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Autore: Ellery    17/03/2024    2 recensioni
Il Concilio degli Angeli Superiori, incuriosito dalla diatriba tra Charlie, Emily e Sera in tribunale, ha disposto un'indagine a carico del Hazbin Hotel. Emily è stata promossa Ambasciatore Celeste, e dovrà recarsi all'Inferno per poter raccogliere quanti più dati e testimonianze sulle attività del Hotel. E, se da un lato Emily non vede l'ora di riabbracciare Charlie e conoscere finalmente i suoi amici, dall'altro è seriamente preoccupata per il suo accompagnatore: il Capo degli Esorcisti sarà all'altezza del compito? Oppure, come al solito, combinerà un gran casino?
***
"Il presente decreto, sottoscritto all’unanimità dai membri del Concilio Angelico, dispone l’immediata sospensione dello Sterminio, sino a data da destinarsi. Avvalla la necessità di una indagine approfondita riguardante la struttura denominata “Hazbin Hotel” di proprietà di Charlotte Morningstar e delle attività ad essa legate. La serafina Emily viene promossa al ruolo di Ambasciatore Celeste, per tutta la durata dell’inchiesta."
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adamo, Altri, Charlie Morningstar, Emily, Lucifer Morningstar
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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1. Il Concilio Angelico


Odiava quel posto. Puzzava terribilmente di disinfettante e zucchero filato, in un miscuglio di odori decisamente irritante per chiunque, tranne per il piccolo serafino che sedeva a capotavola. Emily li stava osservando con un’espressione tra il disgustato e lo spazientito; il nervosismo era tradito anche dalla velocità con cui picchiettava le corte dita sui braccioli della poltrona.
Adam si costrinse a reprimere un sogghigno, che sarebbe apparso sin troppo vistoso sulla maschera. Cercò di rilassare la schiena contro la seggiola, ma si ritrovò a sussultare quando una piuma dorata si incastrò in una fenditura lungo lo schienale.

«Cazzo» sibilò a denti stretti; l’esclamazione non sfuggì a Emily, che ne approfittò per rifilargli un’occhiataccia «Quanto pensa di metterci Sera? Stiamo aspettando da almeno mezz’ora!» esclamò, scoccando uno sguardo all’orologio a muro. La lancetta più corta era appena scivolata sul numero sei.

«è occupata. La tua bravata in tribunale le ha causato non pochi grattacapi negli ultimi giorni.»

«La mia... cosa?!» gonfiò le guance, abbandonandosi ad un sonoro sbuffare «Sai, se tu non avessi dato seguito alle idee idiote di quella stronzetta infernale, adesso non ci ritroveremmo questa colossale merda da gestire.»

«Stai dicendo che è colpa mia?»

«In buona parte!»

Vide Emily scattare in piedi, ma la sua altezza e il fisico minuto non erano sufficienti per renderla intimidatoria. Nonostante si sforzasse di apparire autoritaria almeno quanto la collega, la voce tremava per la frustrazione:
«Sterminate le anime umane ogni anno!»

«Sei mesi, attualmente...»

«Siete degli assassini senza scrupoli. Non conoscete la pietà, nemmeno per coloro che dimostrano un sincero pentimento!» lo sguardo della serafina volò da lui a Lute, che gli sedeva accanto impassibile, come consueto. Adam la conosceva sin troppo bene: sotto il casco da esorcista, sicuramente la donna stava dominando la noia ripassando mentalmente le sequenze degli ultimi allenamenti «Non dovreste nemmeno esistere, per quanto mi riguarda! Il Paradiso dovrebbe essere un luogo puro, incontaminato e sinonimo di bontà e virtù. La violenza dovrebbe essere bandita in ogni sua forma, e...»

«E... è grazie alle mie ragazze e alla violenza che tanto ripudi, se il tuo culetto angelico è seduto su quella sedia, lo sai? È  solo merito nostro, se quei peccatori merdosi non sono ancora riusciti a sfondare i cancelli. Perché li sterminiamo prima che possano anche solo pensare di bussare alle nostre porte» sbottò, senza nascondere il disappunto sulla maschera «Perché senza di noi, questo posto sarebbe già pieno di feccia infernale! Mi piacerebbe tanto vedervi, alle prese con quella marmaglia mentre demolisce i palazzi, imbratta i muri, saccheggia i negozi, e piscia lungo le graziose stradine dorate del Paradiso» congiunse le mani, come in una muta preghiera «Oh, vorrei davvero sapere cosa farebbe la cara Emily davanti a uno scempio del genere...» cinguettò, incurante del livore che adornava i tratti della giovane serafina.

