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Autore: Rinalamisteriosa    21/09/2009    7 recensioni
"Colonnello" strascicò, stringendogli un braccio con la mano, "mi lasci qui! C'è un uomo armato a piede libero: deve fermarlo prima che faccia del male ad altra gente innocente."
Era ammirevole.
"Darò l'ordine di arrestarlo al più presto." si decise a parlare. "Ma non prima di saperla al sicuro. Come ben sa io non abbandono i miei subordinati, non se questi rischiano la vita per difendermi."
Si fissarono profondamente e per un attimo sembrò che lei volesse annuire e chinare il capo rassegnata, ma grazie a una nuova forza misteriosa riuscì a tirarsi su e a fare a meno della presa salda del suo superiore.
"E' un dovere che mi sono imposta volutamente, signore." puntualizzò a voce sempre più tenue, forzata, senza perdere la determinazione che animava i suoi grandi occhi color ambra.
La parte dell'uniforme strappata dalla lama era ormai interamente coperta di sangue, così come il mento attraversato da una sottile linea rossa, il collo e le mani recanti tracce di quel liquido vitale.
Quanto ancora avrebbe resistito, fra quanto avrebbe perso i sensi per colpa della sua condizione?

- Seconda classificata parimerito al 2^ Contest RoyAi indetto da Shatzy e valy88 -
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Covered in blood

Autore: Rinalamisteriosa

Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang

Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e la fic non è stata scritta a scopo di lucro.

Genere: introspettivo, malinconico, sentimentale

Rating: verde

Avvertimenti: One-shot, What if?

Note: Questa one-shot senza troppe pretese nasceva come esperimento sul 24° theme della seconda raccolta di 30. All'inizio doveva essere la prima flash di una breve raccolta ma dato che il tempo stringeva vi ho rinunciato momentaneamente e l'ho trasformata in una one-shot. ^^

E' anche una what if? poiché mi sono immaginata cosa fosse successo se un giorno Riza avesse adempiuto al suo dovere di guardia del corpo e fosse rimasta ferita. L'ambientazione scelta è la strada.

Per quanto riguarda il finale, il volerla concludere così, con un'esortazione rivolta a entrambi e la famosa citazione sulla speranza, nasce dal mio amore per le storie a lieto fine ^^'' spero non manchi troppo di completezza!

Introduzione: "Colonnello" strascicò, stringendogli un braccio con la mano, "mi lasci qui! C'è un uomo armato a piede libero: deve fermarlo prima che faccia del male ad altra gente innocente."

Era ammirevole.

"Darò l'ordine di arrestarlo al più presto." si decise a parlare. "Ma non prima di saperla al sicuro. Come ben sa io non abbandono i miei subordinati, non se questi rischiano la vita per difendermi."

Si fissarono profondamente e per un attimo sembrò che lei volesse annuire e chinare il capo rassegnata, ma grazie a una nuova forza misteriosa riuscì a tirarsi su e a fare a meno della presa salda del suo superiore.

"E' un dovere che mi sono imposta volutamente, signore." puntualizzò a voce sempre più tenue, forzata, senza perdere la determinazione che animava i suoi grandi occhi color ambra.

La parte dell'uniforme strappata dalla lama era ormai interamente coperta di sangue, così come il mento attraversato da una sottile linea rossa, il collo e le mani recanti tracce di quel liquido vitale.

Quanto ancora avrebbe resistito, fra quanto avrebbe perso i sensi per colpa della sua condizione?

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Avrebbe dovuto prevedere che prima o poi sarebbe accaduto.

Certo, Roy Mustang non era un veggente dal dono innato; non era nemmeno un grande mago inteso nel vero senso del termine, ma essendo un esimio soldato che si prefiggeva di puntare in alto con i gradi militari, aveva sempre scacciato dalla mente il pensiero nefasto che qualcuno fosse disposto a proteggerlo a tal punto da rischiare la propria - preziosa - vita e a fargli da scudo umano nelle situazioni di pericolo.

Poteva succedere ma rifiutava di crederci, abituato com'era a contare sull'alchimia del fuoco che aveva studiato per anni sotto la guida rigida e meticolosa del proprio maestro e che oramai riusciva a padroneggiare alla perfezione.

