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Autore: Raphaelgirl87    07/04/2024    1 recensioni
Seconda storia della challenge Come una talea del gruppo H/C su Facebook!
Era da tanto che volevo scrivere questo tipo di storia e per fortuna l incipit di C.A. mi ha aiutato molto a trovare il giusto incipit, sperando di rendere giustizia.... È una storia dolceamara, come la vita.... Michelangelo è ormai anziano, tutti i componenti della sua famiglia sono mancati uno dietro l altro e lui attende ormai il momento in cui potrà ricongiungersi con loro....
Dolorosa, ma purtroppo la vita è così.....
Ci sarà un seguito, con un altro dei prompt bellissimi che ho, vediamo se Micky ritrovera i suoi amati nella sua nuova vita.....
PS si sono stata una stronza con Raf, lo so....lo so!!!!!!
Genere: Hurt/Comfort, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Michelangelo Hamato
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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Essere portatori di Luce è un compito gravoso, a volte. Un pesante fardello.

Perché più Luce si ha, più Ombra si crea.

Dopo il buio della notte, quando la luce del sole incomincia a illuminare tutte le cose, i contrasti tra un oggetto e l’altro si accentuano sempre di più. Con poca luce le cose sembrano appiattite ma, via via che aumenta l’illuminazione e le forme si delineano, ecco che si percepiscono le figure, ogni dettaglio diventa evidente… ma è in questo momento, quando sembra che vi sia chiarezza di percezione, che si creano le ombre.

Tanto più una luce è forte, tanto più netta e mostruosa è l'ombra che proietta.

Glielo aveva fatto notare anche quella mattina la sua vecchia amica April, di come l ombra era diventata più presente rispetto alla luce che aveva sempre avuto dentro di sé, li nella pace nel covo sotterraneo dove, morta sua moglie e venduto ciò che aveva, era tornato a vivere, 

Del resto era l unico posto al mondo dove una vecchia tartaruga stanca di vivere poteva restare ormai.

Quel posto sotto le fogne era il suo unico rifugio ormai, i suoi ricordi erano l unico fascio di luce nel buio che lo opprimeva ormai da molti anni.

"Micky, sei proprio sicuro di ciò che stai dicendo?"

Michelangelo, sorseggiando una tazza di tè, curvo su quel divano consunto ormai dagli anni, aveva annuito in maniera grave.

"Sì, April.... è ora che io me le vada. È il mio momento. La Morte non tarderà tanto ad arrivare, lo sento. No....non piangere, amica mia....lo sai anche tu che è giusto così...."

E così dicendo, la vecchia tartaruga allungò una mano lungo il viso della sua amica, che aveva iniziato a piangere silenziosamente, le lacrime che scivolavano dolcemente tra una ruga e l altra del suo viso.

"Lo so.... è giusto così.....devi tornare dalla tua famiglia..... So che ti mancano tanto....."

Michelangelo annuì. Dire che i suoi fratelli e suo padre gli mancassero era ancora poco. Era da anni ormai che aveva un vuoto nel cuore inesprimibile. Un vuoto che, ne l.amore delle sue figlie, ne la vicinanza della moglie e di ciò che era rimasto della sua famiglia, ovvero le cognate Lisa e Kristel e tutti i suoi nipoti erano riusciti a colmare.

Gli anni erano volati, pesanti come.macigni troppo grandi da sopportare. Avrebbe voluto andarsene via da molto tempo, ma la Morte si era rifiutato di venirlo.a. chiamare. Proprio una grandissima puttana; lo aveva sfiorato tantissime volte da giovane, così come tutti loro, quando ancora desiderava restare con la sua famiglia, quando ancora era una giovane tartaruga spensierata, che amava ridere, lo.amava davvero, amava sentire quell'.esplosione nel cuore quando ti fai una bella risata, che amava fare evoluzioni sul suo skate e sentire l aria sulla sua maschera arancione, che amava i videogiochi, la pizza e i fumetti dei supereroi.... La stessa Morte che non si era fatta scrupoli col tempo a chiamare prima suo padre, poi Ninfea, la terza delle sue cognate, addirittura Casey, uno dei suoi nipoti, quella stronza maledetta e poi, uno per uno, i suoi fratelli e infine sua moglie....aveva lasciato solo lui li, a soffrire atrocemente....

Poteva anche capire il perché era rimasto.

Amanda e Hope.

Le sue figlie.

No, non poteva andarsene subito, loro avevano bisogno di un padre.

Ma ora....

Ora le sue ragazze erano donne, abilissime nel saper padroneggiare i nunchaku come lui.