«Non sono tutti così!»

«Beh, mi dispiace... ma fare una cernita non rientra tra i miei doveri! E l’ultima cosa che voglio, è che quella spazzatura di Hotel trovi un modo per redimere le anime dannate. Ci manca solo di assistere dei neo-eletti, che fino al giorno prima rimbalzavano tra un peccato e l’altro senza ritegno.»

«Potrei occuparmene io!»

«Si, come no... »

Osservò soddisfatto l’angelo lasciarsi cadere nuovamente in poltrona e incrociare le magre braccia, imbronciata.
Stupida stronzetta.
Allungò silenziosamente la mano sinistra verso Lute, che gli batté il cinque, senza commentare.

«Avete finito di comportarvi come dei bambini?»

La voce più profonda e autoritaria di Sera interruppe il breve attimo di silenzio, seguita dal tonfo della porta e dal ticchettio delle scarpe sul pavimento lucido. La serafina gettò ai due esorcisti soltanto una rapida occhiata, prima di raggiungere Emily e prendere posto accanto a lei. Lasciò cadere sul tavolo una pila di fogli.

«Purtroppo, ho delle notizie che non vi piaceranno» esordì, spaziando lo sguardo sugli astanti «Gli Angeli Superiori si sono riuniti in concilio e hanno decretato che, a seguito di quanto accaduto in tribunale, non possiamo più ignorare gli ultimi avvenimenti. L’Hazbin Hotel ha richiamato la loro attenzione, e il fatto che sia gestito nientemeno che dalla figlia di Lucifero li spinge a richiedere una indagine approfondita.»

«Indagine?!» Adam saltò sulla sedia a quelle parole, dimentico delle piume incastrate nel legno. Colse un bruciore alle ali, ma si sforzò di non badarci «Fanculo! Che significa “indagine”? Non c’è niente da analizzare o da scoprire, laggiù! Solo uno schifoso Bed and Breakfast da radere al suolo.» ringhiò, mentre Lute annuiva con veemenza.

«Beh, in Concilio Angelico non è dello stesso avviso» proseguì Sera «Ha disposto che venga condotta un’inchiesta sulle attività della struttura. Hanno designato un ambasciatore celeste da inviare all’Hazbin Hotel» la donna abbassò lo sguardo sui fogli, senza celare la preoccupazione nello sguardo, mentre si apprestava a leggere il comunicato «Il presente decreto, sottoscritto all’unanimità dai membri del Concilio Angelico, dispone l’immediata sospensione dello Sterminio, sino a data da destinarsi

«Che cazzo stai dicendo?!» Adam non riuscì a trattenersi, sbattendo il pugno sul tavolo.

«Avvalla la necessità di una indagine approfondita riguardante la struttura denominata “Hazbin Hotel” di proprietà di Charlotte Morningstar e delle attività ad essa legate

«Non possono annullare lo Sterminio!»

«A quanto pare, possono» canticchiò Emily, con un sorriso vittorioso.

Il Primo Uomo le regalò un dito medio.

«Fingerò di non aver visto» sbottò Sera, proseguendo nella lettura, la voce condita di un’apprensione che non riusciva più a celare «La serafina Emily viene promossa al ruolo di Ambasciatore Celeste, per tutta la durata dell’inchiesta

Emily saltò in piedi sulla poltrona, non potendo trattenere la gioia. Il Concilio l’aveva ritenuta idonea per una missione così delicata! Era indubbiamente un grande onore, e non vedeva l’ora di poter riabbracciare Charlie. Nonostante la conoscesse davvero poco, sentiva per lei un naturale trasporto, simbolo di un’amicizia pronta a sbocciare. Inoltre, avrebbe finalmente osservato l’Inferno con i propri occhi e saziato la curiosità che ruotava attorno a quel luogo così misterioso, che tanto la affascinava e intimoriva al tempo stesso.

