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Autore: Raphaelgirl87    08/04/2024    0 recensioni
Terza storia della challenge Come una talea del gruppo H/C di Facebook, con prompt di M.B. che ringrazio di cuore.....Ecco, questo è non solo la probabile continuazione della.mia precedente talea, quella dove Michelangelo muore in attesa di ricongiungersi con i suoi cari, ma è un esperimento di AU, una probabile idea di reincarnazione che possono aver avuto....vediamo se riconoscete i bambini protagonisti della storia 😉
È divisa in due parti, per maggiore fruibilità
Genere: Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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La sabbia riluceva accecante sotto il sole torrido. Un brezza lieve spirava dal mare, scompigliandogli appena i corti  capelli neri sotto la bandana rossa , senza dargli alcun sollievo, bensì appensantendo i suoi abiti di umido salmastro.

La spiaggia si apriva in un'ampia mezzaluna dorata, circondata da scogliere vertiginose e l'acqua frusciava perfettamente limpida. In lontananza si scorgevano azzurrine un paio di isole. Pochi corpi abbronzati si rosolavano al sole.

Ma  Shōdō-sei quel pomeriggio non era interessato alla vita attorno a sé su quella spiaggia. Il giovane undicenne, tenendo suo fratello minore Chinō, otto anni, sulle spalle, si stava preparando a battersi con suo fratello maggiore Meiyo, appena tredicenne e il loro amico Ai sulle spalle di quest' ultimo, suo coetaneo.

I ragazzi si squadrarono per un momento per poi lanciarsi l uno verso l altro, lottando con gioia con le onde che gli arrivavano all inguine per fare cadere l avversario dalle spalle del fratello in piedi.

Il padre, Yuki, li guardava dalla spiaggia, seduto sul bagnasciuga sorridendo, godendosi quel momento spensierato in una delle rare giornate in cui si prendeva un momento solo per loro, rubandolo alla sua scuola di arti marziali.

Osservò come sempre con attenzione i suoi tre figli, uno diverso dall altro, sia caratterialmente sia fisicamente.

Meiyo, il maggiore, aveva una saggezza e una prudenza che superava i suoi tredici anni, era sempre stato fin da bambino calmo ed equilibrato, gli bastava osservarlo in quel gioco sciocco come prima di attaccare i fratelli, li studiava, cercava il giusto modo di attaccare, non si buttava alla cieca.

Ben.diverso era il loro secondogenito, Shōdō-sei, impulsivo come il significato del suo nome....già dall urlo profondamente arrabbiato che fece alla nascita, i genitori ebbero l immediata percezione della sua personalità tosta e del suo carattere determinato, irruento e testardo....compensava tutto ciò con una grande bontà d animo e un grande amore per i fratelli e la sua famiglia....bastava vedere come durante quel finto combattimento prestasse attenzione al fratellino sopra le spalle, recuperandolo dall'acqua con affetto ogni volta che perdevano una sfida, tirandolo su mentre entrambi sputacchiavano.acqua salata da tutte le parti e, nonostante la delusione della sconfitta,si complimentasse col fratello maggiore se aveva fatto una manovra migliore della sua.

Chinō, il loro terzogenito, era come un.oasi di pace, aveva un carattere riflessivo, sempre sereno, pacifico, era davvero molto raro vederlo arrabbiato, molto dedito alla cura dei suoi fratelli.... Talmente tanto da aver più volte chiesto ai genitori di poter avere un altro fratello, per poter essere il fratello maggiore anche lui di qualcuno, tanto grande era la sua dolcezza.

E infine.c era Ai, che non era.figlio suo, semplicemente era un buon amico dei suoi figli,soprattutto di Shōdō-sei, con il quale aveva un rapporto di profondo affetto, come se si conoscessero da molti anni ....un ragazzo alto, biondo e con una particolare macchia attorno all.occhio sinistro.

Yuki osservava i suoi figli giocare così, immerso nei suoi pensieri, da sempre dedicati al loro futuro.

A onor del vero, Yuki, dall alto dei suoi 45 anni, era un maestro di ninjutsu estremamente abile, se non forse uno dei migliori sul suo campo, in tutto il Giappone la fama delle sue abilità di Sensei superava i confini....ma era decisamente particolare e molto chiacchierato,in quanto era l unico a non aver ancora addestrato i suoi figli a quella nobile arte, lasciandoli per ora liberi di vivere una vita senza responsabilità.

