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Autore: Vitruvius    18/10/2024    0 recensioni
Un futuro non troppo lontano dove si vive la distruzione del mondo dalla comoda poltrona di casa.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 L'apocalisse sul divano 

 

Il rumore della risacca era perfetto, ritmico e preciso come un lento metronomo. La sabbia bianca si opponeva al turchese dell'acqua, al verde delle palme, al rosso del cielo al tramonto. 

Piccoli granchi e stelle marine abbellivano il bagnasciuga, mentre l'acqua era affollata di pesci colorati, cavallucci marini e tartarughe; queste ultime lasciavano dietro di loro una scia di stelline luminose, segnalando a chi si connetteva come far punti con il gioco "Turtleriding". Il gioco era alquanto noioso, ma la gente continuava a usare quella stanza della Città Virtuale per fare incontri e organizzare feste. 

Gli occhi blu e i capelli biondo platino di Etienne spiccavano sulla pelle bronzea; indossava dei bermuda e una semplice camicia bianca sbottonata che lasciava intravedere il fisico scultoreo.  

Nell'aria aleggiava una delicata armonia di violini ed Etienne decise di cambiarla con un più vivace tema "Ukulele Hawaiano". Dopo la selezione dovette attendere qualche minuto di pubblicità varie, tra cui quella di una nuova merendina, la "Tropical Banana Bomb", che decise di mettere nel carrello e comprare all'istante. 

Un leggero trillo e una semplice animazione sottolinearono l'ingresso di una nuova persona che Etienne fu in grado di riconoscere solo grazie al nickname: Pierre, suo fratello. Di fronte a lui non c'era il ragazzino segaligno con cui aveva condiviso l'infanzia, ma un imponente uomo dalla pelle d'ebano e gli occhi dorati, con i tratti incredibilmente simili al protagonista della nuova serie "Una notte a Parigi". 

L'entusiasmo dell'incontro li travolse e si abbandonarono ad esclamazioni e ripetuti abbracci che le tute tattili cercavano di simulare con risultati mediocri. 

-Ma guardati!- rise Etienne -Hai un avatar spettacolare!- 

Pierre annuì, anche lui entusiasta del fratello -Anche tu stai benissimo con quegli occhioni blu!- 

Etienne pantomimò un inchino -Ma non credo tu mi abbia contattato solo per scambiarci commenti sugli Avatar, dimmi tutto!- 

L'altro allargò ulteriormente il suo sorriso, mostrando una fila di denti bianchi e perfetti -Io e Beatrìz ci sposiamo!- 

Etienne sollevò entrambi i pollici cercando di simulare un minimo di entusiasmo all'idea dell'ennesima festa a tema con gente noiosa -Mitico! Passami il link, dammi un orario e ci sarò di sicuro- 

Pierre avanzò scuotendo il capo e posandogli le mani sulle spalle -No, niente del genere. Ci sposiamo dal vivo, andiamo a convivere- 

Questa volta lo stupore deformò il volto perfetto dell'avatar di Etienne -Cosa? A convivere di persona? Ma dove?- 

-Abbiamo già acquistato casa in Sudamerica! Non so bene se in Argentina o Chile, ma la zona è quella. Economica... e in alto! Così non dovremo preoccuparci dell'innalzamento del mare come quando ci siamo trasferiti da piccoli- 

-Ma il viaggio è sicuro? Ormai si leggono notizie di tornado ogni giorno- 

-Sì, è sicuro- confermò Pierre -il costo esorbitante copre sia la tassa sulle emissioni che eventuali rinvii a causa del maltempo- 

Etienne continuava a scuotere il capo -Ma dai, mi stai prendendo in giro! Almeno vi siete visti di persona?- 

-Abbiamo fatto molte videochiamate dal vivo, senza usare la Città Virtuale. Certo, è diverso, ma siamo pronti- 

-Io non mi sentirei mai a mio agio a vivere insieme a qualcuno. Cioè, è un passo davvero grosso! Pensa ad Anatole quando decise di sposare il suo Sexbot!- 

