordava affatto di aver portato fiori nella sua torre radio, era piuttosto confuso della sua provenienza, ma non si fece ulteriori domande, era quasi in ritardo e non se lo sarebbe perdonato. Si teletrasportò Infretta nel atrio del hotel, ancora decorato nel modo più colorato possibile, ora era anche stato aggiunto un grande striscione con sopra scritto "bentornata mamma" il suo stomaco di nuovo si avvolse a sé creando nodi fastidiosi, ma ignorò, come suo solito, si stampò un sorriso sulle labbra per completare il suo completo e saluto la gentaglia nel luogo con grande entusiasmo. La serata non fu molto lunga, e non sapeva se dire "purtroppo" o "menomale", anche quella sera non era riuscito a scambiare nemmeno una parola con il re dell'inferno, era sempre attaccato a Lilith. Lilith qua, Lilith là, ecc... L'hotel non era più un posto piacevole in cui passare il tempo e divertirsi guardare la gente fallire nei loro sogni. Dopo aver preso l'ennesimo drink da Husk salì le scale per andare a piazzarsi vicino al balcone che dava sulla sala festiva, si avvicinò alla ringhiera e si poggiò ad essa e buttò giù l'intero contenuto del bicchiere, il forte gusto del Whisky gli scivolò lungo la gola come veleno, la sua vista era sempre più confusa ed offuscata, i suoi pensieri meno lucidi e le sue goti per poco non prendevano fuoco, probabilmente era anche particolarmente arrossato. Non era suo solito bere alcolici, ma quella sera ne aveva voglia più che mai. I suoi occhi erano puntati sulla figura bassa e snella di Lucifero, su quei adorabili riccioli biondi che gli scendevano lungo le guancia nel modo più genuino possibile, quel fottuto sorriso... E Lilith che gli parlava. Ciò fece ribollire qualcosa nel suo cuore, la sua mente iniziò a vagare altrove, lentamente iniziò a trasformarsi nella sua forma da demone, le sue corna crebbero e un leggero rumore radiofonico di espandeva intorno a sé, una mano stringeva forte la ringhiera che per la pressione posta su essa iniziò a piegarsi e ad attorcigliarsi. Nella sua mente risuonavano solo alcune parole. -No! No ! No! Lui... Lui appartiene a me, ma ora sembra felice, la mia presenza sarà inutile ai suoi occhi- questa ondata di angoscia fece tornare Alastor in sé, si calmò, il suo aspetto tornò normale, il sorriso sulle labbra tirato si inalzò, lo sguardo era ancora fisso sulla chioma bionda al piano di sotto, così dannatamente vicina e sorridente a quella donna che tanto gli portava disprezzo. Tirò un colpo di tosse, e poi un secondo, un dolore si espanse dalla sua gola al suo petto, si piegò leggermente in avanti per via della sensazione particolarmente fastidiosa, passò una mano sulle labbra che ne uscì dipinta di rosso, ne rimase confuso, c'era sangue su essa, e non era suo solito sanguinare se non per una... Ferita. Portò una mano sul petto e a passo svelto iniziò a camminare via dalla sala, probabilmente lasciarsi andare e utilizzare tutto quel potere non era stata una delle migliori scelte, la sua ferita era sì era decisamente riaperta leggermente e per questo la sua bocca lasciava sangue, per non parlare del forte dolore al petto. Quando si allontanò per andare nella sua stanza da letto, che fortunatamente nessuno visitava per il fetore di palude e carne marcia, lascio sulla scena del "crimine", se non la povera ringhiera ormai storta, piccole macchie di sangue e petali bianchi che non aveva nemmeno notato per via della fretta nel correre via e non mostrare un momento di vulnerabilità, dopotutto non era nemmeno particolarmente sobrio per via del whisky. ------------------------------------------------------------------------------------------------ Lucifero aveva passato gli ultimi giorni con quella che era la sua Ex moglie, era particolarmente felice di rivederla, nonostante fossero divorziati sentiva, o meglio, pensava di non aver perso il minimo dei sentimenti per ella. Qualche giorno fa era rimasto da solo con Charlie, in qualche modo avevano iniziato un discorso su Lilith. "Papà, quindi tu pensi di amarla? Insomma anche io le voglio bene dopotutto è mia madre, ma insomma... Sono passati 7 anni da quando ci ha lasciato e temo che possa farlo una seconda volta, inoltre ci ha allontanato per così tanti anni e non voglio che tu cadi di nuovo in quel tranello, abbiamo ristretto da poco rapporti e