"Saranno i miei figli a decidere che strada intraprendere nella loro vita, non gli imporrò di imparare le arti marziali se non è il loro destino applicarle!" Così Yuki rispondeva a tutte le accuse che gli venivano.mosse, soprattutto dal Daiymo, il capo samurai del paese. 

In verità, tutti e tre i suoi figli gli avevano chiesto di poter studiare le arti marziali, ma lui si era sempre.rifiutato.di insegnarli alcunché, alludendo al fatto che erano ancora abbastanza grandi.

 In realtà, ciò che Yuki non aveva confidato mai a nessuno,neanche a sua moglie Kanmi, è che era frenato all idea di allevare i suoi figli da una visione che aveva avuto in meditazione.... una visione che non sapeva collegare se a un passato o a un futuro....ma dove aveva avuto la percezione di aver perso i suoi figli in battaglia.... Era una visione molto sfocata.... Ma gli pareva proprio di vederlo sopra un campo di battaglia chiamare i suoi figli, chiamarli ripetutamente e non ricevere risposta, avere il terrore di trovare i loro corpicini pieni di sangue e senza.vita.

Quella visione lo aveva talmente angosciato che l.unica soluzione per tenere i figli al sicuro fosse quella di non insegnargli niente di ninjutsu e combattimenti, le guerre tra clan di samurai infatti non erano un evento così raro e lui voleva solo proteggerli.

Era un pensiero che doveva apparentemente rassicurarlo, ma che in realtà lo rendeva molto inquieto. Gli pareva di togliere un opportunità ai suoi figli, ma non voleva succedesse loro niente di male.


Un giorno, però, tutto cambiò,quando, durante una serena colazione con la moglie nella veranda a vetri della loro abitazione, affacciata sul loro piccolo giardino sotto.il.rigoglioso.albero di ciliegio ricoperto di piccoli fiori rosa,, i loro tre ragazzi non giunsero da loro trafelati, con ancora i loro pigiami addosso e un piccolo quaderno che Chinò teneva tra le mani, chiamandoli a gran voce

"Otosan!!!!* Okasan!!!!!**"

"Figli miei, che succede? Cos è tutta questa furia? Non vi siete neanche vestiti da giorno!" Gli riprese affettuosamente il padre, ma i suoi tre ragazzi erano veramente eccitati, le loro voci si accavallavano l una sull altra, era davvero difficile capire di cosa volessero parlare, finché la mamma non intervenne, con dolcezza, ma anche con fermezza:

"Kodomo***, kodomo, cosa vi ho insegnato.....si parla uno alla volta e ci inserisce nel discorso solo quando vostro fratello ha finito di parlare...."

Le parole della mamma fecero tranquillizzare all istante i tre ragazzi.

"Gomenasai, okasan...." si scusarono i ragazzi, mentre Yuki guardò sorridendo la moglie.... Come facesse quella splendida donna a calmare quelle piccole pesti con solo una frase era davvero qualcosa che non sapeva spiegarsi.

Kaimi guardò sorridendo i suoi ragazzi, l uno vicino all altro e riprese a parlare con voce calma:

"Bene, ora, uno alla volta, raccontateci questa cosa meravigliosa che volete dirci....vi chiamo io, così evitiamo che litighiate già di prima mattina.... Inizia tu, Chinō...."

A quelle parole, il terzogenito si schiarì la voce e iniziò il suo racconto, facendo vedere il suo quaderno:

"Va bene, ecco....noi fratelli è più di un mese che ogni notte facciamo tutti lo stesso sogno! Tutti e tre! Ho segnato tutto su questo quaderno! Ogni singola notte! Guardate....la stessa cosa sognata da tutti noi per ben trentatré volte! Allora in pratica.....sono trentatré notti che sognamo.di trovarci  su una spiaggia bellissima, come quella dove andiamo sempre con Otosan....era l ora del tramonto e tutto era colorato di rosso, oro e arancione....Era uno spettacolo meraviglioso....."

