Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |      
Autore: Alice_darkona    29/05/2024    0 recensioni
Michael, un iniziato della setta dello Specchio Radioso, riceve in un rito esoterico il "dono" della Voce dell'Oblio che gli conferisce straordinari poteri di chiaroveggenza. Ma la Voce è un entità che dimorando nel suo corpo ne vampirizza l'energia e la forza vitale. Capendo che la setta vuole far di lui un oracolo, un mero involucro per La Voce, senza alcun interesse sulle sorti della sua persona, egli fugge dal culto cercando di trovare un modo per liberarsi dello straordinario potere che lo sta uccidendo dentro. Tuttavia il culto non è propenso a rinunciare alle conoscenze che La Voce Dell'oblio è in grado di rivelare e sguinzaglia i suoi migliori adepti per dargli la caccia.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prologo:

In certi momenti in dormiveglia mi pare di scorgere le trame di un mondo invisibile al quale la materia soggiace senza che quasi tutti se ne rendano conto. Quante volte ho parlato da solo, quanta musica è stata suonata dove non c'erano altre orecchie per udirla... eppure mi son persuaso che niente va perduto, che c'è un manto che assorbe tutto del nostro regno di illusioni ed esseri ed essenze che transitano lungo questo piano sottile intermedio, così distante eppure così prossimo a noi assimilano per osmosi i nostri segreti ed ogni nostra parola o suono proferito al vento. Mentre noi giaciamo impotenti e confusi nella nostra sconfinata ignoranza ci sono forze che di noi sanno tutto e che se ci si palesassero innanzi sarebbero in grado di rinfacciarci ogni nostro piccolo segreto e perfino rivelarci delle verità su noi stessi che ci sono ignote.

Donde viene questa voce che solo io riesco a udire? E' come se albergasse nella mia mente ma al contempo fosse intorno a me. “Dal bardo luminoso del dharmata...” mi avrebbe risposto il maestro che presidiò la cerimonia di “invasamento”. E' un giorno che mi ha cambiato per sempre eppure lo ricordo così sbiaditamente... quel bosco alla vigilia del crepuscolo, le ombre grigie che si stagliavano sul secco fogliame autunnale e una foschia grigiastra. I più fidati membri del culto erano con me riuniti in una piccola grotta flebilmente illuminata da grandi candele votive color rame. Agli angoli di quello spazio angusto e sovraffollato bruciavano un gran numero di incensi a cono: sprigionavano un odore di mirra e assenzio talmente forte che avrebbe dato la nausea a chiunque dotato di olfatto. Sopra uno scarno altare stavano appesi un gatto e un corvo sacrificati il cui sangue aveva riempito un calice nel quale erano mescolate molte altre sostanze a me sconosciute. Io avevo avuto delle visioni che si erano rivelate profetiche: il gran maestro non aveva dubbi che fossi il prescelto per il rito. Ricordo che la funzione fu molto lunga e si protrasse fino a notte inoltrata. Teter, la misteriosa armena di cui non ho mai saputo il cognome, per tutto il tempo non cessò di staccarmi di dosso i suoi intensi occhi marroni guardandomi con un misto di invidia ed ammirazione. In effetti non ho ancora capito perché non scelsero lei al posto mio, lei era un autentica sensitiva: gli bastava una traccia, perfino una voce, per conoscere verità inaccessibili alla coscienza ordinaria. Al tempo in cui entrai a far parte del culto le bastò trascorrere con me pochi istanti per indovinare con esattezza verità sul mio passato ignote a chiunque. Non stupisce che fosse la prediletta del maestro: esistevano altri adepti e discepoli dotati di virtù fuori dalla norma ma Teter sapeva far apparire tutti loro dei dilettanti al confronto. Era come il sigillo di garanzia dell'intero culto: se qualcuno aveva intenzione di andarsene o tradire la setta lei lo sapeva in anticipo come se fosse in grado di leggergli la mente. Tuttavia, per quanto la sua dote fosse così sviluppata da destare terrore, non era onniscente. Ebbi con lei una lunga chiacchierata