È soltanto finzione. Tu mi prendi per il braccio, lo stringi debolmente e mi trascini via per qualche metro. Applichi pressione in maniera così leggera che sento a malapena la presa delle tue dita affusolate attraverso lo strato di stoffa scura che mi circonda l'avambraccio. Eppure lo sento e la morsa che mi attanaglia lo stomaco si fa sempre più decisa, più asfissiante. Vorrei che premessi con più forza, più insistenza; che lasciassi le tracce involontarie di un livido come testimonianza del fatto che questa sera e in questa stanza tu mi hai toccata. Ti premuri di chiedermi se col tuo gesto mi hai fatto del male, io scuoto la testa mentre nella parte più recondita della mia mente sboccia la consapevolezza che vorrei l'avessi fatto.
Poi, con la stessa naturalezza con cui mi hai afferrato mi lasci andare, perché stavamo soltanto recitando ed è arrivato il momento di calare le nostre maschere ed indossarne di nuove. Sorrido amaramente al pensiero che non mi toccheresti mai così di tua spontanea volontà; in fondo è soltanto finzione.