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Autore: Federica_97    02/08/2024    3 recensioni
10 anni dopo il caffè Mew è ancora aperto e le ragazze sembrano non aver abbandonato il loro vecchio lavoro. In particolare Strawberry che, come al solito, fa il doppio del lavoro.
Qualcosa però è cambiata, la storia con Mark è finita e...chissà, magari si ritroverà a scoprire sentimenti per qualcun altro.
Ma una nuova minaccia è all'orizzonte e le Mew Mew si troveranno ad affrontare qualcosa che non credevano possibile. E ricominciare dopo dieci anni è veramente difficile. Soprattutto se quel qualcosa intaccherà notevolmente qualcuno della loro stessa squadra.
Una nuova amica, una nuova alleata, conosciuta fin troppo bene da Ryan entrerà in gioco. E tra amori, litigi nuove avventure e magari chissà, anche vecchi amici; le ragazze saranno costrette a dover fare i conti col nuovo nemico.
Sono tornata con una nuovamente storia sulla mia coppia preferita. Ovviamente Ryan e Strawberry.
Spero possa piacervi ❤️
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
 
 
Era una calda e afosa giornata di luglio e al Caffè Mew si moriva veramente di caldo.
Affollato come sempre, Strawberry si destreggiava tra un tavolo e l’altro per accontentare i clienti.
Sbuffava e si lamentava, di tanto in tanto, di quanto pesante fosse il lavoro.
“E meno male che era una copertura. Mi hanno incastrata!” Farfugliò mentre varcata la porta della cucina.
Erano ormai 10 anni che lavorava lì dentro, insieme alle sue amiche.
Insieme era un parolone. Con Mina ormai avevano perso le speranze, non muoveva un dito.
Pam la maggior parte delle volte era in giro per lavoro.
Lory rompeva un set di piattini e bicchieri a settimana, ma almeno aiutava.
Paddy… beh, lei era Paddy. Più che servire i tavoli continuava ad intrattenere i clienti coi suoi spettacoli da circo.
“Tutto bene, principessa?” domandò Kyle quando la vide asciugarsi la fronte col dorso della mano.
“No, fa caldo e sono l’unica a lavorare qui dentro!” quasi urlò, passando la comanda al pasticciere.
“Dai su, non lamentarti sempre”. Lo sguardo assassino di Strawberry si poggiò sul biondo che se ne stava bellamente seduto sotto al condizionatore  a leggere una rivista.  
“Senti un po’, capo dei miei stivali, perché non alzi il sedere e mi dai una mano!?” gli urlò  in faccia mentre lui con una lentezza innaturale cambiava pagina.
“Ti pago per lavorare, perché dovrei aiutarti?” sbadigliò poi.
“Perché sono stanca e perché sono l’unica a lavorare. Se non fosse per me il tuo stupido locale sarebbe già chiuso!” gli strappo la rivista di mano, costringendolo ad alzare il viso.
“Strawberry non tirarmi via le cose di mano!” Si alzò, superandola in altezza.
“E tu aiutami!” gli continuò ad urlare.
Kyle tiro un sospiro rassegnato e alzò gli occhi al cielo. Quei due non avrebbero mai smesso di linciarsi a vicenda.
Il biondo quasi la intrappolò tra il muro e il suo corpo, i suoi occhi azzurri erano furiosi. Era tanto brava a fargli perdere le staffe.
“Cosa stai facendo?” riuscì a dire mentre il corpo del ragazzo era così vicino che emanava più caldo del forno acceso a pochi metri da lei
“Non ti è ancora entrato in testa chi è che comanda qui, vero?” le soffiò ad un centimetro dalla labbra. “Ti pago per lavorare e non per sentire le tue stupide lamentele”.
La ragazza chiuse gli occhi incapace di proferire qualsiasi parola. Gli poggiò le mani sul petto, per sorreggersi un po’. Rimase in attesa, probabilmente l’avrebbe baciata come faceva sempre per prenderla in giro.
Invece il bacio non arrivò. O almeno non dove pensava lei: le baciò il lobo dell’orecchio mentre lei si irrigidiva.
“Fila. a. lavorare.” le sibilò poi lasciandola andare.
La rossa sbatté le palpebre e schizzò fuori dalla cucina.
Kyle scosse la testa “Quando smetterei di prenderla in giro così?”.  
L’americano parve pensarci: “mai”. Concluse poi, lasciando la cucina per tornare in camera sua.
“Invitala ad uscire invece di continuare a fare così!”
Decise di ignorarlo, continuando a salire le scale.
 