«Contenta? Scommetto che non stai più nella pelle! Oh, che splendida idea scendere in quella cloaca puzzolente» Adam mimò un sorriso divertito, sfarfallando le ciglia inesistenti della maschera nera e gialla «Non vedi l’ora di rivedere Miss Stronzetta Morningstar. Sarà fantastico saltellare con lei per le vie lerce di Pentagram City, e comprare souvenir del cazzo... e ascoltare tutto il giorno quella musica merdosa che trasmettono laggiù.»

«Come fai a dire che la musica fa schifo, da quelle parti?»

«Perché tutti i musicisti buoni sono logicamente in Paradiso» si strinse nelle spalle, come se la cosa fosse ovvia «Dove altrimenti potrebbero essere?» domandò retorico, mentre Sera richiamava l’attenzione con un colpetto di tosse.

«Non divaghiamo, per favore» li ammonì, riprendendo a leggere «Il Concilio dispone inoltre che all’Ambasciatrice venga affiancato un accompagnatore, che possa garantirne la sicurezza in ogni frangente. Il nominativo designato è...»

Adam si irrigidì nuovamente.
Non io! pensò immediatamente Non io, non io, non io, non io, non...

«Il Capo Esorcista» concluse Sera.

«Fanculo, no!» Adam indietreggiò, spingendo la sedia con troppa foga e mandandola a gambe all’aria «No, no e no! Rifiuto l’incarico!»

«Non credo si possa rifiutare...»

«Dì a quegli stronzi bastardi che non intendo accettare in alcun modo.»

«Penso che chiamare “stronzi bastardi” gli angeli superiori non sia saggio» sibilò Sera, appoggiando la missiva sul tavolo «Inoltre, come ho detto, non è una richiesta. È un ordine diretto dalle alte sfere, Adam. Non c’è niente che io possa fare in merito.»

«Ma come no?! Tira una riga sul mio nome e scrivici quello di qualcun altro. Mandaci.. San Pietro, cazzo!»

«Stai scherzando, vero?»

«Ti sembro uno che scherza? Andiamo! Quel fringuello canterino non ha una minchia da fare tutto il giorno, se non stare a guardia dei cancelli. è letteralmente il fottuto portinaio del Paradiso! Possiamo anche rinunciare alla sua figura per un po’.»

«Non ha alcuna esperienza in materia... “infernale”» Sera mimò le virgolette piegando contemporaneamente indice e medio di entrambe le mani «Serve qualcuno che possa proteggere Emily. Non hai detto tu che l’Inferno è un posto corrotto e depravato? Non vorrai lasciarla andare laggiù senza una adeguata scorta, voglio sperare!»

«Io non sono un’adeguata scorta! Sono il fottuto Capo Esorcista e non un baby-sitter.»

«Morditi la lingua. è di Emily che stiamo parlando!»

Sera si stava chiaramente indisponendo, ma la cosa non gli interessava affatto. Iniziò a camminare su e giù nervosamente, frullando le ali come un uccellino in gabbia.
«Non c’è alcun bisogno che vada io. Una delle mie ragazze andrà benissimo» esclamò infine, voltandosi verso il luogotenente «Lute!»

«No!» Lute non riuscì a fermare quell’esclamazione. La maschera nera e bianca rifletteva un’espressione a dir poco terrorizzata: scendere all’Inferno con Emily non era sicuramente nella lista delle sue priorità o aspirazione. Dannazione, non si era arruolata per fare da balia ai cuccioli! Tuttavia, corresse frettolosamente il tiro «Volevo dire... Sì, signore?» recuperando in fretta la propria compostezza militare.

«Tu potresti...»

«Signore, con tutto il dovuto rispetto: devo ricordarle che non posso assolutamente abbandonare il Paradiso. Ricorda la... prozia Tiffany? Quella di cui le parlavo.»

«Non ricordo nessuna prozia...»

«Signore, andiamo! Possibile che non presta mai attenzione a quello che dico?» sbottò, montando un cipiglio offeso e incrociando le braccia al petto. Scrutò il volto di Adamo finché non vide il dubbio segnare i suoi lineamenti.

«Scusa, ecco... mi sarà sfuggito. Potresti ripetermi di questa tua... zia Tippete?»