proprio il giorno prima di fuggire lontano dalla setta e Teter non riuscì a conoscere in anticipo le mie intenzioni. A scacchi contro di me perdeva spesso: indovinava sovente i miei piani ma non sapeva fermarli. Era come se la sua mente captasse tessere di un grosso puzzle ma senza la possibilità né la facoltà di metterle insieme. La voce che era entrata in me durante quel rito invece conosce l'intero disegno apparentemente senza omissioni. Dopo aver bevuto quell'intruglio assolutamente disgustoso (l'avrei vomitato sul momento se non fosse stato per il periodo di digiuno a cui venni in precedenza sottoposto) avertii dentro di me una qualche frattura: già il giorno dopo sentivo come una forza che iniziava a divorarmi psichicamente. Mi stavano trasformando in qualcosa che non volevo essere: uno strumento per i loro fini occulti fregandosene di quel che accadeva alla mia persona. Per loro, in special modo per il Gran Maestro, questa obiezione era un nonsense. Il culto esigeva un abnegazione che fino a quel punto non avevo realmente afferrato: volevano fare di me una specie di oracolo vivente. Usare la voce per farsi guidare nelle loro trame esoteriche pur sapendo che essa giorno dopo giorno mi avrebbe annullato sempre di più fino al ridurmi ad un involucro umano, una specie di marionetta senza fili dove questo qualcos'altro avrebbe parlato in mia vece. Avevano scelto me anziché Teter perché al contrario di lei io ero sacrificabile. Il Maestro mi aveva tenuto all'oscuro di tali conseguenze pur avendole previste ma il bello è che le sue previsioni erano pure ottimistiche: non aveva considerato che il mio corpo era incapace di reggere il potere della voce. Ogni giorno che passa la mia mente è sempre più stanca: vorrei sempre dormire, mi sento debilitato, incapace a concentrarmi, lento nel collegare i fili dei miei pensieri e la mente offuscata da una pesante coltre di tenebra. Del Maestro non ho mai saputo il nome: forse solo Teter e pochi membri anziani in cima alla scala gerarchica ne sono a conoscenza. Per noi adepti egli era il Signore dello Specchio Radioso, anche se per abbreviare lo chiamavamo semplicemente Signore dello Specchio. Hans, uno degli anziani, conosceva la storia della setta ai tempi del Gran Maestro precedente. Non amava parlarne eppure pareva rammentarla con una certa nostalgia. Riuscii da lui ad apprendere che il culto dello Specchio Radioso prima spaziava in campi di studio molto più vasti ma da quando si insediò il nuovo Maestro le cose rapidamente cambiarono. Egli fece della preveggenza una vera e propria ossessione e la setta divenne specializzata solo in questo: nell'abbattere le barriere di tempo e di spazio che ci separano dal conoscere determinate cose. La veggenza agiva sugli adepti come una droga e la voglia di aprire nuove porte chiuse per scoprire quali segreti vi si celano all'interno divenne per molti dei membri l'unica ragione di vita. C'era qualcosa di morboso in ciò ma il Gran Maestro ne era soddisfatto: egli ha una sua visione anche profonda ma esige dai suoi discepoli che si conformino ad essa senza nemmeno effettivamente conoscerla. Non li esortava a cercare se stessi ma a perdersi nella trama del suo sogno. Ci voleva ebrei erranti del mondo dello spirito come una volta ebbe a definirci: una condizione che non mancava di poesia ma che di fatto ci aveva resi tristi e senza requie. Rifletto spesso sulla mia scelta di fuggire dalla setta: mi ero affezionato a molti di loro e non riesco nemmeno a odiare il Gran Maestro malgrado mi abbia fin dal principio utilizzato cinicamente come pedone di una partita tutta sua che però con la mia fuga imprevista gli è sfuggita di mano. Forse il suo disegno trascendente vale assai più della mia misera vita, forse la mia scelta è stata dettata solo da un egoismo dozzinale ma ormai non si torna indietro. Loro sono là fuori a darmi la caccia giorno e notte.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Alice_darkona