"Ma dai.... continua tu, Shōdō-sei...." Disse dolcemente la mamma, dando la parola al secondogenito,che continuò il racconto del fratello, grattandosi la testa:

"Ecco.... C eravamo solo noi tre, ma eravamo tipo adulti e soprattutto.....non eravamo umani..... "

"Come no, tesoro?"

"No, okasan! Eravamo come......come.....come grosse tartarughe....o meglio eravamo in piedi,come umani, come ora, avevamo le mani, avevamo tutto, ma non avevamo un corpo umano avevamo un corpo da tartaruga!!!!! È pazzesco, lo so...."

A quelle parole di Shōdō-sei cadde il silenzio tra i genitori ....sapevano bene cosa volesse dire sognare una tartaruga.... è il simbolo di un cambiamento in atto, di un rito di passaggio da compiere....

"Incredibile..... Continua tu, Meiyo....", Disse la mamma guardando il primogenito, che annuì e prese la parola

"È come dice Shōdō-sei, noi tre in questa veste di tartaruga eravamo come in attesa di qualcuno....ma un qualcuno che amavamo molto, un qualcosa come....come....un quarto fratello...."

"Un quarto fratello?????" Dissero in coro i genitori esterefatti, mentre i figli annuirono vigorosamente all.unisono, mentre Meiyo riprese la parola:

"Sì....mi spiego meglio....quella spiaggia che diceva Chino era come una sorta di.... aldilà.... Noi eravamo tipo.....morti da tanto tempo.... E questo fratello ancora no..... E lo stavano aspettando perché ecco....senza di lui non potevamo reincarnarci.....volevamo che ci fosse anche lui...."

A quelle parole sia Yuki che Kaimi restarono sbigottìti....una strana sensazione di inquietudine sali alla gola della mamma, che continuò a decidere.i turni di parola dei figli, ma con un tono più monocorde rispetto a prima:

"Continua, Chinō...."

"Ecco si, come.dice Meiyo, noi stavamo aspettando questo fratello sulla spiaggia, ma da anni....quando improvvisamente l.abbiamo.visto spuntare da lontano....Anche lui era una specie di grossa tartaruga come noi....ah ecco....avevamo come delle maschere colorate sul volto....le maschere come quelle dei ninja, per intenderci....la mia era viola, quella di Shōdō-sei rossa come.la.sua bandana, Meiyo azzurra e questo fratello arancione....."

"Vai avanti, tu Shōdō-sei...."

"Ecco, appena ci siamo visti ci siamo.corsi.incontro e ci siamo abbracciati forte, come se non ci vedessimo da chissà quanto....e quanti.pianti! Ma.di gioia! Eravamo così felici, otosan....così felici di rivederci....."

"Meiyo, vai tu...."

"In più, otosan, ora che mi ricordo, c eri anche tu! Vero, fratelli? ma....tu ....tu non eri tu.... tu eri ....scusa se lo dico non ti offendere....ma avevi le fattezze di un topo gigante!"

A quelle parole, Yuki sputò il sorso di thè che stava bevendo in quel momento, mentre continuava ad ascoltare il racconto dei figli 

"Un....to...po?"disse in seguito il maestro tossendo leggermente, aiutato da due amorevoli pacche sulla schiena della moglie, mentre il figlio maggiore riprese a parlare:

"Sì, otosan! In ogni caso quando questo fratello ti ha visto, l avessi visto, è crollato tra le tue braccia e quanto ha pianto....siete stati stretti per tanto tempo.....riuscivate solo più a dirvi come una cantilena lui otosan verso di te e tu verso lui watashi no musuko****.... Sì vedeva che ti era mancato tanto...."

"Chinō...."

"Sì, ecco bene dopo tutti questi abbracci ci siamo seduti e abbiamo parlato e parlato e parlato e quante cose ci siamo detti, abbiamo parlato di grandi battaglie e di avventure pazzesche che abbiamo vissuto in giro per il mondo.... Eravamo dei guerrieri in quel sogno, pazzesco!"

"Shōdō-sei...."

