Storie originali > Nonsense
Ricorda la storia  |      
Autore: coraz03    27/07/2024    0 recensioni
Una rimpatriata tra amici si trasforma in un incubo.
Genere: Comico, Demenziale, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un venerdì di maggio Matteo Corazzari, Gabriele Fumagalli, Odorico Rossi e Daniele Brambilla vennero invitati nella dimora del Conte di Massa Lombarda, tal Galeazzo Sigismondo Lombardo , loro ex compagno di liceo.

 

La serata era piacevole: gli invitati si cibavano di gustose leccornie e bevevano rinfrescanti birre ghiacciate.

 

Quest’aura di pace e serenità venne rotta dalla voce tonante del Brambilla:

 

-Non mi sento tanto bene, devo andare in bagno-

 

-Colpa del glutine!- sghignazzò Gabriele.

 

Odorico non reagì a quelle parole, ormai mezzo sbronzo sul divano del salotto, mentre Matteo trattenne una sadica risatina. 

Poco prima egli, con l’ausilio del Fumagalli, aveva nascosto i panini e le patatine senza glutine destinate all’amico e li aveva sostituiti con pietanze normali.

 

-Vediamo cosa succede! Ihihhiihhiih- avevano riso di gusto il giorno prima, quando avevano elaborato il sadico scherzo.

 

-Possibile… sicuro che mi hai dato solo cibo celiaco?- chiese Daniele al padrone di casa.

 

-Ma certo Dani, ne sono sicuro. L’ho comprato oggi stesso al supermercato-

 

-Dov’è il bagno?-

 

-Vai in quello degli ospiti lì dietro-

 

Brambilla si precipitò nella sacra stanzetta, luogo che lo avrebbe liberato dai malori alla pancia che lo stavano falcidiando.

 

Chiusa la porta, aprì la tavolozza e si sedette.

 

-AAAAAAAAAAAAH-

 

Presto il water si riempì di diarrea fetida, sparata a flutti dall’ano medicinese.

 

-Uuuh meglio-

 

Daniele era già pronto a passarsi la dorata carta igienica sul deretano quando emise un secondo, improvviso ed enorme getto di feci semi liquide.

 

-AAAAAAAAAAAAAAH-

 

L’ano del celiaco si squarciò, la merda straboccò dal gabinetto e cominciò a riempire il pavimento del piccolo bagno.

Il Brambilla in quel momento svenne, in preda a dolori e a spasmi in tutto il corpo.

 

Dall’altro lato della dimora la rimpatriata proseguiva bene: Gabriele raccontava aneddoti sul liceo, Matteo e Galeazzo si sfidavano sulla Playstation, Odorico trangugiava l’ennesima birretta.

 

Un gridolino sconvolse i giovani presenti.

 

-DANIELE? TUTTO BENE??-

 

Nessuna risposta.

Allora Matteo adagiò il joystick sul tappeto e, seguito da Sigismondo, andò a sincerarsi delle condizioni del medicinese.

 

-ODDDIO-

 

Coraz si spaventò quando vide un liquido marrone e nauseante uscire da sotto la bianca porta della toilette.

 

-Per Bacco Daniele, stai bene?- chiese il Conte, anche lui un po’ nel panico.

 

Matteo si fece coraggio e aprì la porta: una valanga di merda lo travolse e lo spinse a grande velocità contro la parete, uccidendolo sul colpo.

 

-Santi Numi-

 

Galeazzo tentò la fuga in salotto, ma per colpa delle ciabatte da papero scivolò per terra e venne sommerso dalla marea putrida.

 

Rossi, sbronzo duro, più nella dimensione ultraterrena che nelle nostra, non si accorse di nulla e continuò imperterrito la bevuta mentre la stanza si allagava velocemente.

 

-Porcoddio-

 

Gabriele, che invece era sobrissimo, spalancò la porta finestra e riuscì a scappare nell’ampio giardino sul retro, appena in tempo per non venire soffocato dallo tsunami di merda che in pochi minuti raggiunse anche i piani superiori.

 

-Porca troia-

 

Fumagalli, a debita distanza dalla villa, si spaventò all’udire i terribili e sinistri suoni di distruzione che rimbombavano dagli interni. 

 

Le vetrate del piano terra si ruppero e ne fuoriuscirono, spinti dalla forza del liquame, i corpi senza vita di Galeazzo, di Odorico e per ultimo di Matteo.

 

L’acerrano piagnucolò per qualche secondo, ma presto alla tristezza si sostituì l’orgoglio di essere sopravvissuto.

 

-Sono vivo! Sono vivo cazzo! Ahah! Un acerrano non muore mai! Ahah! Ma… Daniele? Dove cazzo è finito quel down?-

 

Daniele, che si trovava ancora svenuto nel bagno, si gonfiò come un pallone aerostatico, principiò a galleggiare sulle feci che ora gli uscivano anche dalla bocca, e arrivato nella palestra sita al secondo piano scoppiò in un botto fragoroso.

 

Una tagliente tegola volò via dal tetto e decapitò Fumagalli. 

 

 

L’unico sopravvissuto di quella serata fu Giulio Cesare, il gatto razzista del conte, che all’odore di ebrei e di terroni nelle vicinanze se l’era da ore svignata nel bosco vicino.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: coraz03