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Autore: Scarlett Queen    12/05/2024    2 recensioni
L'ultimo atto di una guerra cosmica, il disperato tentativo dell'umanità di sopravvivere, la volontà di un soldato di annientare un nemico infinitamente superiore, il gesto di una razza che davanti al proprio annientamento ha trovato la forza di reagire.
Questa è la fine della guerra dei Nephilim... ma è l'inizio della storia dell'uomo.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[https://youtu.be/QQFEihVf2N4]
Il pugno lo colpì all’addome, strappandogli l’aria dai polmoni, il secondo colpo lo raggiunse alla tempia destra, facendogli esplodere decine di piccole luci davanti agli occhi. Con un gemito cadde sul ginocchio, poggiando le nocche a terra, respirando affannosamente. «Arrenditi Buster, è finita… hai perso.»
La voce di Crodus era strascicata, carica di sofferenza; la visiera dell’esoscheletro sfondata, il volto una maschera di sangue e con la lama della daga conficcata nel fianco sinistro, il plasma che scivolava lungo il metallo capace di superare gli strati di titanio dell’armatura. «Tutto quello che hai fatto… tutto quello per cui hai combattuto… è inutile. Gli Angeli divoreranno la Terra e il ciclo di follia della razza Umana finirà una volta per tutte.»
Il calcio al volto sollevò Buster da terra, mandandolo a schiantarsi di schiena contro la parete metallica della piccola navicella, facendolo gemere di dolore. «Dio mi ha fatto vedere cosa ne sarà della nostra razza… credimi, non meritiamo di vivere, di condividere questo universo con esseri simili, capaci di scorgere nelle trame del tempo e dello spazio.»
«Tu non hai il diritto di parlare di umanità.» Le dita della mano sinistra di Buster perforarono il rivestimento cromatico della stiva, penetrarono nello strato di acciaio e con un gemito di dolore si sollevò in piedi, ansante, dolorante, con il corpo che urlava di fermarsi ad ogni movimento. «Noi Nephilim abbiamo ceduto il corpo per difendere l’uomo, non la nostra anima! Non siamo una razza perfetta, non sappiamo fare altro che moltiplicarci e massacrarci, è vero! Ma il nostro destino non sarà deciso da una mente aliena! Sia quel che sia, l’umanità merita di scegliere il proprio cammino!»
«Sei completamente pazzo… evitare che le future generazioni nascano solo per essere spazzate via è un gesto d’amore! Gli Angeli faranno rinascere la nostra razza sotto un nuovo sole, ma noi siamo marci! E ora tu sarai il primo a cadere.»
Si sfilò la daga dal corpo, tamponandosi la ferita con la mano e si mosse contro di lui, l’armatura che mandava bagliori di riflesso alle luci d’allarme della navicella da sbarco. Buster non esitò, si fece sotto con quanta velocità gli fosse ancora concessa, afferrandogli il polso destro, torcendolo verso l’alto, sino a sentire l’osso spezzarsi e lo colpì con un pugno all’elmo. Una volta, due volte, tre volte. Alla fine il cristallo protettivo andò in pezzi.
Crodus incespicò all’indietro, i suoi geni mutati si attivarono per rigenerare l’arto ferito ma Buster non restò a guardare, scattò buttandosi a terra, sollevando il pugnale per l’elsa con una presa inversa e gli passò fra le gambe, conficcando l’arma nell’incavo del ginocchio destro, passandolo da parte a parte. Crodus urlò di dolore, cadde sulla gamba sana col sangue che zampillava a fiotti sul suolo, stringendo i denti.
«Forse morirò qui dopotutto, come vuoi tu – sussurrò Buster alle sue spalle. ma quanto è vero che esisto, porterò quell’Inferno con me.» Lo sollevò per le spalle, schiantandolo contro le paratie, prima alla sua destra e poi alla sua sinistra, mandandolo a strisciare in terra, avanzando a stento contro di lui. «La guerra finirà oggi, e porterò Dio con me… e l’umanità sarà libera.»
«Non sarà mai libera! – Crodus si rialzò, strappandosi la lama dal ginocchio e grugnendo di dolore, sentendo come il suo organismo faticasse a rigenerare tutte le ferite riportate nel corso dello scontro – la brama di potere, di sesso, di sangue, di potere… anche solo la rabbia o l’avidità la terranno schiava per sempre! Non puoi essere così cieco.»
«Sei tu ad essere cieco.» Buster si lanciò contro una delle pareti e, dandosi la spinta con la gamba destra, gli fu addosso, in una violenta colluttazione di carne e acciaio. Urlò di dolore quando il pugnale trovò la strada per il suo ventre, ma tenne stretta la mano di Crodus e gli afferrò il volto, scavano con l’indice e il medio nei suoi bulbi oculari, facendo colare sangue e gelatina sui guanti d’arme. L’altro lanciò uno stridio di dolore e riuscì a spingerlo via colpendolo con lo stivale, liberando il pugnale dalla sua morsa.
