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Autore: vanity_gemini    09/04/2024    1 recensioni
Anno 2355, il pianeta Terra è completamente sovrappopolato, per cui parecchi dei suoi abitanti si sono trasferiti da tempo a vivere su delle enormi stazioni spaziali, che gravitavano attorno a quest'ultimo.
La vita sia sulla Terra che sia sulle stazioni stava procedendo nei migliori dei modi possibili, soprattutto grazie ai tanti progressi tecnologici che l'uomo aveva fatto in quei ultimi tempi. Questi avevano aiutato notevolmente la popolazione anche per fare le loro piccole cose quotidiane. Ma purtroppo, una grande minaccia era in procinto di arrivare come se fosse stata un fulmine a ciel sereno, sconvolgendo le esistenze di tutti loro, nessuno escluso. Era a tutti ben chiaro che da quel momento in poi la cosa più importante per chiunque era quella di cercare almeno di sopravvivere!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aries Shion, Gemini Aspros, Gemini Kanon, Gemini Saga, Sagittarius Aiolos
Note: Lime, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 17.
 
Passò un mese esatto da quando la giovane ragazza aveva perso colui che si poteva considerare la sola sua famiglia, ma fortunatamente le sue condizioni psicofisiche, in quel lasso di tempo erano un poco migliorate, inutile dire che Saga fece egregiamente la sua parte. La sua continua presenza, non invasiva, aveva permesso a Katya di rimettersi in forze. Premurosamente, il gemello le aveva anche lasciato i propri spazi, ovvero quei momenti di intimità, nei quali la ragazza faceva visita al defunto fratello. Questi era stato sistemato all’interno di un tubo congelante, proprio per poter evitarne la decomposizione. La stessa, identica sorte era toccata sia a Kyoko che a Minos.
Ovviamente i tre erano stati posizionati in stanzette separate, proprio per poter dedicare loro le dovute separate preghiere.
Katya di sovente pregava chinata su quella bara, chiedeva al fratello l’aiuto necessario per portare a termine quello che insieme si erano, in quelle giornate passate, ripromessi di fare, ma chiedeva a questi anche diversi consigli. Era terribilmente in confusione perché una parte di lei voleva fare, anzi strafare, mentre quella più razionale aveva dei timori, insicurezze, riserve. Solo l’aiuto e la presenza fisica di Saga, riuscì ad infonderle quel coraggio che a lei in quel preciso momento tanto mancava.
 
Durante l’arco di questo mese trascorso praticamente assieme, i due ragazzi si erano conosciuti meglio, avevano scoperto di avere tantissime altre cose in comune, oltre quella oramai assoldata di combattere Alone e i suoi più fidati seguaci. Questa cosa portò entrambi a cercare, sempre nei limiti del possibile perché si trovavano a bordo di una nave in compagnia di ben 500 persone, senza contare le 1700, che erano imbarcate sulle altre tre, dei momenti di intimità nei quali riuscirono a dare libero sfogo alla loro grande passione. Amandosi e coccolandosi senza remore, senza freni, concedendosi l’uno all’altro.
Katya, amava stare tra le salde braccia di Saga, glielo si poteva benissimo leggere nello sguardo. Nonostante tutte le cose negative che le erano cadute addosso, ora, in quel momento, i suoi meravigliosi occhi verdi brillavano più che mai. Erano ritornati a splendere come un tempo. Ovviamente, anche per Saga valeva lo stesso discorso. Quest’ultimo, aiutato dal gemello si divideva tra fidanzata e la propria madre. Artemide, con la dipartita improvvisa di Eris, alla quale era molto legata aveva subito un brutto colpo, quindi necessitava dell’aiuto e della presenza costante dei suoi due figli. Cosa che la donna ebbe da parte di entrambi. Con la loro presenza sia Saga che Kanon, cercarono di portare a loro madre quella consolazione e quell’appoggio che lei tanto cercava. Oltre ai due ragazzi, alla donna stettero molto vicino sia Shion, ma soprattutto Defteros. Quest’ultimo praticamente le era sempre affianco, come d'altronde sempre aveva fatto.
 
