Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: Hideto Takahashi    15/10/2024    1 recensioni
Cleila, il centro dell'impero Ajens gira placidamente nello spazio governando con supremazia tutte le proprie colonie.
Il mondo di Cleila non è un mondo giusto.
C'è chi vive agiato, chi invece al contrario nella povertà più assoluta e sfruttato nel mondo del lavoro pesante. Fra questi, oltre alla gente comune, si trovano i mezzi androidi e gli androidi.
Vivono un'esistenza dedita solo al lavoro e sono da sempre nel mirino di crudeltà fisiche e verbali, discriminazioni pesanti.
Yukio, il Primo Ministro, è un mezzo androide e nessuno sa' il perché sia il secondo dell'Imperatore per la sua natura di declassato. È un mistero che si protrae da anni e anni, che nessuno è mai riuscito a risolvere.
Aiden invece è un giovane ragazzo, di ceto medio, che vive insieme a sua madre e che porta con sé il ricordo del padre deceduto quando era piccolo.
Ma c'è un legame tra lui e Yukio, un legame impossibile e molto profondo.
Tutto sembra andare perfettamente, i giorni passano l'uno dopo l'altro, ma una nemesi lontana si annida dall'altra parte dell'universo, che forse non è poi così tanto distante...
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 0019.
Varcarono la porta del locale, era frequentato solo da mezzi androidi che si scambiavano battute e bevevano in compagnia. Appena videro il ragazzo dai capelli bianchi, molti uomini e donne corsero da lui con la preoccupazione ben dipinta in volto. Yukio fu circondato da loro immediatamente, sorrise a ogni persona e strinse le mani a tutti. -Sto bene, non vi preoccupate.-
 
-Signore, se le succedesse qualcosa per noi sarebbe finita... noi le vogliamo tanto bene, ma abbiamo paura di perderla.-
 
Yukio li guardava tutti con un'espressione dolce, quasi paterna e scosse il capo. -Sono fatto di acciaio, non mi accadrà nulla.-
 
Tutti i presenti, a quella risposta, si sentirono sollevati, tanto da indire una festa per il ritorno in salute e così furono entrambi trascinati nella spassosità che i mezzi androidi si potevano permettere in quel loro spazio.
 
Dermot libero dalla folla, si accomodò al bancone e attese l'arrivo del barista. Non si fece attendere troppo e poggiato sul palmo della sua mano, sorrise a vederlo.
 
Il rosso fu sorpreso, fece un piccolo sussulto. Non era la prima volta che si incontravano, quel ragazzo biondo veniva lì da quando aveva praticamente dodici anni. -Mio signore- lo salutò per scherzo.
 
-Lo sai bene che devi chiamarmi per nome e darmi del tu. Sarebbe troppo strano alle orecchie di tutti, no?-
 
-Lo strano non è sempre negativo- gli fece l'occhiolino con un sorrisetto divertito.
 
Si tinse leggermente di rosso sugli zigomi, capendo cosa volesse intendere e la trovò una mossa scorretta da parte sua, ma lo faceva spesso, proprio per prenderlo in giro.
 
-Desideri qualcosa da bere Dermot?- chiese lasciando sorvolare il discorso e distogliendo lo sguardo dal suo viso rosso.
 
-Il solito.-
 
Sam annuì, si mise subito all'opera sapendo bene quale fossero i gusti del figlio dell'Imperatore e in pochi secondi aveva preparato il drink. Possedeva una tinta violacea chiara, con qualche sfumatura rossa qui e là.
 
Termines.
 
Ecco quale era il suo nome ed era un tale onore sapere cosa piaceva all'erede al trono, cosa dovesse preparargli quando lo desiderava.
 
Il ragazzo lo sorseggiò e subito fu felice di sentire il gusto dolce amaro sul palato e tirò un sorriso di piacere.
 
Sam vedendolo, non poté fare altro che imitarlo e fra le mani con uno strofinaccio umido puliva un bicchiere sporco. -Ti piace sempre tanto, pensare che sia il primo alcolico che hai bevuto...- mormorò sorridente.
 