«Pensi davvero che gli Angeli siano migliori? Piantano semi di civiltà per l’universo, le fanno crescere e prosperare e poi? Poi passano a mietere il raccolto per alimentarsi, e nel mentre iniziano altre guerre in altre parti del cosmo. Parlano tanto di ripulire il creato di Dio dal peccato e poi? Quindi scusa Crodus, ma tu e il tuo Dio potete andare a farvi fottere.»
Una volta di più Buster si rialzò, stringendo i pugni lungo i fianchi «Ho combattuto sulla Terra, sulla Luna e poi su Marte. Ho sterminato Sciami di Angeli di pianeta in pianeta, ho visto l’umanità risollevarsi e splendere come non era mai successo… Non lascerò che tutto finisca così… e non sarai tu a fermarmi.»
«Allora che l’angelo della morte ci prenda entrambi.»
«Hendorenn’ah Mne
Inymilien’veestja.»
Il giuramento dei Nephilim fu un sussurro sulle labbra di Buster; Crodus lo attaccò frontalmente, menando rapidi e precisi fendenti, costringendolo sulla difensiva. All’esterno della navicella, il codice identificativo di Crodus aveva aperto un varco nel mezzo della flotta degli Angeli. Su quella piccola nave stavano i codici di lancio delle armi nucleari della Terra; se Dio ne fosse venuto in possesso, avrebbe potuto annientare tutta la razza umana senza sacrificare più una sola delle sue creature perfette.
«Non accadrà Crodus… e ora, una volta per tutte… MUORI!» Ci fu un lampo metallico, Crodus sferrò un fulmineo fendente contro la sua gola, Buster incassò il colpo, fermando la lama nell’incavo fra il collo e la spalla. Ci fu un attimo di sorpresa da parte di Crodus, un attimo di totale incredulità. «Pensavi che un Nephilim morisse per così poco^ A me serviva che mi portassi abbastanza vicino, ora non mi servi più.» Fu schiantato al suolo e in un attimo, Buster gli fu sopra, pronto a trafiggerlo al cuore, lì dove stava il nucleo che teneva loro ibridi in vita.
«Male-detto. Non così, non per… mano tua.»
La lama passò da parte a parte le braccia intrecciate di Crodus, bloccandole a “x” sopra il suo petto. Si dibatté disperatamente, cercando di liberarsi, ma le vene di Buster brillavano debolmente di un tenue azzurro, così come i suoi occhi. Aveva attivato il suo Hyper Drive, quando il nucleo di un Nephilim va in sovraccarico, aumentando la sua forza e la sua resistenza a discapito del tempo che gli restava da vivere.
«Credevi che non ci avrei fatto ricorso? È questo il tuo errore, ed è lo stesso degli Angeli… non sottovalutate l’essere umano, maledetti bastardi!» Con un urlo calò con tutto il proprio peso sull’avversario, spingendo in profondità, sino al costato e spaccandogli il nucleo, facendolo collassare e trasformandolo in una bozza bluastra che andò ad intaccare vene, ossa, polmoni… tutto.
Quando Crodus cessò di muoversi, quando di lui non r9imase altro che un contenitore di latta privo di anima e guscio, Buster si rialzò, avanzando verso la scaletta che portava alla cabina di pilotaggio e si buttò a sedere al posto di comando, puntando gli occhi oltre il vetro, osservando l’Orrore che era venuto a distruggere. Dio non era altro che un enorme agglomerato di carne e metallo, un essere antico e blasfemo che aveva eretto attorno a sé un colossale guscio, un titanico esopianeta a forma ovale e in quella sua dimora dormiva e partoriva figli, seminando intere razze in tutto l’Universo affinché queste continuassero ad alimentarlo quando sarebbe giunto il tempo del raccolto.
Al fine delle “semine”, Dio avrebbe poi dato vita a nuovi pianeti e nuove civiltà, stavolta senza alcun difetto, senza peccato… Buster sorrise di scherno, disattivando il pilota manuale e poggiandosi con le spalle allo schienale: c’era una funzione particolare dell’Hyper Drive che aveva richiesto venisse implementata nel suo nucleo poco prima di partire per dare la caccia a Crodus. Nel momento in cui sarebbe morto, il suo corpo avrebbe rilasciato la potenza di un ordigno nucleare… aveva tanto potere da spazzare via Dio e la sua dimora.
Il minuscolo velivolo passò accanto alle altre navi della flotta, quasi invisibile se paragonato alle dimensioni dell’armata in rotta verso la Terra; nel caso in cui Crodus avesse fallito, Dio aveva intenzione di punire l’Umanità mandandole contro tutto ciò che poteva, spazzando via ogni cosa… ma avrebbe perso centinaia di migliaia di Angeli, e questo lo avrebbe costretto ad attardare le successive semine per chissà quanto tempo e magari, nel mentre, altre razze avrebbero scoperto la verità.
«Questo è il potere dell’umanità sussurrò Buster entrando all’interno dell’esopianeta, passando in mezzo ai crepacci che si aprivano sullo strato difensivo esterno – E io sono il suo portatore… Dio, non abbiamo più bisogno di te.»
