Guizzi.
Come una damigella danzi
tra gorgoglii
di correnti, di pensieri
segretamente conservati
tra diari in custodia
nella cripta della mente.
Scappi.
Tra vecchie stanze impolverate
sull'orme dei miei gesti
taciuti, bisbigliati
e con impaccio dedicati
all'ombra di una folla
di sguardi maliziosi.
Ti aggiri.
Con passi infeltriti,
occhio a non far rumore!
Schivo, sfuggente,
il tuo sguardo mi invita
tra le calli solitarie
di un'esistenza impenetrabile.
Ti assesti.
Una colomba riposa le ali
giungendo al nido d'amore.
Irrequieta, turbata,
mi aggiro ferendomi
tra le spine del labirinto.
Non vedrņ mai la luce.