Come
vanno le tue lezioni, fratello?
I.
In una mite
giornata di primavera Colin Bridgerton osservava con
interesse Penelope Featherington conversare con un
gentiluomo, di cui non ricordava il nome.
Era sodisfatto di
quel che vedeva: la sua amica si stava impegnando a mantenere l’attenzione del
suo interlocutore. La vide sorridere a una battuta dell’uomo, facendogli una
domanda a sua volta, incuriosita dall’argomento. Casualmente, mosse la mano per
spostarsi una ciocca ribelle dal viso.
Colin si sentiva
come un insegnante orgoglioso del proprio studente: Penelope era molto
ricettiva e volenterosa a imparare.
Non riuscì a
impedire alle proprie labbra di incurvarsi all’insù.
Il suo sguardo
prolungato alla scena che si stava svolgendo a pochi metri davanti a lui
catturò l’attenzione di suo fratello maggiore Benedict.
«Fratello» lo
apostrofò, avvicinandosi a lui. Era leggermente confuso.
«Benedict» disse
solamente Colin a mo’ di saluto, senza distogliere gli occhi dalla coppia.
«Perché osservi
con interesse la conversazione della signorina Featherington
con il signor Dankworth? La gente parla, si fa strane
idee, lo sai.»
Ecco
qual era il nome!
Colin non percepì
l’avvertimento nelle sue parole.
«Sta andando bene.
Pen se la cava egregiamente» lo informò Colin orgoglioso «Sta facendo buon uso
dei miei consigli.»
«I tuoi consigli?»
lo spronò Benedict con una nota perplessa nella voce.
Percependo il suo
stupore, Colin voltò la testa verso di lui a incontrare il suo sguardo.
«Mi sono offerto
di aiutare Pen in questa stagione.»
«A trovarle un
marito, intendi?» l’artista era sempre più disorientato.
Colin annuì. «Le
sto impartendo delle lezioni per aiutarla a essere più sicura di sé, per
attrarre le attenzioni dei gentiluomini.»
Benedict sollevò
un sopracciglio. Era esterrefatto; non sapeva che dire.
Era la cosa più
stupida che avesse mai sentito; era sicuro che sarebbe finita male: come faceva
suo fratello a non vederlo?
Era tentato di
dare voce ai suoi dubbi, ma guardando Colin capì che non era una buona idea: il
minore dei due era convinto di fare qualcosa di buono, ci credeva. I suoi occhi
si illuminavano al pensiero di poter dare una mano.
Chi era lui per
infrangere questa sua convinzione?
II.
Colin iniziava a
pentirsi di aver confidato a Benedict in che modo consisteva il suo aiuto per
Penelope Featherington.
Suo fratello
trovava ogni scusa per stuzzicarlo al riguardo – fastidiosamente solo
come un fratello sapeva fare – e a rivolgergli la stessa domanda con tono
divertito “Allora come vanno le tue lezioni, fratello?”, senza in realtà
attendersi degli aggiornamenti circa i progressi.
Su quel fronte,
Colin era molto sodisfatto e non solo perché le lezioni davano i suoi frutti,
ma soprattutto perché non percepiva più quella freddezza nei suoi confronti da
parte di Penelope; era sulla buona strada per riconquistare la sua amicizia.
Pen era tornata a essere bendisposta verso di lui e questo lo metteva di buon
umore.
«Avete notato che
bell’abito che indossava Penelope al ballo di ieri? Devo dire che il verde è un
colore che le si addice molto» commentò con sincerità Francesca.
Colin si trovava
d’accordo e forse l’avrebbe fatto sapere, se non avesse avuto la bocca piena.
«Hai ragione,
cara» ci pensò sua madre a dare voce ai suoi pensieri. «Non trovi anche tu,
Eloise?»
La sorella appena
menzionata alzò il viso dal libro che stava leggendo. Non sembrava
particolarmente propensa a partecipare alla conversazione.
«Come avete già
detto» tagliò corto infatti, seccata.
E per sottolineare
che non avrebbe dato un ulteriore contributo, si rituffò nella lettura.
«Potrebbe essere
menzionata da Lady Whistledown» aggiunse, eccitata, Hyacinth. «In fondo scrive di tutti.»
Perché mai, si
chiese Colin, quando conversavano fra loro, puntualmente l’argomento si
dirigeva su quella fastidiosa donna, la regina dei pettegolezzi?
