Governante.
Tacchettio risuonante nell'ampio salone;
cammina svelta
la vecchia signora, schiena eretta
come binari di un treno arrugginito.
Non ode rumori, voci,
non richiama a sé l'attenzione,
è già sul podio,
sulla cima della rampa di scale.
Le basta schiarirsi la voce,
frettolosamente fingere di ritoccare
il composto chignon
e i suoi ospiti l'osservano,
intimoriti, velando un'aspra antipatia.
Cosa vuole, adesso?
La bambina dalle tiepide guance,
dalle rosee labbra,
s'inchina e poi sorride.
La ragazza scarna non guarda,
il corpo è rigido, in un'esatta posizione
ma le corvine pupille mirano verso est,
alienate.
D'improvviso una sagoma assai simile,
quasi come fosse una gemella di quella
ma con un viso più pieno e una luce ammaliante,
con andamento moderato
avviluppa, come un'eclissi, la vecchia imperatrice.
Le tira uno schiaffo, le sputa in faccia
e poi si gira, ride
mentre riscende,
con una naturale eleganza,
le scale.

Tacchettio risuonante nell'ampio salone;
cammina svelta
la vecchia signora, schiena eretta
come binari di un treno arrugginito.
Non ode rumori, voci,
non richiama a sé l'attenzione,
è già sul podio,
sulla cima della rampa di scale.
Le basta schiarirsi la voce,
frettolosamente fingere di ritoccare
il composto chignon
e i suoi ospiti l'osservano,
intimoriti, velando un'aspra antipatia.
Cosa vuole, adesso?
La bambina dalle tiepide guance,
dalle rosee labbra,
s'inchina e poi sorride.
La ragazza scarna non guarda,
il corpo è rigido, in un'esatta posizione
ma le corvine pupille mirano verso est,
alienate.
D'improvviso una sagoma assai simile,
quasi come fosse una gemella di quella
ma con un viso più pieno e una luce ammaliante,
con andamento moderato
avviluppa, come un'eclissi, la vecchia imperatrice.
Le tira uno schiaffo, le sputa in faccia
e poi si gira, ride
mentre riscende,
con una naturale eleganza,
le scale.
