Da bambino, Neji non la considerava davvero una minaccia o una presenza particolarmente interessante. Era la figlia dell’attuale capo del clan, una persona timida e insicura, lontana dai riflettori, ma che portava con sé il peso della famiglia principale. Ma man mano che cresceva, e mentre il suo destino si faceva sempre più chiaro, c’era una cosa che Neji non riusciva a dimenticare: lo sguardo di Hinata.
C'era una dolcezza in lei che lo colpiva sempre, una sensibilità che contrastava con la durezza e l'orgoglio che lui stesso cercava di nascondere. All'inizio, Neji pensava che fosse solo una debolezza, un modo in cui Hinata cercava di farsi spazio nel mondo del clan. Ma col tempo, quella dolcezza si trasformò in qualcosa che lui non riusciva a definire. Era un'ammirazione che andava oltre il semplice rispetto. La vedeva guardarlo con occhi pieni di speranza, come se fosse più che un semplice cugino. E quel suo sguardo, quella luce che brillava quando lo fissava, lo turbava in modi che non riusciva a comprendere.
Era stato durante uno degli allenamenti di difesa che Neji aveva notato la sua insistenza nel cercare di migliorare, nel cercare di provare qualcosa. In quel giorno, mentre si allenavano insieme, Hinata aveva affrontato il suo avversario con una determinazione che non aveva mai visto in lei prima. I suoi occhi erano fissi su di lui, come se cercasse di dimostrargli qualcosa. Ma in quella ricerca di perfezione, Neji aveva notato anche qualcosa di più, un'inquietante intensità nel suo sguardo.
"Dai, Hinata," aveva detto con tono di sfida, vedendo la sua espressione seria e concentrata. "Non essere così gentile. Se vuoi davvero difenderti, devi combattere."
Hinata aveva alzato gli occhi verso di lui, e per un istante, Neji aveva visto qualcosa di inaspettato in quegli occhi: un desiderio. Un desiderio che lo sorprese, ma che, al tempo stesso, lo fece sentire confuso. Non era solo ammirazione. Non era solo gratitudine per l'insegnamento. C'era qualcosa di più profondo. Come se, in quel momento, Hinata stesse cercando qualcosa di più da lui, qualcosa che andasse oltre l'allenamento. Come se stesse cercando di arrivare al cuore di Neji, come se volesse che lui la vedesse in un modo diverso.
Neji non disse nulla. Non rispose, non perché non volesse, ma perché la confusione lo paralizzava. Non sapeva come rispondere a quello sguardo, a quella sensazione che stava crescendo dentro di lui. Non sapeva nemmeno se fosse una sensazione reale o se fosse solo il frutto della sua stessa solitudine. Ma non poteva ignorarla.
Da quel giorno, ogni volta che si incontrava con Hinata, sentiva quella tensione non detta, come se un legame invisibile si fosse formato tra di loro, qualcosa che andava oltre la semplice parentela. La vedeva comportarsi in modo diverso, più sicura di sé, come se ogni suo gesto fosse rivolto a lui, come se cercasse in continuazione il suo approvazione. Neji non sapeva se fosse davvero amore, ma la sensazione di essere al centro dei pensieri di Hinata lo faceva sentire, per la prima volta in vita sua, importante. Non solo per il suo ruolo di membro del clan Hyuga, ma come persona.
In quei momenti, la sua mente cominciò a giocargli brutti scherzi. C'era una parte di lui che sperava che Hinata, quella ragazza fragile e insicura, fosse in grado di vederlo in un modo diverso, come qualcuno che non era semplicemente condannato dal suo destino. E quella speranza si faceva sempre più forte ogni volta che incrociava il suo sguardo.
Ma Neji non osava dirlo. Non osava credere che potesse esserci una possibilità, una possibilità che, da un lato, sarebbe stata impossibile a causa delle rigide leggi del clan, ma dall’altro lo faceva desiderare più di ogni altra cosa.
