Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: Ninfea Blu    13/04/2024    1 recensioni
Racconto che scrissi sotto Natale, per il contest del forum 'Il grande sogno di Maya' ma pubblico solo ora. Maya e Masumi si incontrano per le strada di Tokyo; c'è l'atmosfera natalizia, i regali da fare agli amici, una richiesta e una clamorosa scoperta finale...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Natale tra rose e manga
 
 
Mancavano poche ore alle festività natalizie.
Tokyo aspettava che la neve venisse a ricoprire tutto con il suo manto, ma nonostante le temperature rigide, la coltre bianca non sembrava voler fare la sua comparsa.
L’imminente ricorrenza obbligava il presidente Hayami, a dover pensare a una serie di regali da fare e distribuire agli addetti ai lavori, personale di teatro, registi, attori e sceneggiatori che lavoravano per la Daito. Erano più che altro pubbliche relazioni.
Era un’incombenza noiosa a cui non poteva sottrarsi, che di solito delegava alla sua assistente Mizuki, ma c’erano importanti collaboratori di suo padre, di cui doveva occuparsi personalmente, e la scelta del regalo più indicato, diventava una questione troppo delicata, che lo infastidiva parecchio.
Lasciati gli uffici della Daito a metà pomeriggio, era appena salito sulla sua auto. Mentre l’autista guidava in mezzo al traffico, Masumi Hayami era al telefono con la sua segretaria, per dare le ultime disposizioni.
“Mi raccomando, provveda a far fare tutte le consegne degli omaggi nei tempi previsti, alleghi per ciascuno un breve biglietto con gli auguri del presidente Eysuke, stile semplice e sintetico. Sto andando al negozio di antiquariato; aspetti la mia chiamata di conferma, poi mandi un fattorino a ritirare il pacco che dovrà esser consegnato la mattina della vigilia a Villa Nakamura. È tutto Mizuki.”
Circa mezzora dopo, tanto era durato il tempo per la scelta del regalo, Masumi Hayami usciva dal negozio, avvolgendo la sua sciarpa alla gola. L’auto della Daito lo stava aspettando col motore acceso, ma lui non salì subito; si prese il tempo di accendersi una sigaretta, fece due tiri che gli bruciarono i polmoni, e lasciò vagare lo sguardo attorno.
Le persone camminavano svelte sul marciapiede, entravano e uscivano dai negozi della zona commerciale, carichi di pacchettini e borse adorne di fiocchi colorati. L’atmosfera natalizia era pressante, con le luminarie che addobbavano le strade e le vetrine allestite a festa attiravano l’attenzione dei passanti, impegnati nella scelta dei regali. Per i giapponesi, quella era una ricorrenza più commerciale che religiosa, l’occasione per tante coppie di uscire insieme, andare al cinema o festeggiare con una cena romantica.
 
Chissà cosa stava facendo Maya, chissà cosa avrebbe fatto quella sera; avrebbe festeggiato con le sue amiche? Almeno non sarebbe uscita con quell’attore della TV di un anno prima, la storia era oramai finita.
Suo malgrado, Masumi sorrise al pensiero, mentre un vago desiderio si faceva strada nel suo animo: incontrarla la vigilia di Natale, passare la serata con lei, come se fossero due buoni amici e niente altro.
Una possibilità troppo remota.
Era passato poco più di un anno dalla morte della madre di Maya, e non era stato facile ritornare alla normalità, ritornare a farle calcare le scene, ma lui aveva fatto di tutto per rimetterla su quel palco, e alla fine c’è l’aveva fatta, con l’unico rammarico di doverla lasciare andare e rescindere il contratto con la Daito.
Per il bene di lei, per farla tornare a recitare, lui avrebbe fatto carte false.
E lei, abbandonato l’iniziale risentimento, lo aveva ringraziato per quella libertà riottenuta.
 