-Beh, è molto buono e poi, me lo prepari tu...-
 
Guardava il suo riflesso distorto nel vetro, il suo viso e i suoi capelli di quel rosso rovinato. -Mi chiedo, come farai a berlo un giorno... se non potrai più venire qui, per ovvi motivi certo.-
 
Dermot si rattristì, ci aveva pensato molto in quei mesi in cui non era riuscito a venire per i suoi studi e ne aveva sentito parecchio la mancanza. Tutto ciò, si sarebbe protratto in futuro per sempre e non ci voleva pensare ora. Lo rattristiva. -Non lo so', ma oggi non ci voglio pensare, divertiamoci e basta.-
 
Il biondo alzò il bicchiere verso di lui, guardandolo negli occhi e bevve una bella sorsata.
 
Poi tornò da lui sorridendo e l'uomo ricambiò.
 
Dermot voleva spassarsela senza pensare al triste futuro che gli aspettava, anche se sarebbe diventato un imperatore con potere e una vita abbastanza agiata... sapeva che non avrebbe più potuto frequentare quel posto, che gli era tanto caro e soprattutto non vedere più Sam.
 
Il mezzo androide sapeva che fosse triste, pensava a quello che lo attendeva e al loro addio per una vita fatta di lavoro di estrema importanza e agio. Anche se lo nascondeva dietro a un bel sorriso, per lui era così facile vederlo e non poteva evitare di sentirsi pieno di amarezza.
 
Lasciò il bicchiere col panno sul bancone e la sua mano lo accarezzò sulla testa, toccando col suo palmo i soffici ciuffi biondi.
 
Lo fissò dritto negli occhi.
 
Incrociando il suo sguardo poté vedere chiaramente cosa voleva comunicare, affetto smisurato.
 
Socchiuse gli occhi amaramente. Per quanto lo nascondesse, a lui non riusciva a celare o a fingere niente. Lo conosceva come le sue tasche.
 
Gli prese il polso e fece scivolare la mano dalla sua testa, fino al bancone dove la strinse con la sua senza lasciarla. -Non so' come farei senza il mio drink e soprattutto senza te.-
 
Sam si addolcì e si lasciò in quella posizione per molto tempo, guardandolo negli occhi ma poi decise di sciogliere quel bel momento. -Signore, lo sapete meglio di me che...- gli stava dando del 'voi' per ricordargli che era sbagliato, erano totalmente diversi e lui stesso un declassato. Una vergogna e l'ultimo gradino della società, al contrario suo lui era il primo con la sua famiglia.
 
-Sam... per favore...-
 
Yukio arrivò in quel momento, interrompendo i due e con un'aria più allegra del solito.
 
-Ragazzi! State qui da soli a deprimervi?-
 
Dermot fece un piccolo sorriso a Yukio, lasciando perdere Sam e girandosi. -Hai ragione. Ti stai divertendo?-
 
Annuì sinceramente. -Si sì, come sempre quando vengo qui.-
 
Sam fu sollevato di vederlo così allegro, pensava di incontrarlo col morale a terra quella sera. -Sono felice di vederti vivo e vegeto.-
 
Si sedette sullo sgabello a fianco al biondo. -Lo sono anche io!-
 
"Perfetto, ti preparo il tuo solito Yukio."
 
"Grazie!"
 
Sam si mise all'opera e lasciò il drink sotto il naso del Primo Ministro. -Devi andare da Eleija?-
 
-Già, sono totalmente inutilizzabili- disse dandosi un leggero colpetto sul braccio artificiale.
 
-Oh, lo vedo- ridacchiò. -Quando ci andrai?-
 
-Fra quattro giorni forse, ma anche meno... desidera sistemarmi subito.-
 
Socchiuse gli occhi capendo al volo. -Molto probabilmente desidera vederti subito, è preoccupato per te.-
 
-Lo so' bene, ma non voglio venire prima del suo lavoro.-
 
-È inevitabile.-
 
-Ne sono consapevole...-
 
Dermot osservava Yukio, aveva uno sguardo malinconico e anche percorso da qualcosa di più. Sapeva cosa fosse, si conoscevano bene ed entrambi avevano dei segreti scandalosi condivisi. Per lui era come un padre molto più affettuoso e premuroso, che lo copriva nelle sue stronzate. Per questo lo adorava, lo capiva meglio di chiunque altro e l'Imperatore avrebbe potuto eliminarlo dal ramo famigliare se fosse venuto a sapere dei suoi sporchi segreti.
 
