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Autore: The Lone Soldier    15/05/2024    1 recensioni
Kip Sparrow è un mercenario in fuga dallo stato africano di Rakabad dopo la sua caduta e deve ricongiungersi con il suo committente ma il tempo atmosferico mentre si trova sull'elicottero, accompagnato da cinque uomini fidati, lo preoccupa e prenderà una piega inaspettata ...
Genere: Avventura, Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kip Sparrow, in fuga dopo la caduta dello stato fantoccio africano di Rakabad, stava nella stiva di un elicottero ed era in piedi preoccupato per le condizioni atmosferiche esterne: pioveva molto e la visibilità era ridotta.
Toccava nervosamente la pistola che teneva sulla coscia destra mente il fucile era appoggiato sul lato sinistro.
-Che destinazione ha dato Mr. Thomson? –
Il più alto dei cinque uomini messi a disposizione dal ricco magnate in canottiera verde, berretti rossi e dalla pelle nera.
-Lei stia tranquillo! Abbiamo la situazione sotto controllo! – rispose il soldato.
L’uomo dai capelli grigi e ricci e barba folta annuì contrariato ma volle credere alle parole del suo interlocutore.
Decise di togliersi l’armatura nera che stava dando problemi alle spalle e alla schiena e restò in maglietta bianca e pantaloni di color marrone.
Chiuse gli occhi e provò a rilassarsi ma l’elicottero, improvvisamente, rallentò.
Il più grande dei cinque mercenari volle raggiungere il pilota e dopo poco, non solo l’elicottero si fermò del tutto ma venne aperto il portellone ed entrarono gocce di pioggia e vento forte.
-Che succede? – chiese Kip.
Anche gli altri quattro mercenari raggiunsero il portellone e così fece Kip e rimasero di stucco a ciò che videro: un uomo dalla pelle nera, calvo, che indossava una maglietta verde militare, jeans e armato di fucile d’assalto stava sul tetto di un edificio con una madre e due figli sotto la loro posizione, a circa venti metri di distanza.
Di primo impatto non c’era nulla di strano senonché sotto l’edificio c’erano un gruppo numeroso, circa una cinquantina, di esseri non umani urlanti.
-Cosa diavolo sono? – chiese Kip.
Nessuno rispose e l’uomo dalla pelle nera che stava sul tetto dell’edificio disse alla madre e ai figli di mettersi in un angolo e si rivolse all’elicottero:
-Salvateci! Aiutateci vi prego! – disse l’uomo.
I cinque mercenari non risposero mentre Kip lanciò giù la scaletta.
-Pilota, avvicinati! – disse con tono deciso.
Il trasporto non sembrò muoversi e gli occhi di Kip erano tutti rivolti verso i tre in disperato bisogno d’aiuto.
Si voltò verso i propri compagni per chiedere loro aiuto ma i cinque, che l’avevano scortato da Rakabad, puntarono le loro armi contro Kip.
-Che fate? Che diavolo sta succedendo? –
Alle spalle dei cinque arrivò il copilota.
Costui, tenendo il casco e non mostrando il volto, si rivolse a Kip.
-Mercenario significa venire pagato profumatamente per eseguire ordini ed è ciò che fanno questi cinque. C’è stato un cambio di programma signor Sparrow e ha tre scelte: o resta qui e viene con noi, ci combatte e muore oppure può andare a salvare quelle persone. A lei la scelta! –
Kip guardò verso il basso e l’uomo che stava salvando la famiglia sparava contro quegli esseri mentre i bambini erano speranzosi di essere salvati.
Egli decise di calarsi per la scaletta e scese pian piano ma il copilota, contrariato da questa decisione, decise di accelerare la caduta tagliando la corda della scaletta e ciò portò Kip a cadere per una ventina di metri ma per propria fortuna ci fu l’uomo dalla pelle nera a salvarlo prendendolo al volo.
-Salvato! – disse l’uomo che aveva tra i trenta e i quarant’anni.
Kip si rialzò subito.
-Sono Klint, Klint Baumstern. E tu? –
-Kip Sparrow. Che sta succedendo? –
-Questi esseri si sono materializzati qui dal nulla e si sono fatti strada tra la popolazione uccidendo ma anche trasformando le persone; mai visto nulla del genere e tu? –
Kip rimase sbigottito dalle parole ma non sapeva cosa rispondere e sentì la porta d’ingresso dell’edificio venire sfondata.
-Dobbiamo andarcene! – disse Klint.
Chiamò la madre, dalla chioma castana, camicia bianca e gonna di jeans e i due figli biondi, occhi azzurri, vestiti con magliette azzurre e pantaloni corti, oltre a sandali.
-Ce la fate a proseguire? – chiese Klint.
-Vi aiuterò io, qualsiasi cosa possa fare sarò a vostra disposizione! Datemi un’arma e mi batterò per voi! –
Klint sorrise e tirò fuori da dietro la schiena una pistola Beretta.
-È carica e ci servirà! –
-Voi dovete andarvene, io resterò qui a trattenerli. Ho combattuto per tutta la mia vita e ora che vedo il mondo molto più crudele di quanto possa essere con una madre e due figli che possono non sopravvivere mi metterò di traverso! Fuggite! –
Klint, in maniera del tutto spontanea, prese un asse di legno e l’appoggiò sopra un edificio vicino mettendosi come peso.
-Andate! -  disse alla donna.
Costei, con grande coraggio, prese in braccio i due figli e volle attraversare insieme a loro.
Klint appoggiò i pugni a terra e le braccia erano tese, così tanto da mostrare le vene e i muscoli.
Due minuti dopo i tre ce la fecero e Klint si rialzò e guardò Kip che stanziava dinanzi alla porta per raggiungere il tetto.
Scosse il capo e volle raggiungerlo.
-Muoviti! Andiamocene insieme! –
Kip spinse via Klint e quando quest’ultimo fu a terra gli esseri che assaltavano l’edificio dalla pelle grigia e ruvida, apparato sessuale assente, detti appuntiti e occhi vitrei, spinsero a terra Kip e cominciarono a morderlo in più punti.
Klint si rialzò e con adrenalina in corpo corse verso il ponteggio, ci salì sopra di corsa e non appena fu dall’altra parte, raggiunto dalla madre e dai due figli, lo spinse via facendolo cadere nella via sottostante.
-Klint! –
Kip Sparrow, inspiegabilmente, riuscì a liberarsi dai morsi e sporco di sangue sul tronco si rivolse a colui che avrebbe voluto salvarlo.
-Cerca mio figlio Darren e se mai avrà bisogno di aiuto proteggilo e raccontagli di me! –
Quelle parole furono le ultime poiché venne morso dietro al collo e portato a terra un’ultima volta.
Klint prese la mira.
-In tuo ricordo Kip Sparrow! –
Mirò alla testa dell’essere e l’abbatté.
-Ehi Klint! Qui vicino c’è un parcheggio dove ci sono numerose auto! –
Klint prese i due figli della donna e se li caricò in spalla.
-Muoviamoci! – disse.
   
 
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