Tutta la flotta stellare era quasi pronta per lasciare Hades, e impostare la rotta verso la super fortezza, dove Alone e il grosso delle sue truppe scelte vi erano sistemate da tempo. I grandi capi stavano per così dire limando i vari ed importanti dettagli.
Quasi all’ultimo si erano aggiunte anche la USS Zeus, super nave ammiraglia comandata dal generale supremo Sage, e la USS Valhalla, comandata dall’ammiraglio Andreas Riise padre della dottoressa Hilda Olsen. Ma a proposito di quest’ultima.
Erano giorni che lei e Camus ne parlavano. La loro storia d’amore oramai era ufficiale, tutti a bordo dell’Athena sapevano che i due stavano assieme. Camus ne aveva parlato pure con la madre in una della loro lunghe chiamate che la donna gli faceva.
II bel francese si era ripromesso che a conflitto terminato, una volta che avrebbero nuovamente fatto ritorno sulla Terra, per prima cosa lui assieme alla sua compagna di vita, sarebbero andati a Parigi, la città dove entrambi i genitori vivevano. Era convinto che Hilda a loro due gli sarebbe piaciuta. Ma ora per i due innamorati vi era da affrontare il di lei padre. Hilda era certa che l’ammiraglio non avesse nulla da obbiettare, però conoscendolo piuttosto bene, qualcosa la turbava e non la faceva stare in perfetta tranquillità. Ma cosa poteva avere uno come Camus, per non piacere all’impegnativo genitore?
Il bel rosso aveva un’educazione più unica che rara, aveva una buona istruzione di base, era tra i componenti della flotta scelta, nonché era uno tra i cinque oramai super famosi piloti dei Mobile Suit, quindi cosa vi era che non potesse andare? Nulla, solo tantissime paranoie che la bella Hilda sistematicamente si faceva, solo quelle.
Un pomeriggio di comune accordo decisero di fare quel passo, quindi, scesero dall’Athena, e dopo aver attraversato gran parte di un grosso spiazzo, in cui vi erano ormeggiate le altre navi, ecco che si trovarono di fronte all’imponente mole della Valhalla.
Oltrepassato, utilizzando i rispettivi badge, il controllo di sicurezza, salirono sul primo ascensore disponibile, e in men che non si dica, si ritrovarono a camminare per il lunghissimo corridoio, dove vi erano ubicati gli alloggi degli alti ufficiali.
I due sempre tenendosi per mano arrivarono di fronte alla porta della cabina, dove al suo interno era sistemato colui con il quale dovevano parlare. Entrambi esitarono, fissarono per un lunghissimo istante la targhetta con su scritto il nome dell’ammiraglio, solo quella. I loro occhi, erano piantati li. Occhi blu e occhi azzurro ghiaccio non vedevano altro.
Hilda, emise un lungo respiro, stringendo ancora di più la mano dell’amato. Gesto fatto sicuramente per infondersi maggior coraggio. Camus, dal canto suo cercò di non farsi vedere insicuro e titubante, sennò non avrebbero concluso nulla.
Difatti, sempre continuando a guardare sia la targhetta che la propria fidanzata, il bel tenente prese a bussare, attendendo quel permesso che a breve sarebbe arrivato.
I due furono accolti da un gran sorriso, l’ammiraglio Riise era già a conoscenza della loro storia, ma aspettava giusto che la figlia e il di lei compagno glielo comunicassero di persona.
 
Chi stava sempre appiccicato come un francobollo all’avvenente dottoressa Cekov, era il di lei fratello. Hyoga, per la giovane donna stava diventando peggio del Bostik, complice anche il fatto che questi, nel poco tempo libero si concedeva dei momenti di relax ma soprattutto di intimità col tenente Shura Bardem. Ovviamente, il giovane ragazzo non gradiva tutto ciò. La sorella era l’unica persona che gli era rimasta in vita. Loro padre era venuto a mancare quando entrambi erano molto piccoli, anzi lui aveva solo due anni di vita, mentre loro madre era si ancora in vita, ma aveva da sempre avuto uno stile di vita veramente autodistruttivo, quindi non si era mai presa cura dei suoi figli, come una vera madre dovrebbe farlo. Entrambi erano cresciuti in un orfanotrofio.
 