Tutti i suoi nipoti erano uomini e donne finiti, così come la figlia di April, Marie.

Erano anni che combattevano e si allenavano nella lotta al crimine....dovevano essere pronti.

Lo sapevano da molto tempo.

La tregua col clan del Piede era durata troppo. Ora al potere era salito il figlio di Karai. Venti di guerra si affacciavano all.orizzonte....

"Guardati intorno, April- disse lentamente Michelangelo, tirandosi su in piedi appoggiandosi al bastone del suo amato padre, avvolto in uno dei suoi kimono, la cosa più simile a un abbraccio che poteva ancora avere da lui- ti ricordi come era questo covo quando noi eravamo giovani? Era pieno di musica, calore, risate, battibecchi certo ma anche tanti scherzi....E chiacchere. Quante chiacchere di giorno e di notte.....si sentiva Raf allenarsi in palestra, Donnie lavorare nel suo laboratorio a volte se facevi attenzione potevi percepire pure i respiri di Leo e Sensei nella zona della meditazione....ora c e solo silenzio....abbiamo fatto la nostra parte.....abbiamo addestrato i nostri figli a essere pronti al combattimento....che sto a fare ancora al mondo?"

"Hai le tue figlie.....e le tue cognate....e me, Micky....hai me...." Disse April tra le lacrime, mentre Micky scosse la testa dolcemente

"Le mie figlie ormai sono adulte....Ho parlato a loro stamattina. Sono abili guerriere e si amano tra sorelle. È tutto ciò che volevo donare loro. Il rispetto e l.onore e l amore tra loro. Tutto ciò che ho avuto nella vita e che mi ha salvato tantissime volte.....Ho fatto il mio compito come padre anche con loro e loro lo sanno. Hanno te e le mie cognate. Credimi non è egoismo. Le amo, le amo con tutto il cuore. Se ho resistito per anni e solo grazie ad Amanda e Hope.....

Ma ora guardami.....sono vecchio, stanco e malato..... quanto posso ancora andare avanti? Non voglio diventare un peso per.loro...."

"Non lo sei, Micky.....tu sei sempre stato una luce per tutti noi, la tua presenza è sempre stata così luminosa e bella.... Lo diceva sempre anche tuo padre..... Michelangelo è come il sole al mattino per noi, rischiara la nostra strada e ci dona calore...." Gli sussurrò April, asciugandosi dolcemente gli occhi con un fazzoletto. Capiva perfettamente il suo amico, anche lei stava resistendo a lungo per amore di Marie....Era dura anche per lei andare avanti senza suo marito. Figurarsi per lui.....

Dannazione, pensò Michelangelo, asciugandosi una lacrima. Erano passati anni ma il dolore era sempre quello. Straziante come il giorno in cui lui e i suoi fratelli avevano chiuso gli occhi al loro caro padre, al giorno in cui lo avevano seppellito. Col tempo aveva solo imparato a conviverci, era stato anche sereno nel passato..... Ma solo i Kami sapevano quanto gli mancasse suo padre....

"Sì, lo so....me lo diceva sempre.... Mi manca tremendamente..... Per questo è ora che me ne vada. Sento che finalmente la Morte questa notte mi farà la grazia di portarmi via con lei..... Mio padre diceva sempre che si deve morire con onore e sazi di giorni, non bisogna avere rimpianti e bisogna sapere che si è fatto il possibile per aver vissuto una vita onesta. E ciò che ho fatto io...."

A quelle parole, April annuì e si alzò anche lei in piedi, stretta nei suoi pantaloni elastici neri e nella sua camicetta cipria, avvicinandosi dolcemente a quella tartaruga mutante, la cosa più simile a un fratello per lei

"Va bene, Micky, allora credo sia giunto il momento di salutarci.... Beh....vorrei solo dirti che ti voglio bene. Tutti voi siete stati la mia famiglia, la mia ancora di salvezza. Sono grata ogni giorno di avervi conosciuto così tanti anni fa....."

"E io sono grato di aver conosciuto te....amica mia....sorella mia....vieni qui....."

E nel silenzio assordante di quel covo, la donna e la tartaruga mutante si tennero abbracciati a lungo,senza dire una sola parola, nulla almeno che il battito tranquillo dei loro cuori non potesse dire per loro.

Era il loro ultimo abbraccio e lo sapevano molto bene.

Per questo vollero che fosse il più lungo e stretto possibile.


