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Autore: Raphaelgirl87    20/04/2024    0 recensioni
Con questa storia partecipo alla challenge meravigliosa di aprile del gruppo Non solo Sherlock di Facebook!
Praticamente è una challenge basata su come è nato un personaggio, sulla sua evoluzione, su come è stata la sua vita dagli inizi fino a un certo punto.
La mia scelta è caduta su ovviamente il maestro Splinter, alias Hamato Yoshi, che amo, adoro e venero alla follia!!!!
Mi sono ispirata per questa challenge alla storia della serie TV del 1987, con qualche aggiunta di head Canon mio! Spero che questo viaggio immaginario nel passato di Yoshi possa piacere!
Come sempre, e questo vale anche per tutte le mie FF, se avete piacere di lasciare una recensione sia positiva sia negativa, io lo apprezzo in ambo i casi! Quelle positive mi aiutano a capire su cosa puntare e quelle negative su cosa migliorare!
Grazie mille!!!!!!
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Splinter
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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"Yame!"

I due ragazzi chini l uno verso l altro al centro del dojo sapevano bene cosa volesse dire quel comando detto dal Sensei dall alto della kamiza*....era il monito per ritornare in posizione eretta e iniziare la sfida.

Yoshi Hamato alzò lentamente lo sguardo da terra per agganciare visualmente lo sguardo del compagno che avrebbe sfidato. 

Sota Nakamura.

Non proprio un incapace, ma neanche uno eccelso. Poteva farcela a batterlo.

Doveva batterlo.

Era periodo di esami nella scuola gestita dal Sensei Tanaka, una delle scuole di arti marziali più importanti in tutto il Giappone, famosa per la sua ottima preparazione e per i suoi metodi rigorosi.

Sensei Tanaka era un maestro intimamente buono ma severissimo, che pretendeva il massimo del rigore e dell' impegno nel suo dojo. Scansafatiche e fannulloni venivano accompagnati regolarmente alla porta senza troppi giri di parole, poco importava la famiglia dove provenissero.

"Il samurai avanza giorno dopo giorno: oggi diventa più abile di ieri, domani più abile di oggi. L’addestramento non finisce mai." amava ripetere Tanaka durante i loro allenamenti, citando un certo Tsunetomo, e decisamente quella frase racchiudeva tutta la sua idea rispetto alla loro preparazione.

E Yoshi era tra gli studenti più brillanti e ambiziosi del corso. Ogni sua azione era tesa a dare il meglio di se.

In parte perché voleva rendere onore alla sua famiglia, gli Hamato appunto, abili combattenti di katana da generazioni.... Era da quando aveva iniziato a muovere i suoi primi passi che Yoshi amava seguire il padre, Kosami Hamato, durante i suoi allenamenti, rimanendo incantato a osservare quelle sue movenze perfette con quelle spade che sembravano rifulgere di luce propria tra le sue mani. Il giorno in cui ricevette la sua prima piccola katana pianse di gioia, tanto gli sembrava meraviglioso essere finalmente come il suo amato padre.

"Ricorda, figlio mio, la spada è l'anima.Il colpo è inflitto dalla coscienza che tira la spada dietro.Nella spada metti la tua coscienza e tutta la tua anima.Alla fine della spada, la decisione è tua" 

Gli ripeteva Kosami ogni mattina, quando dopo colazione, Yoshi raggiungeva il dojo.per gli allenamenti e, siccome la sua decisione era eccellere negli studi, ogni suo colpo era ben assestato e rigoroso.

Quindi, doveva essere il miglior allievo non solo per onorare la sua famiglia, ma soprattutto perché Yoshi desiderava con tutto il cuore fare parte del Clan del Piede, il clan di samurai più benvisto e famoso del Giappone; il Piede infatti, raccoglieva tutti i samurai più valorosi e coraggiosi del paese, il fiore all'occhiello di ogni dojo, per continuare l addestramento e diventare dei guerrieri abili e onorevoli.

Per questo ora doveva battere Sota. Aveva già sulle spalle due vittorie, quindi era certo di non ripetere l anno, ma se avesse vinto avrebbe ottenuto un voto eccellente, la sua pagella praticamente perfetta sarebbe stata un biglietto di presentazione perfetto un giorno per domandare la grazia di entrare nel Piede..... E soprattutto sarebbe diventato un Senpai, un allievo di grado superiore. Dall alto dei suoi tredici anni, Yoshi pensò che era un qualcosa che avrebbe potuto tranquillamente meritarsi.