«Tiffany!»

«E io che ho detto?» ora c’era anche un leggero rammarico nella voce. Perfetto!

Aveva consolidato quella tattica in passato, affinandola di volta in volta: bastava far credere ad Adam di essersi perso pezzi di un discorso mai avvenuto; di non aver prestato interesse o d’essere troppo distratto o ubriaco per dedicarle attenzione. Si sarebbe messo in discussione, e alla fine avrebbe ceduto pur di non darle un dispiacere. Lute aveva imparato a sfruttare quelle situazioni per volgerle facilmente in proprio favore.

«Beh, comunque... la prozia è molto malata. Le ho assicurato che sarei passata a trovarla tutti i giorni. Non posso mancare, capisce? Insomma, si tratta di una promessa a una persona molto fragile e anziana.»

Sera sollevò la destra, incerta:
«Mi rincresce per la tua parente, Lute... ammetto che non sapevo, però, che in Paradiso si potessero contrarre malat..»

Lute la fulminò con lo sguardo, tranciando immediatamente quel dire:
«Allergia alle nuvole» assicurò, scrollando le spalle «Ogni tanto la sua intolleranza peggiora. Ecco tutto.»

«Beh, capisco la situazione...» Adam si sfregò il mento pensieroso «Allora, mh... mi sapresti indicare qualche ragazza che potrebbe assumere il compito?»

«Sì, certamente!» Lute sospirò, sollevata. Pericolo scampato! «Bra è sicuramente tra le più idonee. Anche Sock se la cava molto bene con i ragazzini» gettò un’occhiata di circostanza a Emily, prima di proseguire «Underwear è competente e diplomatica, potrebbe essere la scelta giusta...»

Sera si intromise di nuovo, rivolgendosi al Primo Uomo:
«Scusa, ma a cosa pensavi mentre davi loro un nome?» chiese, ottenendo una scrollata di spalle disinteressata.

«Probabilmente stavo sfogliando il catalogo di qualche negozio di intimo...»

Sera si massaggiò la fronte:
«Non importa» sussurrò, prima di osservare nuovamente gli sterminatori «In ogni caso, non ci sono scappatoie. L’ordine, come ho detto, viene direttamente dal Concilio Angelico. Non possiamo considerare altri accompagnatori: devi andarci tu.» scorse Adam aprire la bocca per riprendere a protestare, e lo fermò con un gesto secco «Non discuterò oltre questa mozione. Così è deciso. Siete congedati.» concluse, indicando la porta ai due esorcisti.
 
 
***
 
 
Emily non stava nella pelle! Un viaggio all’Inferno. Oh, sarebbe stato sicuramente emozionante.
Dopo la riunione si era fiondata a casa. Aveva trangugiato frettolosamente una fetta di pane consacrato e marmellata di luce, prima di raggiungere la propria camera. Aveva sfilato, da sotto il letto, uno zainetto viola a fiorellini e una valigia in coordinato. Si era poi lanciata su armadi e cassetti.

Indubbiamente, all’Inferno la temperatura doveva essere più calda di quella del Paradiso. Molto più calda, supponeva: avrebbe avuto bisogno di abiti pratici, per il viaggio.
Mise da parte un paio di t-shirt e camicette di cotone; prese una felpa per sicurezza, e due dozzine di calzini e ricambi di biancheria. Un ombrellino portatile venne aggiunto al necessario, oltre al pigiama e alcuni vestiti dai colori pastello. Preparò scrupolosamente il beauty case: spazzolino, dentifricio, pettine, tagliaunghie; si chiese se all’Hazbin Hotel fornivano asciugamani ed accappatoi, oltre ai set di bagnoschiuma e shampoo. Nel dubbio, decise di inserirli nel bagaglio. Mise anche gli occhiali da sole e un cappellino di paglia con un grazioso fiocco rosa e bianco.