La notte giunse silenziosa e lieve in quel covo lontano dal mondo. Michelangelo si preparò con calma per quell' incontro importante, indossò la vestaglia più bella di suo padre e si mise con calma nelle lenzuola fresche di pulito. Le cognate e le figlie sapevano bene cosa desiderava per la sua morte. Un funerale semplice, senza troppa pubblicità. Le sue ceneri sparse nel mare. Niente di così strano.

Era pronto.

Era semplicemente pronto.

Con calma, le sue dita tremanti presero una foto che stava da tanto tempo sul suo comodino, insieme a quella delle figlie e a quella della moglie.

Una foto della sua famiglia.

Lui al centro, giovanissimo nei suoi probabili diciotto anni, con il sorriso luminoso che era il suo marchio di fabbrica da giovane, il sorriso di chi aveva appena riso di cuore.... Da quanto tempo non rideva così.

Una delle sue braccia cingeva dolcemente il suo maestro, il suo caro padre seduto in mezzo a loro. Suo padre, il suo eroe, il suo mentore, la sua vita.

Glielo aveva detto fino alla fine quanto fosse grato di averlo avuto come padre. Senza di lui non ci sarebbe stata quella famiglia che amava tanto, che non aveva smesso un secondo di amare. Tanto era grande il suo amore che ovunque fossero finiti tutti loro, sicuro li raggiungeva fin lì.

Era grato di ogni carezza, di ogni abbraccio, di tutte le ore passate nel dojo ad allenarsi, di ogni volta che gli aveva salvato la vita, fisicamente e metaforicamente.

Se non lo avessero avuto nella loro vita, cosa ne sarebbe stato di loro quattro....

L.altra mano era sulla spalla di suo fratello Leonardo, il maggiore di loro, inginocchiato vicino al loro Sensei, col suo solito sguardo calmo, fiero ed equilibrato, quello sguardo che era stato una luce per molti momenti della sua vita. Quanto gli mancava la sua presenza solida, retta, equilibrata. Quando gli mancavano le sue carezze dolci, gli allenamenti insieme, le chiaccherate con lui. Quanto gli mancava cercare di convincerlo a.iniziare almeno una saga dei suoi fumetti, di lasciare.per un attimo i libri di filosofia che tanto amava. Non ci era mai riuscito....Ma era stato bello provarci. 

Quanto gli mancava tutta la forza che aveva preso da lui in battaglia, tutto il coraggio che aveva sempre dimostrato in tutte le situazioni della sua vita, quando era il loro leader e gli aveva sempre guidati con prudenza e saggezza.

Quanto gli mancava il suo sguardo fiero su di lui, il modo in cui lo chiamava piccoletto o fratellino. La sua voce calma.

Oh come gli mancava la voce di suo fratello.....

Alla sua destra, in piedi nella sua postura fiera, che avrebbe avuto fino al suo ultimo momento di vita, c'era suo fratello Raffaello.

Stranamente nella foto stava anche sorridendo, almeno aveva la cosa più simile a un mezzo sorriso, un evento raro per la sua indole scorbutica, che cozzava con la sua dolcezza inaspettata, con la sua forza d animo indomita. Chissà perché aveva fatto di tutto nella vita per nascondere quel lato di se, che mostrava solo a.loro.

Solo loro fratelli sapevano che, sotto la scorza dura, dietro il sarcasmo pungente, dietro il suo essere burbero e polemico, batteva un cuore grande e pieno di amore.

Solo loro sapevano quanto li aveva amati, quell' idiota, quante volte aveva rischiato la vita per loro. 

Le ricordava tutte, soprattutto le prime due, quando davvero era andato a tanto così da morire, quante lacrime aveva versato in entrambi i casi, quando suo fratello aveva riaperto gli occhi,quando avrva potuto stringere un corpo caldo a sé, e non come l ultima volta quando tra le sue braccia era rimasto un involucro vuoto....

Se non altro era caduto come voleva cadere ,in battaglia, con onore, difendendo tutti loro.

Era stato il primo ad andare via di tutti loro.

Il primo strappo terribile.

Chissà se almeno aveva rivisto Casey Michelangelo, il suo amato terzo figlio, il gemello di Leonardo jr Donatello, il fratello piccolo di Diana..... quel figlio che gli era stato strappato via troppo presto, ad appena quindici anni, in una sparatoria per difendere un amico a scuola.

Le urla strazianti fuori dall.obitorio di Raf e Lisa quando avevano riconosciuto il corpo massacrato del loro Casey non se l'è era tolte dalla testa per molti anni. Come era rimasto in piedi nel corso di quegli anni dopo quella perdita devastante lo sapeva solo lui, Raf.

Se le ricordava bene, le sue ultime parole...le aveva donate proprio a lui....