 
 
Un’intera giornata era volata via, grazie al cielo, avrebbe aggiungo Strawberry mentalmente mentre salutava l’ultimo cliente della giornata.
“Arrivederci, tornate a trovarci” disse gentile mentre il portone si chiudeva.
Poi sbuffò e si tolse dal viso il sorrisetto di circostanza. Si stiracchiò i muscoli.
“Straw, andiamo?” chiese Lory raggiungendola in sala.
“Vai pure avanti Lory, io ho dimenticato le chiavi a casa  e i miei non ci sono. Credo farò una doccia qui e poi passeranno loro a prendermi”.
La ragazzi con gli occhi occhiali annuì “vuoi che ti aspetti?” chiese gentile.
“Ma no, vai pure non preoccuparti. Ci sentiamo domani” le sorrise e si avviò verso gli spogliatoi. Non vedeva l’ora di togliersi quella divisa tutta fatta di merletti e bombature. Si moriva di caldo con quella addosso.
Si guardò allo specchio e per poco non urlò. Aveva un aspetto orribile. Sudata, i capelli ormai tutti scombinati.
‘Maledetto Shirogane’ si ritrovò a pensare. Che gli cambiava a lui chiudere per un mese intero? Niente, tanto era già pieno di soldi!
Iniziò a slacciarsi il grembiule e poi piano piano la camicetta della divisa. Fino a ritrovarsi solo in intimo. Si avvolse con l’asciugamano  e si diresse verso le docce.
Qualcuno bussò alla porta e lei si fermò.
“Strawberry, Lory  mi ha detto che ti avrei trovato qui. Le docce non funzionano lì” sentì la voce di Ryan dall’altro lato del battente.
Deglutì. “In che senso!?” gli urlò di rimando. E ora come avrebbe fatto?
“Quante definizioni di ‘non funzionano’ conosci? Dai esci da lì” sbuffò spazientito .
Uscire di lì? Praticamente nuda? Nemmeno morta!
“Sono…ehm… impresentabile!”
Il biondo di passò una mano tra i capelli. Bussò ancora.
“Sì Ryan, ho capito!” e ora che avrebbe fatto? Avrebbe dovuto infilarsi nuovamente la divisa e ci avrebbe sudato dentro nuovamente per quanto complicato era metterla.
Sbuffò nuovamente. E poi? Non poteva tornare a casa, non aveva come entrare.
“Usa il mio bagno, in camera mia”. Le disse, capendo l’analisi  mentale che stava facendo la ragazza.
Strawberry spalancò gli occhi. Il suo bagno, in camera sua? No mai!
Poi parve rifletterci. Qual era l’alternativa? Camera di Kyle, forse? Nemmeno morta, troppo imbarazzante. Non era mai entrata in camera del moro. E i bagni adibiti per i clienti non avevano le docce.
Sospirò ancora e si diede un occhiata allo specchio. Sarebbe dovuta uscire in quella condizioni? Solo con la l'asciugamano addosso?
Beh, infondo mica era nuda, no?
Prese un respiro e aprì la porta.
“Per un attimo ho pensato fossi diventata sord…” le parole gli morirono in gola quando la vide coperta solo da una striminzita asciugamano.
“Che c’è? Non avevo voglia di rimettermi la divisa, è ingombrante e fa caldo!” gli urlò diventando rossa quanto i suoi capelli. “Smettila di fissarmi!”.
Shirogane parve riprendere controllo di sé perché si schiarì la voce. “E tu non presentarti nuda” le disse di rimando.
“Non sono nuda e poi che ti importa? Mi prendi sempre in giro che sono una ragazzina, che non c’è niente da vedere e ora ti imbamboli?” lo guardò con una spavalderia che solitamente non le apparteneva.
Il ragazzo alzò un sopracciglio e abbozzò un sorrisino “muoviti, prima che cambi idea”.
Si avviarono verso la camera di lui e lei si richiuse in bagno senza dire più una parola.
Ma cosa le era saltato in mente? Presentarsi in quel modo davanti ad un ragazzo, davanti a Ryan?
“Strawberry sei una cretina” si schiaffeggiò le guance. “Che diavolo volevi dimostrare? Quello è Shirogane, è un presuntuoso arrogante del cavolo” parlava con il suo riflesso allo specchio. “Smettila di comportarti come se a lui interessassi” si disse poi.
E se gli interessassi davvero? Pensò poi.
