Storie originali > Comico
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Autore: GentleLass_    01/06/2024    0 recensioni
Salve. Ebbene, sì, questo è un titolo che qualcuno, specificatamente 70 persone, hanno già visto. Sono Isa_b sotto nuovo account, perchè il vecchio è caduto in disuso. La storia in originale si chiamava ‘Un uomo, tre nomi, zero voglia di vivere’.
Inizialmente abbandonata dopo il primo capitolo perchè prematura e vacante di un plot definito, ora rivisitata e più o meno pronta per essere gradualmente esposta a un pubblico.
È di genere principalmente comico con sfondo storico.
Protagonista indiscusso per suoi egocentrici gioia e giubilo è Gunther Vincent Gunther, detto anche Vincenzo Guntero o “uomo cassetto” e autoproclamatosi “Gran Signore”. Veterano della “Grande Guerra” come la chiamerebbe lui, ora trasformato in… archivista comunale di Lodi. Insomma, dalla padella alla brace. Narciso misantropo ventisettano, dovrà destreggiarsi in una società reduce di una guerra mondiale e crisi economica datata e giudicante, vecchia balorde e bambine impertinenti, bancari corrotti e postini derubati, e via dicendo. Piante grasse incluse.
E in tutto ciò… perchè non fargli la cronaca?
Per vostra informazione, il rating giallo è dovuto più che altro al fatto che potrebbe scappare qualche parolaccia (sia in italiano che non) quà e là. Niente di più o di meno, non scaverò in temi particolarmente pesanti.
Genere: Comico, Slice of life, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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01- Prologo


Mercoledì 13 Novembre 1927, Italia, Lombardia, Lodi.

 

Archivio Storico Comunale.

 

Il canto di un merlo, vento che soffia, scroscio della pioggia.

Persiane chiuse, presto verranno aperte, le prime luci del mattino si fanno vedere, e le prime voci si fanno sentire.

 

La Signora del palazzo di fianco sbatte i tappeti fuori dalla finestra, scelta dubbia data la pioggia a catinelle, il postino impreca a non poi così “mezza” voce tra bicicletta, ombrello e borsone.

Il fidato berretto coppola in tweed gli vola via dalla testa, mannaggia la miseria, e si va a posare dritto dritto sull’uscio dell’ Archivio Comunale.

 

Il portone prontamente si apre, davanti, o meglio, dietro, è palesata una figura, presumibilmente di uomo, incombe scuro nel controluce tra gli interni vagamente illuminati dell’edificio e i fiochi raggi di sole dell’alba albeggiante.

 

Lo sconosciuto si china, dallo zerbino sparisce il giornale, e anche il fidato cappello in tweed di ora ex-proprietà del postino di turno. E presto sparisce anche la fosca figura, sbattendosi la porta alle spalle noncurante della quiete peraltro ormai già interrotta del primo mattino.

 

Qualcosa mi dice che il Signor Umberto, locale e sottopagato postino del Comune di Lodi, non vedrà mai più la sua fidata coppola in tweed.

 

Mannaggia alla miseria.

   
 
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