La rana
Non so se qualcuno leggerà mai queste mie parole e chi potrà essere, ma non ha importanza. Domani potrei essere morto e ho assolutamente bisogno di parlare con qualcuno, altrimenti impazzisco, ma dato che siamo tutti nella stessa merda e l’umore generale non è per nulla alto è decisamente più saggio che lo faccia da solo e in silenzio.
Posso solamente sperare che tu, che stai leggendo, possa trovarti in una situazione migliore della nostra. Vorrei anche poter sperare di essere l’io del domani, ma sembrerei semplicemente patetico. Anche se, a dire il vero, la dignità umana è sparita ormai da secoli…
Ma quello che faremo stanotte cambierà drasticamente il nostro futuro, anzi, il futuro di tutti, e saremo nuovamente liberi.
Cercherò di essere sintetico, dato che ho poche pagine a disposizione e sicuramente non potrò esprimere tutto quello che sto provando e mi sta passando per il cervello mezzo bacato in questo momento. La carta è diventata una rarità, come tutto il resto.
Cosma dice che sarebbe meglio se il nostro secolo venisse cancellato dalla storia dell’umanità, ma io non sono d’accordo. Solo ricordando gli errori del passato si può sperare che le future generazioni possano fare meglio di noi, per questo ho intenzione di raccontare tutto questo incubo fin dal suo inizio (sempre che qualcuno capisca qualcosa della mia scrittura, la mia mano sta nuovamente tremando in modo quasi spastico. Sono così nervoso… poco fa è bastato solo che uno stupido topo mi passasse accanto per farmi prendere un colpo).
È iniziato tutto poco meno di quindici anni fa. Quando vennero… Loro.
Merda. Ancora non ci posso credere. Mi sembra tutto assurdo, come il peggiore degli incubi, in ogni senso.
Si sono presentati di punto in bianco, davanti a tutti, e difronte le telecamere di tutto il mondo dissero di essere giunti fino a noi grazie a quelle cazzo di tavolette dei Pioneer, o come si chiamano. Bugiardi. Per me ci stavano osservando da molto, molto, molto prima… ma se è possibile darò dopo le spiegazioni di questo mio ragionamento.
Dissero di essere venuti in pace (ah, che ridere!), semplicemente per allargare la loro conoscenza sullo spazio e su chi ci abitava. Ci siamo cascati tutti, persino io, l’ultimo degli allocchi. Sebbene ci fosse qualcuno, giustamente, intimorito dalla brusca e alquanto inaspettata novità, ben presto il timore venne inghiottito dal fascino generale che quei… cosi… emanano.
Ed esattamente come dei bambini incantati dalla fiamma di una candela, abbiamo allungato la mano.
Hanno condiviso con noi le loro conoscenze. La qualità della vita umana migliorò nel giro di pochi anni, era tutto bellissimo, oltre ogni immaginazione. Il mondo stava letteralmente vivendo la sua epoca d’oro, senza la ben che minima distinzione razziale o sessuale, senza criminalità, povertà e sofferenza. Persino la morte smise di fare paura.
Smettemmo di avere leader, non ce ne fu più bisogno, visto che non c’erano più umani favoriti o sfavoriti. Dio, che idioti siamo stati…
Ma l’essere umano è famoso per la sua ingordigia. Quella vita idilliaca ad alcuni stava stretta, le sfide e le emozioni forti erano praticamente state cancellate.
Sì, hai letto bene, sto dicendo che qualcuno andò da Loro a lamentarsi di essere troppo felici.
A quanto pare, ai nostri “cari amici” venuti dallo spazio, l’unica cosa che gli stava a cuore era soddisfare ogni nostro desiderio, quindi tenendo conto che l’umano ama sognare ad occhi aperti, costruirono quei macchinari.
Banalità delle banalità le soprannominammo “incubatrici”.
Questi baccelli di metallo e circuiti inducono il subconscio in una sorta di realtà virtuale, dove sei tu a crearti il tuo mondo e puoi essere quello che hai sempre desiderato. Puoi volare, amare chi vuoi, respirare sott’acqua, essere un dio o un feroce assassino... meglio di un videogioco, meglio di qualsiasi droga conosciuta, meglio della realtà.
Ancora una volta, nel giro di poco ogni persona esistente volle provare questa entusiasmante esperienza, prolungando sempre di più le “sedute”, da un paio d’ore a un paio di giorni, a un paio di settimane, a un paio di mesi ad anni interi, fino a che molti, troppi, ne diventarono completamente dipendenti.
Prova a pensare a un immenso cimitero con le bare esposte e invece dei cadaveri, al loro interno, ci sono persone addormentate, smarrite in un mondo che non esiste e forse riuscirai a capire di cosa sto parlando.
Da un breve e meraviglioso periodo d’oro, quasi tutta l’umanità si trasformò repentinamente in uno stuolo di morti viventi.
