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Autore: Valerie    10/07/2024    0 recensioni
*Seguito dell'OS "Galeotto fu il colloquio"*
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Poteva davvero essere così crudele la vita? si ritrovò a chiedersi mente guardava quell’uomo negli occhi. Occhi che disperatamente cercavano di celare il profondo dolore che tagliente invadeva da tempo quel corpo teso e affaticato dallo sforzo di sopravvivere ai colpi di un’esistenza che era stata già così tanto complicata.
-Mi dispiace- riuscì a malapena a sussurrare, incapace di muoversi. Le sembrava che anche il minimo spostamento d’aria potesse causargli malessere.
-Di certo non è colpa tua se, ad un certo punto, contro ogni possibile previsione e mia volontà, mi sono innamorato di te- le rispose lui abbassando lo sguardo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Spaventato cuore
 
 
Solo in questa torre
Ogni giorno non potrò
Far altro che supplicare
Che stia con me un altro po'
 
E maledico ciò che provo
La sofferenza che mi dà
Anche se adesso fugge via per colpa mia
La sento sempre qua
 
Affronterò il pensiero che
Poteva essere e non è
È averla ancora po' con me
Quello che vorrei di più

 
[PER SEMPRE- LA BELLA E LA BESTIA – LUCA VELLETRI]
 
 
 