Si fermò davanti alla libreria, indecisa: indubbiamente aveva bisogno di una lettura leggera per prendere sonno la sera, ma... quale dei tanti volumi avrebbe dovuto scegliere? Meglio uno corto, maneggevole e poco ingombrante? Oppure un tomo da millequattrocentonovantaduepagine, intitolato “La Vergine di Calcutta”, romanzo rosa in vetta alle classifiche editoriali negli ultimi sei mesi? Emily osservò la copertina lilla, dove una donna dai magnetici occhi azzurri fissava innamorata un losco, ma affascinante figuro, la cui camicia nera sottolineava con eccessivo ardore i pettorali generosi.
Senza pensarci due volte, buttò il libro nello zainetto, assieme alla crema solare e alla lozione protettiva per le ali.

Infine, si rilassò sul letto, allungando la destra per aprire il cassetto del comodino. Ne cavò una penna dall’inchiostro glitterato e un diario, con un arcobaleno stampato sulla copertina.

Appoggiò il quaderno sulle ginocchia e iniziò a scrivere.
 
Caro Diario,
Sono così emozionata!
Il Concilio Angelico mi ha scelto come Ambasciatrice per un viaggio all’Inferno.
Non è eccitante? Non credevo fosse possibile, mai avrei pensato che avrebbero selezionato proprio me. Indubbiamente, Sera potrebbe essere una figura più idonea e preparata, ma credo che la mia piccola arringa in tribunale li abbia convinti.
Oh, sono così felice! Non vedo l’ora di rivedere Charlie e Vaggie e di conoscere il loro mondo. Sarà splendido, già lo so: incontrerò nuovi amici e potrò essere testimone della redenzione, attraverso le attività dell’Hotel.
Naturalmente, non sarò sola (purtroppo!! ç__ç): nientemeno che il Capo Esorcista mi terrà compagnia. Non posso dirmi contenta di questa scelta: avrei preferito venisse qualcun altro (chiunque altro!). Adam sa essere così… irritante! Scostante, maleducato,  sarcastico e ovviamente spietato. Non voglio che ne approfitti per seminare zizzania o minare la mia missione diplomatica! Gli impedirò di comportarsi da s♥♥♥nzo quale è. Ne va del buon nome del paradiso!
Ti terrò costantemente aggiornato, Caro Diario! Non vedo l’ora di poter descrivere le fantastiche avventure che mi attendono.
A presto,
Tua

Emily

 
 
Chiuse il quadernetto, soddisfatta. Tappò la penna e ripose il tutto in valigia.
Un attimo dopo, un leggero bussare riecheggiò nella stanza.

«Avanti!» esclamò, per nulla sorpresa di veder comparire Sera sulla soglia. La donna mostrava ancora preoccupazione sul volto stanco.

«Sera!» le sorrise, affrettando a scostare una poltroncina dalla scrivania «Accomodati» disse, battendo un paio di volte sul cuscino imbottito «Posso offrirti qualcosa? Ho dei biscotti proprio qui..» si voltò verso l’armadio, ma la donna la trattenne e la tirò velocemente a sé in un abbraccio.

«Sera? Tutto bene?» sussurrò, ricambiando quella stretta con un leggero impaccio.

«Sì, scusa» fu la risposta. Un attimo dopo, la allontanò con una carezza gentile «Sono solo… in pensiero, ecco. Per te. L’Inferno non è un posto raccomandabile, men che meno per una giovane serafina gentile e altruista.»

«Non preoccuparti. Sarò perfettamente al sicuro. So badare a me stessa!»

«Lo so. Non è di te di cui non ho fiducia. Pentagram City è una delle città peggiori di tutto il creato. Ha una pessima nomea, sostenuta dalla blasfemia e dalla corruzione dei suoi abitanti. Ho solo… paura che possa succederti qualcosa, Emily. Che qualcuno possa farti del male, ferirti o… peggio. Sei un angelo… gli angeli non sono ben visti laggiù.»

«Mi domando il perché…» soffiò Emily, ironica. Si pentì immediatamente di quell’uscita. Abbandonarsi a simili commenti non era da sé. Si coprì le labbra con entrambe le mani, vergognandosi di quelle parole «Mi dispiace» mormorò contrita, forzando un sorriso di scuse «Non preoccuparti, comunque. Non sarò sola, dopo tutto.» aggiunse, ma l’amarezza di quella constatazione non sfuggì all’altra.

«So che Adam non ti piace…»

«…Fatico a pensare che possa piacere a qualcuno, in realtà.»

«Ma ha molte qualità.»