Il destino a due donne aveva riservato una cosa molto speciale. Katya e June, si ritrovarono a condividere l’amore verso i gemelli, i meravigliosi figli di Artemide. Le due ragazze fino a quel momento non avevano trovato il momento giusto per stare un po’ assieme. Troppi avvenimenti, per la maggior parte negativi avevano scombussolato le vite di tanti, bloccando così le varie relazioni, e avvicendamenti. Un giorno, così per caso, le due ragazze si ritrovarono e non persero l’occasione di fare quattro chiacchiere e conoscersi più a fondo.
 
La battaglia finale, quella che sarebbe servita per espugnare la super fortezza Dark Base era in procinto di arrivare. Gli ultimi dettagli erano stati portati a compimento. Ognuno sapeva perfettamente come muoversi e cosa fare. Ma tutti avevano bisogno di un gran coraggio. Coraggio, che ogni comandante cercava di dispensare.
Appena tutta la flotta stellare arrivò nei dintorni della super fortezza di Alone, tutti i combattenti che erano a bordo dell’Athena uscirono dalla nave a bordo dei loro mezzi. Lo fecero tutti tranne il maggiore Thetis.
La danese stava troppo male, da giorni si era presa una brutta intossicazione, per cui il suo G-Sky era di fatto l’unico mezzo rimasto fermo all’interno dell’hangar della USS Athena.
Dopo un bel po’ di tempo dal campo di battaglia iniziarono ad arrivare i primi resoconti. Il maggiore Yuzuriha si era dovuta ritirare e con lei pure Seiya, Shun e Jabu. Erano stati colpiti e i loro mezzi non erano più in condizioni di poter combattere. Purtroppo a causa di tutto ciò i restanti si ritrovarono ad essere in palese difficoltà.
Artemide, sempre affacciata alle grandi vetrate della plancia di commando, con molta preoccupazione aveva capito che i loro mezzi, tutti nessuno escluso, stavano iniziando a subire troppe perdite. Purtroppo, le forze nemiche stanno avendo la meglio.
La donna sudò freddo, poi voltandosi verso il capitano Shion, chiese a quest’ultimo di poter uscire anche lei a bordo del mezzo di Thetis, per dare una mano. Shion la guardò ma non le risponde nell’immediato, dopodiché si guardò per un lungo minuto con l’amico di sempre. Defteros ovviamente non era per nulla d’accordo, e la sua espressione facciale denotò tutta la sua contrarietà. Artemide però di rimando insistette. La donna desiderava rendersi utile, fare qualcosa, o almeno provarci. Stava soffrendo troppo, ma forse era complice anche il fatto che vide, comprese, che i suoi tanto amati figli erano stati messi davvero alle strette, per cui senza stare ad aspettare il permesso dal suo capitano e senza dire nulla a nessuno dei presenti, nemmeno alla principessa Saori, che continuava a guardarla piuttosto interrogativa, prese a lasciare la plancia di commando avviandosi a passo svelto verso l’hangar, sistemandosi alla guida del mezzo di proprietà di Thetis. La donna sapeva ben pilotare tali mezzi perché suo fratello quando ancora stava con lui su Hades glielo aveva insegnato. Artemide con il cuore in gola, e la tremarella nelle gambe, non appena il grosso portellone dell’hangar di destra si aprì, lanciò il G-Sky in volo uscendo nello spazio esterno, iniziando così a dare il proprio contribuito in quella cruenta battaglia.
 