Pierre si portò un palmo al volto -Ti prego, Etienne, la questione è seria... - 

-Non sminuirlo! Any ha portato la cosa in tribunale, gli sta costando un occhio della testa!- 

-Ma se gli hanno riso dietro!- Pierre era a metà tra l'offeso e il divertito -Ora, vogliamo tornare a me e Bea?- 

-Giusto. Comunque, volete fare il matrimonio dal vivo? Sai che non verrà nessuno per i costi di viaggio- 

-Tranquillo, faremo la cerimonia in rete con tutti, poi anche una cosa privata solo tra me e lei- 

Etienne si perse un po' a guardare lo splendido orizzonte virtuale -Pensate anche di mettere su famiglia?- 

-Beh, sì. Uno o due bambini, vediamo cosa viene!- 

Gli occhi blu di Etienne tornarono al fratello -Con "vediamo cosa viene" vuoi dire che punterai a fare figli naturalmente? Senza selezione genetica e impianto?- 

-Beh, non proprio "naturalmente", non siamo mica animali! Faremo tutti i normali controlli per le malattie ereditarie e le impostazioni di base, ma non vogliamo usare la selezione per il colore degli occhi o il sesso- 

Etienne si portò una mano alla bocca, ridacchiando stupito e un po' imbarazzato per il fratello -Pierre, non è che mi stai diventando uno di quei fondamentalisti della naturalizzazione?- 

L'altro sospirò ruotando gli occhi -No, voglio solo mettere su famiglia. La Città Virtuale è bella, per carità, ma sento che mi manca qualcosa- 

-Ammetto di non riuscire a capirti. Qui mi basta un minimo pensiero per vedere film o andare a teatro, partecipare a qualsiasi gioco o festa, incontrare qualsiasi ragazza, ragazzo o entità virtuale io desideri in quel momento- 

Pierre lo osservò con una strana espressione che il volto del suo Avatar non riusciva a replicare con precisione -Forse tu sei fatto per questo mondo più di quanto non lo sia io- 

Tra i due cadde un attimo di silenzio mentre ciascuno valutava la propria vita e giudicava quella dell'altro. Pierre fu il primo a rompere quell'impasse -Ora Fratellino ti devo salutare, ho un sacco di cose da preparare- 

-Anche io dovrei lavorare un po', ultimamente sto facendo un po' di acquisti pazzi e il sussidio di base è un po' stretto- 

Un ultimo saluto, un ultimo abbraccio, ed entrambi svanirono in una nuvola di luci. 

 

Tornato alla Home Etienne inserì le sue credenziali di lavoro mentre stava ancora digerendo tutte le notizie di Pierre e selezionò a caso un droide dall'infinita lista di quelli in attesa di un operatore. Passarono alcuni secondi per la sincronizzazione e il suo corpo divenne quello del droide, la luce del deserto era così abbagliante che Etienne dovette socchiudere gli occhi all'interno del visore. 

Era nel mezzo di una grande distesa di pannelli solari, dove riecheggiavano soltanto i cigolii meccanici degli avvitatori e delle gru. Abbassò lo sguardo osservando le mani robotiche del droide, un modello uguale a tanti altri che lavoravano fianco a fianco silenziosamente, ognuno dei quali poteva essere pilotato da qualcuno comodamente seduto sul suo divano, a migliaia di chilometri di distanza.  

