Ho deciso di usare nomi diversi, per distinguerli e renderli più realistici. Per Angel, il nome è quello del canon, Anthony; per Husk, il nome che più mi convince tra quelli letti nel fandom e in numerose fanfiction è Henry, in attesa di sapere quale sia quello vero (se si saprà). Questo varrà per tutte le OS di questo tipo.
La lista dei prompt è fornita dalla pagina Facebook "Es de fanfic".
Attenzione: si segnala presenza di parolacce.
Grazie dell'attenzione
Giorno 2: Tramonto
La porta si spalanca e viene sbattuta con violenza; come un tornado, Anthony irrompe in casa, togliendosi la giacca con un gesto brusco, imprecando quando il braccio rimane incastrato in una manica.
Henry, dal divano su cui è seduto con in mano un libro, distoglie l'attenzione dalla lettura e la rivolge al suo compagno, il cui volto è stanco e tirato. E, oh, di umore decisamente nero.
“Valentino è un fottuto coglione!" esclama Anthony, lasciando cadere la giacca. "Non capisce un cazzo, è ignorante come un sasso e continua a proporre turni ridicoli. Ha anche osato chiamarmi adesso mentre tornavo a casa per dirmi di rientrare e sostituire quella stronza che va in malattia ogni fottuto venerdì per farsi i cazzi suoi!”
Henry chiude il libro e lo lascia accanto a sé, in silenzio empatico mentre ascolta le lamentele di Anthony. In giornate come queste, è meglio lasciarlo sfogare finché non esaurisce l'incazzatura e le energie.
“E certi clienti di merda! Gente che non sa aspettare due secondi! Vengono in un fottuto tugurio e si aspettano di essere trattati come attori di Hollywood! No, Susan, l'ordine di un piatto per cui hai preteso una decina di modifiche non è ancora pronto!" aggiunge, roteando gli occhi incessantemente. "È uno strazio, perché mi sto sottoponendo a questa tortura?!”
Per pagare gli studi di canto e di recitazione. Ma Henry non deve dirglielo, non è una vera domanda. E non serve neanche dirgli che lui gli ha proposto di passargli del denaro, Anthony si infurierebbe ancora di più. Eppure Henry non avrebbe problemi, il suo è un buon lavoro, è docente di musica in una scuola superiore, tiene dei corsi privati e talvolta suona il sassofono in pub e ristoranti...non è ricco ma guadagna bene e non gli peserebbe affatto essere di supporto al suo compagno, che però è troppo orgoglioso e testardo e vuole assolutamente cavarsela da sé. Henry può capirlo, anche se non gli piace affatto vederlo così agitato.
Anthony si sfila la maglietta e disfa la cintura intorno ai pantaloni, slacciandoli con uno strattone e facendoli cadere, lamentandosi della puzza che ha addosso di quel posto di merda.
Henry non può fare a meno di far scorrere gli occhi sul corpo di Anthony, il suo sguardo coglie ogni contrazione e rilassamento dei muscoli, nonostante la frustrazione del giovane gli stia realmente a cuore, non si impedisce di ammirarne la bellezza, leccandosi le labbra discretamente.
“Avrei voglia di mettere le mani al collo di quel pazzo ignorante che non sa un cazzo di aritmetica di base, eppure guadagna molto più del doppio di me!”
Anthony continua a smanacciare mentre si dirige verso il frigorifero,
Il giovane prende da bere, trangugia a lungo, vede se c'è qualcosa da mangiare più per silenziare il nervosismo che la fame, fa una smorfia scontenta non trovando nulla che gli faccia comodo al momento, torna in soggiorno.
Impreca e insulta ancora un po' tutto ciò che gli viene in mente: alcuni colleghi incompetenti ('Come cazzo fai a rimanere fermo mentre è l'ora di punta'), i bagni lerci, i registratori di cassa che si impallano e ancora Valentino, che rimane il suo obiettivo principale.
Henry ascolta tutto. Davvero. Anche se non parla, però, i suoi occhi lo fanno a sufficienza e quando Anthony lo nota, sbotta:
“La smetti di fissarmi così?”
"Così come? Non ti sto fissando in alcun modo" ma intanto, il suo sguardo si sposta dai suoi occhi alle sue labbra, al suo torace, al ventre, fino all'intimo che ha ancora addosso.
Anthony sbuffa, alza gli occhi al cielo, incrocia le braccia.
“Piantala. Mi hai visto nudo un milione di volte”
Henry si avvicina, felino, guarda il suo viso e sembra chiedere silenziosamente il permesso prima di allungare le braccia e chiuderle lentamente intorno alla sua vita.
Lo fa girare verso la vicina finestra, i bassi palazzi di fronte non nascondono il sole calante, la cui luce rossastra e violacea domina il cielo prima di lasciare posto al buio serale e notturno.
“Ho visto un milione di volte anche il tramonto. Non ti sembra sempre incredibile?”
Anthony non risponde, ma Henry lo sente sospirare, avverte la tensione gradualmente dissolversi, anche se rimangono l'insoddisfazione e la pesantezza della giornata.
Poi la sua postura rigida si rilassa.
“Questa era sdolcinata”
"Sì. Ma comincia ad andare un po' meglio?" lascia un bacio sulla sua spalla, sul braccio. Restano ad osservare il tramonto per qualche minuto, il sole scompare presto alla vista, Anthony si gira e gli allaccia le braccia al collo. All'inizio essere quello più basso disturbava Henry, lo faceva sentire in difetto, non capiva nemmeno come Anthony, che aveva il fisico di un modello, potesse essere davvero interessato a lui. Ma ora non gli dispiace più. Osserva la pelle lattea del compagno contro la propria, scura come caffè: quel contrasto gli è sempre piaciuto.
Le mani di Anthony iniziano ad accarezzarlo sulla nuca e Henry approva, accostando le labbra al suo collo, lasciando piccoli ma persistenti baci fino alla clavicola, risalendo sulla mascella, la guancia. Anthony si gira e incontra le sue labbra, lo bacia a lungo, sospirando; Henry lo lascia prendere ciò di cui ha bisogno, non può risolvere tutti i suoi problemi, ma può essere sempre lì, ad ascoltarlo, ad accoglierlo, a provare a raddrizzare in minima parte il più schifoso dei giorni.
Anthony gli sfiora il viso, sorride per la prima volta dal suo ritorno. "Grazie amore."
“Non ho fatto niente”
“Fai più di quello che pensi. Stai a sentire le mie lagne, e non ti ho nemmeno chiesto come stai tu”
Henry ghigna, gli strizza piano i fianchi, poi il fondoschiena. "Sto molto bene ora"
Anthony sembra sul punto di fare una battutina, poi ci ripensa e gli dà un altro bacio sulla bocca.
Si separa, si allontana, ancheggiando.
“Vado a fare la doccia. Vuoi farmi compagnia...?”
Henry si passa di nuovo la lingua sulle labbra. Il tramonto è bellissimo, sì, ma Anthony un po' di più.
"Tesoro, ti prego di farmi fuori semmai rispondessi di no a questa domanda".