La situazione peggiorò durante una festa del clan, quando Neji si trovò a ballare brevemente con Hinata, durante una delle rare occasioni in cui le regole del clan sembravano allentarsi. Quel ballo durò pochi minuti, ma quei pochi minuti furono sufficienti per far crescere un’illusione nella mente di Neji. Hinata gli sorrise, e quel sorriso, così sincero e senza alcuna preoccupazione, fece nascere dentro di lui una sensazione di protezione. Sentì un legame che non poteva più ignorare.
La sua mano si poggiò sulla sua vita con una delicatezza che Neji non aveva mai visto in lei. Ogni passo, ogni movimento, sembrava orchestrato in un modo che li rendeva perfetti insieme. Neji si sentì quasi sollevato, come se finalmente stesse vivendo qualcosa che avrebbe potuto andare oltre la durezza del suo destino. E mentre il ballo finiva, il suo cuore batteva più forte di quanto avrebbe dovuto. Si guardò negli occhi, e pensò di vedere qualcosa lì. Forse non era solo la sua immaginazione.
"Neji," aveva sussurrato Hinata, con un’espressione che lui non poteva decifrare, ma che lo colpì come un colpo al cuore. "Grazie."
Non c’era nulla di particolare in quelle parole, niente di più che una semplice forma di gratitudine. Ma nel tono della sua voce, Neji sentì qualcosa che lo fece vacillare. Un'inquietante sensazione di speranza. Un pensiero fugace che si radicò profondamente in lui: Forse Hinata prova qualcosa di più per me.
Quella sera, Neji tornò nel suo dormitorio con la mente confusa e il cuore in tumulto. Non riusciva a dormire, i suoi pensieri tornavano sempre a quel sorriso, a quel gesto gentile, a quel "grazie" che, per un momento, gli aveva dato la sensazione che tra di loro potesse esserci qualcosa di speciale.
Era un'illusione, un sogno che non avrebbe mai potuto realizzarsi, ma per la prima volta in tanti anni, Neji desiderava con tutte le sue forze che quel sogno potesse diventare realtà.
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Neji era cresciuto nel rigido contesto del clan Hyuga, sempre sotto il controllo di regole implacabili e doveri che non lasciavano spazio a fraque, aveva sempre visto il mondo in modo chiaro e determinato. Ma ora, ogni pensiero sembrava trascinarlo in un vortice che non riusciva a fermare. E il centro di tutto era Hinata.
Aveva imparato a controllare il Byakugan fin da quando era bambino. Lo usava per combattere, per studiare l'avversario, per risolvere ogni questione pratica con la precisione di un calcolatore. Ma ora, il suo occhio sensibile sembrava vedere più di quanto avrebbe dovuto. Quella visione, che una volta gli era servita per decifrare la vita degli altri, ora gli si ritorceva contro. Iniziò a scrutare Hinata nei momenti più privati, quando lei non se ne accorgeva. Non voleva farlo, ma non riusciva a fermarsi. Ogni volta che la vedeva, c'era una parte di lui che cercava di sapere di più, di capire ogni dettaglio, di sentire quella connessione che sembrava svanire appena la realtà li separava.
Era in un giorno come tanti che accadde per la prima volta. Neji si trovava nel suo angolo di allenamento, ma lo sguardo non era concentrato sugli esercizi come avrebbe dovuto. Il suo Byakugan era attivo, silenzioso, penetrante. E attraverso i muri della casa dei principali del clan, riuscì a vedere Hinata nella sua stanza. Non poteva fare a meno di guardarla. La vedeva piegarsi per raccogliere qualcosa dal pavimento, il corpo delicato e femminile che si muoveva con grazia. Poi, Hinata si tolse lentamente i vestiti che indossava per cambiarsi, e la vista di quel gesto semplice, ma intimo, lo fece rabbrividire. Non era la nudità che lo affascinava, ma il modo in cui quella scena gli sembrava perfetta, inarrivabile, come un miraggio che si dissolveva appena lo cercava di afferrare.