Durante la battaglia tutti i mezzi della flotta stellare riuscirono a tenere testa faticando alle truppe scelte di Hades. Ad un tratto Gemini, pilotato da Saga venne amputato di entrambe le braccia, perdendo così l’uso delle proprie armi da fuoco. Gli rimasero solamente da poter utilizzare i cannoncini laser che erano posizionati nella parte sopra della testa del nero Mobile Suit. Ma contro quella tipologia di robot da combattimento avrebbero fatto ben poco. Ovviamente, dopo averlo di fatto disarmato, il robot nemico cercò a più riprese di dare a Gemini il colpo di grazia, provando più volte a colpirlo con la propria spada laser. Saga, faticando parecchio riuscì ad evitare tutti i fendenti che erano indirizzati verso il proprio robot, ma l’ultimo lo prese in pieno, danneggiando Gemini in modo grave.
Il pilota del robot nemico, aveva capito che oramai bastava veramente poco per riuscire a liberarsi in modo definitivo dell’avversario, quindi ripartì alla carica. Vendendo tutto ciò Artemide, a quel punto senza alcuna esitazione si mise in mezzo ai due, facendo così da scudo col proprio mezzo al figlio, ma venendo di conseguenza colpita in pieno lei dal robot nemico.
Il G-Sky della donna prese ad andare alla deriva, lasciando dietro di sé una lunghissima scia scura. Fortunatamente, Katya che era anche lei a bordo del suo mezzo da combattimento e June, riuscirono ad arpionare il G-Sky, oramai seriamente danneggiato, e cercarono di portare quest’ultimo a bordo della USS Athena. Senza non faticare ci riuscirono.
Nel frattempo, Saga aiutato dal solito Aiolos, riuscì a distruggere il robot nemico, per poi lasciare il campo di battaglia e correre dalla madre, subito seguito da Kanon che era a bordo del proprio Space Wolf.
Faticando parecchio, anche tutti gli altri riuscirono a loro volta a liberarsi dai mezzi nemici, creando così un varco tra quest’ultimi, e cercando di farsi strada per raggiungere la super fortezza, che già da una certa lontananza si poteva benissimo intravedere.
Ma quest’ultimi vennero prontamente bloccati dal generale supremo Sage, che sempre sistemato a bordo della sua USS Zeus, coordinandosi con l’ammiraglio Riise, cercava di riordinare la flotta ma soprattutto le idee, considerato che durante quella lunga e terribile battaglia tutti gli schemi e le strategie di guerra erano andati a farsi benedire. Ognuno aveva combattuto seguendo il proprio istinto, cercando di proteggere il compagno più debole o quello che si trovava essere più in difficoltà, ma anche cercando di abbattere più nemici possibili.
 
Saga, Katya, Kanon e June erano all’interno dell’hangar di destra della USS Athena. Artemide a fatica venne tirata fuori da quel poco che ne era rimasto dello G-Sky. Le sue condizioni di salute apparirono fin da subito essere davvero pessime, respirava a fatica, e il suo esile corpo era in più parti lacerato. La donna era morente, ma tra le lacrime riuscì solo a dire che lei non avrebbe mai permesso la morte di uno dei suoi figli, per loro aveva sempre combattuto, e come lo aveva fatto in passato lo aveva fatto anche in quel momento. Esalò il suo ultimo respiro tra le braccia di entrambi i gemelli, i suoi adorati figli, che dal dolore lacerante che stavano provando lanciarono un urlo di pura disperazione che lo poterono sentire anche coloro che non erano presenti all’interno di quell’hangar. Alla vista di tutto ciò, sia Shion che Defteros si bloccarono, quest’ultimo senza esitare si chinò pure lui, abbracciando a sé i due nipoti e di rimando anche la cognata, alla quale chiuse gli occhi in un puro gesto di misericordia.
 
Saga, Kanon e Katya erano il ritratto personificato di Satana. I tre sempre tra le lacrime decisero di comune accordo di andare ad attaccare Alone. La ragazza ora aveva un motivo in più per farlo fuori una volta per tutte. Per colpa di quell’uomo aveva perso i propri genitori, poi la sua migliore amica Kyoko, suo fratello, anche sua cugina era stata una sua vittima, e ora anche l’amata zia era perita a causa sua, quindi bisognava fermalo al più presto possibile, perché troppo male aveva già recato!
 