Mentre stava pensando a questo, Yukio e il barista parlavano del più e del meno. Aveva discusso pure con lui di alcune cose successe a bordo della nave, citando anche una nave di nome Azalus e di cui pareva parecchio preoccupato. Sam sembrava capirlo, anche lui stesso lo capiva ma non completamente...
 
Cosa lo preoccupava tanto di questa nave?
 
Non lo sapeva.
 
-Yukio!-
 
Yukio si girò e notò subito il giovane con indosso il suo capellino tutto rovinato e con sopra le lettere: "J.J.D."
 
Fece un grosso sorriso e si alzò in piedi. -Hey...-
 
Non fece in tempo a terminare la frase, che lo coinvolse in una stretta calorosa e ricambiò. A lui non aveva detto nulla a riguardo della sua missione, era venuto a scoprirlo come ogni civile e un po' si sentiva in colpa. -Va tutto bene.-
 
Aiden sentiva la sua mano dargli qualche pacca leggera sulla schiena, con calma e dolcezza. Non gli importava quanto fosse strano quel suo gesto, la paura di perderlo era stata troppo grande e vederlo ancora in piedi in mezzo a loro lo riempiva di gioia.
 
Dermot osservava la scena in disparte, ma aveva un'espressione truce e sospettosa. Di fatto si issò in piedi e ne approfittò quando la loro presa si sciolse, allontanando quel ragazzo con fare abbastanza maleducato.
 
Aiden osservava quel biondo confuso, ma con rabbia.
 
Yukio scosse la testa. -Dermot che stai facendo?-
 
Gli faceva da scudo, come se volesse proteggerlo.
 
Il biondo non disse nulla, guardava quel tipo con sfida e trucemente. Era il più alto fra i due, anche se non di molto.
 
Alzò un sopracciglio bianco perplesso e guardava Dermot confuso, poi guardava il giovane dai capelli corvini. Alla fine, però tornò al figlio dell'imperatore. -Cosa stai facendo? Perché mi stai proteggendo?-
 
Si girò leggermente. -Eh?-
 
-Si, hai capito bene. Perché lo fai?-
 
-Beh, ecco, pensavo che magari...-
 
Gli diede qualche pacca sul braccio. "Su su, può mai essere un cattivo ragazzo? Con brutte intenzioni?- ridacchiò. -Se lo fosse, non lo avrei fatto avvicinare minimamente e non avrei ricambiato l'abbraccio, no?-
 
Il biondo fu meno teso e si spostò un po', lasciando possibilità al ragazzo di farsi avanti o avere una normalissima conversazione.
 
Yukio fiancheggiò Aiden, sistemò un braccio sulle sue spalle e tutto sorridente se lo tenne stretto. -Lui si chiama Aiden, è il figlio di una mia carissima amica.-
 
Aiden guardava con i suoi occhi verdi quel ragazzo. Chi era? E perché era così intimo con Yukio? E poi, perché aveva cercato di proibirgli di avvicinarsi a lui?
 
Aveva così tante domande, ma era certo di una cosa... non lo sopportava. A quanto poteva capire dal suo sguardo, era reciproca la poca simpatia e sicuramente non si sarebbero stati simpatici... ma sopportati.
 
Yukio capendo la tensione tra loro, prese per un braccio l'appena arrivato e lo fece accomodare su uno sgabello in mezzo a loro due. -Adesso beviamo e cerchiamo di divertirci.-
 
Sam preparò i due drink per Aiden, dopodiché si mise a servire altri clienti.
 
Dermot lo guardava con la coda dell'occhio, lo stesso Aiden e si scambiavano occhiatacce.
 
Yukio cercava di non farci troppo caso, era strano che quei due non si sopportassero, avevano più o meno lo stesso carattere. Anche se Aiden forse era un po' più provincialotto, ma questo di certo perché apparteneva a tutt'altro ceto e al contrario di Dermot non aveva un istruzione altissima.
 
-Ragazzi, bevete e state tranquilli- disse poggiando la mano sul braccio di Aiden e guardando il biondo. -Ora devo andare a parlare con i mezzi androidi, voi cercate di stare buoni.-
 
Il Primo Ministro se ne andò, lasciando quei due l'uno di fianco all'altro e in una situazione imbarazzante.
 