I due contendenti quindi, dopo il comando di Sensei, si squadrarono molto.lentamente....Yoshi afferrò con una mano il tzuka* della sua katana, sfilandola con destrezza dalla tsuba** legata al suo keikogi***  e la mulinò nell'aria un paio di volte, neanche sapeva il perché forse chissà sperava di impressionare il suo avversario, che, però, si limitò a sguainare serenamente anch esso la sua katana.

Con un urlo, i due contendenti si lanciarono l uno contro l altro e iniziarono il combattimento....i primi affondi andarono a vantaggio di Yoshi, che non esitò più e più volte a mettere in difficoltà l avversario, senza però usargli.violenza, assolutamente bandita nel dojo, in quanto le arti marziali enfatizzano la forza mentale e non quella fisica....Il coraggio, la gentilezza, il reciproco aiuto, il rispetto di se stessi e degli altri erano i dettami principali ai quali venivano educati gli allievi, nessuno veniva meno, neppure in combattimento....

Difatti la sfida tra i due allievi continuò a svolgersi in maniera leale a più riprese, finché Yoshi non venne distratto da un ragazzo fuori dalla porta a vetri del dojo che non smetteva di osservare il suo combattimento con Sota.

Oroku Saki.

Era un ragazzo suo coetaneo della scuola avversaria a quella del maestro Tanaka e tra i due non correva buon sangue da veramente molto tempo. In realtà neppure Yoshi sapeva il perché, non aveva memoria di nessun comportamento sbagliato ai danni di quel ragazzo, eppure Saki non poteva non provare un antipatia quasi bruciante per la sua persona.

In realtà non C era niente di eclatante, non avevano mai litigato, ne peggio arrivati a risse o qualcosa di disonorevole....ma era il suo atteggiamento, la mancanza di saluto, gli sguardi che gli lanciava di continuo quando si incrociavano per strada....

Era innegabile, non poteva vederlo e onestamente Yoshi se ne era fatta una ragione, viveva benissimo anche senza la sua approvazione.

Ma quel giorno....

Quel giorno, mentre durante il combattimento, Yoshi si stava riprendendo da un affondo di Sota, non poté non notare quegli occhi di ghiaccio su di sé....

"Cosa vuoi? Vattene!" Gli disse col solo labiale, per non dare spettacolo.... 

Ma il ragazzo dall uniforme nera, in contrasto con la sua, blu e bianca, non gli rivolse la parola.

Anzi meglio, gliene rivolse tre molto ben precise

"Vedrai, un giorno...."

E con il pollice si passò una linea su tutto il collo.

Yoshi sentì il sangue raggelarsi. 

Va bene stare antipatico a Oroku Saki.

Ma perché quel gesto?

Cosa intendeva?

Perché ora.....voleva ucciderlo?

Ma tutti quei pensieri vennero interrotti dal suo avversario che, approfittando della distrazione che aveva avuto, lo atterrò al suolo. 

Il Sensei decretò la fine dell incontro, cosa che fece più male a Yoshi della fredda punta della katana sulla sua gola da parte di Sota:

"Il vincitore dell incontro è Sota Nakamura....complimenti. I due contendenti liberino il dojo.... Yoshi Hamato, puoi tornare a casa. Torna domani per le pagelle e gli esercizi da svolgere per l estate...."

"Ma....Sensei...." Tentò debolmente di protestare Yoshi, ma quando ricevette su di sé lo sguardo raggelante del maestro, si zittí subito.

Non aveva niente da protestare, era colpa sua.  Sì era distratto e aveva perso la possibilità di diventare Senpai per quell' anno.

Era solo colpa sua. 

"Niente....bravo Sota, i miei complimenti...." Disse Yoshi educatamente inchinandosi davanti all avversario che ricambiò

"Sei stato bravo anche tu, Yoshi" gli rispose Sota gentilmente, mentre Yoshi, inchinandosi anche verso il maestro, lasciò il dojo quasi correndo.

Fuori dalla scuola, Oroku Saki sembrava essersi volatilizzato.

E onestamente Yoshi ne fu quasi felice.

Non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di fargli vedere che stava piangendo per colpa sua.


*Manico

**Fodera

*** Uniforme da allenamento


*Zona rialzata del dojo dove sedevano i maestri



   
 
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