Il suo cuore accelerò. Cercò di allontanarsi da quella visione, ma la curiosità lo trattenne. La sua mente iniziò a divagare, alimentata dal desiderio che lo consumava. Le immagini di Hinata, che per un attimo avevano fatto luce su un mondo a cui non poteva appartenere, si intrecciavano con pensieri ossessivi. Perché non riesco a fermarmi? si chiese.
Ogni giorno, quella tentazione si faceva più forte. Neji non poteva ignorare la sua presenza, come se la sua esistenza fosse ormai parte di un universo che continuava a gravitare attorno a lui. Ogni volta che la vedeva, una parte di lui sperava, sognava che lei provasse qualcosa di più, che in qualche modo potesse vedere in lui ciò che non vedeva negli altri. Ma quelle erano fantasie. Sapeva bene che non avrebbe mai potuto avere nulla di più di un rapporto di sangue e dovere con Hinata.
Neji sapeva che non avrebbe mai potuto dire a Hinata ciò che sentiva. Che non avrebbe mai potuto infrangere le leggi non dette del clan. Ma quel desiderio, quella gelosia, quella sensazione di essere invisibile agli occhi di lei, cresceva ogni giorno di più. Ogni piccolo segno che Hinata gli mostrava, ogni sua parola, ogni gesto, si trasformava in una tortura silenziosa.
Era troppo tardi. La sua mente era ormai persa in una spirale che non riusciva più a fermare. E l'unica via di fuga che Neji vedeva era quella che lo portava sempre più lontano dalla realtà, verso un'ossessione che avrebbe potuto distruggerlo.
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Il sole stava tramontando dietro le montagne, tuffandosi lentamente nel cielo rosso, mentre la brezza serale accarezzava dolcemente la pelle di Hinata. Si trovava nel giardino della casa dei Hyuga, uno spazio tranquillo che amava visitare dopo una lunga giornata di allenamenti. Il profumo dei fiori freschi e il suono degli uccelli in volo creavano un’atmosfera di pace che la faceva sentire lontana dalle sue preoccupazioni.
Neji, seduto su una panchina vicina, stava allenando il suo controllo del chakra, concentrato sui movimenti delle sue mani. Ogni tanto lanciava uno sguardo verso la cugina, vedendola immersa nei suoi pensieri, i suoi occhi che si perdevano nel paesaggio circostante.
Hinata si avvicinò, il suo passo leggero e silenzioso. Si sedette accanto a lui, guardando insieme il tramonto, ma sentiva il desiderio di dirgli qualcosa che ormai la tormentava da un po'. Da quando avevano parlato di certe incomprensioni, qualcosa nel suo cuore si era fatto più intenso, ma non era l’amore che Neji pensava. Non lo sapeva nemmeno lei come definirlo, ma non voleva che lui si sentisse confuso o distaccato.
“Neji-niisan,” disse, rompendo il silenzio.
Neji si girò verso di lei, il suo volto serio ma non privo di affetto. “Hmm?”
Hinata si girò a sua volta verso di lui, il suo volto delicato ma pieno di un sentimento che non riusciva a nascondere completamente. “Grazie… per avermi sempre aiutato. Non mi sono mai sentita sola con te al mio fianco. Sei una guida per me.”
Neji la guardò negli occhi, i suoi pensieri momentaneamente interrotti. Le sue parole, dolci e sincere, lo colpirono come un raggio di luce. Non poteva fare a meno di pensare che ci fosse qualcosa di più in quello che stava dicendo. Sentiva che c’era qualcosa di speciale nel suo tono, un’affettuosità che non riusciva a spiegare.
Hinata si avvicinò leggermente di più, mettendo una mano sulla sua. “Neji-niisan, io… ti voglio davvero bene.”