Aiden non sapeva che dire, non gli piaceva condividere del tempo con quel tipo, gli dava l'impressione che fosse antipatico e soprattutto lo squadrava dall'alto in basso. Si dava delle arie per nulla piacevoli, i suoi occhi azzurri gelidi davano proprio una sensazione di inferiorità.
 
Lo facevano sentire piccolo davanti a un predatore e come se non gli fosse permesso di respirare la sua stessa aria.
 
Era terribile.
 
Si era messo sulla difensiva, già da prima.
 
Dermot lo osservava gelido, lo studiava.
 
Tipi come lui, troppo bonaccioni, avevano sempre qualcosa da nascondere e poi veniva dal popolo. Elementi troppo buoni da questo, avevano sempre qualche richiesta azzardata a una carica come quella di Yukio, si approfittavano di solito del suo potere e questo lo aveva imparato stando a guardare chi alla corte di suo padre aveva tentato di imbrogliarlo. Non solo da parte dei popolani, ma anche da nobili borghesi o dai gli elementi della sua stessa famiglia... quelli più lontani e appartenenti al ramo di sua madre.
 
I suoi pensieri tornarono a quel giovane, non sembravano avere molti anni di distanza e pareva in confidenza con Yukio.
 
Non ne capiva bene il perché.
 
Era il figlio di suoi vecchi amici, va bene... ma erano stati così importanti?
 
Lo vide togliersi il capello e lasciarlo di fianco a sé. Si accorse che era vecchio, rovinato e logorato dal tempo. Il suo colore era parecchio spento e aveva tre lettere: "J.J.D."
 
Si chiedeva cosa significassero, ma non volle chiedere. Era abbastanza brutto quel cappello, era vecchio e spellacchiato, ma lo trattava con una specie di amore e affetto infinito.
 
Bevve un sorso del suo drink e poi tornò a lui.
 
Aiden si sentiva sottopressione, quei due occhi lo stavano divorando. -Dermot quindi? È uno strano nome- disse senza l'ombra di cattiveria nella voce, desiderando dialogare di qualcosa e togliersi da quella situazione imbarazzante.
 
-Hai qualche problema con il mio nome?- chiese con espressione dura.
 
Sussultò. -No no, ci mancherebbe...- dopodiché continuò a parlare. -Okay, scusa penso di aver usato la parola sbagliata. Non è strano, ma è una scelta interessante e non lo avevo mai sentito.-
 
Poggiò gli occhi sul drink. -Mio padre e mia madre lo hanno scelto molto saggiamente.-
 
-C'è qualche significato?-
 
Annuì. -Non prova invidia.-
 
-È bello, penso che se lo hanno scelto è perché un po' ti rappresenti.-
 
-Chi lo sa', forse...- i suoi occhi gelidi lo guardarono. -Il tuo invece? Lo ha?-
 
Osservando il soffitto del locale si mise a pensare, sua madre glielo aveva detto qualche tempo fa' e doveva solo ripescarlo dalla sua memoria. -Viene da lontano, proprio come il tuo, mi pare significasse qualcosa vicino a qualche elemento naturale...- dopo un attimo di pensiero, ebbe un illuminazione. -Ah sì, significa fuoco.-
 
Fece un grosso sorriso verso di lui, si cominciava a sentire un pochino a suo agio, anche se non troppo. Quel tipo lo spaventava.
 
-Fuoco? È semplice...- disse con una punta di sarcasmo.
 
-Non tutto quello che è complesso è meglio, fuoco sta a significare tante cose. Posso avere un carattere forte oppure l'essere ardentemente passionale- ridacchiò.
 
Dermot a quelle parole, così dirette a uno sconosciuto come lui, lo fecero arrossire un pochino. Era un popolano a tutti gli effetti e lo si vedeva chiaramente.
 
Aiden continuò a bere il suo drink. -Da che quadrante vieni?- chiese con curiosità.
 
Ci pensò un attimo, non poteva di certo dire a quel tipo la verità. Solo in pochi la sapevano, solo Yukio e Sam. -Quadrante 12.-
 
-Davvero? Si trova molto vicina alla zona...-
 
-Già, ma è stata l'unica a non essere chiusa grazie tempestiva azione di Yukio.-
 
-Deve essere stato un sollievo sapere che vi siete salvati.-
 
-Si, lo è stato...- disse annuendo e guardandolo. Il suo viso pareva tranquillo a sapere che non era stato colpito dalla malattia. Era parecchio "umano".
 
