01- Prologo
Mercoledì 13 Novembre 1927, Italia, Lombardia, Lodi.
Archivio Storico Comunale.
Il canto di un merlo, vento che soffia, scroscio della pioggia.
Persiane chiuse, presto verranno aperte, le prime luci del mattino si fanno vedere, e le prime voci si fanno sentire.
La Signora del palazzo di fianco sbatte i tappeti fuori dalla finestra, scelta dubbia data la pioggia a catinelle, il postino impreca a non poi così “mezza” voce tra bicicletta, ombrello e borsone.
Il fidato berretto coppola in tweed gli vola via dalla testa, mannaggia la miseria, e si va a posare dritto dritto sull’uscio dell’ Archivio Comunale.
Il portone prontamente si apre, davanti, o meglio, dietro, è palesata una figura, presumibilmente di uomo, incombe scuro nel controluce tra gli interni vagamente illuminati dell’edificio e i fiochi raggi di sole dell’alba albeggiante.
Lo sconosciuto si china, dallo zerbino sparisce il giornale, e anche il fidato cappello in tweed di ora ex-proprietà del postino di turno. E presto sparisce anche la fosca figura, sbattendosi la porta alle spalle noncurante della quiete peraltro ormai già interrotta del primo mattino.
Qualcosa mi dice che il Signor Umberto, locale e sottopagato postino del Comune di Lodi, non vedrà mai più la sua fidata coppola in tweed.
Mannaggia alla miseria.