non voglio perderli di nuovo" Le parole di Charlie avevano creato una confusione nel cuore del re dell'inferno, sapeva per bene che sua figlia avesse ragione, ma era incerto, non si sarebbe mai permesso di diffidare delle parole della sua cara Char Char, anzi sarebbe stata l'ultima delle scelte che avrebbe fatto. Un leggero sguardo pensieroso si inalzò sul suo sguardo, gli occhi socchiusi, le sue labbra erano totalmente serrate e le sue mani si muovevano ansiosamente sui bottoni del suo gilet. "Char Char.." provò ad esprimere parola ma venne interrotto quando Charlie con grande sorriso iniziò a parlargli di un'altro argomento. "prendi il tuo tempo papà pensaci bene accetterò le tue scelte... Ma ora parliamo di qualcosa di meno deprimente, sai che odio vederti così triste. Sta sera ci sarà la piccola festicciola, Alastor mi ha aiutato davvero tanto, con gli addobbi, il cibo, ha portato anche dei fiori che Rosie ha regalato per la mamma!" I pensieri di Lucifero si fermarono quando la principessa dell'inferno pronunciò il nome del demone della radio, rimase a quel nome che risuonò più volte nella sua mente, era lungo tempo che non lo vedeva, solitamente era sempre intorno a lui per infastidirlo, ma la situazione era cambiata da un po' di giorni, i pancakes che gli preparava restavano sul tavolo senza essere assaporarti, e probabilmente ciò era per l'assenza del demone, durante il pranzo e la cena egli era presente per poco, e mangiava poco e nulla, inoltre durante la giornata spariva, e tornava dopo lungo tempo. "questa sera sarà presente vero? Lo hai convinto ha restare?" interrupe la figlia che lo guardò interrogativo. "si, sicuramente ci sarà, non potrebbe mai mancare dopotutto adora le feste, è sempre stato presente, quindi non vedo il perché non dovrebbe esserci" Il biondo si sentì più leggero, e con grande sorriso si alzò dal divano dando un'abbraccio alla sua cara Char Char, poi iniziò a camminare verso la porta e si fermò sull'uscio di essa. "devo cercare un bel vestito per la serata e dovresti farlo anche tu" poi scuotendo la mano la salutò e uscì dalla stanza. ------------------------------------------------------------------------------------------------ Quella sera il suo intento era di passare una piacevole serata interagendo con tutti, incluso il demone della radio, ma sopratutto di passare una serata rilassante. Ma i suoi piani fallirono, in parte, era riuscito a passare una serata rilassante, con Lilith e gli altri membri del Hazbin hotel, ma tranne il suo obiettivo principale, aveva intravisto quella chioma rossa davvero poche volte, e con poche intendeva una volta per salutare Rosie e una al bar, e in nessuna di queste due occasioni era riuscito a parlargli. Un po' deluso si sedette sul divano, lasciò un sospiro e strinse i denti, non era in grado di capire cosa c'era di sbagliato in lui o perché si sentisse così pesante, così malinconico. Una mano leggera e di grandi dimensioni si poggiò sulla sua spalla, e una voce graziosa e femminile iniziò a parlargli, inizialmente pensava fosse Lilith, ma certamente capì che non era ella dato che dal suo ritorno non si era preoccupata a fare altro oltre che parlargli, quando alzò lo sguardo riconobbe la figura, era difficile confondere Rosie, con il suo stile che ammirava, era particolarmente grazioso, indossava sempre grandi cappelli e vestiti lunghi fino alle caviglie. "Sua maestà, qualcosa la turba? Non sarà mica un alto e sciocco demone della radio" pronunciò ella con una risata genuina. "l'ho visto poco fa al piano di sopra vicino alla ringhiera, potrebbe ancora essere lì da qualche parte." "la ringrazio" disse velocemente e si alzò velocemente salutando la donna cannibale, non era per niente il giorno in cui Lucifero avrebbe accettato una sconfitta. Mentre saliva le scale per poco non saltava qualche gradino rischiando di cadere o rotolare giù, quando girò l'angolo tutto ciò che trovò fu la ringhiera un po' storta e nessuna traccia di Alastor, ancora una volta si ritrovò deluso, non era riuscito a cogliere l'attimo. Stava per tornare indietro, quando qualcosa di bianco un po' sparso sul pavimento attirò la sua attenzione, graziosi petali ricoperti di ramificazioni rosse, si chinò e ne raccolse alcuni, i suoi guanti bianchi iniziarono a macchiarsi di materia cremisi, avvicinò