Poteva davvero essere così crudele la vita? si ritrovò a chiedersi mente guardava quell’uomo negli occhi. Occhi che disperatamente cercavano di celare il profondo dolore che tagliente invadeva da tempo quel corpo teso e affaticato dallo sforzo di sopravvivere ai colpi di un’esistenza che era stata già così tanto complicata.
-Mi dispiace- riuscì a malapena a sussurrare, incapace di muoversi. Le sembrava che anche il minimo spostamento d’aria potesse causargli malessere.
-Di certo non è colpa tua se, ad un certo punto, contro ogni possibile previsione e mia volontà, mi sono innamorato di te- le rispose lui abbassando lo sguardo.
-Non avrei mai immaginato di poter tornare a sentirmi di nuovo così, dopo la morte di mia moglie- disse ancora, evitando di guardarla -Non è stato affatto facile accettarlo. Anche solo realizzare che il mio cuore e, mi imbarazza dirlo, il mio corpo tornavano ad animarsi per un’altra donna è stato per me fonte di profonda angoscia. Come poteva capitarmi questo? Che razza di marito e padre ero? - chiese retoricamente puntando finalmente gli occhi nei suoi.
Un’intensa sensazione di imbarazzo la investì.
E pensare che scioccamente aveva creduto lui la evitasse per qualche sorta di antipatia nata da pettegolezzi da parte di colleghe poco carine.
Quanto si sentiva stupida in quel momento.
Cosa avrebbe dovuto dire? Qualsiasi cosa le venisse in mente era senz’altro la cosa sbagliata.
-Ti prego, dimmi a cosa stai pensando- le chiese allora lui, implorante, avanzando di un passo.
Si sentiva terrorizzata. Poteva dirgli che anche lei si era sentita attratta da lui già dopo appena la terza volta che lo aveva visto? Che però aveva etichettato quel pensiero come la più irraccontabile delle fantasie e che l’aveva relegata in un angolino dimenticato da Dio nella parte più remota del suo animo, decisa a non confidare a nessuno, neanche alla sua più cara amica, quello sciocco pensiero?
Poteva dirgli che una mattina, guardando il viso luminoso di suo figlio che le andava in contro per salutarla, le era passata davanti gli occhi l’immagine di loro tre insieme, buttati sul divano, una stanca sera di fine inverno, coperti di pile e sommersi di popcorn lasciati maldestramente cadere dalla ciotola intenti a vedere uno smielato film natalizio su Netflix?
-Perché mi stai dicendo tutto questo? - gli chiese invece.
Le aveva confessato quelle cose, le aveva detto di essersi innamorato di lei ma cosa cercava esattamente?
Il suo cuore era realmente libero dai fantasmi che crudeli distorcevano il passato per gettarlo in un presente angosciante e pieno di rimorsi?
Se avesse anche lei aperto il suo cuore, cosa ne sarebbe stato di loro? E della sua posizione di insegnante? Dell’anima ferita di suo figlio?
Non voleva soffrisse a causa sua. Lui era un uomo adulto e consapevole, ma il bambino andava tutelato, a costo di qualsiasi abnegazione.
-Dove ci porta? - aggiunse. Lo sguardo fisso su quello dell’uomo di fronte a sé.
-Vuoi sapere se ho la certezza che le cose andranno bene? - chiese lui di rimando.
-Beh, non lo so- disse ancora lui senza attendere risposta, scrollando appena le spalle -Ma so che ti voglio. Con consapevolezza e libertà. Non sei un ripiego, né un anestetico, se è questo che ti preoccupa. Tu sei stata il campanello d’allarme. La spia rossa sul cruscotto. Se avessi seguito il mio istinto naturale, sarei scappato lontano da te anni luce. Mai avrei voluto mettere mano al dolore e al senso di colpa che mi attanagliavano l’anima: col tempo si erano adagiati sul fondo e il ristagno delle acque in cui mi trovavo aveva reso tutto immobile. Solo che poi, sei arrivata tu e per quanto disperatamente chiedessi al vento di calmarsi, il mare dentro me si è fatto nero e tempestoso e tutto è tornato a galla. Mi sono allontanato, ti ho evitata, mi sono sentito sollevato. Ma poi la vita ha un modo tutto suo di portarti ad affrontare le cose e, chissà con quale gioco assurdo di coincidenze, ti ha riportata sulla mia strada. È stato impossibile continuare ad ignorare quello che provavo, anche al solo vederti all’uscita da scuola-
-Mi ignoravi. Ti guardavi i piedi quelle rare volte in cui mi fermavo a parlarti- fece lei, mentre l’accenno di un sorriso le affiorava sulle labbra.
-Ero mortalmente imbarazzato e so che, nel profondo di te, eri consapevole che non erano né antipatia, né pregiudizio i miei-
Forse un po’ aveva ragione, ma non aveva osato raccontarsi niente di tutto quello.
-La mia versione preferita, in realtà- disse allora -era quella che prevedeva tu ti fossi accorto del mio interesse e, totalmente disinteressato, fuggissi dal mio molesto trasporto-
Allora fu il turno dell’uomo di sorridere.
-Il tuo molesto trasporto- le fece eco, facendo sgorgare una risata sincera dal profondo della sua gola.
-Era da me che scappavo-
Fece un ulteriore passo verso di lei.
-Lo so che niente di tutto ciò che ho detto può sradicare le paure che si insinuano nella tua testa- allungò la mano fino a sfiorarle impercettibilmente i contorni del viso -E non sono qui per convincerti di niente. Io voglio solo che tu sappia che mi piaci. Molto. Che ti desidero con una passione, un’intensità, che non sovrasta l’idea nobile che ho di te e che deriva dalla sensibilità, dalla gentilezza, dalla mite fierezza che ti ho visto ostentare da subito. Sei fatta di granito con un cuore di burro – fece una pausa alzando gli occhi al cielo, come distratto da un pensiero.
-Buono il burro. Io ci sguazzerei nel burro – aggiunse sorridendo, tornando a guardarla.
Lei non poté evitare di ridere a sua volta.
Era un casino, ma forse tutto andava affrontato un nodo alla volta. A piccoli passi possibili.
-Voglio solo essere cauta- disse -Per tuo figlio. Per te. Per me- gli prese la mano, portandosela alle labbra.
-Lo saremo. Per noi stessi, perché ce lo dobbiamo. Per lui, perché se dovessi essere io causa del suo dolore, dopo tanta sofferenza, non me lo perdonerei mai-
 
 
 
 
 
 
 
***ANGOLO AUTRICE***
Signore e Signori, per la serie “La mia vita è una fanfiction”, ecco a voi questa OS appena sfornata!
“Nel bel mezzo del cammin che portava ad un altro esame, ecco che la via era smarrita e mi ritrovai per i fandom di EFP alla ricerca di nuova e intensa ispirazione…”
A voi l’ardua sentenza, gentili lettori.
Io continuo a sognare.
Buonanotte a tutti,
_Val_
 
 
   
 
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