Dopo essere stata per anni una delle segretarie di Aubrey James, e aver provato altri impieghi nel breve periodo in cui il ruolo era passato a Theo Galavan, Jordan aveva sentito di quell’opportunità e aveva colto la palla al balzo.
A fargli un colloquio era stato un uomo decisamente sopra le righe, il signor Nygma, che non aveva avuto niente da ridire sul suo conto, anzi aveva apprezzato che avesse già dell’esperienza in quel campo, malgrado fosse giovane. Quindi aveva ottenuto facilmente il lavoro.
Liberarsi finalmente di Aubrey James era stato un sollievo, perché Jordan lo reputava un viscido, inoltre aveva avuto diverse volte la dimostrazione della sua bassa considerazione delle donne.
Certo, non era detto che Oswald Cobblepot venisse eletto, ma lei aveva preferito comunque abbandonare il suo vecchio incarico per passare dalla sua parte, e sperava in un buon esito delle votazioni.
Quindi si era impegnata anima e corpo nella campagna elettorale, felice che Cobblepot e Nygma ascoltassero le sue idee.
Oswald Cobblepot all’inizio non le aveva fatto la migliore delle impressioni. Aveva l’aria di un uomo fragile che si atteggiava a superiore, ed era sempre circondato da omoni dall’aspetto minaccioso.
Inoltre Jordan lo aveva visto calmo, ma anche agitato o pronto a scattare per qualcosa dettogli da altri, il che l'aveva fatta sobbalzare più di una volta. Però era anche gentile, e lei tendeva a giudicare gli altri soprattutto per come si comportavano nei suoi confronti, perciò non aveva davvero motivo per cui lamentarsi.
Malgrado tutto, si era presto dimostrato disposto ad ascoltare i membri del suo staff, e non era mai stato viscido con lei o con le altre donne che lavoravano a stretto contatto con lui.
Così Jordan aveva iniziato ad apprezzarlo e a sperare con tutte le sue forze che venisse eletto, perché Gotham aveva bisogno della ventata d’aria fresca che lui poteva rappresentare.
L’uomo a capo della sua campagna elettorale, ovvero il signor Nygma, in contrario a lui era sfuggente, esuberante, ma anche severo con gli altri se necessario. Jordan non riusciva ancora a inquadrarlo, ma si era accorta da tempo che aveva delle idee eccezionali, perciò riconosceva che fosse una risorsa incredibile, da cui aveva molto da imparare.
Quando poi Cobblepot vinse davvero le elezioni, diverse persone si unirono al suo staff e tra queste c’era anche Tarquin Stemmel, con cui Jordan aveva fatto presto amicizia.
Il suo nuovo ambiente di lavoro, al municipio, si era fatto molto piacevole con tutti questi nuovi volti da affiancare.
Con loro Jordan si era dimostrata volenterosa di aiutare, scoprendo di essere una gran lavoratrice. Lo era stata, un tempo, solo che essere alle dipendenze di Aubrey James l’aveva resa una persona spenta e glielo aveva fatto dimenticare.
In cuor suo, Jordie sperava che il sindaco apprezzasse il suo impegno, anche se non desiderava particolari riconoscimenti. Anzi, già il fatto che fosse la sua unica segretaria per lei era una vittoria, o meglio un onore.
Il sindaco Cobblepot per lei era una persona importante che meritava la sua stima ed era fiera di lavorare per lui.
Lo aveva visto, nel primo periodo dopo le elezioni, farsi in quattro per visitare scuole, orfanotrofi, mense dei poveri, ed elargire aiuti dove possibile. Aveva fatto delle promesse ai suoi elettori e sembrava che volesse mantenerle davvero, il che era decisamente una novità, dopo gli stagnanti mandati del precedente sindaco.
E poi c’era un altro piccolissimo ma importante lato positivo nel fatto che proprio lui fosse stato eletto.
Ovvero, da quando il signor Cobblepot era sindaco, il detective Gordon passava spesso in municipio.
Jim Gordon aveva qualche anno più di Jordan e faceva un lavoro di tutto rispetto. Inoltre era davvero bello e affascinante, ma aveva anche un che di tenebroso.
Jordan si era trovata diverse volte a osservarlo distrattamente, mentre senza farci caso si portava una ciocca dei suoi capelli castani dietro un orecchio. Le sue possibili visite erano uno dei motivi per cui si vestiva bene ogni giorno.
Ogni tanto si era ritrovata a parlare di lui con Tarquin, che aveva notato il suo interesse e lo appoggiava. Le loro, però, erano solo chiacchiere per passare il tempo.
Quando il signor Gordon varcava la soglia del municipio, infatti, lo faceva per cercare il sindaco e sembrava avere occhi solo per lui. Ogni tanto rivolgeva un’occhiata malevola al signor Nygma, per chissà quale motivo di cui Jordan non era a conoscenza, ma trovava interessanti le interazioni tra i tre.
Lui e il signor Cobblepot sembravano avere una profonda amicizia che presto era diventata nota a tutti i membri dello staff.
