Era in notti come questa che Harley desiderava soccombere all'oscurità e smettere di esistere.
Si svegliò di soprassalto, il sudore le colava sulla fronte e le lacrime le rigavano il viso.
Vide Bruce appoggiato allo stipite della porta, che la guardava preoccupato.
- Sto bene Bruce, puoi andartene - brontolò Harley sdraiandosi a pancia in giù e abbracciando il cuscino.
Non voleva essere scortese, ma ne aveva abbastanza degli incubi e della sensazione di essere perseguitata da Joker.
- Harley... - sussurrò Bruce entrando nella stanza e sedendosi a bordo del letto.
Dopo qualche minuto lei si girò e, con le guance rosse per l'imbarazzo, chiese: - Stasera posso dormire con te, Bruce? Ti prego, solo per questa volta!
Lui annuì, la prese delicatamente in braccio, la portò in camera sua e la fece sdraiare su un lato del letto.
Avrebbe voluto abbracciarla, ma non osava oltrepassare quel confine con lei.
- Puoi abbracciarmi, Bruce?
Allora anche lui si sdraiò, lei appoggiò la testa sul suo petto e si addormentò.
- Ci sarò sempre per te, Harley - sussurrò Bruce accarezzandole i capelli.