Gli parve di udire
un suono simile a un ringhio sommesso provenire dalle parti dove era seduta
Eloise. Era strano, perché da quello che ricordava Eloise era sempre stata una
sua grande sostenitrice. Un’altra cosa che era cambiata, quasi simultaneamente,
e lo aveva lasciato stranito era che Pen ed Eloise non erano più amiche.
Sono
successe così tante cose, mentre ero via?
«Non sono sicura
di provare la tua stessa emozione, figlia mia. Non sempre può essere
considerato un vanto apparire sulle pagine del Whistledown.
Dipende tutto dal tono e da quello che viene scritto» rifletté Violet Bridgerton.
«Sono sicura che
scriverà solo cose belle» rincarò la più piccola di casa Bridgerton.
“Come no” era il
commento, poco convinto, stampato sulle facce di tutti i presenti.
«Certo» biascicò,
invece, con astio Eloise.
Nessuno parve
averla udita.
«Buongiorno, bella
gente! Di cosa si parla?» con questo saluto Benedict fece il suo ingresso nel
salotto, dove era riunito il resto della famiglia.
«Lady Whistledown e Penelope» rispose prontamente Hyacinth.
«Argomenti
interessanti» dichiarò il nuovo arrivato, puntando il suo sguardo sul fratello
che amava viaggiare.
Eloise sospirò,
stizzita. Sembrava avere esaurito la pazienza per quel giorno.
«E le tue lezioni,
fratello?» se ne uscì, di punto in bianco, Benedict alzando il calice in segno
di brindisi.
Se poteva
sopportare commenti simili quando erano fra loro, non li accettava
assolutamente alla presenza dell’intera famiglia.
Il suo sguardo si
adombrò, nei suoi occhi vi era una nuova furia che non aveva mai provato fino
ad allora, tutta all’indirizzo di Benedict.
«Quali lezioni?»
volle sapere Hyacinth.
Anche Eloise era
tutto d’un tratto interessata alla questione; aveva abbandonato il libro sul
posto libero accanto a sé e si era sporta impercettibilmente per sentire meglio
la risposta.
«Lezioni di buone
maniere, che a quanto pare servono un po’ a tutti qui!» esclamò, arrabbiato,
Colin lasciando la stanza di tutta fretta.
Prima di uscire,
riuscì a scorgere l’espressione divertita di Benedict.
III.
Era strano, per
lui, trovarsi a bordo pista mentre Penelope Featherington
si trovava a volteggiare tra le coppie dell’alta società: il suo carnet era
pieno di nomi di gentiluomini, per ogni ballo aveva un compagno.
Colin Bridgerton era ben felice di trovarsi in quella situazione,
a ruoli invertiti, se significava che la sua amica Pen avesse successo agli
eventi mondani.
Non gli dispiaceva
non partecipare alle danze – e durante la serata aveva abilmente scansato
qualche possibile invito da parte di fanciulle in cerca di marito, scontentando
sicuramente sua madre – se poteva ammirare il trionfo di Penelope.
I suoi occhi non
la perdevano un secondo, seguivano ogni sua mossa.
Era molto bella in
quel suo raffinato vestito blu, colore che gli rammentava il mare di Cipro e
che faceva risaltare quella cascata di riccioli fulvi.
Si rese conto per
la prima volta come desiderasse sapere se erano soffici come sembravano, poter
scorrere le sue dita tra quei fili setosi. La consapevolezza che gli era sempre
piaciuto il colore così vivido dei suoi capelli – ed era grazie a quello che
riusciva a trovarla subito in una sala piena di persone – lo colpì
all’improvviso.
E notò molte altre
cose che apprezzava di Penelope, ma che fino a quel momento non aveva fatto
veramente caso.
La sua mente venne
invasa dall’immagine dei suoi occhi gentili e luminosi, quando si posavano su
di lui – come ho fatto a non accorgermene? – e come gli erano mancati,
quando non avevano avuto più quel calore al rientro dai suoi viaggi. Erano
diventati più duri e freddi e lo stesso cambiamento lo aveva riscontrato nei
suoi lineamenti e nel suo portamento in sua presenza.
Era rimasto
sorpreso da quella reazione insolita, che non aveva saputo spiegarsi.