«Non me ne viene a mente neppure mezza.»

«È la persona giusta, credimi. È capace nel suo… lavoro.»

«Combinerà un disastro, me lo sento» Emily scosse il capo, incerta «Come fanno a credere che spedirmi all’Inferno in compagnia del responsabile degli Stermini… sia una buona idea?»

Sera non rispose, abbassando lo sguardo. Non poteva ammetterlo, ma l’idea di inviare Adam al seguito di Emily era stata sua. Il Concilio l’aveva soltanto approvata, garantendole che avrebbe mantenuto il massimo riserbo sulla faccenda. Sera era convinta che Emily l’avrebbe odiata ancor di più, se avesse scoperto che era stata lei a piazzarglielo alle calcagna; non era neppure sicura che la giovane le avesse perdonato la recente scoperta delle epurazioni annuali.
Adam non sarebbe stato da meno: avere a che fare costantemente con lui era già sufficientemente complesso. Se fosse venuto a conoscenza di quella clausola, sicuramente non gliel’avrebbe fatta passare liscia. Non che avesse alcun potere su di lei: Sera gli era indubbiamente superiore; ma Adam sapeva come rendersi odioso in molteplici modi e la fantasia certo non gli mancava. Ricordava ancora quando, a seguito di un’accanita discussione, il Primo Uomo aveva passato intere nottate a farle squillare il telefono a vuoto; o a suonarle il campanello di casa, solo per poi darsi alla fuga. Era come un adolescente, immaturo e capriccioso, intrappolato nel corpo di un uomo adulto. Tuttavia, ne era convinta, era la scelta giusta: non avrebbe affidato la tutela di Emily a nessun altro.

«Andrà bene» affermò, sforzandosi d’apparire convita e fiduciosa. Arruffò delicatamente le ciocche della più piccola «Ascoltami attentamente, ora: le vie di comunicazione con l’Inferno non sono efficaci. Una volta laggiù, non avrai modo di contattarmi direttamente. Potrai farlo soltanto recandoti all’Ambasciata Celeste. Charlie sa dove si trova, puoi fartela indicare. Chiamami per qualunque cosa, d’accordo? Darò disposizione affinché ci sia sempre qualcuno a sorvegliare quel canale.»

«Capito, sì!»

«Abbi cura di te, Emily.»

«Lo farò.­»

«Sono così fiera» Sera si alzò, schioccandole un bacio sulla fronte «Ora dovresti andare a riposare. Domani ti aspetta un viaggio importante.» sussurrò, alzandosi e scivolando verso la porta «Sogni d’oro, mia cara.»

Emily sollevò la destra, sventolandola in aria:
«Buonanotte, Sera.»

Salutò, prima di arrampicarsi sul letto e coricarsi; passò le tre ore seguenti a fissare il soffitto, troppo eccitata per riuscire a dormire.
 

***
 

Lute bussò due volte, scivolando oltre l’uscio senza aspettare risposta.
Abbracciò in un attimo la familiare stanza, individuando immediatamente la figura del suo comandante, accasciata su una sedia. Come prevedibile, si era scolato tre lattine di birra e stava attaccando la quarta. Un paio di bicchierini di vetro e una bottiglia di vetro ambrato, indicavano che la birra non era l’unico alcolico a cui aveva attinto.

«Signore…» attaccò, avvicinandosi alla sua figura.

«Vaffanculo.»

Quella risposta non la sorprese per nulla.

«Adam…»

«Vaffanculo di nuovo.»

«La vuoi smettere di comportarti come un fottuto idiota?»

«Ehi! Non parlarmi così, stronza! Sono comunque il tuo capo.»

«Non fuori dall’orario di lavoro.»

Lute scostò una seggiola, accomodandosi. Allungò la destra, infilando due dita sotto al mento di lui e premendo delicatamente, costringendolo a rialzare la testa dal tavolo. Fissò lo sguardo spento del Primo Uomo, privo della protezione che la maschera gli regalava in altre occasioni. Le piacevano quei momenti: quegli attimi in cui non erano semplicemente colleghi, o comandante e sottoposta. Erano attimi personali, intimi, condivisi soltanto tra loro: una comunione che andava ben oltre il semplice cameratismo. Era consapevole d’essere l’unica persona a cui Adam mostrava quei tratti: la fragilità tipica dell’essere umano, diametralmente opposta alla sfrontatezza e boria che lo rivestiva ogni volta che indossava i panni da Capo Esorcista. Rimaneva comunque uno stronzo maleducato… ma poteva gestirlo.

