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Autore: AskMeToStay22    08/04/2024    0 recensioni
"Quando crederai di non avere più alcuna via di uscita, e penserai di essere giunta alla fine del percorso...
Quando ti sentirai esclusa da tutto, e vorrai scappare lontano...
Quando tutto sembrerà andare a fondo e non risalire più... ricomincia.
Abbi il coraggio di ricominciare. Da te stessa, da chiunque altro... dall'amore. Ricomincia dall'amore che ti porti dentro, e non reprimerlo più. La vita è troppo breve per non lasciarsi andare. Ricorda che l'amore è astratto, non puoi toccarlo, o disegnarlo. Puoi solo viverlo.
Vivilo Margot... vivilo."
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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2.

Guardo il mio riflesso allo specchio mentre Sophie, la ragazza dai capelli rossi che parla ininterrottamente da ore, mi sistema le ultime ciocche davanti al viso. Ho creduto di svenire quando al posto della mia solita chioma bionda ho visto un ammasso scuro, e lei deve essersene accorta dato che mi ha rassicurata dicendomi che sto molto meglio così. Se solo sapesse la ragione per cui lo sto facendo non avrebbe motivo di mentire. Non mi interessa essere bella, ma irriconoscibile.
In soli dieci minuti mi ha raccontato tutta la sua vita: ha ventotto anni come me, è cresciuta lontano da qui e i suoi genitori sono rimasti nel paese d'origine. Attualmente vive da sola, ma dice di passare più tempo a casa del suo fidanzato piuttosto che a casa sua. L'ho ascoltata per educazione, ma durante tutta la conversazione non ho fatto altro che pensare che io non le ho affatto chiesto niente.

<< Ho finito >>, mi sorride attraverso lo specchio, togliendomi poi la mantella dalle spalle. La ringrazio cautamente mentre cerco distrattamente i contanti nello zaino, e vado in panico non appena mi accorgo di aver speso quasi tutto ciò che avevo in soli due giorni, facendo solamente la spesa, pagando l'affitto e cambiando identità. Ho assolutamente bisogno di un lavoro, o dovrò necessariamente ricorrere alle carte di credito e rischiare di essere nuovamente trovata, cosa che Lui mi ha proibito di fare. Gli ho promesso che me la sarei cavata da sola, e so che se facessi un passo falso rischierei di buttare tutto all'aria.

<< Non cercate dipendenti, vero? >>, domando a quella che credo sia la proprietaria del salone. Non sono una parrucchiera e non capisco un bel niente di capelli, ma ora come ora potrei imparare perfino a fare l'idraulico.

<< No, ma so che in centro in molte strutture cercano personale >>, replica prevedibilmente. Nemmeno so quale sia il centro di questo paese.

<< Ho già lasciato il mio curriculum in giro, ma nessuno ha richiamato. E ho una certa fretta... >>, confesso, dimenticando di star parlando con una sconosciuta. Se non fossi così disperata me ne starei sulle mie come sono solita fare. La donna scrolla le spalle con aria dispiaciuta, è chiaro che non sa come aiutarmi. Le porgo l'ultima banconota che mi è rimasta e tiro un sospiro di sollievo quando scopro che mi spetta anche il resto.

<< Il mio ragazzo cercava gente tempo fa, potrei chiedere a lui >>, si intromette la ragazza che mi ha fatto diventare castana, accendendo le mie speranze. Forse ascoltare la sua biografia non è stato tempo perso.

<< Potresti chiederglielo adesso? >>, domando frettolosamente, risultando quasi scortese. Consiglierò questo salone a tutti solo per la pazienza che hanno. Ma la rossa scuote la testa, facendomi ricredere su tutto.