Il tocco della sua mano sulla sua, quel piccolo gesto, sembrava innocente, ma Neji lo percepì come qualcosa di diverso. Il suo cuore diede un piccolo sussulto. La sua mente si attivò, cercando di trovare un senso a quella vicinanza, a quelle parole. “Hinata…” la sua voce divenne più morbida, come se stesse cercando una conferma in quelle parole.
“Ti voglio bene, come a un fratello,” continuò lei, notando l’espressione che si stava facendo più intensa sul viso di Neji. Non poteva sapere cosa stesse pensando, ma un piccolo nodo si formò nel suo stomaco. Aveva paura che stesse fraintendendo.
Neji non riuscì a trattenere un sorriso, ma la sua mente stava già correndo in un’altra direzione. Sentiva la confusione crescere dentro di lui, ma anche una sensazione più calda, più profonda, che non riusciva a ignorare. Hinata lo stava guardando con occhi pieni di affetto, la sua mano ancora appoggiata sulla sua, e il suo cuore non riusciva a non pensare che ci fosse qualcosa di più dietro. Forse lei non lo aveva mai detto esplicitamente, ma quei piccoli gesti, quel tono di voce… sembravano parlare di un amore nascosto, di un sentimento che finalmente stava emergendo.
Un’improvvisa timidezza lo fece abbassare lo sguardo, mentre il suo cuore batteva più forte. “Hinata… tu… pensi che io sia più di un semplice fratello maggiore per te?”
Hinata sentì un brivido correrle lungo la schiena, ma non riuscì a rispondere subito. Sapeva che c’era stata una certa intimità nel loro scambio, ma non pensava che fosse qualcosa che potesse confonderlo. Si rese conto di come la sua affettuosità fosse stata interpretata, ma non poté fare a meno di mantenere quella sensazione di vicinanza.
"Neji-niisan, io ti ammiro e ti rispetto molto," rispose con voce tremante, cercando di non far trapelare la confusione che la stava assalendo. "Mi hai sempre insegnato tanto… ti considero come un esempio." Ma qualcosa nel suo cuore, qualcosa che non riusciva a esprimere, la faceva sentire ancora più vicina a lui. "Io ti voglio davvero bene, ma non nel modo che forse pensi."
Neji, purtroppo, non comprese appieno quelle parole. La sua mente stava già cercando di mettere ordine ai suoi pensieri, ma l’idea che Hinata provasse qualcosa di più nei suoi confronti non lo lasciava. Forse aveva capito male le cose, ma la sua vicinanza, quel tocco sulle mani, quel modo di guardarlo… tutto sembrava indicare qualcosa che era più di una semplice ammirazione. “Non capisco…” sussurrò, ma il suo volto era illuminato da un sorriso incerto.
Hinata notò la sua confusione, ma non riuscì a dire altro. Un piccolo nodo le strinse la gola. Non voleva ferirlo, ma sapeva che forse doveva chiarire le cose. Non voleva che Neji pensasse che ci fosse qualcosa di romantico tra di loro, ma non riusciva a trovare le parole giuste. Lo guardò negli occhi per un lungo momento, sentendo un’improvvisa tristezza. Per un attimo, fu come se tutto fosse confuso.
“Neji-niisan… scusami,” disse infine, con una voce più piccola, ma piena di dolcezza. “Io non volevo farti pensare che fosse… più di così.”
Neji, sorpreso dalla sua reazione, si sentì stranamente sollevato, ma anche più confuso. “Hinata… non è che… mi abbia frainteso?” chiese, anche se nel fondo del suo cuore sperava che fosse davvero lei a provare un sentimento più profondo.
Hinata sorrise, ma il sorriso non raggiungeva del tutto i suoi occhi. Sentiva una sensazione strana dentro, come se fosse imprigionata tra il desiderio di avvicinarsi e il bisogno di mantenere le distanze. “Non è nulla di cui devi preoccuparti. Ti ammiro molto, ma non è amore, Neji-niisan.”