Finì di fumare la sigaretta; stava per sedersi in auto, quando alzando lo sguardo sul lato opposto della strada vide una nota figura, bassa e minuta che camminava senza fretta, proprio nella sua direzione; la vide fermarsi, distratta dalle vetrine di una fumetteria, una tra quelle più rifornite di Tokyo.
Maya leggeva i manga?
Masumi trovò la cosa oltremodo curiosa; l’impulso di raggiungere la ragazzina lo afferrò all’istante, e senza pensarci troppo, fece un cenno all’autista, invitandolo ad allontanarsi, ma di restare nei paraggi.
Si strinse nel cappotto scuro elegante, e si apprestò ad attraversare la strada con l’intento di avvicinarla. Maya era ferma, di fronte alla vetrina; non si accorse di lui, finché Masumi le si accostò, apostrofandola col solito tono un po’ ironico che usava con lei.
“Buongiorno ragazzina, cosa fa da queste parti? E da quando le interessano i fumetti?”
La fece sussultare, cosa che lo divertì. Si preparò a ricevere la sua risposta piccata.
“Ah, è lei, signor Hayami. Lei mi compare sempre davanti, quando meno me lo aspetto. – Sbuffò, quasi rassegnata. – Potrei essere interessata, perché no? Le sembra così strano? – Lo sfidò. - O pensa che dovrei leggere solo copioni teatrali?!”
“Può leggere quello che vuole, ragazzina. Anzi, dovrebbe leggere di più e di tutto. Ogni cosa può essere una fonte d’ispirazione per un’attrice, lo tenga a mente.”
“A lei, piace dare consigli non richiesti. - Ribatté Maya, alzando il mento. – Piuttosto, cosa fa lei qui? Si è preso una giornata di ferie?”
Il tono della ragazza era ilare, ma stranamente tranquillo, non sembrava avere voglia di litigare; Masumi pensò che avesse temporaneamente deposto l’ascia di guerra.
“Scherza, ragazzina? Le pare che io possa prendermi le ferie in un momento simile?”
“Non sia mai… altrimenti la Daito, andrà in fallimento.” Ironizzò e Masumi non riuscì a trattenersi dal ridere.
“Faccio quello che fanno tutti, in questo periodo: regali.”
La risposta la sorprese un po’.
“Ragazzina, sono sorpreso; non mi ha ancora insultato come fa solitamente…”
“Mi creda, mi sto controllando; a Natale bisogna essere più buoni… non so se la cosa vale anche per lei…”
Masumi s’infilò le mani in tasca, prima di proseguire, sempre divertito da quel loro battibeccare, in cui non c’era reale cattiveria.
“Ragazzina, deve fare un regalo a qualcuno? Magari, le sue amiche, o la signora Tsukikage… umh, non riesco proprio a immaginare la sensei leggere un fumetto…” commentò Masumi, tra sé e sé.
Maya fece tanto d’occhi.
“Oh, è vero! Non avevo ancora pensato alla signora Tsukikage… ma non saprei davvero cosa poterle regalare… un fumetto non va bene, quello è più indicato per Rei, o Sayaka.”
“Se vuole ragazzina, potrei suggerirle un negozio più idoneo, sono certo che troverebbe qualcosa di adatto alla sua sensei.”
“Davvero lo farebbe? - Maya esitò un istante. – No, meglio di no. Lei è abituato al lusso, ma io non posso permettermi un regalo troppo costoso. Inoltre, non credo che la mia sensei apprezzerebbe un regalo suggerito da lei.”
“Non si preoccupi di questo.”
“Beh, per ora, mi limiterò a scegliere un manga da regalare a Rei. La ringrazio per il suo interesse, ma non deve preoccuparsi. La saluto, Hayami-san.”
Maya sperava di congedarlo in maniera definitiva, ma aveva fatto i conti senza l’oste.
“Aspetti ragazzina. Voglio accompagnarla, non le permetto di dirmi di no. E poi, non sono mai entrato in una fumetteria, sarà un’esperienza insolita, potrei avere bisogno del suo aiuto.”
E senza aspettare obiezioni, Masumi seguì Maya dentro il negozio.
La giovane restò vagamente sorpresa dalla sua espressione appena varcata la soglia; lo osservò qualche secondo guardarsi attorno, l’aria un po’ spaesata, incuriosito dagli scaffali pieni e dalle copertine coloratissime di alcuni volumi in bella mostra sui banconi. Non sembrava a disagio, ma la postura elegante, perfino l’abbigliamento lo faceva sembrare fuori posto. Il negozio era vasto e rifornito, diversi addetti vi lavoravano e lo mantenevano efficiente e ordinato.
Masumi prese uno dei volumi a caso e lo sfogliò velocemente, poi lo rimise in cima alla pila, il contenuto lo aveva lasciato indifferente.
Maya si lasciò scappare una lieve risatina.
“Dubito che quel titolo possa essere di suo interesse, signor Hayami. È un manga per ragazzini, pieno di scontri e combattimenti, con mostri, alieni, spadoni laser e armi di vario genere.”
“In effetti, questo è un universo del tutto sconosciuto, per me. Ma lei sembra avere le idee più chiare delle mie.”
“In realtà, non sono un’esperta, leggo quello che acquista la mia amica Rei, è lei la vera appassionata. Le piacciono le storie horror, il fantasy e le commedie romantiche, devo trovare qualcosa su uno di questi generi.”
Qualche minuto più tardi, Maya stava osservando la copertina di un albo con la figura di un giovane in primo piano, fiori e animali sullo sfondo; un’illustrazione elegante dai colori sfumati richiamava un’atmosfera di vago mistero, mentre il titolo “La corte dei cento demoni” campeggiava su un rombo più chiaro, in alto a destra.
Maya sfogliò qualche pagina, e si lasciò catturare dai disegni dal tratto fine, di gusto un po’ retrò, piuttosto diversi dallo stile moderno dei manga più recenti; era un’opera autoriale, probabilmente una nuova edizione. Stava pensando di acquistarla, ma aveva bisogno di qualche informazione in più, così si rivolse ad un commesso.
“Mi può dire che genere di opera è? Di cosa parla? È un fantasy, vero?”
“Esatto, signorina. È un fantasy, con qualche sfumatura horror, il protagonista è un giovane che ha la capacità di vedere spiriti e yokai. È una serie molto bella, e molto di nicchia, ma se deve fare un regalo, sarebbe una scelta di classe. Sono usciti sei numeri, fino ad oggi.”
“Penso che alla mia amica, potrebbe piacere… va bene, prendo i primi tre albi. Me li incarti, per favore.”
 