«Non ci voglio andare…» lo sentì biascicare, la voce impastata dalla stanchezza e dall’alcool.

«Sei ubriaco.»

«Non è vero.»

La testa ricadde sul tavolo con un tonfo. Lute fece appena in tempo a ritirare la mano, evitando che venisse schiacciata dalla fronte altrui.

«Senti, so come ti senti…» azzardò.

«Sto una merda.»

«Sì, a parte questo…»

«Oh, Lute! Sei così fortunata ad avere una…» lo vide risollevare il capo e aggrottare la fronte «Cugina malata come Timberland. Almeno non sei costretta a scendere in quel buco merdoso d’Inferno.»

La donna affilò un sorriso di circostanza: forse aveva esagerato con la storia della prozia. Avrebbe potuto offrirsi di accompagnarlo, se non si fosse spinta troppo in là con quella bugia. Non poteva fare marcia indietro ora, senza essere smascherata.

«Sono certa che tornerai presto, suvvia. Non perderti d’animo. Si tratterà solo di qualche giorno. Una settimana, magari… forse due.» disse, affondando le dita tra i suoi capelli in disordine; cercò di modellarli, di dare loro una forma composta, ma senza successo «Magari sarai indietro nell’arco di un paio di mesi» azzardò, decisa a non regalargli false speranze o pronostici ottimisti «Hai preparato la valigia?» chiese infine.

Non ottenne risposta. Adam si limitò ad indicarle il divano davanti al caminetto.

Lute si alzò, marciando in direzione del sofà, trovandovi solo un sacchetto in nuvola biodegradabile. Sciolse il nodo che legava i manici e spiò all’interno.
«Tutto qui?!» esclamò incredula.

«Mh-mh.»

«Hai messo solo lo spazzolino, un paio di boxer e di calzini! Questa roba non basta nemmeno per una giornata.»

«Le mutande le giro dentro-fuori. Anche le calze. Così viaggio leggero.»

«Questo non è…» si interruppe, gettando il sacchetto a terra «Sei un idiota! Se avevi bisogno di una mano, avresti potuto chiedermela.»

«D’accordo… allora me la dai?»

«Una mano?»

Ottenne in cambio un sorriso sornione:
«Secondo te..?»

«Deficiente!» Lute recuperò i boxer dalla borsa e glieli lanciò in testa «Guarda, ho capito! Continua a compiangerti e ad affogare il dispiacere nell’alcool. Alla valigia ci penso io.» ringhiò, marciando verso la porta della stanza altrui.

«Lu…te?»

Si fermò sulla soglia, lanciandogli uno sguardo torvo:
«Che vuoi?»

Adam le regalò un sorriso sghembo:
«Ti voglio bene.»
 
 


Angolino:
Buondì! è da parecchio, ormai, che non scrivo / pubblico ff con costanza. Ci ho provato più di una volta, ma senza grande successo.
Alla fine, dopo aver visto Hazbin Hotel, ho ceduto alla tentazione e ho ripreso a scrivere. Non so bene come evolverà questa storia: la trama, a grandi linee, la ho a mente, ma non posso fare previsioni. Spero solo che possa piacere l'idea e, soprattutto, che possa strapparvi qualche sorriso qui e là.
Come consueto, inserisco sempre uno spazio tra i periodi delle mie ff: semplicemente, trovo che la visualizzazione di efp sia troppo "compatta" nel testo e .. non so come inserire una interlinea. Sapete se c'è come opzione, da poter cliccare? (Ho cercato nel pannello, ma non la trovo). Per qualche ragione, inoltre, non mi accetta il tag "Un po' tutti" quando seleziono i personaggi per la storia. Ho dovuto ripiegare su "Altri", ma il senso è quello.
Per qualunque suggerimento / correzione, mandatemi un mp! Vi sarò molto grata per tutti i consigli e le dritte.
Grazie per aver letto!

E'ry 
 
  
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