Neji la guardò, ancora incapace di comprendere pienamente. Ma una piccola parte di lui non riusciva a credere a quelle parole. Forse stava solo proteggendo il suo cuore, eppure quel gesto così affettuoso, così intimo, sembrava dire altro.
Hinata, guardando Neji, capì che forse stava facendo il giusto, ma non poté fare a meno di sentire una piccola parte di sé che desiderava qualcosa di più. Decise di tacere, di tenere quel piccolo segreto nel cuore, sperando che con il tempo le cose si sarebbero chiarite.
“Neji-niisan… grazie per essere sempre stato al mio fianco,” disse infine, con il cuore che batteva più forte di quanto volesse ammettere.
Neji, ancora immerso nei suoi pensieri, annuì lentamente, ma sentiva che c’era qualcosa che non riusciva a cogliere. In quel momento, non capiva del tutto, ma sapeva che, in un modo o nell’altro, la loro relazione sarebbe cambiata.
E mentre il tramonto colorava il cielo di arancio, entrambi rimasero lì, fianco a fianco, con il cuore pieno di sentimenti non del tutto compresi. Ma qualcosa, tra le ombre di quella sera, sembrava suggerire che nessuna delle loro emozioni sarebbe rimasta nascosta a lungo.
Trascorse un po' di tempo, e la luce del tramonto aveva ormai lasciato il posto al buio della sera, mentre la quiete del giardino dei Hyuga avvolgeva tutto in un abbraccio di silenzio. Neji, ancora con il cuore pesante dalle parole di Hinata, la guardava in silenzio. La sua mente era un turbinio di pensieri contrastanti, un’inquietudine che non riusciva a placare. La sua mente era scivolata in quella direzione, convinto che Hinata provasse per lui un sentimento che andava oltre la semplice affettuosità. Ma le sue parole… quelle che aveva appena detto… qualcosa non tornava.
Hinata, d'altro canto, si sentiva confusa e disorientata. Il gesto affettuoso che aveva fatto verso Neji era venuto dal cuore, ma non in quel senso che lui sembrava pensare. Non sapeva come fermare il fraintendimento che si stava creando tra di loro, come spiegargli che non c'era nulla di romantico nelle sue azioni. Ma la verità le sembrava sempre più difficile da esprimere. Le emozioni che provava per lui erano sincere, ma non quelle che Neji stava interpretando.
Quando si alzò per allontanarsi, la sua mente stava cercando una via d’uscita, una spiegazione che potesse rimettere tutto al suo posto.
Neji la osservò alzarsi, il cuore che batteva più forte. In quel momento, qualcosa dentro di lui lo spinse a reagire. Non voleva che lei andasse via, non voleva che quel silenzio li separasse ulteriormente. Avvertiva quella distanza emotiva che si stava creando tra di loro, e sentiva che, forse, era il momento di affrontarla. Sentiva il bisogno di capire, di chiarire, ma il desiderio di avere una risposta più forte di ogni cosa.
"Hinata," disse, con la voce più intensa di quanto si fosse aspettato. Il suo tono era fermo, ma dentro di lui si stava scatenando una battaglia.
Hinata si fermò un attimo, ma non si girò. Sapeva cosa stava per succedere, ma non sapeva se fosse pronta a fermarlo. Non voleva farlo soffrire, ma in qualche modo, ogni gesto affettuoso sembrava scatenare un malinteso che li avrebbe allontanati ancora di più.
Neji si avvicinò lentamente, e prima che potesse dire qualcosa, la prese per il braccio, fermandola.
Hinata si girò, il cuore in subbuglio. I suoi occhi erano colmi di confusione, ma anche di una gentilezza che cercava di nascondere.
"Neji… non devi," mormorò, ma la sua voce tremò.
Neji, con un movimento deciso, si avvicinò ulteriormente, guardandola negli occhi. "Non posso ignorare quello che sento, Hinata. Non posso più vivere nell'incertezza. Le tue parole, il tuo affetto, tutto mi ha fatto credere che ci fosse qualcosa di più. E ora non posso fermarmi."