"Ecco si, ah e ci stavamo dimenticando....c era anche un ragazzo con noi....un ragazzo che anche lui non era umano, sembrava una grossa salamandra, una cosa simile..... Sembrava quasi Ai, aveva la sua stessa macchia attorno alla occhio, ma non lo era perché nel sogno era più grande, aveva quasi quindici anni e soprattutto era una cosa simile a un figlio per me.... Lo so perché a un certo momento è giunto il nostro momento di reincarnarci, ormai eravamo tutti e quattro.... E lui non è voluto venire con noi.... Mi ha detto che avrebbe aspettato la sua mamma e i suoi fratelli, che non se la sentiva di reincarnarsi senza di loro.... Pare gli sia successa una cosa brutta brutta....che sia tipo morto giovanissimo ....ma morto per fare del bene, per difendere qualcuno....io so solo che l ho abbracciato forte, ero triste in quel sogno ma anche fiero di lui....gli ho detto che lo amavo e che ero orgoglioso di lui, insomma quelle cose da padri che si dicono che ci dici anche tu, otosan.... Che mi era mancato tanto atrocemente, che il dolore per la sua scomparsa era stato un dolore insopportabile....lo so perché davvero ho sentito anche io una cosa così nel cuore....mi ha fatto tanto male....e lui mi ha chiesto scusa e mi detto che mi ama e che mi ha preso come esempio e che sono stato un grande padre per lui....io! Un padre! Incredibile!"

"Meiyo...."

"È vero, quel ragazzo in quel sogno era proprio il figlio di Shōdō-sei.... Fatto sta che, mentre il loro abbraccio si scioglieva, il sole stava calando nel mare....era il momento.... Dovevamo solo buttarci a mare e avremmo avuto una nuova vita....Ma avevamo tanta paura, sapete, al pensiero di reincarnarci....non volevamo separarci gli uni dagli altri di nuovo....."

"Ma poi- e qui Chinò prese la parola, senza aspettare di essere chiamato dalla.mamma- ma poi Meiyo ci ha dato forza....ci ha detto che eravamo fratelli, lo saremmo sempre stati....che ci amavamo talmente tanto che ci saremmo sempre ritrovati e riconosciuti.... E c'è l hai confermato anche tu, otosan... Ci siamo stretti forte, un abbraccio di quelli che scaldano il cuore ....ci siamo detti che ci volevamo bene, che eravamo grati l uno per l altro, per tante piccole cose .... E poi ....poi ci siamo guardati, ci siamo dati appuntamento in un altra vita.....ci siamo buttati in mare..... E il nostro sogno finisce così....."

Calò il silenzio in quella sala davanti alla.fine del.racconto dei ragazzi, che rimasero li, fermi in piedi aspettando una reazione dei genitori che li guardarono per qualche minuto in silenzio, finché Yuki non prese la parola:

"Wow.....accidenti figli miei, che immaginazione.... Non male, davvero.... beh ora direi che è ora che andiate a cambiarvi e.veniate a fare colazione, altrimenti si raffredda tutto"

I tre ragazzi annuirono alle parole del padre e fecero per andare, quando le parole della mamma li bloccarono.

"No! Non è la loro immaginazione Yuki.....io credo ci sia qualcosa di più....devi andare dal Daiymo, oggi stesso, con loro....i ragazzi devono raccontargli questa cosa....."

Tutti, figli e maestro, guardarono con apprensione la giovane donna diventare pallida e rivolgere al marito quella supplica in tono concitato....il maestro le prese una mano e le parlò con dolcezza:

"Kaimi-chan, è solo un sogno di bambini! Ti pare che possiamo disturbare il Daiymo per questa cosa?! Un bel sogno,molto particolare, siamo d accordo....ma sempre di fantasia si tratta...."

Ma la moglie, scuotendo la testa vigorosamente, sospirò:

"No, Yuki, non è una fantasia.... Ecco, volevo dirvelo oggi a colazione, ma tanto vale....Ve lo dico ora....."

"Okasan, che succede?" Dissero i ragazzi preoccupati, avvicinandosi alla mamma, che li carezzò uno per uno rassicurandoli:

"Assolutamente niente di grave....anzi....figli miei....marito mio....aspetto un altro bambino. Avrete presto un altro fratello. Come nel vostro sogno....."


*Papà 

** Mamma

*** Bambini, 

**** Figlio mio

   
 
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