"Micky, vi amo così tanto....mi spiace lasciarvi, davvero....ma sono in pace, ho fatto il mio dovere....Vado da Casey ora.... Ora devo ritrovare mio figlio....."

Aveva tutte le ragioni,Raf, ma come gli mancava. 

Gli mancavano i suoi modi ruvidi ma pieni di cura, la loro complicità, gli scherzi che organizzavano per i fratelli, i film orrori guardati con le lacrime agli occhi dal ridere perché non avevano paura di loro, le lotte sul divano o sul letto, le litigate per la musica, le sfide sullo skate....gli aveva insegnato lui a nuotare, ad andare in bici.... Le notti insonni che avevano fatto al fianco dell altro quando succedeva qualcosa. E tutte le volte che il suo braccio muscoloso lo aveva stretto a se, facendolo sentire protetto e amato....

Nessuno lo aveva mai più stretto così....

E infine alla sua sinistra,con tutti i suoi gingilli tecnologici addosso e quel sorriso dolce che aveva sempre adorato, c'era suo fratello Donatello, il terzo di loro.

Il suo fratellone più vicino a lui di età e proprio.per quello la cosa più simile a un anima gemella che aveva mai avuto, platonicamente parlando ed escludendo la.moglie ovviamente. Del resto erano le mogli stesse ad aver a lungo scherzato sulla loro complicità innata, quasi a livello di telepatia.

Perché davvero lui e Donnie si capivano in una maniera incredibile, spesso bastava uno sguardo perché entrambi leggessero nel pensiero dell' altro perfettamente.

Quando gli mancava quella complicità profonda, le giornate in laboratorio a osservarlo quando gli costruiva gli skateboard, le abbuffate di schifezze varie, le notti passate nel suo letto da piccolo quando aveva paura, anche tutti i loro sciocchi battibecchi....gli mancava.ogni cosa di lui, del suo Donnie, del suo Chandler.

Era stato lui a stargli vicino nel momento del suo trapasso, insieme a suo figlio Yoshi. Loro due lo avevano accompagnato con infinito amore, rassicurandolo che sarebbe andato tutto bene, che si sarebbero rivisti:

"Me lo prometti, Micky? Ci rivediamo in un altra vita? Sarai sempre il mio fratellino rompicoglioni?"

"Sì, Donnie, fidati.....lo sono e lo sarò per sempre"

Gli aveva sussurrato che gli voleva bene, fino al suo ultimo respiro. A volte quando passava davanti al suo laboratorio, ancora scioccamente glielo diceva. Sì sa mai che potesse sentirlo....

"Ti voglio bene Donnie....hai visto? Non entro nel tuo laboratorio....te l ho promesso....altrimenti ti incazzi, lo so...."

Michelangelo osservò a lungo quella foto, guardando con dolcezza quei visi che aveva tanto amato.

Quei visi che, ora era certo, avrebbe rivisto da lì a poco.

Tenendo stretto quel ricordo prezioso tra le sue braccia, la tartaruga rivolse una preghiera ai Kami....e se da giovane la sua fede era diciamo parecchio ballerina, e una divinità valeva come un altra, bastava ottenere quello che si voleva, ora aveva iniziato ad affezionarsi alle divinità che seguiva suo padre.... Era un modo come un altro per stare vicino a lui....

Pregò a lungo, usando tutte le orazioni che soleva dire suo padre e supplicandoli di fargli ritrovare chi aveva amato, in qualsiasi vita lo avrebbero mai mandato.

Di aiutarlo a riconoscere i suoi fratelli, suo padre, sua moglie, sua cognata, suo nipote. Soprattutto la sua prima famiglia, che aveva perso troppo presto Li avrebbe rivisti, ne era certo. Sarebbero di nuovo stati insieme.

Un altra vita fianco a fianco.

Non poteva chiedere di meglio.

"Aspettatemi, fratelli miei, padre mio.... Sto arrivando...." Sussurrò loro, mettendosi sdraiato e chiudendo.gli.occhi.

Le sue ultime.parole furono proprio per lei, l umana falciatrice:

"È il momento, mia vecchia amica. Sono pronto. Non temere. Non ho rimpianti.Vedi di non fare la stronza. Vieni a prendermi, stanotte. Ti aspetto"

E la Morte per una volta fu magnanima.

Perché arrivò silenziosa e si prese.l.anima bella della tartaruga, prendendosi anche un lieve;"Grazie....." Che fluttuò nell'.aria lieve sciogliendosi nel silenzio del.covo, nell'.involucro senza.vita.del.suo corpo.

L ultima preghiera di Michelangelo Hamato era stata esaudita.

   
 
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