“Impossibile a lui interessa solo prenderti in giro!” concluse infilandosi sotto la doccia. L’acqua fredda le scorreva sul corpo mentre il profumo così familiare del ragazzo le riempiva le narici.
Il biondo invece se ne stava seduto sul suo letto a fissare il vuoto. Prima o poi quella ragazza lo avrebbe mandato al manicomio.
Scosse la testa, come le veniva in mente di presentarsi davanti a lui in quelle condizioni?  Era pur sempre un ragazzo. Un ragazzo con un autocontrollo innaturale, ma sempre un ragazzo!
“Posso usare il tuo phon?” gli chiese Strawberry da dietro la porta chiusa.
“Eh? Ah, sì sì certo!” sospirò.
In un secondo l’aggeggio  si azionò.
“Ryan tutto okay?” Kyle si affacciò dalla porta aperta.
Il ragazzo annuì e poi lo fissò. “C’è Strawberry nel mio bagno” gli sussurrò avvicinandosi, per non farsi sentire.
Il moro lo fissò stranito e poi si lasciò andare ad una risata divertita.
“Smettila, Kyle” sbuffò ancora. “Sei più insopportabile di lei a volte!”
“Dovresti vedere la tua faccia, amico. Vorrei farti una foto”.
“Non osare” gli intimò. Poi si scostò i capelli dagli occhi.  “Si è presentata con solo l'asciugamano addosso, ma tu ti rendi conto?” quasi arrossì a dirlo.
L’amico scosse la testa ancora più divertito di prima. “Cerca di non trattarla male, Ryan. E, una buona volta, deciditi a chiederle di uscire. O lo farò io per te!”. Lo piantò lì entrando in camera sua.
“E non litigate!” disse prima di chiudere la porta.
Ryan tornò sul suo letto e si tolse la maglietta, ormai appiccicata addosso. Faceva veramente caldo in quella stanza.
“Ehm io… ho finito…” lo fissò e avvampò. “Mettiti la maglietta!”.
Il biondo le si avvicinò minaccioso. “Tu puoi presentarti davanti a me nuda e io non posso stare senza maglietta in camera mia?”.
Lei deglutì a fatica, di nuovo. Quel giorno la salivazione scarseggiava. La afferrò per i fianchi per tenerla più stretta a sé.
“Io non ero nuda… e poi sei stato tu a dirmi che potevo usare la tua doccia e…” chiuse gli occhi quando il ragazzo le lasciò un bacio sulla spalla.
“E?” continuò il suo dolce assalto fino a spostarsi sul collo di lei.
Lei non si oppose, la sentì rilassarsi sotto quella scia di baci ormai diventati bollenti.
Si costrinse a staccarsi da lei “Dio Strawberry, stai facendo le fusa…” le sussurrò aumentando la presa sui suoi fianchi. 
La ragazza era affanna, aveva caldo, molto caldo. E non per le temperature estreme di quel giorno.
Si strinse ancora di più al ragazzo e in un attimo di follia lo baciò. Un bacio vero, non una presa in giro come era solito a fare lui.
Gli ci volle qualche secondo per riprendersi dallo shock. Lei si stava quasi per staccare ma non glielo permise. La sollevò di peso e ricambiò quel bacio tanto agognato. Sentì la ragazza allacciare le gambe coperte solo dai pantaloncini alla sua vita e non ci vide più. Approfondì quel bacio come se volesse mangiarla.
Fu quando le strappo un gemito di piacere che decide si fermarsi. Od ora o mai più, si disse. L’autocontrollo  innaturale lo stava per abbandonare.
Un clacson attirò la loro attenzione e Strawberry saltò giù lo fissò qualche secondo e poi scappò via senza dire una parola rossa in viso come non l’aveva mai vista.
 
 
Buon Salve a tutti!! Credevate che vi foste liberati di me vero? E invece noooo.
Ultimo mio delirio mentale, appena pubblicato.
Si, non sarà chissà che ma ultimamente mi sento abbastanza…ehm…romantica? Mi vergogno anche a dirlo, ragà. Perché io non sono romantica per niente! A testimoniarlo, se volete, mio marito!
E bene si, alla veneranda età di 27 anni io ancora continuo a fantasticare su questa coppia.
Spero vi possa piacere. Vi mando un bacio grande e alla prossima ! 😘
  
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