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Autore: La Mela Avvelenata    13/06/2024    5 recensioni
L'arte è l'unico modo per intrappolare in eterno l'anima di una persona. Forse letteralmente.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi… le tue calzette rosse.


Gli piaceva quella canzone, la adorava, in effetti. Gli ricordava tanto… lei. I suoi soffici capelli color miele, i suoi occhi acquamarina, il suo dolce sorriso che avrebbe voluto fosse rivolto soltanto a lui.
Sì, quella canzone parlava proprio di lei. Anche lei era così innocente, così pura… o meglio lo era stata.
Anche loro avevano fatto giri in bicicletta con lei, sempre sorridente, che gli passava la borraccia, consentendogli di essere il primo a bere, lei che si metteva un fiore fra i capelli, lei che ballava in mezzo all’erba, la chioma bionda imbevuta di sole. Una bellezza cristallina, non ancora sporcata dai desideri e dagli impulsi di cui il mondo era ricolmo.
Fino a che non era arrivato lui.
Al solo pensiero tremava di rabbia. Quello l’aveva contaminata, non avrebbe mai potuto amarla come l’avrebbe amata lui, in effetti nessuno uomo l’avrebbe potuta amare, solo lui ne sarebbe stato in grado, solo lui ne sarebbe stato degno.
Ma lei non sembrava capirlo.
Decise dunque di ritrarla, dolce ed intatta come la ricordava e come avrebbe voluto che rimanesse in eterno e in quel dipinto riversò tutto il suo amore, tutto il suo dolore per essere stato rifiutato, il suo desiderio di averla tutta per sé.
Sarebbe stato il suo capolavoro.
Man mano, però, che il quadro acquisiva splendore, lei sembrava perderne.
Finché un giorno scoprì di essere malata. Una malattia molto, troppo misteriosa.
E in breve tempo morì.
Lui fu stravolto dal dolore e l’unico conforto era proprio quel dipinto. Non mangiava più, non dormiva più, se ne stava lì tutto il giorno a rimirare la sua opera, osservava lei, intrappolata per sempre in quella tela.
Un giorno gli parve che il quadro si muovesse, che lei, ogni giorno, si avvicinasse sempre di più a lui.
Finché una notte, venne a prenderlo.
Era una notte calda, afosa, ma non fu certo quello a fargli sentire la sua voce.
“Vieni con me.”
Alzò gli occhi e vide che gli stava tendendo la mano. Il cuore gli scoppiò per la felicità. Era lì, lì con lui! E finalmente aveva capito che solo lui l’avrebbe amata. Afferrò la sua mano
Lo trovarono morto il giorno seguente. Sul volto un’espressione d’orrore. Il quadro troneggiava su di lui. Ritraeva una fanciulla che ballava in un prato. Tutti coloro che entrarono in quella stanza ne uscirono turbati, non tanto per la vista del cadavere, quanto per la vena di crudele malizia che avevano creduto di scorgere negli occhi della ragazza.




La fanciulla danzante” si può definire come appartenente alla categoria dei quadri maledetti. Fino ad ora tutti i diciannove uomini che l’hanno posseduta sono morti improvvisamente in circostanze mai del tutto chiarite.
   
 
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