Muovendosi goffamente rischiò di inciampare sulle fondamenta di un vecchio palazzo che emergevano dalla polvere. Faceva strano pensare che quella fetta di terra desolata fosse, un tempo, parte di una cittadina inghiottita dal processo di desertificazione. Da una piccola duna al limitare della zona di lavoro emergeva anche un vecchio cartello pubblicitario con lo slogan di un politico locale: "L'Acqua sarà la nostra risposta!". Etienne si era anche interessato al movimento politico "marino", che sosteneva che la miglior soluzione alle difficoltà ambientali fosse quella di creare città subacquee, sfruttando le potenti correnti sottomarine per ottenere una fonte illimitata di energia e i desalinizzatori per ricavare tutta l'acqua dolce di cui avevano bisogno. Ovviamente funzionò, ma solo per un numero limitato di persone, come ogni altra soluzione applicata a livello "globale": quando il numero di strutture sottomarine superò il punto critico alcune correnti cambiarono e il Krill cominciò a morire, seguirono i cetacei e i pesci, gli uccelli marini, e poi tutto il resto. Tutti diedero la colpa ai "Subacquei" e l'intero mercato globale si spostò sul geotermico, ovviamente questo causò nuovi problemi che portarono alla scomparsa di centinaia di specie arboree.  

Etienne non si capacitava di come la popolazione restasse sempre stupita di fronte alle conseguenze delle grandi "soluzioni ambientali" applicate a livello mondiale. Era così evidente! Bastava osservare la storia, anche solo quella recente, eppure le persone continuavano a crederci, forse troppo stanche di trovarsi di fronte a problemi più grandi di loro preferivano illudersi che la nuova promessa del politico o dello scienziato di turno sarebbe stata la definitiva. Negli ultimi anni, rifletté, si stava cercando di puntare a soluzioni differenziate ad aree, ma era impossibile, soprattutto con la capacità di connessione fornita dalla Città Virtuale che dettava la moda a livello globale: quando sul mercato venne lanciato il modello di refrigeratore a Gel, perfettamente green, senza consumi o controindicazioni, tutti lo volevano. La produzione sarebbe stata di alcune decine di milioni di modelli, perfettamente sostenibile, il resto delle persone avrebbero usato altri refrigeratori e altre soluzioni. Purtroppo però la gente voleva proprio quel modello ed era anche disposta a pagarlo il doppio, quindi il mercato rispose: zone in cui il refrigeratore a Gel non poteva essere prodotto cominciarono a cambiare l'ecosistema locale in modo da riuscire a ricavarne i componenti necessari, e la sostenibilità divenne la bandiera con cui veniva distrutto l'ambiente.  

La stessa storia si ripeté molte altre volte, con la soia, l'olio di palma, il litio e un'infinità di altre risorse. I problemi cominciavano sempre quando arrivava il momento di decidere quali persone potevano usare le ultime novità e quali no.  

Sembrava che la società si fosse evoluta abbastanza da condannare lo sfruttamento di uomini e natura, ma non abbastanza per non farlo; con i governi dell'intero globo incapaci di gestire gli equilibri in costante mutamento, sempre in bilico (o in balìa) tra scienza, etica e autorità. 

Etienne stava stringendo i tiranti dell'ennesimo pannello quando nel suo campo visivo comparve un pop-up. Un droide delle consegne lo stava aspettando fuori dalla porta. Terminò l'operazione e decise di concludere la sua giornata lavorativa, che era stata di circa un'ora e mezza, lasciando il suo robot in attesa del successivo operatore. 

 

Tolse il visore e impiegò alcuni secondi per abituarsi alla penombra del suo appartamento e alla mancanza di istruzioni nel campo visivo. Si alzò sbuffando dopo diverse ore di immobilità e l'aria si riempì del tanfo acre del sudore accumulatosi sotto la mole obesa, valutò la possibilità di una doccia ma la bolletta dell'acqua era sempre più alta e, in fondo, aveva cose più importanti da fare. 

Camminando incerto scavalcò un cumulo di vestiti sporchi, si guardò intorno contemplando il caos del suo microscopico appartamento poi lo sguardo passò sulla sua immagine riflessa nello specchio del bagno. Come si potrebbe mai immaginare di andare a vivere con qualcun altro? Fece un profondo sospiro cercando di digerire l'idea di suo fratello che si spostava per mezzo globo per andare a "mettere su famiglia". 

