La luce del sole filtrava da una finestra semiaperta e si posava sul pavimento marmoreo, illuminandolo d'una viva luce dorata.
Claudio, a fatica, aprì gli occhi e si alzò a sedere sul letto.
− E' tardi. − mormorò, sorpreso. Di solito, riusciva a svegliarsi al principio dell'alba.
Si passò una mano tra i capelli neri. La stanchezza, accumulata in quelle dure, incessanti battaglie di esorcista, si era riversata sul suo corpo.
Un mezzo sorriso sollevò le sue labbra. L'occhio acuto di Xiaoyu aveva saputo vedere la sua pena.
E lo aveva quasi costretto a cessare le sue ricerche.
Strinse le labbra. Quella ragazza aveva bisogno di lui per la ricerca di Jin Kazama, ma sembrava interessata alla sua salute.
Si passò la mano sinistra sul braccio destro, lo sguardo cogitabondo. In un empito di premura, lei aveva posato la sua mano prima sulla sua spalla, poi sul suo braccio.
Quel tocco, privo di ambiguità, riverberava nel suo cuore.
Sono confuso., si disse. Per lei, lui era solo l'alleato di una impresa impegnativa.
Con un debole fruscio, la porta si aprì.
Claudio si scosse dai suoi pensieri e il suo sguardo si fissò sulla figura esile di Xiaoyu. La lottatrice cinese, nelle mani, stringeva un grosso vassoio, su cui erano posati diversi cibi e bevande.
− Ti sei svegliato. Stai meglio? − chiese la giovane, gentile. Ne era sicura, Claudio aveva beneficiato di un lungo sonno.
A quella domanda, l'esorcista italiano sollevò le labbra in un sottile sorriso. Quella dolcezza riusciva a riempire il suo animo d'una strana gioia.
− Sì, sto bene. Ti devo ringraziare e invece sono impresentabile. − dichiarò, lo sguardo fisso sul suo pigiama bianco.
Lei gli si avvicinò, estrasse i manici del vassoio pieghevole e lo posò sul letto.
Un tenue rossore velò il viso dell'esorcista. Come poteva quella ragazza d'animo nobile avere tanti riguardi per lui?
− Non dovevi aspettarmi…. Io sono abituato alla solitudine. − spiegò, il tono vibrante d'imbarazzo.
Lei, d'impeto, gli prese una mano tra le sue. Claudio sembrava confuso dalla sua gentilezza.
E lei non ne comprendeva la ragione.
− Ma io volevo fare colazione con te. Tu stai lavorando senza sosta e io… io non ho fatto niente per te. Volevo ringraziarti. − spiegò, seria. In quei giorni, pur senza volerlo, si era giovata della forza del suo alleato.
E lui non si era risparmiato.
Il sorriso di Claudio si accentuò, mentre un empito di commozione dilagava nel suo cuore. Lei, per inezie involontarie, credeva d'essere una ingrata.
Ma lui, che si era macchiato di colpe ben più gravi e coscienti, non poteva odiarla.
− Claudio, io non conosco i tuoi gusti, per questo ho preso tutto quello che avevano preparato nelle cucine. Se non ti piace, dimmelo. − affermò la giovane.
Il giovane scosse la testa. La colazione, in quel momento, aveva un'importanza modesta. Lei aveva pensato a lui con gratitudine.
E questo riempiva il suo cuore di gioia.
− Stai tranquilla. Non mi soffermerò su simili inezie. Mi godrò una meravigliosa compagnia. − mormorò, sereno.
Con un gesto regale, prese una tazza bianca, colma di caffè, da cui si sollevava un esile filo di fumo, e la portò alla bocca. La tranquillità, che in quel momento spirava nella sua anima, era ben degna d'essere difesa.
Xiaoyu annuì, prese un croissant e lo addentò. Lui aveva accettato la sua proposta.
Questo era un primo, meraviglioso passo.