<< Lavora fino a tarda notte e a quest'ora credo che stia ancora dormendo. Ma puoi andare al ristorante personalmente, riaprono nel pomeriggio >>, mi informa, svelandomi di cosa si tratta. Sono così presa da questa storia che non mi importa nemmeno sapere quale impiego mi spetta, mi andrà bene qualsiasi cosa. Segno sul cellulare l'indirizzo e il nome del locale, per poi ringraziare infinitamente tutti per la disponibilità. Ho davvero scelto il posto giusto in cui cambiare colore di capelli. Mi ricordo di prendere le tre buste della spesa prima di andarmene goffamente, e ora che ci penso avrei bisogno anche di un'altra auto. La mia è ormai nelle sue mani, e mi ha categoricamente proibito di usarla pur cambiando targa. Tutto ciò che riguardava la mia vecchia vita è stato fatto sparire dalla circolazione, in modo che io non possa incorrere in frivoli errori che comprometterebbero la mia incolumità. Abbiamo e stiamo ancora rischiando troppo per poterci permettere stupide leggerezze.

Quando rientro nel mio appartamento ho le braccia a pezzi. Ho ereditato da mia madre l'arte della spesa selvaggia in modo che non manchi mai niente in casa, ma ho sottovalutato il fatto che ormai io sia rimasta sola e soprattutto senza un soldo. A volte mi chiedo se valga la pena vivere in questo modo o se sarebbe stato meglio farla finita sin dal principio. Dovrò vivere con la costante paura di essere trovata e mentire per il resto della mia vita a chiunque, perfino a chi amerò. Ma ormai ci sono dentro, ed è tardi per arrendermi.

L'incessante scroscio della pioggia sul tetto mi desta dal vortice dei pensieri, portandomi a chiedere il motivo per cui ogni volta che decido di fare qualcosa ai capelli il meteo sembra saperlo. In questo posto piove sempre a dirotto, sono qui da pochi giorni e non ho ancora visto il sole. Fortunatamente non sono metereopatica, altrimenti avrei potuto solamente sbattere la testa contro il muro.
Sbuffo sconfortata quando guardo l'orologio: è già ora di pranzo, e mi ero ripromessa di disfare le valigie e mettere tutto in ordine al più presto.
Impiego più del dovuto per sistemare la spesa, devo ancora prendere confidenza con i vari mobili e cassetti e questa mansarda è così piena di armadi a muro che sicuramente dimenticherò il posto di ogni singola cosa.
Decido di svuotare lo zaino più pieno di cianfrusaglie inutili, che mi ostino a conservare per ricordarmi che posso avere una vita normale fatta di fotografie, quadri e lettere, molte lettere. La mia preferita rimane quella che mi spedì la mia migliore amica quando avevamo entrambe otto anni dopo uno dei miei tanti trasferimenti. Non esistevano le videochiamate, i cellulari erano un mondo sconosciuto per noi bambini. Avevamo un foglio e una penna, stickers e mille colori. Sorrido mentre leggo dei nostri progetti: si parlava di giocare a nascondino, andare al mare e trovare i sassi dalle forme più strane, guardare i cartoni animati e dormire in tenda in pieno agosto. Ovviamente non ci siamo mai più viste. Spero che lei se la stia passando meglio di me.
Ripongo la lettera in un cassetto che difficilmente riaprirò, ho un nodo in gola ma fingo di ignorarlo. Faccio lo stesso anche con il resto dei fogli, tra cui biglietti di auguri dei miei genitori, frasi sdolcinate di quando avevo una vita sentimentale e molto altro. Ma è quando dispiego uno tra gli ultimi fogli che mi si gela il sangue nelle vene.
Una calligrafia disordinata, un'iniziale puntata e quelle parole che da mesi echeggiano continuamente nella mia testa.

Scappa pure, J. Nasconditi, evitami, fingi che io non esista. È quando ti scorderai di me che io ti ricorderò cosa sono in grado di fare.

Non so ancora il perché io non abbia bruciato questo foglio prima, o il perché non lo faccia ora che sono una persona nuova, diversa. Eppure qualcosa mi dice che in ogni luogo e circostanza, lui riuscirà sempre a trovarmi.

   
 
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