Mentre Maya pagava i suoi acquisti, Masumi posò lo sguardo su un altro titolo. Attirato dalla copertina, lo sfogliò, e questa volta, fu colpito dal contenuto.
“Rakugo? È una forma di monologo teatrale, molto particolare… - commentò tra sé. - Avete altro di questo genere?” domandò al commesso, dietro al bancone.
“Le potrei consigliare questo; – disse indicando un manga che sulla copertina raffigurava una figura femminile in abiti tradizionali - la tematica è la stessa, ma questo parla del teatro kabuki, dove gli attori sono tutti uomini. È una storia valida.”
 
Fumetti che parlano di teatro… che curiosa coincidenza.  Pensò Masumi.

“Va bene, li prendo entrambi. Li metta da parte, manderò la mia collaboratrice a ritirarli.”
 
Masumi tornò a cercare Maya, ma si accorse che la ragazza era già uscita dal negozio, senza fare troppo caso a quello che stava facendo lui.
Un attimo prima di seguirla, Masumi chiamò la sua segretaria sul cellulare per farle ritirare i volumi, poi le fece un’ulteriore richiesta.
“Mizuki, mi mandi l’indirizzo di un negozio di articoli per la casa, che abbia un buon rapporto qualità/prezzo; Maya deve fare un regalo per la signora Tsukikage.”
“Ho capito, signor Hayami, provvedo subito.”
Chiuse la chiamata e chiamò il suo autista. Due minuti dopo, Mizuki gli inviò un messaggio sul cellulare, col nome e indirizzo del negozio.
Maya non si era ancora allontanata dall’ingresso dalla fumetteria, sembrava lo stesse aspettando, fatto che lo sorprese un po’.
“Bene, Hayami-san. Mi sembrava scortese piantarla in asso, dunque l’ho aspettata per salutarla, prima di tornare a casa.”
“Gentile da parte sua ragazzina, ma non vuole fare il regalo per la sua sensei?”
“Sì, vorrei… - esitò – ma, ora non ho nessuna idea. La notte porta consiglio, ci penserò domani… forse Rei potrà darmi qualche suggerimento.”
“Non ha più tanto tempo, domani è già la vigilia. Venga con me, la accompagno in un posto.” Senza indugi, prese Maya per le spalle e la spinse verso l’auto della Daito, che nel frattempo si era fermata di fronte alla vetrina della fumetteria.
Maya tentò di protestare, senza molto successo.
“Ma cosa fa? Lei è sempre il solito! Dove vuole portarmi?” Domandò un po’ alterata, mentre Masumi si sedeva sul sedile di fianco a lei.
“La porto dove potrà trovare l’idea regalo, giusta per la signora Tsukikage. Mi permetta di aiutarla; è poca cosa, ma ci tengo. A proposito, - proseguì Masumi, guardandola un attimo di sottecchi, notando che Maya aveva assunto un’aria infastidita - ha pensato anche al suo donatore di rose? Lui le farà di certo un regalo… se fossi in lui, io lo farei.”
L’espressione di Maya cambiò in un istante. Arrossì, e Masumi la trovò deliziosa.
In realtà, lui conosceva già il suo regalo, Maya glielo aveva fatto avere tramite Hijiri, come sempre: si trattava di un fermacravatte, ma non avrebbe mai potuto indossarlo, senza tradirsi.
“Non capisco perché le interessa tanto. Certo, il mio primo pensiero è sempre per lui… mi dispiace solo di non poter vedere la sua espressione, quando aprirà il mio regalo… chissà se lo gradirà, io spero di sì.”