Aprì la porta e subito un'ondata di caldo umido lo investì, alzando in pochi istanti la temperatura della dimora di un paio di gradi; davanti a lui il drone delle consegne aspettava pazientemente ronzando. Il massiccio ragazzo afferrò il pacco frettolosamente, confermò la ricezione della consegna e sbatté rapidamente l'uscio. 

Guardò la merendina che aveva tra le mani, "Tropical Banana Bomb", e constatò che alla fine aveva ceduto al costante bombardamento delle pubblicità che lo avevano investito negli ultimi due giorni. La scartò e gettò l'involucro biodegradabile nel bidone appoggiato sul vecchio tapis roulant che non usava da almeno tre anni. Dopo l'insalubre pasto e una lunga pausa in bagno, si diresse nuovamente verso il divano stiracchiandosi, muovendo muscoli atrofizzati sotto spessi strati di adipe, afferrò nuovamente il visore e si gettò nella Città Virtuale per un po' di vita sociale. 

 

Prima del login procedette alla customizzazione quotidiana del suo affascinante avatar; l'uomo atletico e abbronzato che lo rappresentava nel mondo virtuale non aveva subito particolari cambiamenti nelle ultime settimane ed Etienne non vedeva l'ora di sfoggiare i nuovi occhi verde brillante che aveva recentemente acquistato, sulle iridi era anche possibile vedere il logo della prestigiosa casa di moda che li aveva prodotti.  Selezionò un outfit elegante a sostituire quello "tropicale" che aveva indossato con Pierre e terminò l'ingresso nella stanza privata dei suoi amici, questa sera il loro server di ritrovo aveva l'aspetto di una pista da bowling. Gli altri stavano già giocando. 

Chameli aveva l'aspetto di una ragazza dalla pelle olivastra e il naso aquilino, non era particolarmente formosa ma l'outfit sportivo metteva in risalto la sua atleticità, era carina ma non bellissima e questo, nella Città Virtuale, la rendeva incredibilmente splendida. Chameli era una di quelle persone che non cambiavano mai l'aspetto del proprio avatar se non negli outfit o nell'acconciatura, forse per rispecchiare il suo vero aspetto (o per cercare di dimenticarlo). 

Glory era di genere Iperfluido, un'estremizzazione estetica realizzabile solo nel mondo virtuale, l'ultima volta che si erano incontrati era un gigantesco uomo villoso con una mascella inverosimilmente squadrata, oggi invece sfoggiava forme femminili così accentuante da essere oltre modo impossibili, fasciate da un tubino aderentissimo; il volto era ugualmente inverosimile, con labbra gonfie, ciglia chilometriche e una chioma fluente che cambiava colore costantemente. Ma per quanto il suo aspetto fosse spesso pacchiano e indossasse accessori a buon mercato, la sua voce era sempre incantevole, che fosse bassa, virile e rombante o vellutata, femminile e quasi eterea. Etienne avrebbe potuto ascoltare i suoi podcast per ore. 

Interrompendo la conversazione in corso Chameli sollevò subito una mano, salutandolo con un gran sorriso. 

-Ciao Etienne!- disse Glory, con una voce delicata e sensuale -Come va?- 

Etienne avanzò verso la pista da bowling con il suo portamento elegante e deciso -Non ci crederete! Mio fratello Pierre si sposa- 

-Tema dell'evento?- chiese distrattamente Chameli mentre prendeva la mira con la palla inesistente e si preparava al lancio. 

-Questà è la cosa sconvolgente: si sposa veramente! Di persona! E va a convivere!- 

La palla lanciata da Chameli ruzzolò oltre i birilli senza neanche sfiorarli mentre la ragazza si voltava, emozionata -Che meraviglia! Queste storie d'amore d'altri tempi sono bellissime- 

Glory, impassibile fin dall'inizio della conversazione, afferrò la palla successiva (cosa che sarebbe dovuta essere impossibile con le sue lunghissime unghie laccate) e prese il posto dell'amica -Vorrai dire "bellissime per una settimana"... forse neanche per così tanto-  

