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Autore: KushinaKurosaki    18/03/2024    1 recensioni
L’organizzazione degli uomini in nero era stata sconfitta. Tutti coloro che erano stati coinvolti da quella brutta faccenda potevano ormai tornare a tirare un sospiro di sollievo, forse non proprio tutti. Lei era oscurità e la luce del sole era la sua più acerrima nemica, però vi era da dire che neanche la notte era sua alleata. Era un angelo dell’oscurità destinato a soffocare e nessuno lo poteva notare. Alle volte paragonava la sua vita a quella di una stella, perché nessuno guarda le stelle quando splende la Luna. E anche se non splendesse, fra le scintillanti sorelle, chi noterebbe una fioca stella in procinto di cadere nel baratro? Era così che si sentiva la povera Shiho Miyano, tutti avevano vinto, lei era uscita l’unica sconfitta.
ReixShiho ShuichixJodie
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Jodie Starling, Quasi tutti, Rei Furuya, Shuichi Akai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Shiho sorrise guardando i cupcake che aveva preparato grazie al prezioso aiuto di Ayumi, ora dovevano solo farcirli. « A forma di cuore con panna e smarties! » esclamò euforica la bambina di otto anni mentre Shiho sorrise intenerita. « Va bene!» affermò lei iniziando a sistemare la panna sulla cima. « Shiho…io credo che tu piaccia a Mitsuhiko…» sibilò Ayumi mentre lei si morse una guancia. Quella situazione era troppo simile a quando con il dottore aveva visitato quel vecchio castello e lei gli aveva chiesto se le piaceva Conan. « Ah sì? Io credo che gli piaccia tu.» Aveva visto lo sguardo del ragazzino lentigginoso ed era molto simile a quello con cui Conan guardava Ran. « A te invece piace qualcuno? » chiese ingenuamente mentre Shiho arrossì. « Shiho-neechan, stai bene? Sei tutta rossa!» esclamò la bambina mentre Shiho la tranquillizzò. « Si, diciamo di si. » era stato un lampo ma quando Ayumi le aveva posto la domanda il viso di quel damerino gli era venuto immediatamente in mente e non sapeva se era un bene o un male. 

Dopo sarebbe passata al Poirot per ringraziarlo. Era merito suo se aveva trovato un buon lavoro. E non vedeva l’ora di sapere la faccia che avrebbe fatto nel vederla.

 

Amuro alzò lo sguardo guardando la persona che era appena entrata. « Buongiorno, il locale sta chiudendo. » affermò il ragazzo restando sorpreso dal fatto che la ramata fosse sola. « Lo so, ho scelto l’orario in cui ero certa stessi pulendo. » affermò la ramata sorridendo e avvicinandosi al ragazzo biondo.

« Come mai? » Si stava comportando in modo strano. Era misteriosa e aveva l’aria un po’ imbarazzata, finì di riporre i bicchieri e si voltò verso di lei. Sul bancone vi era uno scatolo adornato da un nastrino blu.

« È per te, spero ti piaccia.  »  ammise la giovane ragazza spingendolo verso la giovane. L’uomo incuriosito aprì il regalo ritrovandosi sorpreso dai tre muffin decorati con un topper rosso con cui è stata disegnata la forma di un cuore. Non era riuscita a metterli da parte e a salvarli dalle grinfie di Ayumi. « Grazie a cosa devo questa tua gentilezza? » chiese lui curiosamente.

« Per ringraziarti, mi è stato molto utile il tuo aiuto. » ammise la giovane sorridendogli gentilmente. « Dopo hai qualche impegno? » chiese Rei guardando l’orologio, aveva chiesto a Kazami di  portare Haro dal toelettatore perché lui sarebbe andato a prenderlo verso le sei e mancavano due ore. Tornare a casa non gli conveniva, perciò doveva occupare il suo tempo in qualche modo e gli avrebbe fatto piacere conoscere meglio quella ragazza.  Shiho inarcò un sopracciglio, non capendo il motivo di quella domanda. « Ti va di uscire con me? » Quella proposta la fece sobbalzare, non si aspettava una simile proposta da lui. «Se sei occupata…» iniziò lui non riuscendo a nascondere la delusione e la preoccupazione di essere stato inopportuno. « Accetto volentieri. » affermò la ragazza mentre il ragazzo sorrise allegro togliendosi il grembiule.