Avvertì un lieve rammarico nella sua risposta. Masumi rimase in silenzio, mentre continuava ad osservare la sua espressione; un sorriso malinconico tradiva l’emozione di Maya, e Masumi si sentì turbato. Sentì l’impulso di tranquillizzarla.
“Io sono sicuro che il suo ammiratore amerà qualsiasi regalo riceverà da lei, Maya.”
 
L’auto viaggiò per una quindicina di minuti attraverso il traffico di Tokyo, prima di raggiungere la destinazione: un negozio di articoli e oggettistica di arredamento, soprammobili di vario tipo e genere, articoli per la casa, lenzuola, coperte, tappeti, set da bagno e altro ancora.
I materiali erano di buona qualità, e i prezzi si adattavano a tutte le tasche; era un negozio accessibile alle fasce medio/alte della popolazione, ma non vendeva articoli esclusivi di lusso.
Masumi accompagnò Maya dentro il negozio, poi chiamò una delle commesse. Spiegò quali fossero le esigenze della ragazza, poi affidò Maya alle attenzioni dell’addetta.
In poco tempo, Maya aveva scelto il suo regalo per la sensei, un fine servizio da tè, decorato a mano con il motivo stilizzato di un’orchidea sulla teiera e sulle tazze. Era davvero molto grazioso, la signora Tzukikage, donna di ottimo gusto, avrebbe gradito. Una delle commesse, le incartò il pacchetto con una bella carta natalizia e lo guarnì con un fiocco dorato, prima di deporlo in una busta col logo dell’outlet.
Maya riconobbe che l’aiuto di Masumi le aveva risolto un bel problema, ma detestava l’idea di essere quasi in debito con lui; decisa a mettere da parte le ostilità, voleva sinceramente dimostrargli la sua gratitudine.
Col suo pacchetto regalo tra le mani, Maya lo affrontò, quando furono all’esterno del negozio. La macchina della Daito li stava aspettando davanti all’entrata per riportarli indietro.
“Hayami-san, le sono davvero molto grata per quello che ha fatto oggi. Non avrei mai creduto che mi avrebbe dedicato parte del suo prezioso tempo. Vorrei ricambiare; mi dica cosa potrei fare per lei. Se è in mio potere, l’aiuterò volentieri.”
“Mi sorprende Maya… - ed era vero, Masumi era molto colpito dalle parole della ragazza. – Se vuole davvero fare qualcosa per me, potrebbe concedermi un po’ del suo tempo la sera della Vigilia di Natale, che ne dice? Ovvio, se non ha altri impegni.”
Adesso era il turno di Maya di essere sorpresa; mai si sarebbe aspettata una richiesta simile da quell’uomo enigmatico.
“Per caso, mi sta proponendo di uscire con lei, la Vigilia di Natale? Sta dicendo sul serio?”
“Le pare così strano, ragazzina? Trovo la sua compagnia molto più stimolante di tante altre. Immagino di non farle lo stesso effetto, ma per una volta potrebbe fare uno sforzo, le prometto che non si annoierà.”
“La prenderò come una delle sue bizzarrie, signor Hayami.” Rispose Maya, con un filo di ironia, che divertì molto Masumi.
Venti minuti dopo, l’auto della Daito, lasciò Maya nei pressi della sua abitazione. Masumi aveva abbassato il finestrino per salutare Maya e confermare il loro appuntamento.
“Verrò a prenderla alle sei e mezza. A domani Maya.”
La giovane osservò l’auto allontanarsi, chiedendosi cosa fosse la strana emozione che la pervadeva e faceva tremare un poco il suo cuore.
 