 

Vedere proprio lei, la figlia di Hawkeye-sensei, con la schiena rivolta verso di lui, le braccia aperte, il collo eretto per la tensione e le gambe in procinto di barcollare e cadere; lei mentre tentava in tutti i modi di reprimere o almeno contenere un urlo di dolore a causa del pugnale di un ignoto assalitore conficcato nella spalla sinistra, era una scena in grado di scaraventargli addosso all'istante tutti i sensi di colpa celati in anni e anni di effimera accettazione del passato.

Sentì le proprie braccia portarsi autonomamente avanti e sostenerla, evitandole per poco l'impatto con il grigio suolo asfaltato di una stradina poco frequentata di Central City.

Compiuto il misfatto, il colpevole dal volto mascherato stava già fuggendo, e lui l'avrebbe di certo rincorso e punito a suo modo se il tenente non si fosse aggrappata a lui per l'improvvisa debolezza.

Ma già non se la sentiva di abbandonarla spontaneamente sulla carreggiata sporca e solitaria.

Con che coraggio, con che cuore poteva farle una cosa del genere?

Preoccupato, concentrò tutta l'attenzione su di lei: sulle smorfie di dolore così evidenti, sugli occhi semichiusi e sui coraggiosi tentativi di rimettersi in piedi anche se le ginocchia si piegavano e la portavano sempre più in basso.

"Colonnello" strascicò, stringendogli un braccio con la mano, "mi lasci qui! C'è un uomo armato a piede libero: deve fermarlo prima che faccia del male ad altra gente innocente."

Era ammirevole.

"Darò l'ordine di arrestarlo al più presto." si decise a parlare. "Ma non prima di saperla al sicuro. Come ben sa io non abbandono i miei subordinati, non se questi rischiano la vita per difendermi."

Si fissarono profondamente e per un attimo sembrò che lei volesse annuire e chinare il capo rassegnata, ma grazie a una nuova forza misteriosa riuscì a tirarsi su e a fare a meno della presa salda del suo superiore.

"E' un dovere che mi sono imposta volutamente, signore." puntualizzò a voce sempre più tenue, forzata, senza perdere la determinazione che animava i suoi grandi occhi color ambra.

La parte dell'uniforme strappata dalla lama era ormai interamente coperta di sangue, così come il mento attraversato da una sottile linea rossa, il collo e le mani recanti tracce di quel liquido vitale.

Quanto ancora avrebbe resistito, fra quanto avrebbe perso i sensi per colpa della sua condizione?

"Tenente..."

"Capisco che è preoccupato per me, ma ci vuole ben altro" si concesse una breve pausa per espirare e inspirare a fondo "per far desistere Riza Hawkeye dal suo compito."

Roy non poté far altro che annuire a quella testarda convinzione e Riza, dopo aver sospirato, digrignò i denti di fronte ad una nuova fitta alla spalla che la costrinse a lasciarsi cadere a terra.

Nello stesso momento in cui la vide accasciarsi sul fianco, i piedi scattarono in avanti arrestando il loro moto accanto ad un corpo apparentemente immobile.

Si inginocchiò, tese una mano e le toccò piano un polso: il battito si percepiva ancora, segno che era solo svenuta come aveva intuito scrutandola.

Sperò che la pugnalata non fosse grave e profonda, che avesse sfiorato di striscio il polmone senza avere provocato troppi danni.

Si guardò intorno: se solo fosse comparso qualche civile, si sarebbe sentito perlomeno sollevato nel mandarlo a chiamare un'ambulanza.

Era stata un'azione così fulminea e inaspettata che la bionda non aveva nemmeno avuto il tempo di estrarre la sua inseparabile pistola e, istintivamente, si era parata davanti a lui.

Perché Riza gli era sempre stata accanto...

Gli era stata vicina persino quando aveva saputo che si era macchiato di una colpa imperdonabile quale l'assassinio a comando, lei e il suo più caro amico.