-Ma dai, un minimo di romanticismo! Una casa, dei figli! Poter ordinare cibi non solo in monoporzione!- 

Etienne rise -se quello è il problema puoi andare ad abitare in uno di quei mega edifici dei Naturalisti, so che fanno un solo ordine al giorno per centinaia di persone- 

Chameli incrociò le braccia, imbronciata -Almeno loro non hanno praticamente spese di gestione dei rifiuti! Riciclano tutto e non intasano il cielo con i droni delle consegne- 

Il suono di alcune trombette sottolineò lo strike di Glory -Mia cara- l'accondiscendenza nel suo tono sarebbe stata irritante se a parlare fosse stato chiunque altro -non sono di certo mille cittadini a cambiare la nostra situazione, dovrebbero farlo le industrie e i governi- 

-Ma almeno fanno qualcosa! Sicuramente è meglio di nulla- 

Etienne fece spallucce -Non saprei, mi sono appena fatto consegnare a casa una merendina, non credo che il volo di quel misero droide delle consegne possa influire in alcun modo- 

Glory scosse il capo -E poi ci sono quelli come Etienne, per cui le risorse di venti pianeti Terra non sarebbero sufficienti- 

Etienne fece la linguaccia per poi cambiare drasticamente discorso -Comunque ho provato questa "Tropical Banana Bomb", non è male- 

Chameli, ormai senza più speranza di recuperare il punteggio di Glory, si limitò a sedersi sul sofà dietro alla pista -Mio nonno l'ha provata, ma ha detto che non sa di vera banana- 

Il volto estremizzato di Glory assunse un'espressione di stupore -Vuoi dire che tuo nonno ha mangiato una banana? Il cibo delle scimmie?- 

-Certo, quando era un bambino! Ha detto che si trovavano ancora e la gente le mangiava volentieri-  

Etienne scoppiò a ridere -L'avevo letto durante le lezioni di scuola, ma credevo fosse una cosa di secoli fa, non una cosa che facevano anche i nostri nonni- 

Anche Chameli si lasciò scappare una risata -vero! È sconvolgente! Mi ha anche raccontato che c'erano delle piantagioni di alberi prima della desertificazione, ci pensate? Le prendevano dagli alberi!- 

La conversazione venne interrotta dall'arrivo di un gigantesco orco verde che impugnava una spada fiammeggiante mentre sfere luminose gli orbitavano attorno alla testa -Buongiorno gente! Sto solo dieci minuti che devo scappare!- 

Denny era il secchione del gruppo, nonché appassionato di giochi di ruolo interattivi, e spesso il suo avatar rispecchiava la sua passione del momento. Questa volta, però, era andato oltre la sua solita eccentricità e vedendo le facce stupite dei compagni si sbrigò a spiegare -Sto per sbloccare il trofeo "Dentro Magikia per quarantott'ore" danno un cappello a edizione limitata del server di gioco!- 

Glory accettò la risposta senza troppi problemi -Qui si parlava della "Tropical Banana Bomb", l'hai provata?- 

Il grosso orco scosse il capo -No, purtroppo qua siamo in piena stagione di monsoni e fanno solo spedizioni importanti o in gran quantità- 

Inclinando un po' la testa dubbiosa, Chameli chiese -Anche in Inghilterra avete i monsoni?- 

-Più o meno! Non è veramente un monsone, ma l'effetto è lo stesso: settimane in cui non si può uscire di casa, strade allagate e la connessione alla rete che rallenta- 

Etienne sospirò -Qua da me, invece, è un caldo torrido, non si può aprire un attimo la porta senza dover spendere un sacco per l'energia e farsi una doccia costa quanto ordinare un'intera cena a domicilio!- 

-è il prezzo per la nostra comodità- sentenziò Denny, con la sua rombante voce da orco. 