Appena conficcò l’ultimo fendente all’interno del corpo del tanto odiato patrigno, la ragazza si accasciò al suolo completamente priva di forze, scoppiando in un lunghissimo pianto. Saga a quella vista non riuscì nemmeno lui a trattenere le lacrime. Dopo poco Katya e i due gemelli vennero raggiunti da June, che con Aiolia e Aiolos, si erano occupati di diversi soldati che stazionavano nei piani inferiori di quella grossa base.
Saga senza esitare oltre prese tra le sue braccia Katya, e con il mezzo della ragazza si dettero alla fuga, mentre Kanon fuggì con June, dato che il suo Space Wolf era andato perso, invece i due fratelli riuscirono faticando a salire sui loro Mobile Suit, e lasciare anche loro quel luogo. Fortunatamente, tutti loro riuscirono a scappare per tempo dato che la base andò completamente a fuoco, per poi esplodere del tutto, tramutandosi in tanti piccoli frammenti incandescenti.
Appena arrivarono a bordo della USS Athena, Katya venne prontamente soccorsa e portata in infermeria per essere successivamente visitata da Mu. Saga e gli altri si sistemarono al di fuori della sala medica. Tutti loro riportavano delle lievi ferite, le quali vennero puntualmente medicate dalle ragazze dell’infermeria.
Dopo poco dalla sala medica ne uscì solo Mu, e avviandosi verso il gemello maggiore comunicò a questi che la sua compagna era incita. La ragazza aspettava un bimbo da lui. Saga ovviamente non riuscì a contenere la gioia, esplose in un pianto liberatorio.
Troppe cose anche dolorose erano successe in quei ultimi tempi ma questa notizia era come se fosse una donazione divina. Nonostante la sua felicità la sua espressione faciale mutò a tal punto da riuscire a fare preoccupare il sempre impassibile e tutto d’un pezzo dottore. Se fosse successo qualcosa a Katya e alla loro creatura non se lo sarebbe mai e poi mai perdonato. Troppo avevano già perso e non erano in condizioni di poter reggere altre disgrazie e lutti.
 
Passò esattamente un anno da quando terminò la guerra. Tutti i superstiti militari e civili erano radunati all'interno di un grosso tendone sistemato in uno dei tanti piazzali presenti nella base ateniese. Per quell'occasione ci fu un lungo e toccante discorso da parte del generale supremo Sage. Ovviamente erano stati ricordati tutti i caduti che quella guerra aveva strappato ai loro cari.
Dopo la commemorazione, Kanon e Saga erano davanti alla tomba di loro madre. Il gemello maggiore stava tenendo tra le proprie braccia la bimba che con Katya avevano avuto, mentre dietro di loro vi erano: Shion, Defteros, Katya e June che era incinta al settimo mese.
Kanon e Saga emozionati presero ad osservare con fare amorevole la tomba di loro madre, Saga tenendo sempre in braccio la sua bimba, disse amorevolmente a quest’ultima.
-Tua nonna è stata una donna molto forte, e grazie al suo coraggio che noi tutti oggi siamo qui – si guardò col gemello, entrambi avevano gli occhi lucidi – Che tu piccola mia sei qui. Lei si è sacrificata per tutti noi, per te, mia dolce Artemide – con le lacrime agli occhi le donò un delicato bacio sulla tempia, la bimba di rimando gli sorrise toccando con le sue piccole manine il volto sempre più emozionato del padre.
Poco dietro di loro sia Katya che June non riuscirono più a trattenere le lacrime. June, con entrambe le mani prese ad accarezzarsi il grosso pancione, a breve avrebbe partorito un bel maschietto. Sia lei che Kanon avevano deciso di chiamarlo, Aspros. Due anni dopo, Saga e Katya avranno un altro figlio, e lo chiameranno Rhadamante. Il povero fratello di Katya era stato anche lui una delle tante vittime innocenti di quell’inutile guerra. Tutti coloro che non vi erano più erano morti per colpa di Alone, e le sue manie di potere e di conquista!

THE END!!!!
 
Colei che scrive.
Dopo tantissimo tempo sono riuscita a dare un finale a questa mia storia.
Mi auguro che sia stato di vostro gradimento.
Grazie per la lettura.
Un caloroso abbraccio, VanityG.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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