 
****
 
 
Maya si vestì con cura, indossando l’abito che l’ammiratore segreto le aveva fatto consegnare quella mattina stessa. Nel biglietto allegato le suggeriva di usarlo in occasione di quelle feste, se fosse uscita con qualcuno; si trattava di un capo elegante, di foggia semplice che si adattava splendidamente alla sua linea. Era di colore azzurro pallido, e aderiva morbido alle sue esili forme, arricciandosi su un fianco, formando un leggero drappeggio.
Completava tutto una giacca abbinata, corta fino alla vita, chiusa da un nastro sul davanti.
Masumi l’ammirò nel segreto dei suoi pensieri, ma non poté evitare di stuzzicarla. Erano da poco usciti dal cinema e stavano andando a cena.
“Questo vestito le sta molto bene. È stato il suo ammiratore a regalarglielo? Devo ammettere che ha buon gusto.”
“Certo che ha buon gusto! – Esclamò decisa. - È il mio ammiratore, mi fa sempre regali bellissimi, forse troppo per una come me…  non sono bella come Ayumi.”
Masumi avvertì un misto di frustrazione e compiacimento; era difficile competere con se stesso.
“Lei ha un fascino diverso da Ayumi, deve avere più fiducia in se stessa.”
Maya non ribatté, si limitò a fissarlo poco convinta.
“Le è piaciuto il film, Maya?” le domandò per riportarla al presente.
“Moltissimo! – Rispose lei con sincero entusiasmo. - Non lo avevo mai visto. Questo regista inglese è davvero un genio. La scena in ufficio, con la donna delle pulizie, mentre Marnie tenta di andarsene dopo il furto, lascia col fiato sospeso… ma non è un film molto natalizio. La sua scelta mi ha sorpresa un po’…”
“Non volevo farle vedere una banale pellicola natalizia, come tante in questo periodo dell’anno… volevo sorprenderla; Hitchcock è considerato un maestro del brivido, personalmente amo molto i suoi film, e volevo condividere questa mia passione con lei, sicuro che avrebbe apprezzato.”
“E aveva ragione… - ammise Maya, un po’ sorpresa dalle sue parole. - Credo che sia il primo che vedo… dovrò cercare di recuperare gli altri titoli. Chissà se li passano in TV…” si domandò, incerta.
“Non deve preoccuparsi; il mese prossimo ci sarà una retrospettiva, le posso procurare i biglietti, se vuole.”
Maya fu molto tentata, ma la generosità di quell’uomo, spesso la metteva in difficoltà; non riusciva a capire cosa ci fosse dietro quei suoi gesti, in apparenza disinteressati; doveva esserci un secondo fine, per forza, ma ora non aveva voglia di pensarci.
L’auto di Masumi aveva raggiunto il locale scelto per l’occasione.
Non aveva lasciato nulla al caso; il ristorante era completo, ma lui aveva prenotato una saletta privata solo per loro due, un ambiente fine ed elegante, senza quel lusso eccessivo che avrebbe potuto mettere Maya in imbarazzo.
“Che bel posto…” commentò Maya, guardandosi attorno, prima di sedersi al tavolo. L’ambiente era intimo e confortevole.
“Mi fa piacere che ti piaccia, l’ho scelto apposta per te, Maya.” Le disse, dandole del tu, e facendola arrossire.
Arrivò un cameriere a prendere le loro ordinazioni. Masumi ordinò del vino anche per lei, che all’inizio tentò di rifiutare.