Etienne sbuffò, scuotendo il capo -Lo sapevo che saremmo finiti a parlare di questo! Ma dai! Sono anni che siamo completamente "Green" eppure il clima continua a peggiorare!- 

-I cambiamenti di oggi sono stati causati decenni addietro, il clima non è un interruttore che puoi accendere e spegnere in un istante!- agitò la grossa spada infuocata a sottolineare le sue parole. 

-Forse se parli della Rivoluzione Industriale all'inizio del 1900! Ma ora si vede chiaramente che la colpa non è nostra, ma di quei paesi arretrati che non si sono adeguati!- 

-Come, scusa?- Chameli era stata colta sul vivo e fece qualche aggressivo passo verso Etienne -Hai la minima idea di quello che stai dicendo?-  

-Guarda, io lavoro da remoto in Africa- Etienne decise di giocarsi la carta dell'esperienza personale -e lì c'è sabbia fino all'orizzonte. Ci sono pannelli solari ovunque e nessun essere umano per decine, forse centinaia di chilometri. Anni addietro avevano fatto tutta quella campagna per andare a vivere in mare, e poi non ci sono andati!- 

-Perché le abitazioni subacquee costavano troppo per l'economia Africana! Non hai visto i video delle manifestazioni? Tutte quelle persone a lavorare sottopagate per costruire case che non si sarebbero mai potuti permettere!- 

-Mi sembra così strano che a nessuno sia venuto in mente di costruirsi una casa per sé- mormorò borbottando Etienne, ormai reso insicuro dalla complessità dell'argomento e in difficoltà per la rabbia dell'amica. Purtroppo questo gettò solo altra benzina sul fuoco. 

-Non puoi permetterti di costruire cose dove e come vuoi, la legge del mercato è quella che ha deciso chi poteva costruire cosa e chi poteva abitare dove! Il terzo mondo ha fornito manodopera, risorse e spazi per le industrie altrui, trasformando quelle nazioni in perfetti capri espiatori- 

-E la manutenzione per garantire il funzionamento di ciò che già avevano? Ho visto intere regioni completamente allo sfacelo- questa volta il suo tono non era più polemico, ma genuinamente interessato ad un argomento che era generalmente soffocato dall'intrattenimento. 

Fu Denny intervenire -Città inghiottite dalla desertificazione, altre spazzate via dalle alluvioni o dai cicloni. Il tutto accompagnato da ecosistemi che vengono distrutti per rispondere alle richieste di un mercato sempre più esigente. Non puoi fare manutenzione quando la necessità è l'evoluzione- 

 -Ci sono popoli la cui sopravvivenza non era economicamente conveniente- il cinismo del pensiero espresso da Glory era in netto contrasto con il suono della sua voce, simile alle fusa di un gatto. 

Nessuno parlò per un po' mentre ciascuno faceva un personale esame personale. Etienne sentì la gola secca e il suo avatar si immobilizzò per alcuni secondi mentre si toglieva il visore e beveva un bicchiere d'acqua, saltando tra il mondo lucente e meraviglioso della Città Virtuale al suo piccolo monolocale creato appositamente per sopravvivere a ogni disastro climatico possibile, gli venne un brivido e si affrettò a tornare nella dolce e accogliente realtà creata su misura per lui. 

L'imponente avatar di Denny aveva una strana espressione corrucciata -Mi dispiace ma devo scappare. Magari riprendiamo la conversazione la prossima volta- 

Chameli gli sorrise facendo spallucce -Tanto è da generazioni che questa conversazione viene rimandata, un giorno in più non cambierà- 

Si salutarono e, mentre l'avatar di Denny cominciava ad essere avvolto dalle luci del logout, Etienne cercò di concludere il discorso con quella che sperava fosse una frase positiva -comunque io sono tranquillo: con le tecnologie che abbiamo, e la rapidità del progresso che abbiamo saremmo capaci di sopravvivere a qualsiasi apocalisse!- 

La risposta di Denny riverberò nell'etere mentre svaniva -Su questo ti do ragione, e per un semplice motivo: l'apocalisse c'è già stata, ma non ce ne siamo accorti- 

   
 
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