Sembrava quasi di sentirlo chiaramente, Hughes, mentre lo prendeva da parte e gli confidava codeste parole: "Sarà anche il miglior cecchino donna in circolazione ma ricorda che è devota alla tua causa, perciò se dovesse fare pazzie non cercare di fermarla. Non ti ascolterà!"

Inutile dire che aveva ragione, che probabilmente era stata l'incrollabile devozione la causa di tutto ciò.

Roy sorrise amaramente e le strinse una mano, grato e consapevole che qualunque cosa fosse successa niente e nessuno poteva spezzare quel particolare e vincolante legame che si era instaurato tra di loro.

Prima amici e confidenti, poi soldati: colonnello e tenente, superiore e subordinata.

Lei era il suo raffinato complemento, la parte razionale capace di anteporre il proprio benessere al suo.

Quella stessa parte che gli stava impedendo, nella muta incoscienza, di non farsi sopraffare dalla disperazione, di non urlare, di non piangere per l'angoscia.

Quella stessa parte in grado di tenerlo a freno e di condurlo sulla retta via.

 

Un ignaro ragazzo dei giornali stava trascinando la propria bicicletta sulla strada di casa; di certo non si sarebbe aspettato di trovare, in mezzo alla carreggiata, due militari in divisa blu.

Sgranò sorpreso gli occhi quando si accorse che uno giaceva coperto di sangue, mentre quello inginocchiato aveva appena voltato la testa e lo guardava affranto.

Resosi conto della situazione, Roy gli fece cenno di avvicinarsi, controllato e un tantino rassicurato dal fatto che armarsi di pazienza fosse servito a qualcosa.

"Ma... ma non è morta, vero?" domandò timidamente il ragazzo, dopo aver compreso che si trattava di una donna.

"No" rispose serio il colonnello "la sua vita è nelle nostre mani. Adesso ascolta..."

Dopo le dovute disposizioni, vide quel bravo giovanotto con il cappellino verde salire sulla bicicletta e pedalare veloce in direzione della prima cabina telefonica che avesse trovato in giro, come d'accordo.

Voltò di nuovo lo sguardo verso il suo tenente: era pallida ma serena. Il suo petto si alzava e abbassava lentamente, quindi non appariva in ulteriore pericolo.

Decise che doveva rendersi utile in attesa dell'ambulanza, anche se non era proprio esperto in materia.

Per sicurezza e con premura, prese un fazzoletto pulito dalla tasca e provò a tamponare la ferita finché non fossero arrivati i medici; si tolse anche la giacca blu e la sovrappose a quel pezzo di stoffa candido che aveva subito cambiato colore.

Rosso.

Guardarlo gli fece tornare alla memoria una storia che aveva letto tempo addietro nella grande biblioteca del padre di Riza, di un uomo e di una donna che erano legati per tutta la vita da un filo invisibile molto resistente.

Il filo rosso del destino.

Non sapeva spiegare come mai questo colore acceso gli avesse rievocato la storia di questi due amanti che non era lontanamente paragonabile alla loro vita, né perché il destino gli avesse posto affianco una donna così eccezionale e meravigliosa.

Un mistero.

"Resisti Riza, presto sarai al sicuro. Nessuno ti farà del male, la prossima volta lo impedirò!" sussurrò lievemente, addolcito dagli ultimi pensieri, conscio di non essere sentito, sfiorandole la guancia con una carezza che aveva come unica testimone la strada del misfatto: un pezzo di carreggiata grigia sgombra dalle vetture, riscaldata da tiepidi raggi solari, munita di due marciapiedi per lato e di un angolo che sfociava in un vialetto di alberi in fiore.

 

...resistete!

Perché la speranza è l'ultima a morire.