“No, davvero, non bevo alcolici, e il vino non lo so apprezzare. Ma lei faccia pure.”
“Coraggio, Maya, non mi dirai che hai paura di perdere il controllo… mezzo bicchiere non ti farà male. Tranquilla, non mi approfitterò di te.” La canzonò, e lei reagì d’istinto.
“Non ho paura. Posso berlo un po’ di vino, e lei non riuscirà a farmi ubriacare. Se mi verrà il mal di testa, darò la colpa a lei.”
“Questo è un vinello leggero, ti prometto che non ti verrà il mal di testa… - le disse, versandole il liquido nel calice - ma se avrò torto, potrai chiedermi ciò che vorrai.”
“D’accordo, non si rimangi la parola, perché farò le mie richieste… e saranno molto onerose.”
“Ah, ah, va bene, Maya.”
La cena fu piacevole e rilassata.
Parlarono di teatro, di cinema, e di vari altri argomenti, seri e più leggeri. Masumi a volte pilotava la conversazione, ma sapeva ascoltarla con attenzione, e ne approfittava per farle mille domande, come se fosse avido di conoscere ogni cosa di lei.
Non capiva come facesse, ma Masumi riusciva a metterla a suo agio; quando non era cinico, era piacevole parlare con lui, e suo malgrado, Maya si lasciò rapire dai suoi sorrisi; erano sinceri e rivolti solo a lei.
Quello era il fascino di Masumi Hayami, era l’unica spiegazione logica che riusciva a darsi, se per quella sera, riuscì totalmente a dimenticare l’astio che aveva per lui.
Poi, a metà serata, successe qualcosa che Maya non si sarebbe aspettata: Masumi le porse un pacchetto di forma rettangolare, un regalo di Natale.
“Per me?” chiese incredula.
“Sì, Maya. È un pensiero… non saranno le rose del tuo ammiratore, ma spero di aver indovinato i tuoi gusti.”
Maya per un momento, non seppe cosa dire; scartò il regalo, convinta che si trattasse di un libro, magari un saggio teatrale monotono e astruso, pieno di paroloni difficili, che altro le avrebbe regalato Masumi Hayami? Ma quando scartò il pacchetto, restò a bocca aperta.
Erano due manga, due volumi differenti: ‘Il sentiero dei fiori’, e ‘Akane Banashi’.
“Sono due fumetti in cui si parla di teatro… forse un po’ scontato come regalo. Il commesso mi ha assicurato che se non ti piacciono, puoi sempre cambiarli.”
“No, sono sicura mi piaceranno… la ringrazio Hayami-san. Io però non le ho fatto nessun regalo, mi dispiace…”
Maya era impressionata, si vedeva. Forse un po’ dispiaciuta di non avere ricambiato quella gentilezza inaspettata. Non aveva proprio pensato di poter fare un regalo a Masumi Hayami, scelta che sarebbe stata oltremodo difficoltosa.
Cosa poteva regalare lei a un uomo che aveva già tutto?
Lui si sentì intenerito da quella sua afflizione.
“La tua presenza qui con me, è già un bellissimo regalo, Maya. Ti ringrazio per questa serata.”
A quella frase, lei arrossì vistosamente. Lui approfittò un po’ della situazione per ottenere di poterla incontrare da sola, ancora numerose volte.
“Ma se pensi non sia abbastanza, potresti accompagnarmi a vedere la rassegna su Hitchcock il mese prossimo. Sei d’accordo?”
“Ah, ecco perché mi ha proposto i biglietti…”
“No, se non vuoi, non ti obbligo; i biglietti te li farò avere lo stesso.”
“No, Hayami-san. Verrò a vedere la rassegna con lei… mi sembra giusto.”
 