Viaggiando, Buster vide megalopoli che sfidavano le leggi della fisica, orde senza fine di Angeli che nascevano da campi di bozzoli, strade e palazzi di epoche diverse che pendevano da ciclopiche travi; vide schemi geometrici che non esistevano sulla Terra e più si avvicinava a Dio, vide come ogni epoca, ogni mondo e ogni razza da lui creata e annientata fosse ricordata secondo schemi perversi, suoi grotteschi memoriali di trionfi e genocidi. Vide l’intera esistenza dell’universo passargli davanti agli occhi, in un viaggio al ritroso attraverso miliardi di anni, sino al fenomeno cosmico… ma il Big Bang non era stato altro che il parto che aveva introdotto Dio nel loro universo. Un essere concettuale che aveva preso forma e sostanza, scrivendo ogni legge fisica dell’universo… e aveva finito per esaurirsi.
«È per questo che raccogli – sussurrò passando sotto un intero satellite, gemello alla Luna ma senza crateri e al suo posto intere città popolate da Angeli appena nati, non più di occhi e ali, senza ancora il proprio corpo – così che tu possa riguadagnare il potere necessario a tornare presso la dimensione dalla quale sei stato esiliato… Ti farò il favore di porre fine al tuo viaggio.»
Perché Dio, divenendo carne, era divenuto mortale. Lui stesso invecchiava, anche se entro il ciclo di bizzarri eoni innominabili, e la sua era sempre stata una corsa contro il tempo, tempo che valeva milioni di anni d’evoluzione di miliardi di civiltà. Ma ora Buster poteva ucciderlo. Dio mahari aveva creato la fisica, ma non era più in grado di controllarla, e il nuovo potenziale nucleare dell’Uomo aveva la potenza di una stella morente. Il nucleo di Buster era una supernova, e stava per prendere forma.
Poi infine lo vide: era alò centro di ogni cosa: dal soffitto pendevano cavi sui quali andavano sviluppandosi e inerpicandosi perversi agglomerati urbani entro i quali Buste r avrebbe potuto perdersi per non ritrovarsi più e tutti si collegavano alla colossale massa di carne al centro. Un cervello alieno che si sollevava per centinaia di metri dal suolo, galleggiando a gravità zero in mezzo al nulla. «Ti direi di dire a Dio che sono io a farti schiattare… ma puoi vedermi personalmente…»
Nessuno in quella monumentale nave ebbe modo di riconoscere il pericolo. Gli Angeli comunicavano attraverso trasmissioni di dati costanti, dati di natura informatica, binaria e infinitamente complessi, dati che farebbero collassare il cervello umano… E percepivano solamente dati, per questo l’evoluzione delle razze era essenziale affinché potessero essere annientate… e i dati di bordo erano quelli di Crodus, i dati di un traditore. Dio osservò il minuscolo insetto avvicinarsi, assaporando ogni trionfo, da quelli passati a quelli futuri… poi, quel trionfò assunse le tonalità di una luce intensa, azzurra, nera, viola e colore del ghiaccio.
Dio, nei pochi istanti di esistenza che gli rimanevano, concepì un pensiero per lui incomprensibile e illogico. “Paura”. Il cosmo fu attraversato da un’ondata di distruzione senza precedenti nella storia dell’uomo: il potere distruttivo di Buster eruppe dal suo corpo con inaspettata violenza, mandando in pezzi, in polvere, in particelle di pulviscolo atomico ogni cosa che si trovava sulla propria onda d’urto. Dio venne annientato, ogni suo pensiero perse ragionevolezza e impazzì, tutto in quel lasso di pochissimi frammenti di secondo.
Un anello di energia sventrò il suo esopianeta e fagocitò la flotta e tutti gli sciami, coinvolgendo i pianeti in rovina o in fiamme più prossimi. L’anima di Buster si consumò sino al suo ultimo brandello di esistenza e il buio venne rischiarato da una luce abbagliante e totale, una luce che nemmeno Dio era stato in grado di prevedere o concepire. Aveva creato ogni cosa, deciso il ciclo di vita e di morte dello stesso universo. ma nella sua fretta di vendicarsi di coloro che lo avevano esiliato, Dio aveva dimenticato qualcosa di essenziale: era divenuto reale lui stesso, e poteva essere ucciso.
Gli Angeli che assediavano la Terra caddero come mosche, le loro navi persero potenza e andarono a schiantarsi in masse fiammeggianti e gli Umani, sollevando lo sguardo al cielo ebbero modo di osservare i più distanti e remoti echi di quel sacrificio. Un’azzurra aurora boreale danzò nel cielo, mandando lampi fantastici sui ghiacciai, sulle distese d’acqua, sulle rovine del Vecchio Mondo. I Nephilim tutti seppero cos’era successo e finalmente, da quando erano stati creati, poterono far cadere le armi in terra…  e piangere.
La guerra era finita e l’uomo aveva vinto… Avevano sconfitto Dio e guadagnato il diritto di scegliere cosa ne sarebbe stato della loro razza. E senza Dio a manovrare i destini del cosmo, il futuro si aprì davanti a loro come un’incognita, un nuovo libro nella loro storia che sarebbe stato l’uomo a riempire con fiumi d’inchiostro.
 
 
 
 
   
 
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