Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: VìTH    21/09/2009    4 recensioni
Karin ama i Tokio Hotel alla follia, specialmente Bill in cui lei si rivede molto. E quello era solo un concerto. Un sogno che finalmente aveva coronato, ma al quale se ne è aggiunto un altro: il suo sogno proibito, quello che sapeva che era solo una fantasia si sta per avverare...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Karin era aggrappata alla sbarra di sicurezza, propio sotto il palco. Aveva una visuale magnifica: Bill si era chinato, cantando. Per qualche breve attimo i loro occhi si incrociarono, il nocciola di Bill dentro a un lacrimante azzurro mare di Karin. Si, stava piangendo. Di felicità, di emozione, ma piangeva. Perché è da sei mesi che il suo biglietto stava nella sua piccola cassaforte. Sei mesi di attesa frustrante, sei mesi passati a dire "io ci sarò". e finalmente adesso c'era. E poteva finalmente dire "Io ci sono stata". Tom e Georg si scambiarono di posto, come aveva visto fare tante volte sui video che guardava. La musica finì, Bill alzò le braccia e un urlo unanime si alzò dalla folla. Karin alzò il suo piccolo cartellone,un cuore con dentro le loro foto e sotto la scritta: "Questo è il mio cuore". Poi dalle prime note capì subito qual’era la prossima canzone. Una canzone che le era entrata nel cuore: Love is dead. Una bellissima canzone, che non fece altro che aumentare le lacrime. E lei era sempre li, aggrappata alla sbarra di sicurezza, in prima fila, un po’ trascinata dal resto della folla ad ammirare 4 ragazzi. Perché è questo che loro erano: 4 semplici ragazzi che hanno avuto talento e fortuna. Ma per lei, per Karin ora erano solo i suoi idoli, il suo modello di vita. La sua vita. L’avevano salvata dal baratro in cui stava pericolosamente cadendo. Dopo quella disastrosa storia d’amore che aveva avuto con Jake, che l’aveva portata al fumo, all’alcool e mancava poco che arrivasse alla droga. In quel periodo aveva frequentato brutte compagnie, aveva ignorato i consigli degli amici veri perché pensava che Jake l’amasse. Invece no. Voleva solo usarla. L’ha immischiata in spaccio di droga, la usava. E lei questo non lo capiva. Solo quando, ubriaco, ha tentato di violentarla ha aperto gli occhi. Era un paio di settimane che ascoltava un nuovo gruppo emergente: i Tokio Hotel. Un turbine di emozioni. E incominciarono a venire i dubbi. Che si trasformarono in certezze quella sera, quando erano a casa di lui ed era ubriaco. L’aveva sbattuta sul letto, le aveva tolto la maglietta e aveva incominciato ad accarezzarla sulle gambe. Sempre più in basso. Lei si era divincolata, aveva urlato, ma lui la teneva ferma finchè, con uno sforzo immane, era riuscita a tirargli una ginocchiata sui testicoli e a fuggire. E aveva capito. Aveva capito che l’aveva strumentalizzata, che stava sbagliando. E ora, dopo quasi un anno, era finalmente felice. Uno dei suoi piccoli sogni era stato realizzato. Quello più grande non l’avrebbe mai realizzato. Ma non si dispiaceva, perché più che un sogno era una fantasia. Il concerto finì. Sentì una stretta al cuore, ma per sua fortuna aveva degli agganci. Si, esatto. Uno dei boyguard era suo cugino. –Ciao bellezza!- -Ciao David!- si diedero il 5. –Allora, ho parlato coi ragzzi..- per ragazzi intendeva Tokio Hotel -… hanno detto che va bene, che non gli dispiaceva conoscere qualcuno di nuovo.. e quindi sei dentro!- -SIIIIIIII!!!!!!!!!!! Ti adoro cuginetto!!- Karin gli gettò le braccia al collo.
Arrivarono in un’enorme villa. David le aprì la porta. –Buon divertimento madame- la prese in giro. Karin gli tirò una schiaffetto sul braccio. Era alla festa del dopo concerto, c’era un mucchio di gente. E anche loro. Bill era seduto a un tavolo insieme ad Andreas e Tom. Poco più in la Gustav stava chiaramente flirtando con una biondina, la quale sembrava starci. Non riuscì ad individuare Georg. Forse era dall’altro lato della sala. Poi vide Bill che si alzò dal tavolino e si dirigeva verso di lei. –Ehi, ciao!- Karin si congelò .–Ciao..- riuscì a dire timidamente. –Bill, questa è la ragazza di cui ti parlavo- disse David. –Davvero? Come ti chiami?- -Karin…- e si strinsero la mano. La schiena di Karin venne percorsa da un brivido a quel contatto. –Ti va di bere qualcosa?- -Certo!- Stava morendo di sete. Bill e Karin andarono verso un bancone dove dietro c’era un ragazzo biondo con un ciuffo davanti agli occhi, magro e alto. –Una coca-cola e…- guardò Karin. –Anche per me una cola, grazie- -Tu… tu sei stata al concerto vero?-
-Si-
-Ti ho vista tra le prime file-
-E già.. Mio cugino, David, è riuscito a farmi entrare prima..-
-Ah, capisco… Senti, ti va di uscire in giardino, che è più tranquillo?-
-Certo!- Si alzarono con le coca-cole in mano ed uscirono. Andarono sotto un enorme salice piangente e si sedettero.
-Da dove vieni?-
-Liepzig-
-Come noi!- disse allegramente
-Già… Infatti ogni tanto vi vedevo per strada-
-Oh.. Davvero?-
-Si ma.. Ero sempre con certa gente e..- Si rese conto che per spiegare doveva raccontare tutto. E non seppe perché, ma lo fece. Raccontò tutto, dalla prima cosa all’ultima. Sapeva che lui avrebbe capito. Era così dolce… Bill la guardava sconvolto. –Mi dispiace..- Riuscì a dire. Poi l’abbracciò, se la strinse a se. Immaginava come doveva aver sofferto. –Ormai è acqua passata- Disse. -È tutto passato. È successo quasi un anno fa e ho pagato per i miei errori.- Secondo lei aveva pagato anche troppo poco. 4 mesi in prigione per spaccio. Solo 4 mesi perché aveva confessato tutto alle autorità e denunciato i suoi “amici”. -Dev’essere stato terribile-
-Solo quando ho scoperto tutto-  Si guardarono. Il cuore di Bill accellerò. Quello di Karin decollò.
-Voi mi avete aiutata-
-Come?- Ormai erano vicinissimi.
-Con la musica-  E le loro labbra si unirono in un dolce, lento, appassionato bacio.
   
 
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