Masumi aspettava. A breve sarebbero arrivate le rose.
All’inizio aveva pensato di darle i manga come regalo da parte dell’ammiratore, ma aveva deciso di intervenire di persona, come Masumi Hayami, e per una volta gustarsi la sua reazione più spontanea.
Sapeva che le rose l’avrebbero resa felice, sapeva che l’ammiratore aveva un posto speciale nel suo cuore; quando fossero entrate in scena, avrebbero fatto scomparire quei fumetti, ma andava bene lo stesso.
Era appagante vedere la gioia sincera della sua ragazzina, vedere il suo sguardo illuminarsi per l’ammiratore segreto. Era una piccola felicità, per lui. Era un po’ invidioso del suo alter ego, ma finché quel legame l’avesse unito a lei, non avrebbe mai rinunciato a quell’ombra nascosta che lo accompagnava.
Un cameriere fece la sua comparsa al tavolo, recando un grosso mazzo di rose scarlatte e un biglietto per Maya.
Lei prese le rose, erano magnifiche; ne aspirò il profumo, prima di leggere il biglietto con espressione raggiante. Masumi la guardò sereno, ma nascose la piega un po’ amara che gli affiorava sulle labbra.

“Queste rose si aggiungono al vestito che ha ricevuto questa mattina.
Mentre aspetto di poterla ammirare di nuovo sul palco,
le porgo i miei più sinceri auguri per un Natale sereno.
Il suo fervente ammiratore.”

Poche parole per farle brillare gli occhi in quel modo, pensò con struggimento.
“Non posso sperare di competere col tuo ammiratore; ogni volta che vedi una rosa scarlatta, il tuo sguardo si illumina… è un uomo davvero fortunato…”
La voce di Masumi aveva un tono commosso, che colpì Maya, quasi oltre il significato di quella frase incredibile. La ragazza avvertì uno strano moto dell’animo, che non seppe spiegarsi; non aveva obblighi verso quell’uomo che all’improvviso vedeva sotto una luce del tutto nuova, e provò a spiegare la natura dei sentimenti che nutriva per l’ammiratore, si sentì quasi in dovere di farlo.
“Io gli devo molto. Senza di lui, io non sarei dove sono ora, mi ha spronato ad andare avanti, mi ha sostenuto quando nessuno credeva in me. Avrà sempre la mia totale gratitudine, il mio affetto incondizionato. Il mio unico rammarico è non poterlo incontrare, ma non lo biasimo per questo.”
Masumi l’ascoltava e colse la sua emozione profonda. Trascinato dalla sua sincerità, trovò il coraggio di farle una richiesta che dimorava nel suo cuore da tempo.
“Maya, se io facessi per te, quello che fa lui, riusciresti a perdonarmi? A dimenticare le mie grosse mancanze, nei tuoi confronti?”
Questa volta Maya non seppe cosa rispondere. Era turbata, non sapeva bene da cosa; la serata stava prendendo una piega del tutto inaspettata, mentre quello strano uomo che a volte si era ritrovata a odiare, le appariva più indecifrabile che mai.
Perché stava facendo così? Perché sembrava triste e addolorato, quando pochi muniti prima era apparso tanto gioviale e coinvolgente?
“Io… ecco… in questo momento, mi sta chiedendo qualcosa di troppo difficile.”
Maya aveva smesso di mangiare, era rimasta bloccata con le posate tra le dita, mentre si mordeva le labbra, in preda all’inquietudine. Masumi se ne accorse e tornò in sé quasi subito.
“Lascia stare, ho parlato troppo, forse il vino sta facendo effetto. Ti prego, mangia tranquilla, cerchiamo di finire questa cena serenamente, senza troppi pensieri. Tra poche ore è Natale, e verrei che tu avessi un bel ricordo di questa serata.”
Così finirono di cenare, e Masumi fu attento a riportare la conversazione su piani più pacati, evitando tutti quegli argomenti che avrebbero potuto turbarla troppo. Sapeva che tutto era solo rimandato, che prima poi, lui avrebbe dovuto affrontare tutte le sue colpe, in un altro tempo e luogo.
Arrivò il momento di riportarla a casa.
L’auto di Masumi viaggiò attraverso le strade di Tokyo accese di luci e decorazioni natalizie, e Maya, benché un po’ stanca, si perse con lo sguardo nel paesaggio cittadino, rimanendo incantata.
“Maya stai dormendo?” chiese Masumi, che non la sentiva parlare da qualche minuto.
“No, stavo ammirando la città. Tokyo mi affascina in questo periodo dell’anno.”
Arrivarono davanti all’appartamento di Maya. Masumi spense il motore. La ragazza scese dall’auto, poi prese tutti i suoi regali, le rose dell’ammiratore e i manga di Masumi Hayami.
“Grazie per la serata, Hayami-san. Arrivederci e Buon Natale. Cerchi di riposare.”
“Grazie, Maya. Tranquilla, cercherò di non lavorare troppo, almeno il giorno di Natale. Per la rassegna, ti farò avere quei biglietti. Buona notte, e Buon Natale anche a te.”
Lei si inchinò in segno di saluto, poi si voltò e corse via, mentre l’auto riprendeva la sua marcia; il comodo divano di casa sua la stava aspettando, e lei vi si sarebbe gettata a gambe all’aria. Immaginava Rei farle un sacco di domande sulla serata trascorsa con Masumi Hayami.
 