 

Si passò una mano fra i capelli, quella notte non aveva chiuso occhio. Era da qualche giorno che nei suoi incubi vedeva il volto di Akemi stesa in terra che pian piano mutava e si trovava a stringere non più la cugina ma il corpo senza vita della sua collega. Forse era un segnale, il suo inconscio stava cercando di dirgli qualcosa. Non ne aveva parlato con Shiho, temeva di farle un torto a non dirgli la verità e allo stesso tempo temeva la sua reazione. Ma era chiaramente ancora innamorato di lei, e questo non poteva negarlo. Che cosa avrebbe dovuto fare? Era chiaro che anche Jodie provasse dei sentimenti nei suoi confronti ma non voleva deluderla e ne voleva ferirla.

 

« Chi ti scrive? » chiese curiosamente il ragazzo dai capelli biondi allungandosi verso la giovane ramata che restava a rimirare il corso del fiume. « Mi dispiace ma non sono fatti tuoi. » esclamò per poi sorridergli e riporre il cellulare. Rise divertita non appena lo guardò in viso, cosa che indispettì e non poco il poliziotto. « Sei sporco di panna! » esclamò la ragazza portando la mano alla sua guancia e con il pollice pulire l’estremità destra della bocca facendo imbarazzare il ragazzo. « Assomigli così tanto a tua madre. » ammise lui mentre Shiho si bloccò. Ricordava che lui ne avesse fatto menzione sul Mistery Train ma lei aveva solo qualche ricordo sbiadito. « Tu…la conoscevi? »  il ragazzo passò il braccio attorno alla sua vita e la attirò vicino a sé. Shiho non protestò ma appoggiò la testa sulla sua spalla e le gambe semidistese sul prato verde. Ad un occhio esterno sarebbero sicuramente sembrati due fidanzati, ma in quel momento lui aveva catturato la sua attenzione. « Io e Akemi ci siamo conosciuti al parco.  » iniziò lui mentre chiuse gli occhi.

 

Ricordava bene quel giorno, il suo amato nonno aveva deciso di cedere alle suppliche e di restare un altro po’ a giocare. « L’altalena è nostra! » esclamò un ragazzo robusto, probabilmente qualche anno più grande che già da un po’ di tempo recava noie alla piccola Miyano. « È di tutti! » le urlò piccata la bambina attirando la sua attenzione. Lui a quel punto si mise fra loro ma dopo che gli fu rivolta la parola “mezzosangue” iniziò con loro una rissa.

 

« Eri uno scapestrato! Non ti immaginavo così impulsivo Furuya-san!  » sussurrò la ragazza con timore. Non riusciva mai a comprendere come chiamarlo quando erano da soli, era sì capitato poche volte ma…

« Scapestrato eh? Elena mi disse anche questo, entrai nell’organizzazione per cercare lei, sai? » Era stata sua madre a permettere il loro incontro in tutti i sensi. Quella consapevolezza la avvolse delicata in un tenero abbraccio. « Tuo padre invece era identico al dottore,  pessimo senso dell’umorismo, indovinelli pessimi e…un cuore d’oro.  Su di lui non so dirti molto. » ammise un po’ dispiaciuto mentre Shiho incastonò i gelidi occhi nei suoi.

« Grazie, non sai quanto mi faccia piacere ascoltare queste tue parole. Ad Akemi non ho mai chiesto nulla, era una ferita che non volevo aprire. »

 

 









 
   
 
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