Si preoccupava per lui e per quelli della "sua" zona, ma soprattutto fu come gli fosse tolto un pesante macigno dalle spalle a sapere che stessero tutti bene.
 
Il suo parere su di lui stava cambiando, non di troppo, visto che fin da piccolo gli avevano insegnato a essere diffidente verso chiunque.
 
Yukio tornò a loro, ma in modo improvviso e stringendo il braccio intorno al collo del giovane dai capelli corvini. Si era poggiato a lui, stringendolo in quella specie di morsa amorevole e calda.
 
Aiden arrossì un po', imbarazzato come era, non riusciva a muoversi e lo lasciò fare.
 
Dermot li guardava con un sopracciglio alzato, ma sempre con un'espressione dura in volto.
 
-Lo so', ti ho fatto preoccupare tantissimo- disse annuendo leggermente. -Ero insieme agli altri e non potevo fare a meno di pensare quanto tu sia stato male...-
 
Aiden, dopo del silenzio, in cui le sue parole difficilmente gli uscirono dalla bocca. -Si in effetti, lo ero un po'...-
 
Socchiuse l'unico occhio funzionate. -Mi spiace.-
 
Si sedette di fianco al ragazzo.
 
Dermot alzò lo sguardo da loro, vide dall'altra parte del locale Sam fargli segno di raggiungerlo e notò dietro al bancone un altro mezzo androide, sua collaboratrice.
 
Senza tanti fronzoli si issò in piedi, lasciando quei due soli e con calma si muoveva attraverso la folla di gente che si divertiva. Superò quei gruppi di persone e alla fine, colpendo per sbaglio un uomo a cui chiese scusa, lo raggiunse. Era in piedi contro la parete e con le braccia incrociate sul petto.
 
I suoi occhi azzurri lo fissavano, un cielo dipinto con degli acquarelli di buona qualità e da un pittore con anni di esperienza sulle spalle. Non erano gelidi e duri, proprio come i suoi, ma avevano una profonda parvenza di dolcezza e quasi umani, per quanto fosse mezzo androide. Ma per lui lo era, era un essere umano come tutti e non un declassato. Non poteva di certo pensare che fosse una cosa, un mero oggetto fatto a metà di carne e metà di parti artificiali.
 
Il suo sangue per lui non era sporco, scorreva proprio come il suo e non desiderava in alcun modo che si sentisse differente.
 
Almeno da parte sua, visto che tutta la società lo considerava un nulla di più che un oggetto o qualcosa di diverso.
 
Era più alto di lui, pochi centimetri però li separavano; quindi, lo guardava con la testa leggermente alzata. -Che c'è? Qualche problema?-
 
Scosse il capo, muovendo le sue ciocche rossicce che gli ricadevano in viso. -Desideravo dare a loro un po' di tranquillità- disse indicando i due al bancone.
 
Dermot girò lo sguardo per un attimo, sentendo un po' di amarezza crescere in lui e venendo a galla. Non lo guardò più in viso appena tornò a lui. -Ah, solo per questo...-
 
Sam sospirò e poi con le mani sulle sue guance, gli alzò lo sguardo. -No, non solo.-
 
I suoi pollici lo accarezzarono dolcemente sotto gli occhi, che si rilassarono completamente e le mani di Dermot andarono sulle sue, si poggiarono lì e strinsero con pressoché forza nulla.
 
Non accadde niente, così si mosse il biondo.
 
Allungò la testa verso di lui, tirando il collo fino a raggiungerlo con un po' di difficoltà e le sue labbra sfioravano le sue.
 