Fu così, in effetti.
Rei le fece il terzo grado, e Maya si rassegnò a darle tutte le risposte che voleva, evitando quei piccoli dettagli che l’avevano fatta sentire strana e molto turbata, dall’atteggiamento inconsueto di quell’uomo.
“Dai ammettilo, è stato gentile a regalarti quei manga sul teatro. Io stavo proprio pensando di leggerli, me li presterai, vero Maya?”
“Certo Rei, te li presto volentieri. Però nessun regalo di Masumi Hayami può battere le rose scarlatte del mio ammiratore.”
“Beh, per la rassegna su Hitchcock, rinuncerei alle rose e farei carte false.” Ammise Rei candidamente.
“Questo mai!” Protestò Maya, quasi indignata.
“D’accordo Maya, è quasi mezzanotte e vado a dormire, tu dovresti fare altrettanto. I regali sotto l’albero li apriamo domani. Buonanotte.”
“Sì, Rei. Mi metto il pigiama e vado a letto anche io. Buonanotte.”
Mentre Rei si ritirava nella sua camera per la notte, Maya si attardò in salotto per deporre i manga sotto l’albero, insieme agli altri doni non ancora scartati.
Fu in quel momento che qualcosa scivolò fuori dalle pagine di uno degli albi che teneva tra le mani. Era un biglietto piegato in due, senza busta.
Cadendo per terra, si era aperto a rivelare un dettaglio che le sembrò famigliare. Quello doveva essere un biglietto lasciato da Masumi Hayami, eppure guardandolo, lei si sentì inquieta.
Era troppo simile a uno dei biglietti del suo ammiratore. La colse un brivido.
Ne fu certa solo quando lo raccolse e l’ebbe tra le mani; ero lo stesso tipo di carta intestata, in alto era impresso un piccolo decoro in rilievo, di fattura molto fine. Il cuore accelerò un istante.
La sensazione ansiogena crebbe ancora di più, quando Maya lesse il contenuto del messaggio, scritto con una calligrafia troppo nota, che mai avrebbe potuto confondere.
 
“Cara Maya, vista la sua passione, questi manga a tema teatrale dovrebbero piacerle.
Spero siano un regalo gradito e una piacevole lettura.
Le auguro di vero cuore
di trascorrere un Natale così bello da essere indimenticabile.
Con sincero affetto,
il suo devoto ammiratore.”
 
 
Nel silenzio della stanza, in ginocchio col biglietto tra le dita, colse appena i rintocchi della mezzanotte.
Avvertì un altro suono molto più intenso e insopprimibile: era quello del suo cuore che accelerava convulso, travolto dall’emozione, che la fece tremare tutta, mentre una verità incredibile, bellissima, sconcertante, desiderata e un po’ temuta, straripava dentro il petto come un torrente in piena che rompeva gli argini.
Mai Natale sarebbe stato più bello di quello.
Per lei, indimenticabile.
 
Fine


NdA - 'La corte dei 100 demoni' è pubblicato in Italia da Goen, un' opera veramente bellissima che sto leggendo con gran passione, (per intenderci è simile a Natsume degli spiriti) peccato che le uscite sono poco regolari. Se vi piace il fantasy e il sopranaturale, gli yokai e il folklore giapponese, la apprezzerete.
'Il sentiero dei fiori' è uno shojo dove si parla del teatro Kabuki, serie per fortuna completa, sempre pubblicata da Goen, molto bello.
'Akane Banashi' è pubblicato da J-Pop, anche qui si parla di una forma di teatro, il rakugo, appunto. Non ho ancora iniziato a leggerlo, ma ne ho sentito parlare molto bene.

 
 
   
 
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