Ma solo Jordan ne comprese la vera natura, per sua sorpresa, una fredda sera in cui era rimasta in municipio fino a tardi.
In quel periodo stavano lavorando all’organizzazione di un evento e il sindaco si trovava ancora nel suo ufficio, a esaminare alcune proposte. Jordan sapeva di non poter tornare a casa finché non lo avesse fatto prima lui, per essere disponibile per ogni sua necessità.
Si trattava comunque di straordinari che le sarebbero stati pagati e di un lavoro che amava, perciò cercava di guardare il lato positivo.
Spesso era Jordan che pensava ai pasti del sindaco, assicurandosi che venissero consegnati in municipio in orario, e che arrivassero dai suoi ristoranti preferiti. A volte ci pensava anche senza che lui lo chiedesse, perché troppo concentrato nel lavoro per accorgersi che era ora di pranzo o di cena.
Ammirava il fatto che fosse un gran lavoratore e che ci tenesse così tanto alla città.
Quella sera, Jordan pensò di portare un caffè al sindaco, visto che era tardi e lui stava ancora lavorando. E sapendo che con lui c’era il suo amico, Jim Gordon, aveva preparato due tazze invece che una, sperando che avrebbero gradito il pensiero.
Così le mise su un vassoio insieme a delle bustine di zucchero, delle confezioni di panna e delle monoporzioni di dolci incartati singolarmente che avevano comprato di recente per la sala relax del personale, pensando che magari avrebbero gradito più di un semplice caffè.
Quando era arrivata in cima alle scale, però, si era accorta che la porta dell’ufficio era aperta. Avvicinandosi piano per non far cadere niente dal vassoio, con passo leggero per via delle scarpe basse che indossava quel giorno, Jordan notò ciò che stava accadendo all’interno e fece appena in tempo a nascondersi dietro una parete per non fare una gaffe.
Ma dovette sporgersi oltre quella parete, poco dopo, perché non credeva ai suoi occhi, ma allo stesso tempo era curiosa e necessitava di una conferma.
Jim Gordon, seduto davanti al signor Cobblepot con la scrivania a frapporsi tra i due, si era chinato in avanti per riuscire ad accarezzargli una guancia con la mano destra. Un gesto lento, carico di affetto, che era terminato con quella mano ancora ferma sul viso del sindaco… che stava ricambiando quella carezza rivolgendo al detective uno sguardo intenso, denso di un sentimento che improvvisamente fu chiaro agli occhi di Jordan.
Inaspettatamente, il suo interesse per il detective svanì in pochi istanti, sostituito dalla gioia nel constatare che probabilmente quei due avevano una storia d’amore segreta.
Erano carini, in effetti. Ripensando alle loro interazioni pubbliche, ora la signorina Jones riusciva a ricordare una certa emozione nello sguardo del sindaco Cobblepot, ogni volta che notava la presenza del signor Gordon. Il detective, dal canto suo, era molto più bravo a nascondere i propri sentimenti, ma visitava il municipio quasi ogni giorno, il che era un chiaro segnale del suo interesse.
Così Jordie si ritrovò a sorridere, felice per loro due.
Non aveva possibilità con Jim Gordon, era evidente, ma in fondo non le dispiaceva poi così tanto. Se lui e il signor Cobblepot erano felici, allora lei poteva solo farsi da parte e vegliare segretamente sulla loro relazione, che improvvisamente le sembrava qualcosa di prezioso, che andava protetto.
Con questi pensieri per la mente, Jordan ci mise un po’ a calmarsi e a essere certa che, bussando per portare loro il vassoio, non sarebbe arrossita. Ma alla fine ci riuscì e i due accettarono il caffè di buon grado, quindi lei lo servì e lasciò l’ufficio, sentendosi soddisfatta del piccolo gesto premuroso che aveva svolto e di ciò che quell’idea le aveva permesso di scoprire.
-FINE-
Spazio di quella che scrive
L'ho già detto che la signorina Jones è ingenua? Sì? Bene!
Questa storia è slegata da tutte le altre che ho scritto, e può sembrare fine a se stessa, ma non lo è.
Il personaggio della signorina Jones è nata in "La Scommessa", parte della prima serie che ho scritto su Jim e Oswald. In seguito l'ho inserita, senza farci caso, anche in "Il dolore che unisce". Quando poi ho iniziato a scrivere "Cosa farne di Oswald Cobblepot" (che pubblicherò prossimamente), ho capito che volevo inserirla anche lì, così mi sono fermata e ho scritto questa breve storia, perché ormai per me Jordan Jones esisteva e dovevo raccontarla un po' meglio.
Il personaggio della signorina Jones tornerà nelle prossime due storie che pubblicherò e, ve lo garantisco, avervela presentata qui (e aver scelto questo ordine di pubblicazione) avrà un senso. Detto ciò, avrete già capito che sul mio profilo potete trovare altre storie su questa coppia, e che altre ancora sono in arrivo, quindi mi zittisco.
Spero che vi sia piaciuta almeno un pochino!