Serie TV > Stranger Things
Segui la storia  |       
Autore: NotARunner    29/03/2024    0 recensioni
Long-Fic su Will Byers di Stranger Things (S1-S4 & S5 inventata da me)
Missing moments della serie e momenti inventati da me per approfondire questo bellissimo personaggio.
!!BYLER!!
Questa storia parla di Will Byers. Un ragazzo che non ha avuto altro che dolore o delusioni nella sua vita.
Will è pacato, amichevole e onesto. Come i suoi amici, è estremamente intelligente per la sua età, ha un entusiasmo per la scienza ed è un membro dell'AV Club della loro scuola. Mostra anche molti degli stessi interessi dei suoi amici, come Dungeons & Dragons, fumetti come X-Men e film come Ghostbusters. È anche creativo, ha una passione per l'arte e scrivere storie. Tuttavia, i suoi interessi e il suo status sociale lo hanno portato ad essere vittima di bullismo. Questo, insieme al precedente trattamento inadeguato di suo padre nei suoi confronti, ha portato Will ad un lungo viaggio di paure, insicurezze, emozioni che credeva fossero sbagliate, e infine ad un'accettazione verso se stesso e i suoi sentimenti per il suo migliore amico, Mike Wheeler.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mi chiamo William Jacob Byers, non che a voi importi, ma tutti mi chiamano solo Will. Detesto il mio secondo nome, infatti nessuno lo usa mai.

Sono nato il 22 marzo del 1971, ma è come se la mia vita fosse iniziata in ritardo. Quando accendi la miccia di un fuoco d'artificio, per vedere il vero spettacolo devi attendere che il fuoco raggiunga l'esplosivo.

Amo la scienza e giocare a D&D. I miei insegnanti dicono che sono acuto e molto intelligente per la mia età, ma non ne sarei così sicuro.

A volte mi sento davvero uno stupido.

A scuola ho sempre fatto parte dell'AV Club insieme ad i miei unici amici e...insieme a Mike.

Non so se crederete a tutto quello che voglio raccontare con questa storia, insomma ci sono accadute delle cose davvero pazzesche. Se non sapessi la verità sugli strani eventi che perseguitano Hawkins, e qualcun altro me la raccontasse, non ci crederei mai. Beh a meno che quel "qualcuno" sia Mike. A lui gli credo sempre, lo ascolto.

Non so esattamente perché stia raccontando tutto questo, ma so che il mondo sta probabilmente finendo. Ho potuto percepirlo. E non so se questa volta vinceremo. Ho una paura, una paura matta che tutti si dimenticheranno di me. Sono già stato dimenticato una volta, non voglio succeda di nuovo. Forse è per questo che sto scrivendo questa raccolta di eventi della mia vita: per fare in modo che le persone non si dimentichino di me. Ed anche se ho intenzione di raccontare i miei più oscuri segreti a questa specie di...diario? (Si può chiamare diario?) ho capito che preferisco avere un salvagente che dica la verità a tutte le persone a cui tengo. Si, anche la verità su Mike, per quanto faccia male.

Perché non so nemmeno se domani sarò morto o sarò posseduto nuovamente da Vecna o... chi se ne frega.

So però che cosa vorrei dire alle persone che amo prima che tutto finisca e...già, penso di aver iniziato a scrivere per questo.

Come ho detto prima, la mia vita è iniziata a scoppio ritardato.

Sono sempre stato un bambino sensibile. Ricordo vagamente un giorno al parco quando ero piccolo. A me piaceva molto giocare con la sabbia così quel giorno la mamma con Jonathan mi avevano portato in un parco giochi vicino al bosco. C'era anche Lonnie, mio padre, ma con una scusa si era allontanato per andare a provarci con qualche ragazza di vent'anni meno di lui.

Che schifo.

La mamma l'avevo guardato per un attimo e poi mi aveva lasciato andare a giocare. Mi ero portato il mio camioncino, uno dei pochi giocattoli che avevo. Avevo iniziato a giocare per conto mio, non avevo amici, quando vidi una bambina in lacrime. Sembrava davvero disperata e volevo farla sentire meglio...così le regalai il mio camioncino.

«Grazie — sorrise un poco — se vuoi dopo te lo riporto»

«È tuo. Ciao ciao»

Tornai da mia mamma che aveva osservato la scena.

«Tesoro...lo sai che non posso comprartene un altro...» si sentiva in colpa per i soldi, per il suo lavoro.

«Non importa. Non ne voglio un altro. Deve averlo lei perché é triste mamma. Lei è triste mami»

Vidi Lonnie che mi guardava da lontano. Non stava più parlando con quella bionda. Mi stava dando uno sguardo di disgusto. Come quando si guarda una gomma da masticare che ti è rimasta attaccata sotto la scarpa. Ma io all'epoca ancora non capivo.

Lonnie all'inizio non era nemmeno violento, non con me almeno.

Era solo...insomma cercava di farmi sentire in colpa per le cose che mi piacevano. Provava a farmi giocare a baseball. Per i miei sette anni mi regalò anche una mazza. La usai solo una volta, e non fu per giocare con lui o altri bambini.

Sarei voluto rimanere piccolo per sempre. Quando sei solo bambino ci sono meno probabilità che ti arrivi una botta, uno schiaffo o una spinta. Non dico dai bulli. Quelli c'erano già dall'asilo. Parlo di mio padre.

Lui era...fatto a modo suo. Quando avevo cinque anni gli avevo sentito dire che ero un frocio, un finocchio. Non sapevo cosa volessero dire. Sapevo solo che quelle parole tornarono molte volte durante la mia vita. Da mio padre, dai bulli a scuola, da Troy e quell'altro scemo...da me stesso.

Qualche volta durante i litigi provavo a mettermi in mezzo, e a quel punto mi arrivava qualche schiaffo o una spinta. E allora, dato che ho sempre anche avuto una pelle abbastanza pallida, mi apparivano questi lividi, dei segni, delle contusioni.

Quando Jonathan è cresciuto un po' ha iniziato a proteggermi. Sempre.

La prima parola che io abbia mai detto è stata «Jonna», nel tentativo di pronunciare il nome di mio fratello: Jonathan. Lui è stato uno dei primi a comprendermi e aiutarmi. Mi ha fatto capire che non mi dovevano piacere le cose 'normali', dovevo fare quello che mi appassiona: AV Club, D&D, la scienza, disegnare, scrivere storie...questo ero io, non quello che mio pad- Lonnie voleva che fossi. Un ragazzo duro, un giocatore di baseball etero e menefreghista di qualunque cosa ha a che fare con l'arte.

Tuttavia la mia vita è iniziata, non quel giorno con la ragazzina, non con Jonathan, che c'è sempre stato per me, non con mia madre che ha provato quando stava con Lonnie a lasciarmi fuori dalle discussioni, e, già...nemmeno con la scoperta della musica, la vera musica. Quella che ti piace sul serio, non quella che ti fanno ascoltare. Nessuna di queste volte.

Si potrebbe dire che la mia vita è iniziata il giorno in cui ho incontrato il mio migliore amico: Mike Wheeler.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Stranger Things / Vai alla pagina dell'autore: NotARunner