-Non dovremmo in pubblico, un giorno salirai al trono e se qualcuno ti riconoscesse in quello che baciava uno come me...-
 
Assunse un'espressione abbastanza accigliata, ma rimase lì così. -Come te? Tu per me sei umano, sei come me e non posso pensarla diversamente.-
 
-Ma sono un uomo come te... questo, per quanto tu mi reputi umano, è sbagliato su Cleila.-
 
-Sbagliato? E chi lo dice?-
 
-La legge. Noi non possiamo proliferare, condurre avanti la specie... siamo praticamente illegali.-
 
-Vale anche per me? Figlio dell'imperatore?-
 
-La legge vale per tutti, così è scritto...-
 
-Ma come sai, meglio di me, non tutta la legge viene applicata a persone speciali...-
 
-Voi...- si ritrasse, facendosi indietro. -Vi credete speciale.-
 
Capì subito che quello che aveva detto non gli era piaciuto affatto. Quelli sopra di lui approfittavano della loro posizione per vivere bene pure da mezzi androidi; quindi, era normale che odiasse quelle persone.
 
Strinse la presa sulle sue mani, ancora a tenergli le guance. -Ascolta è inevitabile che sia così, lo sai di chi sono figlio... se mio padre lo scoprisse, non mi farebbe molto, ma a te si. Io verrei punito, trattato male e soprattutto obbligato a sposare una donna. Tu moriresti. Io ho dei privilegi terribili, mi sarebbe garantita una vita, ma a un prezzo che non potrei mai pagare e che non sopporterei... senza di te.-
 
Lasciò divagare il silenzio, osservandosi negli occhi, così simili ma diversi nel trasmettere calore.
 
-Se capitasse, sceglierei di mollare tutto e di stare con te... non voglio essere il figlio dell'imperatore e l'erede se manchi tu, o obbligato a una vita che odierei.-
 
-Mollare tutto per...- era stupito e non riuscì a terminare la frase che il biondo annuì.
 
-Si, hai capito bene. Lascerei la mia famiglia per te e l'eredità del trono.-
 
Socchiuse gli occhi. -Ma non vorrei mai che...-
 
-Questo se capitasse, ma sappiamo entrambi che nessuno darebbe retta a un popolano che dice di me che bacio un altro uomo.-
 
Sam non seppe dire nulla, perché aveva ragione effettivamente e si stava facendo un sacco di paranoie... ma quella relazione un po' lo spaventava, era normale no?
 
Lui era il figlio dell'imperatore, governatore di un numero infinito di pianeti e fautore del mondo di Cleila. L'uomo più potente di tutti.
 
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dalle labbra di Dermot che si poggiarono sulle sue, in un dolce casto bacio. Nulla di esagerato.
 
Aveva chiuso le palpebre e lo stesso il ragazzo, condividendo insieme quel calore piacevole che si trasmettevano.
 
Le mani di Sam scesero sul suo corpo, stringendogli i fianchi e le braccia di Dermot cinsero il suo collo.
 
Sam si ritrovò contro il muro di schiena, con lui tra le sue braccia.
 
La sua barba lo punzecchiava, ma gli piaceva da impazzire e lo solleticava piacevolmente. Non tutti apprezzavano questa piccolezza, per molti era fastidiosa.
 
Erano nascosti dalla folla di persone all'interno, che cantavano, ridevano, parlavano e bevevano.
 
Nessuno si sarebbe reso conto di loro, neanche del loro spostamento verso il piano superiore, dove sparirono.
 
Yukio appoggiò una mano sulla sua guancia. -Scusami, davvero... ma non potevo in nessun modo dirtelo.-
 
Arrossendo lo fissava. -No, nessun problema... posso capire perché tu non lo abbia detto, insomma, era una missione segreta e non lo potevi di certo dire a un civile.-
 
Fece un bel sorriso, sollevato. -Sono felice che tu sia così maturo da capire, ma comunque mi sento un po' in colpa nei tuoi confronti.-
 
-Davvero, sono sincero- gli prese la mano tra le sue, con una certa delicatezza e stretta in una morsa dolce. -Fidati di me.-
 
Yukio lo vide sorridere a quel modo, lo rassicurò totalmente e non poté che ricambiare.
 
-E poi, sono felice che tu sia tornato vivo, questo mi importa.-
 
-Adesso beviamo alla vita, ok?-
 
Yukio ordinò uno nuovo drink alla ragazza dietro al bancone.
 
Il Primo Ministro alzò il proprio bicchiere e lo stesso il ragazzo, si scontrarono delicatamente e un lieve tintinnio si creò in mezzo al casino del bar, nessuno lo sentì ma solo loro due protagonisti. Dopo questo brindisi, tornarono a ridere e a scherzare. Cercando di passare una buona serata assieme.
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Hideto Takahashi