Naturalmente anche io partecipai a quella follia. Fui uno dei ultimi a farlo. Mi dissi “Solo un’ora, che male potrà farmi?” quando ne uscii erano passati tre mesi. Non c’è neanche da dire che quella fu la prima e ultima volta.
Fui anche uno dei pochi a vedere finalmente la realtà.
Ci hanno fottuto.
Le costruzioni che a detta Loro servivano come case e per riparare i loro giocattoli fantascientifici dalle intemperie, sono in realtà dei forti per proteggersi. Da noi, ovviamente, da qualche probabile ribelle che non aveva alcuna intenzione di piegarsi a tutto questo schifo.
Si sono presi il nostro pianeta senza nemmeno un morto. Ci hanno semplicemente messi in una… serra (come altro dovrei definirla quella gigantesca cupola di vetro?) e addormentati.
Esattamente come avevano fatto i coloni con i selvaggi, ci hanno aggirati con belle parole e modernità, solo che invece di fucili e proiettili da quattro soldi, ci hanno dato bei sogni e chincaglieria e, mentre noi eravamo tutti presi ad ammirare i nostri nuovi giocattoli luccicanti, ci hanno preso tutto.
Per questo sono convinto che ci stavano osservando già prima di tutta questa storia, questa coincidenza oltre a darmi i brividi la trovo subdolamente, crudelmente ironica.
O è invece il castigo divino per tutti i nostri peccati?
Forse.
Ma guardando il bambino appena nato di Andrea, non posso fare a meno di pensare che questo castigo debba giungere a termine, per dare a chi è senza peccato una vita degna di questo nome.
Ovviamente siamo riusciti a scappare e rifugiarci sotto terra, di tanto in tanto strisciamo fuori per procurarci cibo e acqua, altre volte organizziamo spedizioni per portare via qualcuno dalla “serra”.
Cristo… ogni volta è una scommessa. E non sto parlando solo dell’entrare e uscire da quell’inferno (ovviamente si è fatto via via sempre più pericoloso), ma delle persone quando si svegliano.
La maggior parte delle volte non reggono e impazziscono. I suicidi non sono stati pochi. Dicevano che non riuscivano più a vivere nella realtà e che sarebbero ritornati nelle incubatrici, in un modo o nell'altro.
Fortunatamente ci sono anche persone che riescono a rinsavire, ma sto parlando di tre casi su dieci.
Comunque sia, nelle nostre scappatelle notturne siamo riusciti a raccogliere anche un po' di informazioni.
Ad esempio che alcuni dei nostri cari esponenti politici erano in comunella con Loro. Hanno consegnato l'intera razza umana in cambio di potere e conoscenza, ma i bastardi sono stati fottuti a loro volta e ficcati a forza nelle incubatrici.
Potrei dire che mi dispiace, ma sono sempre stato un pessimo bugiardo.
Sempre a proposito della "serra" notiamo che, a volte, qualche dormiente sparisce e non per colpa nostra. Abbiamo ipotizzato che forse è questa la ragione per la quale non ci sterminano direttamente, hanno oltre sette miliardi di cavie docili e indifese su cui sperimentare. Infatti quando un dormiente torna (SE torna!) l'incubatrice ha quasi sempre una piccola modifica.
Non voglio nemmeno sapere cosa cazzo combinano… solo provare a ipotizzare mi toglie quel poco di sonno che ho.
Abbiamo anche scoperto che le incubatrici sono tenute attive da una manciata di generatori. Saranno quelli i nostri obiettivi principali, stanotte.
Principali, ma non unici.
Proprio ieri Cosma mi ha fatto notare che tutta questa storia ricorda molto quell’orribile esperimento della rana e della pentola di acqua. Sai, quella cosa che se metti una rana in una pentola di acqua bollente quella salterà via, ma se la metti quando è fredda e la fai scaldare piano, alla fine, quando l’acqua arriva al bollore, la rana sarà talmente intorpidita da non avere più le forze per saltare via…
Da quel momento non ha fatto altro che chiamarci “squadra rana” o a dare del ranocchio a tutti, fino a quando, non so chi, ha minacciato di tirargli un pugno in faccia.
Il suo perenne buon umore è quasi imbarazzante; Anche se devo dire che l’esempio che ha fatto è perfetto. Solo che adesso ci stanno cercando e più che come delle rane, se non stiamo attenti, rischiamo di fare la fine dei topi.
Ma tra poco, comunque vada, tutto questo finirà. Sveglieremo con la forza i dormienti, li libereremo e cercheremo di riprenderci ciò che è nostro.
Siamo in pochi, ma non abbiamo altra scelta.
Il sole sta calando.
Augurami di rivederlo sorgere.
Con disperazione.
Max.
30/12/2016
Copertina di PGV
Ciao, grazie per aver letto fino a qui, se ti è piaciuta la storia, lascia un commento, mi farebbe molto piacere.