 

 

 

 

 

Seconda classificata: Rinalamisteriosa – Covered in blood
Grammatica e lessico – 9,5
Caratterizzazione dei personaggi (IC) – 8,85
Attinenza alla traccia – 9,85
Originalità – 8,8
Giudizio personale – 7,6
Totale: 44,6 punti

Commento di Shatzy:

La tua fanfic crea un’atmosfera interessante, vivida e quasi palpabile, in cui la scena che hai descritto si inserisce molto bene, senza forzature, e decisamente attinente alla traccia data. Il theme da te scelto è al centro dell’attenzione per tutta la storia e approfondito in modo esauriente: non solo Riza è effettivamente coperta di sangue, ma è adeguata anche la riflessione sul rosso, che ricorda a Roy il colore del filo del destino. Hai legato bene i suoi pensieri e l’interpretazione da te data risulta plausibile. Anche l’ambientazione è ben resa, si sente che la strada non è solo uno sfondo, ma in qualche modo è sempre presente nella scena; mi è piaciuto che hai approfondito maggiormente nel finale il luogo dove si trovano i personaggi, in questo modo la conclusione è visivamente d’effetto: via via che aggiungi dettagli sembra una specie di ripresa in cui la telecamera si allontana dalla scena. Quindi non hai da temere per la completezza, è ben resa.
Buono anche lo stile, l’ho apprezzato davvero tanto, il lessico è ricercato e questo non fa che impreziosire delle frasi semplici e brevi, partecipando nel creare l’atmosfera voluta. Le frasi scorrono via fluide, a parte un paio più contorte, e non ho riscontrato errori notevoli. Anche l’originalità è buona, non è qualcosa di eccessivamente eclatante, Riza potrebbe benissimo essere soggetta ad attacchi del genere, ma ho considerato questa cosa un’arma a doppio taglio: da una parte non è una scena con originalità brillante, dall’altra questo stesso fatto ti ha permesso di non approfondire alcuni dettagli che possono passare per scontati e non appesantire la trama. Ci sono soltanto Roy e Riza su una strada a fatto compiuto, il perché si può ben intuire anche senza leggerlo.
Forse quello che non è proprio perfetto è l’IC dei personaggi. Sono d’accordo con te nei comportamenti dei due in quella determinata situazione: Riza sicuramente avrebbe protetto Roy e lui non l’avrebbe mai lasciata lì da sola, quello che mi convince poco sono i dialoghi, forse un po’ improbabili. Comunque rispetto alla narrazione sono molto pochi, quindi ha influito poco. In conclusione, hai fatto davvero un ottimo lavoro, e mi auguro che avrai tempo per completare la raccolta, appena vorrai.
Ps. Come genere io penso vada bene: introspettivo, malinconico e sentimentale. Il generale puoi toglierlo, perché la fic è ben improntata alla serietà del malinconico. E non triste perché in fondo la speranza finale si percepisce, è più un’idea di malinconia che altro, secondo me.

Commento di Valy:
Una bella fic, non c’è che dire. Mi ha sorpreso un sacco, davvero. Un importante e tremendo momento che spero l’Arakawa non ci faccia mai leggere. C’è bastato Roy a suo tempo.
Sei stata molto brava a rapportare il themes scelto con la storia raccontata. E hai caratterizzato bene entrambi. Riza che continua a pensare al suo lavoro (inseguire l’uomo armato piuttosto che farsi prestare soccorso) è proprio da lei. Roy che rimane inizialmente scioccato, perché non può credere a quello che sta succedendo al suo tenente. Ma neanche lui, anche se preso un po’ di panico, si perde d’animo e cerca, in qualsiasi modo, di controllare il suo stato. Non l’abbandona, non sarebbe stato da Roy, quindi molto bene per la caratterizzazione.
Molto attinente a ciò che avevamo chiesto nel bando, ho apprezzato molto questo tuo saper gestire, con poche parole, quanto richiesto.
Complimenti quindi per tutta la storia, non dà un senso di incompletezza, hai descritto un momento, con la speranza finale, perché gli happy ending piacciono sempre e se si tratta del RoyAi ci piacciono ancora di più.
Una bella storia, brava!

 

 

 

Ulteriore nota:

Sono senza parole, felice e soddisfatta del mio lavoro.

Non serve altro, questa fic si spiega da sé e le giudici sono state abbastanza esaurienti! ^O^

E' stato un onore partecipare al contest e competere con le altre: scommetto che hanno dato vita a delle storie bellissime *_*

 

Ringrazio in anticipo chiunque leggerà.

 

Un bacione!

Rinalamisteriosa

 

 

  
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