Hinata lo guardò intensamente, il respiro che si fece più affannato mentre sentiva la distanza tra loro ridursi, come se ogni parola di Neji avesse il potere di annientare la sua certezza interiore. Ma sapeva che doveva fermarlo prima che fosse troppo tardi. Non era pronta per questo, non in quel modo.
"Neji… no," sussurrò, mentre le sue mani si posarono sulle sue spalle, cercando di tenerlo a distanza. "Non è quello che pensi. Non sono innamorata di te. Ti rispetto e ti voglio bene, ma non come pensi. Non posso permetterti di credere che ci sia qualcosa di diverso."
Neji, visibilmente turbato, non riuscì a fermarsi. In un impeto di emozioni contrastanti, si chinò verso di lei, le sue mani che la trattenevano delicatamente, ma con una forza che parlava della sua lotta interiore. Il suo cuore pulsava all’impazzata, spinto da una passione che non riusciva a placare.
Le sue labbra sfiorarono quelle di Hinata, un bacio che non chiedeva permesso, ma che nasceva dalla confusione e dal desiderio. Non cercava di ferirla, ma era incapace di fermarsi. Il bacio, delicato all'inizio, si fece più intenso, come se volesse cancellare ogni dubbio, ogni distanza tra di loro.
Hinata, sorpresa e paralizzata, sentì il cuore batterle più forte, ma le sue mani spinsero gentilmente Neji indietro, separandosi da lui. Non era il momento giusto, non poteva lasciarlo credere che fosse una risposta ai suoi sentimenti. Non era giusto per entrambi.
"Neji, fermati!" disse, la voce tremante ma ferma.
Neji si fermò, ma il suo sguardo era confuso, dolorante. Non riusciva a comprendere ciò che stava succedendo, a capire perché lei lo stesse allontanando, nonostante tutto ciò che avevano vissuto insieme, tutto ciò che avevano condiviso.
Hinata si allontanò da lui, i passi incerti. "Non posso," sussurrò, quasi come se parlasse a se stessa. "Non posso mentire, non posso far finta che questo sia qualcosa che non è."
Il suo cuore era in subbuglio, ma non c’era altra scelta. Doveva andare, allontanarsi per mettere ordine nei suoi pensieri. Non sapeva come dirgli che il loro legame non sarebbe mai stato romantico, ma non voleva che Neji soffrisse più di quanto già stava soffrendo.
Con uno sguardo carico di emozioni non espresse, si voltò e si allontanò rapidamente, senza guardarsi indietro. Neji rimase immobile, il volto segnato dalla confusione e dal dolore, mentre il suono dei suoi passi si allontanava nel giardino silenzioso.
Neji rimase lì, immobile, a riflettere su quel gesto, sul bacio che non aveva mai chiesto, ma che aveva desiderato troppo. Eppure, mentre il vento accarezzava il suo volto, non poteva fare a meno di sentire che qualcosa, tra lui e Hinata, si stava spezzando.
Hinata, nel suo cammino solitario, sentiva un peso sempre più grande nel cuore. Non poteva fermarsi, ma ogni passo che la allontanava da lui era come una ferita che si apriva. Avrebbe voluto dirgli la verità, ma non sapeva se il tempo e le parole sarebbero mai stati abbastanza per curarla.
E mentre la notte avvolgeva il giardino, entrambi si allontanavano, persi nei propri pensieri, sospesi tra il desiderio e la verità, incapaci di trovare la via per sanare il silenzio che li separava.
Neji sentiva il peso del rifiuto, ma anche un piccolo senso di speranza. Sperava che un giorno Hinata lo avrebbe capito, che avrebbe compreso i suoi sentimenti. Forse aveva agito in fretta, forse aveva frainteso, ma non poteva negare ciò che provava. Eppure, sentiva che c’era qualcosa di più profondo tra di loro, qualcosa che non riusciva a esprimere.