la mano al viso e annusò leggermente, aveva un'odore estremamente ferroso, e il suo principale sospetto che fosse vino svanì, era decisamente sangue. I petali non erano l'unico luogo in cui tale liquido era presente, sul pavimento alcune gocce si espandevano verso una direzione, il viso di Lucifero si contasse in un'espressione preoccupata. Quel dannato idiota si era scolato bicchieri di whisky con una ferita mortale sul petto, non sapeva che l'alcol aumentava particolarmente la pressione arteriosa?! Senza perdere tempo iniziò a camminare, quasi correndo, verso dove le piccole pozze di cremisi lo portavano. Di certo non l'avrebbe lasciato marcire, dopotutto la sua cara figliola non l'avrebbe perdonato in alcun modo, doveva controllare la sua situazione. ------------------------------------------------------------------------------------------------ Il demone della radio aveva appena chiuso la porta sbattendola, un pò traballante si diresse verso il bagno della sua camerata, alcuni colpi di tosse lasciarono la sua gola è con essi piccoli petali, Alastor li prese e se li tolse dalla bocca, codesti limitavano le sue vie respiratorie, si era ammalato? No era impossibile non si era mai ammalato, ma poteva essere un caso eccezionale. I suoi passi erano pesanti, si aggrappava ai muri più vicini a sé, strisciandoci contro e bagnandoli di cremisi, arrivato sul uscio del bagno si diede una spinta per aggrapparsi al lavandino, il suo sorriso era più spento del solito, nonostante egli fosse costretto a mantenerlo alto. Con mani tremolanti iniziò a sbottonarsi il cappotto che cadde successivamente con un tonfo sul pavimento, un sospiro lascio le sue labbra, la camicia rossa che indossava era completamente bagnata di un colore della sua tonalità ma più scuro. Iniziò a sbottonare anche codesta, un bottone alla volta, i suoi denti si stringevano dal dolore mentre il tessuto del indumento si staccava dalla ferita. Una volta aperta sospirò rumorosamente, e anche codesta cadde a terra con un tonfo meno violento, non aveva ancora dato un'occhiata chiara al suo petto, probabilmente per la vista offuscata che si trovava. Restando poggiato al lavandino cercò il medikit, fortunatamente erano stati forniti ad ogni stanza del hotel. Prese la piccola cassetta e la poggiò sulla superficie del mobile affianco, poi la aprì e ci tirò fuori delle bende, un ago da sutura chirurgica con il filo apposito e prese un asciugamano. Portò l'asciugamano sotto il rubinetto del lavandino e lo bagnò, poi con tocco leggero iniziò a pulire intorno alla ferita il liquido cremisi per poterla cucire senza essere intralciato da tale. Una volta pulito il tutto iniziò riuscire la ferita, il bruciore era quasi insopportabile, ma non era intento a lasciarla aperta, le sue labbra erano ben serrate e ogni tanto si socchiudevano per lasciare qualche sospiro rumoroso per il dolore. L'ago continuava a bucare la sua carne e trappassarla per unirsi grazie al filo all'altra estremità della ferita, quando univa le due parti tirava leggermente il filo in modo da unirli ben vicini, così da lasciar via libera ad essi di cicatrizzarsi. Il dolore era davvero insopportabile, le sue gambe iniziarono a tremare e la difficoltà a sorreggersi si faceva sentire, non ci volle molto tempo prima che le sue gambe lo lasciassero, scivolò lungo il muro di fianco al lavandino, e cercò di continuare la sua impresa, ma la sua vista andava ad offuscarsi sempre di più, piccole macchie nere si facevano strada nell'ambiente, la sua forza mancava, la mano che con grande volontà cuciva ora si stava abbassando leggermente fino a poggiarsi sul pavimento, la ferita era solo per metà cucita mentre il resto era ancora aperto e dalla sua bocca piccole scie di sangue gli decoravano le gote ed il mento... Ancora una volta quei piccoli petali coperti di cremisi erano sul suo corpo. Prima di perdere totalmente i sensi una voce angelica gridò il suo nome. "Alastor!? Alastor !?...." il resto delle parole della figura completamente sfocata furono ovattate dalla mancanza di forza di costui, i suoi occhi che erano socchiusi si serrarono, e il suo viso assunse un'espressione dormiente. -------------------------------------------------------------------------------------------
   
 
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