Nonostante la sua mente si era arrovellata per capirne il motivo, una parte del
suo cervello aveva registrato che anche con quell’aria sostenuta era
bellissima, come sempre. Era una visione, così simile alle divinità che aveva
scorto negli affreschi durante le sue peregrinazioni in Grecia e in Italia,
terre baciate dal mare e dal sole.
In quell’ultimo
periodo, anche grazie alla loro costante vicinanza, Colin aveva realizzato come
il proprio sguardo molto spesso si era soffermato sulle sue labbra piene,
riscoprendosi a volerle assaggiare per svelarne i segreti.
Non era stato
facile accettare che potesse avere pensieri simili per la sua Pen, perché non
era giusto nei suoi confronti: si era reso conto che non erano riflessioni che
normalmente avrebbe avuto un amico.
Aveva sempre
tenuto in alta considerazione la più giovane delle Featherington,
riconoscendo le sue qualità; la stimava molto e poteva dire, senza dubbio
alcuno, che era una delle sue persone preferite, se non addirittura la
preferita in assoluto. Adorava stare in sua compagnia, perché con lei non aveva
mai dovuto fingere come con il resto delle ragazze dell’alta società, poteva
permettersi di essere più libero dalle consuetudini richieste, mostrandosi per
quello che era.
Una dolce risata
della donna lo riportò al presente. Si concentrò sulla sua figura: la osservò
danzare tra le braccia di tale Marcus Anderson. Lei si muoveva in modo
leggiadro, la sua Pen amava ballare ed era molto brava – e lui lo sapeva bene, poiché
lo aveva appreso in prima persona.
Era davvero un
incanto, gli sarebbe bastato ammirarla da lontano per il resto della serata e
sentirsi appagato.
Quello che stonava
– e che si rese conto gli procurava un male fisico – era l’uomo accanto a lei,
gli dava fastidio come la tenesse vicino a sé mentre si muovevano a ritmo di
valzer. Vedeva rosso ogniqualvolta il gentiluomo si protendeva verso il suo
viso per sussurrarle qualcosa nell’orecchio.
E Colin si sforzò
di non commettere una sciocchezza, come irrompere con foga nella pista da ballo
per separare i due e allontanare Pen dal signor Anderson.
Ignaro della lotta
interna del fratello minore, Benedict gli si avvicinò.
«Allora, fratello,
come vanno le tue lezioni?» lo punzecchiò il maggiore con tono ilare.
Ottenne come
risposta solo un grugnito contrariato.
Benedict decise di
non infierire oltre, frenato dalla vista del portamento del fratello: non gli
era sfuggito come teneva i pugni serrati ai suoi fianchi, come il suo volto si
fosse indurito, captando un’energia funesta che avvolgeva la sua figura.
Comprese che il
giovane Bridgerton era in preda alla pura gelosia;
Colin aveva finalmente capito di amare Penelope Featherington.
Fin
troppo bene, sarebbe stata la risposta di Colin, se
avesse trovato la voce per esprimersi, ma in quel momento non si fidava molto
di sé stesso e delle proprie reazioni. Preferì tacere, continuando a osservare
in modo truce la coppia.
Era così
sbagliato: doveva esserci lui al posto di quell’uomo, realizzò Colin.
Non poteva
accettare che i dolci sorrisi della sua Pen fossero rivolti a
quell’uomo, che lui avesse l’onore di ammirare il suo sguardo lucente, di poter
percepire il suo dolce profumo, di poter baciare le sue labbra e di tenerla
stretta.
Era una tortura
atroce. Doveva rimediare. Era quello che avrebbe fatto quanto prima.
Con quella nuova
determinazione, aspettò la conclusione della musica per poter raggiungere
Penelope e renderla partecipe della sua scoperta: le avrebbe confessato quello
che provava per lei.
E tutto sarebbe
tornato a posto.
Ciao a tutti!
Devo ringraziare questi due per
avermi ispirato a scrivere. :D
Sono contenta di aver prodotto
questa piccola cosa, spero possa piacere anche a voi!
E sono sorpresa che un’idea che mi
è venuta si può abbinare a uno dei prompt del secondo giorno della Polin week:
ovvero lessons.
E niente, spero che sia stata una
lettura piacevole.;)
Fatemi sapere che ne pensate, se vi
va.
A presto!
Selly